Acqua. Il globo ne è coperto per più di due terzi. Mari, laghi e fiumi lo avvolgono come un fitto mantello carico di vita. Forse il nome più adatto per il pianeta dovrebbe essere "Acqua", non "Terra". Territorio immenso, davanti al quale anche il cuore degli esploratori più intrepidi e dei conquistatori più grandi ha tremato. E il nome di chi è riuscito a strappare agli oceani i segreti delle rotte e delle correnti per giungere sano e salvo su terre inesplorate è entrato nella leggenda. Se nel Medioevo infatti nulla incuteva più timore dell'ignoto, di cui il mare era incarnazione ideale, ancora oggi, quando satelliti da milioni di dollari collegano in reti informatiche nazioni lontane in tempo reale, il mare rimane ancora un mistero. Nei suoi abissi, come la fossa delle Marianne nel Pacifico, la fortissima pressione, capace di schiacciare sottomarini, batiscafi e sonde di profondità, viene sopportata da specie animali ancora non catalogate. Così, se sconosciuti esseri dei fondali resistono per dote naturale a miliardi di tonnellate d'acqua, cosa ancora possono nascondere gli oceani? Risorse inesauribili Secondo quegli scienziati che sostengono la teoria della nascita della vita dagli oceani, il vero futuro dell'uomo sarà nel mare. Plancton, piccoli pesci e soprattutto coltivazioni massive di vari tipi di alghe e piante ibride marino/terrestri potrebbero fornire cibo in quantità, dato che presto i prodotti coltivati a terra non basteranno più per rispondere al fabbisogno nutrizionale di un'umanità in continua crescita demografica. E fra alcuni brillanti ricercatori si fa strada l'idea che il problema della sovrappopolazione potrebbe venir risolto in futuro costruendo enormi città sopra titaniche piattaforme marine. In Giappone - Paese da sempre alle prese con problemi di spazio e di incremento demografico - è in pieno sviluppo un progetto del genere, mentre a sei miglia dalle coste britanniche una ex isola artificiale usata come roccaforte armata dagli inglesi nella 2° Guerra Mondiale è stata acquistata nel 1966 da un facoltoso uomo d'affari e rinominata "Principato di Sealand". Autodichiaratosi Stato indipendente (come il Vaticano o San Marino) nel 1967, Sealand batte moneta ed emette francobolli propri e attualmente, dopo lunghe dispute legali, la sua sovranità è stata riconosciuta dalla Comunità Europea. Bizzarria da magnati, o preludio a una prossima fioritura di staterelli acquatici indipendenti? Viene da immaginare un futuro dominato da un nuovo feudalesimo marinaro, con "Sealords" pronti a tutto per accaparrarsi le riserve ittiche migliori, uno scenario degno del film "Waterworld". È comunque certo, stando ancora agli scienziati, che nei prossimi decenni l'esaurimento delle scorte di petrolio porterà l'uomo a considerare diverse fonti di energia: quella eolica (vento), quella solare e, naturalmente, quella idrica. Insomma, l'acqua diverrà l'ago della bilancia della nostra vita e non è escluso che attorno al possesso e allo sfruttamento del prezioso liquido si scatenino autentiche guerre. Poseidon e il Re Pescatore Non c'è popolo che, vivendo di pesca, non abbia appreso a rispettare e temere il mare, e ad amarlo. Per i Greci, Ponto, il mare, assieme a Urano e Gea, era la più antica delle divinità. Più tardi le sue mansioni vennero rilevate dal potente Poseidon, ma nei miti ellenici rimase sempre, anche se più in ombra, la figura del "vecchio saggio" del mare, quel Nereo che tutti i segreti conosceva ma che a pochi rivelava, e solo se costretto. Simile a Nereo è la divinità norvegese conosciuta come "Njord il ricco", padrone delle imbarcazioni di Asgard, che dimorava nel sicuro porto di Noatùn, nome che riecheggia tanto il Noè biblico (Noah in ebraico) che Nettuno. I miti di Nereo/Njord ci riconducono all'idea del mare come custode di tesori nascosti e di conoscenze dimenticate, mentre Poseidon incarna maggiormente la potenza delle acque, ora devastatrici, ora apportatrici di vita e fertilità. Le leggende elleniche narrano di favolose città sottomarine in cui Poseidon viveva con la consorte Anfitrite e la sua corte di Tritoni e di leggiadre Nereidi, esseri anfibi, per i quali il mare era habitat naturale. Oggi alcuni studiosi sostengono che in realtà i miti antichi avessero un fondamento di verità, e che forse in tempi remotissimi una razza anfibia giunse sulla Terra da altri pianeti e colonizzò i nostri fondali marini. Solo fantasia? Può darsi, ma molto spesso oggetti discoidali argentati o luminosi vengono visti immergersi nei flutti marini o uscirne. Proprio sulla scorta di queste teorie l'americano Michael Turner, autore e disegnatore di fumetti, ha creato la serie Fathom, best seller in USA, in cui narra le gesta di esseri acquatici dotati di una tecnologia fantascientifica, viventi negli abissi del nostro pianeta. Le antiche leggende, oggi, nell'immaginario collettivo si fondono alla fantascienza. Tornando ai miti, secondo i greci fu Poseidon, con un sol colpo di tridente, a far sorgere dalle acque un intero continente per donarlo alla bella semidea Clito di cui s'era invaghito, e sempre per lei in quel luogo fece erigere una città circondata da tre enormi canali circolari, che in seguito battezzò Atlantide. Platone nelle sue opere "Timeo" e "Crizia" descrive con dovizia di particolari Atlantide e la sua fine, avvenuta in un giorno e una notte per volontà di Zeus. Anche se inghiottita dai flutti, Atlantide continua a far parlare di sé: archeologi, sommozzatori, esploratori e medium sono sulle tracce del continente scomparso, mentre la leggenda vuole che un giorno Atlantide risorgerà dalle acque per essere abitata di nuovo, ma solo quando l'umanità ne sarà degna. Razze Anfibie Ai Greci si affiancano gli Irlandesi, per i quali il mare era il regno di Manhannan McLir, capace di superare migliaia di leghe in pochi minuti grazie al suo "carro volante", mentre nelle leggende arturiane si parla diffusamente del "Re Pescatore", un saggio essere semidivino che abitava in un irraggiungibile castello sommerso e il cui compito era quello di custodire il Sacro Graal. Lo stesso Lancillotto fu cresciuto dal popolo delle acque: vuole la tradizione che egli trascorresse la sua infanzia in un palazzo eretto nelle profondità di un lago, accudito da una donna, la "dama del lago", che donò la spada Excalibur a Re Artù (*). Per questo motivo il migliore cavaliere della Tavola Rotonda nei testi provenzali venne detto "Lancelot du Lac", Lancillotto del Lago. Solo leggende? Oppure ai tempi di Re Artù una razza anfibia venuta secoli prima da altri mondi continuava a vivere nelle acque e a interagire con la vita ed il destino degli uomini? E se così fosse, questi esseri anfibi esistono ancora adesso? La fiction se ne è interessata. Nel telefilm "SeaQuest", trasmesso di recente sulle reti Mediaset ad ore impossibili (le tre del mattino), si immagina che in un prossimo futuro un sottomarino ipertecnologico simile all'Enterprise venga a contatto con diverse razze aliene abitanti nella nostra biosfera marina, idea ripresa in maniera immaginifica anche nell'ottimo "The Abyss", purtroppo nella sua versione cinematografica tagliato di sue parti essenziali, quelle che ne avrebbero fatto un potente monito a tutta l'umanità. O ancora, "L'Ultima Onda" di Peter Weir, dove la forza della natura supera, come accade spesso nella realtà, la fantasia. (*) La prima spada di Artù, quella estratta dalla roccia, non era Excalibur. Secondo alcune fonti si trattava di quella usata da Davide per decapitare Golia. Pasqua e le Bermuda Segni della presenza di antiche civiltà collegate al mare sussistono ancora oggi. Nel Pacifico, poco distante dalle coste peruviane, l'isola di Pasqua continua a sconcertare gli studiosi. Le enormi teste votive, dette Moai, secondo il ricercatore Erich Von Däniken sarebbero state intagliate nella roccia con un potente strumento laser. Le teorie del ricercatore svizzero non sono poi così eccentriche: alcune di queste statue pesano 600 tonnellate e sono alte 20 metri, e gli studiosi non riescono a spiegare che tipo di utensili abbiano usato gli isolani per scolpirle. Al largo delle coste delle Bermuda, invece; fin dal secolo scorso, navi e aerei svaniscono nel nulla, mentre gli ultimi contatti radio fanno riferimento a stranissimi sconvolgimenti nel cielo e nelle acque, con relativo malfunzionamento di tutta la strumentazione di bordo. Negli anni '70 un aereo privato con a bordo una coppia di giovani sposi contattò la torre di controllo delle Bahamas. I coniugi erano terrorizzati, dato che sotto di loro vedevano solamente il mare e avevano poco carburante. "Eppure - dicevano - secondo gli strumenti dovremmo essere proprio sulla città"! I due rimasero in contatto con la torre di controllo per due ore, durante le quali i due affermarono di girare in tondo a bassa quota, mentre i clienti di un albergo locale si lamentavano con il direttore per il fragore di un aereo, che però nel cielo limpido non si vedeva! Alla fine, il contatto radio si interruppe e di loro si perse ogni traccia. La sfida del Futuro Forse ancora oggi i discendenti di una civiltà stellare anfibia risiedono nelle profondità marine del nostro pianeta? L'ipotesi è suggestiva. Il sumerologo Zecharia Sitchin sostiene che alcune antiche tavole cuneiformi descrivono l'arrivo sul nostro mondo di esseri divini, i Nephilim e gli Annunaki. Al principio - dicono i testi sumeri - gli Annunaki presero il controllo delle acque, e il loro capo, il divino Enki, fu venerato come "Sovrano del Mondo e Re del Mare". Non a caso l'altro nome di Enki era Ea, e infatti ancora oggi in francese acqua si dice "eau". Riminescenze di fatti e persone realmente esistite o miti e leggende appartenenti ad un'epoca passata? Difficile dirlo. Di sicuro, il mare rappresenta la sfida del futuro almeno quanto le stelle, e se l'uomo riuscirà a convivere in armonia con l'ecosistema marino, allora troverà inesauribili ricchezze e forse anche alcune risposte sulle nostre vere origini. |