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Dalla Prefazione di Walter Mauro Un tema lontano e d'altri tempi - ma sempre sorretto dal supporto di una possibile e attiva continuità nel presente - sembra governare e guidare la parola poetica di Alfredo Fiorani, che alla prima sua avventura su un territorio così arduo e complesso come quello della creatività letteraria, già sembra muoversi con vitale sensibilità, anche se dovrà guardarsi dai rischi dell'enfasi, che di continuo sono in agguato a preparare trabocchetti per chi scrive in versi.
Si tratta, a voler essere espliciti, del polo tematico del viaggio, un punto d'incontro e riferimento verso il quale Fiorani guarda con l'attenzione di un novello Ulisse che non realizza il suo vagabondaggio soltanto nei luoghi di una ipotetica - e poetica - migrazione, ma più ampiamente nei recessi dell'uomo, fra le pieghe difficili del soggetto, come all'interno di nuclei di più vasta portata ispirativa.
[...] Si può anche stare al sicuro nelle lògge della certezza, ma il prezzo è troppo alto per dover correre il pericolo del viaggio a ritroso, dalla certezza al dubbio.
Alfredo Fiorani - in questi suoi primi promettenti versi - sembra voler legittimare un tracciato opposto, quello giusto, che dal dubbio più inquietante conduce alle più esemplari e salvifiche certezze.
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