FRANCESCO, IL SINDACO... DEL "COVO" |
UNA STORIA TREVILLESE TRA LA FINE DELL'800 E L'INIZIO DEL '900
(A. Frixa)
Francesco Miglietta
(1871-1918)
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Francesco, mio bisnonno materno, nasce a Serralunga di Crea (AL), il 22 ottobre 1871.
I genitori, Antonio di Torcello di Casale e Leonilda Surbone di Treville, girovagano per anni come “schiavandai” in vari paesi del Monferrato Casalese, prima di diventare proprietari terrieri a Treville. Qui, comprano vari terreni e, nel 1888, acquistano le case di via Forno 6 e 11 (ora via Marconi 11) ubicate sotto la Parrocchiale di Sant’Ambrogio, per una somma di 1160 lire.
A 25 anni, Francesco sposa la cugina Carolina Scagliotti (mia bisnonna materna), contadina ventunenne di Quarti.
Dal loro matrimonio nascono cinque figli, 2 maschi (che muoiono piccoli) e 3 femmine (Enrichetta, Palmina a "Lia").
Oltre a continuare l'attività agricola del padre, lavora come capo-forno nella fornace dell'Italiana Cementi in località Dionigi-Rollini (Ozzano Monferrato). In questo stabilimento, soprannominato "La Rabia", erano impiegati, grazie anche a lui, circa quaranta persone provenienti da Treville e da Quarti....".
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Rimasto vedovo a soli 35 anni (Carolina muore nel 1906, subito dopo la nascita di “Lia”) papà Francesco vuole dare una nuova madre alle piccole figlie.
Essendo una persona stimata e ben voluta da tutti, molte sono le pretendenti. Tra queste sceglie la ventenne Giuseppina
A., la "bellona" del paese. Le nozze, combinate da una sensale in una stalla trevillese, sono celebrate a Treville il 19 luglio 1907.
A causa dell'età della sposa, il matrimonio si rivela subito un pessimo "affare". Giuseppina, infatti, oltre ad essere una cattiva madre, tanto da essere ricordata in famiglia come "la Matrigna", mira più che altro a far la bella vita e ad "alleggerire" il patrimonio del "benestante" Francesco.
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Parte della casa di Francesco
e la Parrocchiale di Sant'Ambrogio
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Francesco nel frattempo un personaggio di spicco nella politica del paese. Presentatosi nella lista del neo-Partito Socialista, è eletto Sindaco di Treville nel 1910; rimane in carica fino alla sua morte.
E’ un Sindaco molto amato dalla popolazione, aiuta, anche finanziariamente, chi ne ha bisogno e passa spesso a salutare, uno per uno, gli "scolari" della affollata scuola elementare trevillese. Sotto il suo mandato si effettuano i lavori di allargamento di via Forno e della costruzione del muraglione in mattoni lungo di essa, in modo da raggiungere più agevolmente la Parrocchiale di S. Ambrogio [Ai tempi, Via Forno era una strada molto stretta che permetteva ai carri di arrivare solo nel cortile dei Miglietta
e nell'attuale cortile dei Porta] e la scaletta laterale che dall'attuale
municipio porta al piazzale della chiesa.
1884 - Stabilimento Italiana Cementi (Dionigi-Rollini)
Per favorire i lavoratori trevillesi impiegati nelle fornaci (ora ridotte e ruderi) di Dionigi-Rollini e nelle cave di Quarti fa costruire (o ampliare?) la strada sul crinale che collega il rione "Soliti" con l’attuale statale Casale-Asti, passando davanti alla chiesetta di S. Quirico ed in mezzo alle cascine della frazione "Crosia".
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La casa di Francesco negli anni 60
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Feste e pranzi, offerti da lui, si svolgono spesso anche nel cortile di casa sua, dove stappa per l'occasione le bottiglie del suo vino migliore, mentre gli invitati si scatenano in valzer, polke e mazurke.
Nel 1918 Francesco si reca a Genova, dove la figlia maggiore Enrichetta ha trovato un lavoro, per conoscere il suo futuro genero. Il viaggio di ritorno gli è, purtroppo, fatale. Sul treno incontra, infatti, alcuni militari affetti da "febbre spagnola", che ritornano dal fronte. Muore a causa di questa malattia il giorno del suo 47° compleanno; sono le 5 del mattino del 22 ottobre 1918.
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Le figlie dopo un periodo molto travagliato si trasferirono tutte a Genova, la “Matrigna” visse ignorata in un paese vicino fino AL 1963, mentre tutti i possedimenti di Francesco, tranne la sua casa, furono venduti dai tutori delle figlie o acquistatI da loro stessi.
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FRANCESCO E IL "COVO"
Il 13 aprile 1909 Francesco ed altri amici trevillesi decidono di fondare la sede del Circolo Socialista (ai tempi non ancora ufficializzato). Per questo, fanno una colletta e comprano per 1450 lire, una casetta in via Maestra 42 (ora via Roma 13), appartenente a Clerici Quirico.
I co-proprietari, per la cronaca, erano: Allara Vittorio, Ariotti Giuseppe, Balbo Antonio, Allara Albino, Berrone Pietro, Caprioglio Giuseppe, Spinoglio Alfredo, Ariotti Pietro, Giordano Giuseppe, Miglietta Francesco, Defilippi Felice e Rei Riccardo, i quali dichiarano di acquistare anche a nome e per conto di Allara Giovanni e Garrone Giuseppe.
Il lungo contratto, firmato da Clerici Quirico, Allara Vittorio e Miglietta Francesco, recita tra le altre cose: “La proprietà però della medesima non si consoliderà mai che coll'ultimo comunista sopravvivente [….]. Quando il Circolo (Socialista) compratore venisse riconosciuto legalmente potrà pure la maggioranza deliberare il trasporto anche gratuito della proprietà piena del fabbricato ed accessori in capo al Circolo stesso”.
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Nel corso degli anni la casetta passa, ad altre associazioni politiche, fasciste e comuniste, e si perde la memoria dell’ultimo sopravvissuto della suddetta lista che, secondo contratto, avrebbe dovuto ereditare l'immobile.
Negli anni 70 il locale, ormai in semirovina e con una sola stanza a livello strada praticabile, è affidato ad un gruppo di giovani che ne fanno il loro “Covo”.
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Il "Covo" negli anni '70
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Solo negli anni 90, ritrovando in casa documenti d’epoca lasciati da nonna Palmina e frugando in archivi di ogni tipo, sono riuscito a ricostruire la storia dei bisnonni Francesco Miglietta e Carolina Scagliotti ed a scoprire, non senza emozione, che il “Covo”, oltre ad essere sempre stato un punto di riferimento particolare della vita trevillese, aveva già fatto parte della mia storia passata….
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