Gli algheresi nel celebrare certe feste religiose conservano ancora usanze speciali, quasi tutte lasciate dagli aragonesi; Tra queste ,"Las veillas" = le veglie, nelle notti precedenti alle festività di San Giovanni Battista, S. Anna e S. Pietro, nelle quali si stendonoi in varie strade del posto vaste tende, ornate di festoni dette "Vermas" con quadri religiosi e con fanali sotto, ove si riuniscono a ballare i giovani  al suono delle cetre. Ora tale usanza cade lentamente.
Nella notte della vigilia di S. Giovanni gli algheresi  si riversano in chiesa per ascoltare "los gosos" (gaudi); nel piazzale sono molti baracconi di rivenditori di liquori, dolci etc.
Durante la notte si balla fino a tarda ora essendo un continuo pellegrinaggio, e molte bigotte stanno anche tutta la notte a pregare. L'indomani poi si reca gran concorso di gente e in quel giorno si può dire si inaugura la stagione dei bagni. Chiude la festa la tradizionale corsa dei cavalli alla sarda.
La Sardegna gode il primato in questo genere di sport fra le regioni italiane, poiché è una corsa tutta speciale e in tutti i paesi dell'isola non si fa festa senza la corsa dei cavalli. Si corre lungo lo stradone e i cavalli sono montati senza sella da fantini di 9 e 10 anni.. IL punto d'arrivo è la chiesa. Lo spettacolo delle corse è attraente anche solo per l'animazione e la concorrenza del pubblico; lungo la strada è affollata di signori e signore in smaglianti toelette dai colori vivaci che danno insieme gioia ed allegro tutto il popolo, ansioso di godere dell'interessante spettacolo. Bellissime sono le corse cosiddette a pariglia.

Settimana santa. Le funzioni religiose sebbene uguali dappertutto, in Alghero hanno un carattere interessante. Bellissima è la benedizione delle palme e questa è davvero speciale per la magnificenza del lavoro artistico delle palme. Tempietti, reliquie, croci, altari, rose, adornano tutto!
Le processioni della settimana santa si fanno dopo l'Ave Maria e si ritirano alla mezzanotte. Queste processioni, specie quella del discendimento,  sono davvero originale: portano la bara quattro preti chiamati baroni, vestiti con un lungo drappo rosso di seta secondo l'epoca e con lunghissima barba bianca finta. Una volta erano quattro nobili, ora sono quattro preti. Segue la processione un'infinità di donne che fanno il voto di accompagnare la Madonna in cerca del figlio; sono tutte vestite di nero e portano una candela. Il sabato santo, appena cominciano a squillare le campane, l'aria rintrona di spari di fucile,  mentre molte frotte di ragazzi armati di bastone corrono per le vie della città, battendo per le porte e gridando: Gloria! Gloria!
In occasione di questa festa in tutte le case, anche nelle più povere, usano fare "lus cucarrois", i quali consistono in corone di pane di semola artisticamente lavorate ornate con delle uova. Fanno anche il pane di semola e "las casarinas", le quali consistono in una piccola crosta dentellata con gli orli rivoltati, contenenti formaggio fresco impastato col prezzemolo, zafferano, uova e zucchero. Sono di sapore squisito e vengono regalate ai conoscenti ed ai passanti: i pastori aggiungono a queste agnelli vivi, carne e formaggio fresco e affumicato detto casicotos.

La notte dei morti, prima d'andare a letto, in tutte le famiglie si usa preparare la tavola con un bel piatto di maccheroni, che le mamme del volgo dicono che sono per i morti. E perché ciò abbia del vero, appena i bambini sono a dormire i grandi divorano tutto.

Il giorno dell'Epifania in Alghero tutti bambini, ricchi e poveri, sono provvisti d'un arancio, col quale si presentano dai parenti per far loro auguri e in cambio ricevono dolci e denari i quali vengono infissi nell'arancio. Queste sono le strenne (las astrenas). Ed è una cosa molto caratteristica vedere dappertutto questi bambini che allegramente fanno di quell'arancio un mondo di castelli.

Il giorno delle Marie (settembre) la maggior parte degli algheresi si reca in campagna in riva al mare.

Per Natale si fanno gli eccellenti pavassinos che consistono in uova, zucchero, noci, pino, uva passa e fiore di farina. Si fanno anche "les casquetas" = crosta d'uova ripiena di vino di sapa (arrop).

 

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