Ricky Memphis: non sarò poliziotto a vita
Sono già iniziate le riprese della terza serie di
"Distretto di polizia". Tante storie di criminalità che mettono in
risalto le buone azioni delle forze dell'ordine e un nuovo amore per l'ispettore
Belli, che ha dato lustro all'attore romano
Con l'arrivo dell'estate sono tanti i set
che riaprono i battenti. Tra questi, quello della terza serie di Distretto
di polizia. Già da qualche settimana, infatti, sono
iniziate le riprese della popolare fiction andata in onda con grande successo
nella passata stagione. Girata nella periferia di Roma, vedrà ancora una volta
protagonista lo stesso cast, a esclusione di Isabella
Ferrari, che lascia il posto a Claudia
Pandolfi, e di Lorenzo Flaherty sostituito da Giorgio Pasotti. A parlare
di questa positiva esperienza è Ricky Memphis che con il suo
personaggio, Mauro Belli, ha ormai conquistato il grande pubblico.
Come è cambiata la storia con "l'intrusione" di un nuovo
commissario?
«In realtà per noi non è cambiato molto a livello
di sceneggiatura. I nostri personaggi subiranno delle modifiche. Per quanto mi
riguarda, si è chiusa la mia storia con Paola, ma ci sarà un altro amore che
nasce. Dietro la macchina da presa invece è cambiato qualcosa con l'arrivo di
due giovani registi, Monica Vullo e Riccardo Mosca. Stanno facendo davvero un
ottimo lavoro per dare un'impronta cinematografica al prodotto».
Come spiega il successo di queste serie Tv che vedono protagoniste le forze
dell'ordine?
«La gente si identifica in questi personaggi
"buonisti". Gli piacerebbe molto che il poliziotto fosse come lo
rappresentiamo noi in Tv. Gli piace l'umanità dell'eroe».
Vi aspettavate ascolti così alti?
«No. Sinceramente sapevo che il prodotto era ben
fatto, ma non credevo che potessimo raggiungere in poche settimane il favore del
pubblico. Me ne sono accorto non solo dagli ascolti, ma anche dall'affetto che
la gente ci ha dimostrato quando giravamo per la strada. La nostra popolarità
era talmente alta che sembravamo i Beatles».
Sembra che lei ormai venga identificato solo in ruoli di poliziotto. Non ha
paura di rimanere intrappolato in questo cliché?
«No, non mi dispiace affatto. A parte il fatto che mi
stanno dando l'opportunità di fare un lavoro che amo, ma per ora va bene così.
Avrò tempo per interpretare altri personaggi. Ormai sono Mauro Belli, ma sono
giovane, ho tempo per cambiare abito».
Quali sorprese riserverà ai telespettatori la terza serie di Distretto di
polizia?
«Ci saranno nuove storie di criminalità, mentre
mancheranno riferimenti alla mafia come in passato. Il tutto sarà accompagnato
da un fil rouge che ci seguirà nei 26 episodi. La vita del commissariato resterà
più o meno la stessa, ma ci sarà un aspetto più divertente e ironico che sarà
messo in risalto».
Le ultime puntate si erano chiuse con la morte della psicologa, destando le
proteste del pubblico. Era giusto secondo lei far uscire di scena un personaggio
così amato?
«Non saprei dire se è stata una decisione giusta o
sbagliata, ma a me è dispiaciuto molto che Carlotta Natoli sia andata via. Però
mi rendo conto che questo episodio ha portato alla serie una dose massiccia di
emotività che ha giovato anche agli ascolti. Purtroppo la Tv è fatta anche di
questo».