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di Pablo Ayo

Una ricostruzione dell'UFO crash avvenuto a Roswell nel 1947 Il termine retroingegneria in genere va ad indicare uno studio compiuto su un apparecchio tecnologico in nostro possesso, ma di cui non abbiamo nessun documento scritto o disegno del progetto originale, allo scopo di capire come sia stato ideato e assemblato per riuscire, in un secondo tempo, a farne una copia perfetta. La retroingegneria era molto in voga nel corso della guerra fredda, quando una delle due superpotenze riusciva fortunosamente o con l'inganno a procurarsi un prototipo segreto della parte avversaria, e con uno studio approfondito cercava di assumerne i vantaggi tecnologici essenziali da applicare poi ai propri mezzi. Nel 1997 in America venne pubblicato per la prima volta 'The day after Roswell', libro in cui il colonnello in pensione Philip Corso (ora deceduto) parlava di un'attività che avrebbe svolto al Pentagono tra il 1961 e il 1963. A detta di Corso, il suo superiore, il Gen. Trudeau, gli avrebbe assegnato un file top secret che nella base i pochi eletti che ne sapevano qualcosa avevano ribattezzato 'the nut file', il file da pazzi, in quanto sarebbe stato l'archivio inerente l'incidente di Roswell. Secondo diverse fonti (incluso il giornale locale), nel 1947 uno o più UFO sarebbero precipitati nel deserto nei pressi di Roswell, New Mexico. Si sa che l'esercito sarebbe intervenuto ripulendo il luogo dai rottami e intimidendo i testimoni con pesanti minacce. Secondo corso ci fu un lungo braccio di ferro tra aviazione ed esercito USA, ognuno dei quali aveva parte dei rottami (o forse rottami di due diversi UFO crash) e cercavano di spillarsi informazioni a vicenda.Tale situazione avrebbe fatto sì che i rottami in possesso dell'esercito rimanessero al sicuro sotto chiave al Pentagono dal '47 fino al 1961, quando Trudeau passò la patata bollente a Corso. Il lavoro di Corso all'interno dell'ufficio R&D (ricerca e sviluppo) del Pentagono sarebbe stato quello per cui l'ufficio stesso era stato designato: assumere informazioni su tecnologia straniera ottenuta con lo spionaggio, e fare in modo che terze parti - industrie tecnologiche, anche civili - sfruttassero tali informazioni per far avanzare la tecnologia degli Stati Uniti. L'unica cosa che Corso omise di dire alle industrie a cui si rivolse fu che la tecnologia in questione non era sovietica, ma aliena.

Le grandi holding tecnologiche
Ingegneri al lavoro su wafer di silicio per estrarne microchips Secondo le dichiarazioni di Corso, tra i vari rottami high-tech che si ritrovò sulla scrivania negli anni '60 c'erano diversi oggetti interessanti: uno era una specie di stilo che emanava un raggio laser, probabilmente un attrezzo chirurgico, che venne subito mandato ad alcuni laboratori della Hughes Aircraft per farlo sviluppare come arma. Un altro oggetto era una sorta di Chip al silicio che il nostro Corso avrebbe mandato alla IBM dando vita ai computer di nuovissima generazione, mentre da una strana tecnologia a cavo composto di filamento vetroso utilizzata per le comunicazioni del disco di Roswell vennero estrapolate dai Bells Laboratories le fibre ottiche. Tra gli altri oggetti sulla scrivania di Corso v'era un tessuto formato da fibre super tenaci utilizzate dalla EBE (Extraterrestrial Biological Entity), capaci di resistere a qualsiasi torsione o lama da taglio. Corso fece studiare tale campione a diverse aziende statunitensi, e una di queste (la Du Pont) pochi anni dopo, nel 1965, annunciò la creazione del Kevlar, tessuto iper resistente con cui oggi si fabbricano giubbotti antiproiettile. Tra le armi sviluppate dal suo ufficio al Pentagono Corso annovera anche il cannone a raggi di particelle, reso famoso dal programma SDI o 'Guerre Stellari' inaugurato da Reagan.
Un microprocessore per computer
un campione di tessuto Kevlar
Fibre ottiche

Corso: luci e ombre
Il Colonnello Philip J. Corso L'integrità di Corso come militare è indubbia, il suo stato di servizio è limpido e tutte le cariche che afferma di aver ricoperto appaiono agli atti, incluso il suo lavoro preso la R&D. Vanno valutate però alcune cosa su Corso come persona: negli ultimi anni della sua vita, inclusi quelli in cui scrisse il libro, probabilmente Corso aveva perso un filo di lucidità e di obbiettività rispetto ad alcuni capitoli della propria vita. Sono certo che Corso abbia lavorato a dei files riservati inerenti Roswell, questo perché:

A= Corso ha fatto un affidavat giurato e controfirmato su questo, e per un militare vecchio stile come lui giurare il falso era impensabile, specie nei confronti di un paese alla cui salvaguardia aveva dedicato la vita,

B= perchè Corso era un militare molto quadrato, e non avrebbe avuto la fantasia di creare da zero una storia come questa.
Fatte però queste precisazioni, va svolta una ulteriore analisi sulla sua personalità: Corso affermò di aver ricevuto alcune visite dalle EBE, in diversi momenti della sua vita, anche da bambino, e di aver ricordato tali avvenimenti solo più tardi. Anche i suoi familiari hanno affermato che in casa loro avvenivano strane cose, al limite degli IR4, anche se non hanno voluto entrare nei dettagli. Di sicuro questo mette Corso in una luce differente dal granitico militare che vedeva le EBE solo come nemici dell'umanità: in verità negli ultimi anni i suoi rapporti con loro avevano cambiato indirizzo, e se ad un certo punto ha preso la decisione di parlare e scrivere il libro è perché non solo fu testimone di alcune cose negli anni '60, ma lo era ancora negli ultimi tempi.
Una ricerca di laboratorio sui fasci laser Secondo punto: Corso ha preso sicuramente parte a certi eventi, ma come e in che misura? Secondo la sua testimonianza, Trudeau avrebbe affidato a lui e lui solo tutto l'affaire Roswell, il fatidico Nut file. Inoltre, dal 1947 fino al suo arrivo nessuno avrebbe pensato di utilizzare tale materiale a scopo retroingegneristico. Poi arriva lui ed escono fuori Kevlar, fibre ottiche, laser, computers e via dicendo. Il discorso è reso meno credibile, di base, dallo stesso atteggiamento di Corso verso la storia, sicuramente caotica e ricca di momenti drammatici, della guerra fredda di cui lui sicuramente fu uno dei testimoni. Corso afferma in maniera quasi sfacciata che fu lui a far vincere la guerra fredda agli Stati Uniti, a suggerire a vari presidenti - tra cui Kennedy - le giuste decisioni in politica estera, e quando tale presidente sbagliò qualcosa fu perché non diede retta ai suoi consigli. Avrebbe creato lui Gladio in Italia, dato che era presente sul nostro suolo nell'immediato dopoguerra come addetto dei servizi segreti USA. Questi fatti probabilmente sono veri in parte, ma Corso tende a gonfiare in maniera eccessiva la sua importanza storica in certi momenti critici, rendendo molto difficile una sua valutazione realistica. Fu davvero lui a risolvere tutte le peggiori crisi americane della guerra fredda? Possibile che a un progetto come quello del Nut File non lavorassero più persone, e che Corso non le poté menzionare nel suo libro per non volerle coinvolgere? Possibile che nell'arco di 14 anni nessuno mise mano ai rottami di Roswell per farci qualcosa? E che nel 1944 il Papa Pio XII lo ricevette per discutere con lui sull'amministrazione dell'Urbe? Chip al silicio È credibile che Kennedy sapesse dei missili di Cuba ma avesse deciso di ignorare il fatto fino ad una sua rielezione, e che Corso spifferò tutto ai giornalisti - dando il via di persona alla crisi e quasi rischiando una guerra nucleare - per costringere Kennedy ad una forte presa di posizione anticomunista? È verosimile che lui nel 1947, di stanza a Fort Riley nel Kansas, nel reparto veterinario vide - di straforo e per puro caso - il cadavere di un Grigio che si era schiantato solo la settimana prima a Roswell? Leggendo il suo libro si vede che Corso ha attinto a piene mani a giornali dell'epoca e libri per dare un fondamento scientifico alle sue affermazioni, ma spesso le sue affermazioni potrebbero essere spiegate in una o due righe, mentre le descrizioni degli studi scientifici dell'epoca in America prendono pagine e pagine. Sempre a lui un EBE apparve quando era andato - solo - ad indagare su un UFO che appariva e spariva vicino a Trinity Site, e l'ET gli chiese di disattivare i radar per permettergli di ripartire con il suo disco volante. Corso gli chiese cosa avrebbe ottenuto in cambio, e l'essere gli rispose: 'un mondo intero, se saprai gestirlo'. E Corso aiutò l'alieno, non si capisce perchè dato che li odiava, aiutò una EBE che gli aveva promesso qualcosa che non riusciva neppure a concepire o a capire.

Conclusioni
Un giubbotto antiproiettile in KevlarCosa pensare allora di Corso, il colonnello che gestì il Nut File, che parlò con le EBE e che ne divenne amico dopo aver passato la vita a combattere loro e i sovietici? E come inquadrare i lunghi messaggi delle EBE ricevuti da Corso per telepatia? Io non escludo che Corso abbia ricevuto dei messaggi dagli ET, o che li abbia visti, anzi: sono pronto a propendere per questa tesi, visto che i comportamenti di Corso verso la fine erano i classici atteggiamenti da addotto, che prima odia i suoi rapitori e poi inizia ad andarci d'accordo. È certo che gli USA abbiano fatto degli studi di retroingegneria su alcuni UFO precipitati, così come dagli atti a disposizione emerge che lui è stato dove asserisce di essere stato, ed è molto probabile che abbia lavorato sul file di Roswell, e che abbia visto molte cose. Ma tutto il materiale da lui espresso è largamente inquinato dalle sue stesse affermazioni, tanto più esagerate laddove non riporta prove a sostegno, e soprattutto dal suo esagerato desiderio di autoaffermazione dopo una vita anonima passata come testimone di eventi straordinari, di cui lui probabilmente fu solo poco più di questo: un testimone. E per quanto riguarda un campo minato come l'ufologia, un testimone è già moltissimo, anzi, è tutto. Ma il suo desiderio di figurare tra i fautori, anzi, l'unico fautore di 40 anni di successi americani in ogni campo, ha leso profondamente l'integrità e la credibilità di quella verità che ha visto con i suoi occhi, e che ci ha voluto trasmettere.

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