Campionato federale 1908

Chiusosi il primo decennio, il calcio italiano andò incontro ad importanti cambiamenti, dovuti alla decisione della FIF di italianizzare a forza il campionato, escludendovi i giocatori stranieri che avevano fondato il gioco in Italia. La scelta della Federazione colpì duramente i Football Club, e diede largo spazio alle Unioni Sportive e Ginniche che, più deboli in quanto non dirette dai maestri albionici, erano però usualmente formate completamente da atleti italiani, e fino ad allora si erano interessate maggiormente al parallelo campionato organizzato dalla Federazione Ginnica. All'assemblea del 20 ottobre 1907, dunque, il presidente della Doria, Oberti, presentò un ordine del giorno con cui proponeva di organizzare un campionato parallelo a quello italiano, che fosse aperto a tutti, compresi gli stranieri:

All'approvazione di tale ordine del giorno, la reazione dei Club classici fu durissima, sfociando addirittura nel ritiro dal torneo, nonostante i tentativi di ricomposizione da parte della Federazione. I grandi clubs contestavano soprattutto il fatto che sarebbe stato proprio il campionato autarchico a chiamarsi italiano, mentre il campionato aperto a tutti avrebbe cambiato nome in "federale"; essi vedevano nel cambio del nome da "italiano" a "federale" una sorta di diminuzione di importanza del torneo aperto anche agli stranieri, nonostante la FIF stessa non avesse esitato, pur di convincere le squadre ritiratesi per protesta a ritornare sui propri passi, a definire il campionato federale "maggior gara" rispetto a quello italiano:

Le squadre "spurie internazionali" non ritornarono però sui propri passi, anche per protesta per il fatto che persino il campionato federale presentava qualche limitazione per gli stranieri: potevano partecipare a quel campionato solo gli stranieri che avevano dimora fissa in Italia, cercando così di combattere il malcostume adottato dalle grandi società di ingaggiare per alcune partite giocatori stranieri dall'estero, specie se svizzeri. Le motivazioni dell'ostruzionismo dei grandi club contro la nuova politica autarchica della Federazione vanno ricercate nei timori che, se l'avessero accettata, essa sarebbe stata soltanto il primo passo verso la completa epurazione degli stranieri dal campionato. Delle 21 società che l'11 novembre 1907 si presentarono all'assemblea ordinaria della Federazione per le deliberazioni di rito, solo la Juventus, dei grandi club, era presente, mentre Milan, Torino e Genoa, per protesta, si assentarono.

I campionati furono quindi due: il campionato "Federale" (che era di fatto il campionato normale) dove potevano giocare anche gli stranieri e il "Campionato italiano" (chiamato anche Coppa Romolo Buni), dove le squadre per accedervi dovevano far scendere in campo soltanto giocatori di origine italiana. Così riassumeva le assemblee federali che portarono a scindere in due il campionato il quotidiano torinese La Stampa:

Il campionato federale, alla fine vinto dalla Juventus, aveva quindi continuità con i campionati italiani precedenti, tanto che la vincitrice avrebbe dovuto ottenere in premio la Coppa Spensley, che era il trofeo che era stato assegnato alla squadra campione d'Italia nei tre anni precedenti; la stessa FIF non esitò a definire all'epoca il "Campionato federale" come "maggior gara" (cioè più importante) rispetto a quello italiano. Alla vincitrice del Campionato italiano sarebbe stata invece assegnata la Coppa Romolo Buni.

Avvenimenti

Il torneo subì il boicottaggio delle grandi squadre, come Milan, Torino e Genoa. Il 14 dicembre 1907 La Stampa annunciò che, chiusesi le iscrizioni ai Campionati Federali di Prima e Seconda Categoria, solo tre squadre si erano iscritte al Campionato Federale di Prima Categoria: Juventus, Doria e Milan; l'USM dovette rinunciare all'iscrizione perché impossibilitata a giocare sul proprio campo fino a marzo 1908, mentre Genoa e Torino, per protesta, decisero di non iscriversi. Il torneo subì un'ulteriore defezione allorché il 1 gennaio 1908 il Milan rinunciò a disputare il campionato federale «in segno di protesta contro l'illegale ed arbitrario procedere della Federazione»; secondo La Stampa, infatti, «il Milan Club aveva inviato la propria iscrizione al Campionato Federale, subordinandola ai diritti acquisiti con vincere per due anni consecutivamente la Coppa Spensley, con il titolo di Coppa del Campionato Italiano. La Federazione non poteva aderire al desiderio del Milan Club, sconfessando le deliberazioni di una vasta maggioranza, che volle per l'avvenire destinata al Campionato Federale tale Coppa, mutando così titolo e significato alla medesima; e in questo senso il Comitato direttivo della FIF rispose al Milan Club, aggiungendo che in caso di nuova vittoria si sarebbe cercato di salvaguardare i diritti preesistenti».In segno di protesta, dunque, il Milan si astenne dal disputare partite indette dalla FIF già dal 1º gennaio, riducendo così il torneo a sole due squadre partecipanti: Juventus e Doria.

All'andata a Genova la Juventus espugnò il campo degli avversari vincendo nettamente per 3-0, ma il mese successivo (il 23 febbraio), inaspettatamente, i Doriani vinsero in trasferta la gara di ritorno per 1-0, rendendo necessaria la disputa di uno spareggio. Tale spareggio si disputò il 15 marzo: in tale partita la Juventus si portò inizialmente in vantaggio per 2-1, ma un autogol del barone juventino Mazzonis, nel tentativo sfortunato di respingere un tiro di testa del doriano Sardi, condannò i bianconeri a un pareggio per 2-2; la partita fu però annullata in seguito ad un errore tecnico dell'arbitro. Due mesi passarono prima che la partita venisse ripetuta, sempre in Corso Sebastopoli. Il 7 maggio, tre giorni prima dell'incontro decisivo, La Stampa commentò: «Il match di domenica si annuncia oltremodo interessante, trattandosi del possesso definitivo della Coppa e del titolo di Campione d'Italia».La Juventus in quell'occasione vinse per 5-1, con Ernesto Borel (padre di Aldo, il Borel I, e Felice, il Borel II) che spadroneggiò, e vinse così il Campionato Federale 1908.

Alla Juventus non fu però assegnata la Coppa Spensley che le spettava di diritto in quanto Campione Federale, perché il Milan detentore in carica l'aveva polemicamente riconsegnata a Spensley, rappresentante del Genoa; all'inizio della stagione successiva, fu deliberato che la Coppa venisse assegnata permanentemente al Milan, la società che l'aveva vinta per due volte di fila (1906 e 1907).

La riconciliazione e i titoli caduti nell'oblio

Al termine della stagione i club ribelli si riavvicinarono progressivamente alla Federazione, e all'assemblea dell'8 novembre 1908 si decise di assegnare definitivamente la Coppa Spensley al Milan due volte vincitore, e di mettere in palio per il successivo campionato federale una nuova Coppa denominata "Zaccaria Oberti"; la formula dei due campionati federale e italiano fu quindi mantenuta anche nella stagione successiva: al campione federale, come già detto, sarebbe spettata la Coppa Zaccaria Oberti, mentre il campione italiano, come nella stagione precedente, si sarebbe aggiudicato la Coppa Romolo Buni. Tuttavia questa crisi del calcio italiano non passò senza lasciare una perpetua conseguenza: infatti il 9 marzo alcuni soci del Milan, contrari alla linea di dialogo con la Federazione dei vertici rossoneri, e favorevoli invece ad un indiscriminato afflusso di giocatori stranieri, avevano abbandonato il club rossonero e fondato quella che sarebbe divenuta col tempo una delle tre principali società calcistiche italiane: l'Internazionale.

Nella stagione successiva il Campionato Federale venne vinto dalla Pro Vercelli, mentre la Juventus fu eliminata nelle Eliminatorie Piemontesi dal Torino. La Stampa, commentando l'eliminazione della Juventus dal torneo federale, affermò: «E la Juventus [eliminata dal Torino nel Campionato Federale] godrà di un certo riposo, che le auguriamo foriero di miglioramento di stile di gioco, e preludio necessario ad assicurarsi l'altro campionato, quello più ambito ancora: il Campionato italiano!». Fin dalle eliminatorie, tuttavia, il campionato italiano fu caratterizzato da una serie di forfait da parte delle squadre "spurie internazionali": il 28 marzo si sarebbero dovute giocare le eliminatorie Juventus-Torino e Milan-USM, ma sia il Torino che il Milan, impegnate in quel giorno nella Palla Dapples, preferirono dare forfait, facendo accedere alla fase successiva Juventus e USM. A maggio, si ritirò dal torneo anche la Pro Vercelli, permettendo alla Juventus, vincitrice delle eliminatorie torinesi di accedere alle Semifinali. Dopo una sofferta vittoria contro la Doria in semifinale e la decisiva vittoria in trasferta contro l'USM in finale, la Juventus si aggiudicò il Campionato italiano e la Coppa Buni, vittoria che tuttavia non compare nell'albo d'oro, nonostante La Stampa avesse definito il Campionato italiano "più ambito ancora" di quello federale (cfr. sopra).

La suddivisione del campionato in Federale e Italiano, riconosciuta come ufficiale persino dal Regolamento organico della FIGC 1909-10, durò fino al campionato 1909-10, in cui si disputò un unico torneo a girone unico, che doveva assegnare il titolo di Campione federale alla migliore delle squadre "spurie internazionali" o ai campioni assoluti, e il titolo di Campione italiano alla meglio classificata tra le "squadre pure italiane".Dopo lo spareggio per il titolo assoluto tra la migliore squadra "spuria internazionale" e la miglior squadra "pura italiana" (Inter e Pro Vercelli rispettivamente), vinto dai nerazzurri, si pose definitivamente fine alla formula dei due campionati, "unificando" anche dal punto di vista legale il torneo.

Con la riunificazione dei campionati, i due campionati paralleli vinti dalla Juventus (1908 e 1909) e il titolo onorifico di Campione italiano vinto dalla Pro Vercelli nel 1909-10 caddero entrambi nel dimenticatoio, non venendo riportati nell'albo d'oro del campionato a differenza dei titoli di Pro Vercelli (1908 e 1909) e Inter (1909-10). Già nell'Almanacco dello Sport 1914, Pro Vercelli e Inter vengono riportati in un albo d'oro aggiornato fino al 1911-12 come vincitrici uniche dei campionati 1908, 1909 e 1909-10, dimenticando i due trionfi della Juventus nell'altro campionato e il titolo onorifico di Campione italiano vinto dalla Pro Vercelli nel 1909-10.

Nel 2003 il quotidiano Tuttosport lanciò una campagna per tentare di convincere la Federazione a riconoscere come "scudetti" i due titoli dimenticati vinti dalla Juventus, e nell'occasione lo stesso direttore dell'Almanacco illustrato del Calcio promise di condurre ulteriori ricerche sui due campionati caduti nell'oblio; tuttavia la campagna non portò a nulla.

 

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