Carla
Monti, una cattiva nel Distretto
Stefania Garello, come hai affrontato il tuo difficile personaggio?
Carla è un personaggio hitchcockiano che mi è costato anche un lavoro
personale molto profondo, è una personalità border.
Volevo rendere l'effetto che Hannibal Lecter ha avuto sul
pubblico: un personaggio negativo che rivela il mostro che è dentro ognuno di
noi. Il male affascina, ma se lo conosci impari a non farti portare via...
Con che spirito si affronta un personaggio tanto difficile?
Con Distretto raccontiamo la follia del tempo. La cronaca ci
rimanda continuamente la follia delle persone, anche di chi non ti saresti mai
immaginato. Affronto un personaggio cercando di dare sempre la verità.
Giulia Corsi (Claudia Pandolfi) affronta il dolore in un modo
diverso...
Sì Carla è l'altra faccia del dolore. Mentre Giulia affronta la
perdita dei genitori lavorando nella polizia, Carla impazzisce e cerca la
vendetta. Giulia Corsi e Ardenzi sono poliziotti per vocazione. Carla Monti è
figlia di questo tempo: è cresciuta senza protezione, con un dramma consumato
in famiglia.
Avete appena terminato le riprese della fiction, ci racconti come è
andata?
Ci sono stati molti momenti belli durante la lavorazione della fiction
dove sono riuscita a cambiare anche il mio aspetto anche grazie alla regia e i
costumi. In Distretto appaio molto arcigna, un po' Joan Crawford...
Non hai paura che Distretto accenda una voglia di emulazione?
Distretto non calca mai la mano. Come scriveva Conan Doyle, creatore di
Sherlock Holmes, il delitto serve anche a far stimolare la necessità di ricerca
delle persone, non la morbosità. L'uomo è crudele di suo, la differenza sta
nell'educazione. C'è una nostra parte che è così, ma bisogna imparare a
gestirla...
Quali sono i tuoi progetti?
Cinema. Devo fare un film di Salvatore Piscitelli con Ennio
Fantastichini. E poi sta per uscire Bimba la doppia di Sabina Guzzanti.
E poi un film di Nicola Rondolini che si intitola Tre punto sei.
Quest'anno ero al cinema con Quello che cerchi. Il cinema è la mia
passione: la tv ti strumentalizza e ti usa, mentre al cinema c'è più libertà.