Campionato italiano di prima categoria 1909

Due tornei

Nel burrascoso campionato del 1908, il tentativo da parte della federazione di escludere i calciatori stranieri dal campionato italiano, decidendo però di istituire un "campionato federale" aperto anche agli stranieri parallelo a quello italiano, sfociò nel ritiro per protesta di Milan, Torino e Genoa, che avevano come punto principale di forza proprio i calciatori stranieri. Nell'assemblea federale dell'8 novembre 1908 si tentò di risolvere la questione della Coppa Spensley, che sarebbe dovuta spettare alla Juventus in quanto campione federale, ma riconsegnata polemicamente dal precedente detentore in carica, il Milan, al Genoa, rifiutando di consegnarla alla Juventus; su proposta del presidente della Doria, Oberti, si decise di assegnare definitivamente la Coppa al Milan, avendola vinta i rossoneri due volte (nel 1906 e nel 1907), e di abbinare alla vittoria del campionato federale una nuova coppa, la Coppa Zaccaria Oberti. La suddivisione in due tornei, uno federale aperto anche agli stranieri e uno italiano riservato soltanto agli italiani, continuò anche per questa stagione: il vincitore del Campionato italiano avrebbe vinto, come nell'edizione precedente, la Coppa Romolo Buni.

Avvenimenti

Il campionato italiano iniziò poco prima della conclusione del campionato federale e aveva la stessa formula: eliminatorie regionali, semifinali (una ligure-piemontese e una lombardo-veneta) e finale. La Juventus, eliminata dalle eliminatorie piemontesi del Campionato Federale dal Torino, puntava al riscatto puntando alla vittoria del Campionato italiano, la cui importanza, secondo La Stampa, non era inferiore a quella del Campionato federale: «E la Juventus [eliminata dal Torino nel Campionato Federale] godrà di un certo riposo, che le auguriamo foriero di miglioramento di stile di gioco, e preludio necessario ad assicurarsi l'altro campionato, quello più ambito ancora: il Campionato italiano!». Fin dalle eliminatorie, tuttavia, il torneo fu caratterizzato da una serie di forfait da parte delle squadre "spurie internazionali": il 28 marzo si sarebbero dovute giocare le eliminatorie Juventus-Torino e Milan-USM, ma sia il Torino che il Milan, impegnate in quel giorno nella Palla Dapples, preferirono dare forfait, facendo accedere alla fase successiva Juventus e USM. A maggio, si ritirò dal torneo anche la Pro Vercelli, che avrebbe dovuto affrontare nella finale delle Eliminatorie piemontesi la Juventus, che aveva superato le eliminatorie torinesi grazie a una sofferta vittoria sul Piemonte il 25 aprile (grazie a un gol di Bianchi negli ultimi cinque minuti), dando via libera al passaggio della Juventus alle semifinali.

In semifinale la Juventus affrontò i liguri della Doria: all'andata a Genova i liguri si imposero per 3-1 (nonostante la Juventus avesse chiuso il primo tempo in vantaggio 1-0), ma i bianconeri riuscirono a rimontare al ritorno, vincendo nel proprio campo per 4-2, rendendo dunque necessario uno spareggio in cui la Juventus ebbe la meglio solo al 15º minuto dell'oltranza (ciò che oggi definiremmo golden goal, con le dovute differenze come il fatto che se nessuna delle due squadre riusciva a segnare il gol decisivo i supplementari potevano protrarsi per ore, fino al sopraggiungere dell'oscurità con conseguente sospensione della partita) con una risicata vittoria per 1-0. Nella semifinale lombardo-veneta, l'USM si sbarazzò con facilità dei veneti del Vicenza, espugnando il campo avversario per 2-1 e andando poi a travolgere i veneti per 8-0 sfruttando il fattore campo. La finale tra Juventus e USM fu assai equilibrata e i lombardi riuscirono a strappare un pareggio per 1-1 a Torino nella gara di andata; al ritorno però, nonostante il fattore campo sfavorevole, la Juventus seppe imporsi per 2-1, sfruttando - narrano le cronache - anche la stanchezza mostrata nella ripresa dai milanesi, espugnando il campo dell'US Milanese e aggiudicandosi così il Campionato italiano e la Coppa Romolo Buni, vinti l'anno precedente dalla Pro Vercelli.

 

                     calendario