da: Incredulo canto solitario

        1

        Al silenzio sciupa le piume un tarlo,

        insonni fantasie divorano

        Ismahel in barca al ricordo

        nudo marinaio pellegrino

        verso Berlino Budapest

        Barcellona Tangeri?

        No - verso i santuari di Maria.

            Batte i muschiati fiordi il mare

            remo sulle rotte della notte

            allora prodiga vagina d'amore.

            Ancora di preghiere è ora

                Ascolta:

«Oh Madre notte che nascondi

e mi nascondi fa' ritrovare

alle mie orecchie occhi e labbra

i suoni i colori i sapori suoi

le serene vesti marine

le celesti sfumature supine»

                Ma tu mi ascolti?

 

***

    7

    Stavo con te solo per te e me

    non per gli occhi dei tuoi

    gli smeraldi tuoi sì

    nella casina di Marilyn sul poggio

    prima della stretta

    nel lucifero cerchio

    di parole amare sull'oggi

    e sul passato langue l'amore

    colore odore di consunte essenze.

        Nel bosco delle sbandate domande

        spirano venti quasi silenziosi

        ma non sbendano le ferite.

    In mezzo il presepio abbandonato

    alla veemenza delle delusioni

    in fuga le presenze, i presentimenti

    per tutto sfinito dalla erosione

    di parole prive di cuore fra i denti.

 

***

    9

    Incerto incedere niente

    sull'azzurra cera lesa.

    L'invito di Aab m'invoglia;

        ara il remo con forza.

        L'onda alta sull'onda

        attraverso il lontano

            spesso sipario va spesso

            solo il pensiero all'aria,

            non posso farne a meno.

                Il dietro di me d'impronte

                prive neppure lievi vedi

                o voci di richiamo odi

                    né parole di riamo

                    né mano alzata e mossa

                    in senso umano.

 

***

    10

    Placenta vellosa d'agosto fosca

    di sabbie vetrose colma d fiamme

    a pioggia diffusa sfarineranno.

    Peggio un velame calerà d'acciaio - ahi -

    occulterà la cometa divina:

    Lina e le sue omeriche perle

    un ricordo porpora nelle chiuse valve.

    Sfiocchi di lacrime in cristalli,

    negli orecchi diciassette merle in volo

    non s'odono più - A più niente vale il canto.

        Dentro le mie stanze rosse

        tutte le sperane a te devote

        presto o tardi seccheranno.

 

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    12

    Il biancospino spinoso, immaturo

    imborda la sponda gobba

    e guarda a distanza

    calpestata e sanguinante

    la testa scheggiata del fante.

        Sulla pietraia da lacrime corrosa

        dall'indifferenza colpito

        per morente fuoco d'amore

        dell'odio più doloroso.

 

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    13

    Migliaia di moventi diversi

    per considerarsi colpevoli,

    uno solo per ritenersi innocenti.

    Difficile trovarlo e poi esser certi

    che sia quello giusto a convincerti.

 

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