Farnesi:
"Sono un carabiniere enigmatico"
Un uomo riflessivo, un
carabiniere atipico schivo e enigmatico. E' Luigi Testa il personaggio
nella squadra di Carabinieri 2 interpretato
da Roberto Farnesi. Un uomo
affascinante e problematico che ha abbracciato l'arma per amore della giustizia
e per affrontare e risolvere i suoi problemi personali.
Luigi troverà in Paola Vitale (Manuela
Arcuri) un'amica per confidarsi e aprire il suo
cuore. Il carabiniere è infatti tormentato da dolorosi ricordi: in passato, ha
assistito alla morte della fidanzata Silvia, che aveva invano tentato di salvare
all’uscita di una banca, dai colpi sparati da una banda di rapinatori...
Mol ha incontrato Roberto Farnesi per conoscerlo meglio.
Roberto Farnesi interpreta Luigi Testa nella nuova serie di Carabinieri.
Vuoi parlarci del tuo ruolo?
Luigi Testa è un carabiniere diverso dal resto
della squadra. E' un uomo che ha sofferto e per questo è molto chiuso e a volte
scontroso. Susciterò molta curiosità specialmente in Paola Vitale.
E sarà un personaggio ben voluto?
Non molto all’inizio…Luigi creerà molto scompiglio ed
incomprensioni oltre che gelosie tra la coppia centrale della fiction, Paola e
Andrea (Manuela Arcuri ed Ettore Bassi). E’ un ruolo particolare, pieno di
lati oscuri, enigmatico, direi.
Ma a metà delle puntate della fiction si comincerà a comprendere meglio chi è
e perché si comporta in un certo modo. Anche dietro Luigi batte un cuore buono,
quindi..
Sicuramente sì. E da personaggio inizialmente negativo assumerà un connotato
del tutto nuovo e positivo. Dietro all’aspetto taciturno c'è un cuore che
batte: da qui verrà accettato.
Quanto c'è di Roberto Farnesi in Luigi Testa?
Determinazione ma anche l'essere riservato e
schivo. In alcuni casi anche umorale e lunatico… dicono che sia tipico dei
nati sotto il segno del cancro! Se Roberto Farnesi non avesse scelto la carriera
artistica avrebbe fatto il carabiniere?
Ho un grande rispetto per l'arma e gli sono molto affezionato. Mio padre, che
non c'è più, era un generale dei carabinieri. Credo che se potesse vedermi in
divisa sarebbe molto fiero di me. Questo è un lavoro per cui ho un grande
rispetto, ma sarebbe molto difficile per me. Non so se ce la farei.
Dalla Soap alla fiction. Cosa ti resta e cosa è cambiato?
La soap è sicuramente una grande palestra, perché ti dà
modo di recitare ogni giorno. Quando ho iniziato Cento Vetrine avevo girato una
fiction con Anna Valle e Shooni, un cane visto in una celebre pubblicità che
ora purtroppo non c'è più. Poi c'è stato il passaggio alla soap che mi
ha sicuramente dato molto e che è stata un'esperienza molto costruttiva.
Il cast in cui ti sei inserito era già affiatato. Come ti sei trovato
con i nuovi colleghi?
La nostra è una grande famiglia! Non lo dico per
buonismo o per retorica. Veramente ci siamo trovati molto bene, tant'è che io e
Ciccio, Francesco Giuffrida, tra qualche giorno partiamo insieme per la
Thailandia. Io faccio immersioni, ma Ciccio non ha il brevetto. Speriamo che non
si annoi troppo ad aspettarmi sulla spiaggia!
E dopo Carabinieri? Farai ancora fiction?
Per ora penso e spero che ci sarà la terza serie
di Carabinieri. Poi magari ancora cinema. Sarebbe un gradito ritorno, visto che
ho iniziato proprio da lì. Il mio primo lavoro è stato un film al cinema come
protagonista al fianco di Monica Guerritore. Spero pian piano di poter tornare
da dove sono nato. Ma ci vuole tempo: in Italia, si sa, fare cinema non è
semplice.