ALESSANDRO

TETI

TORRICELLA PELIGNA NEGLI ANNI 50 & 60

 

 

 

 

PRESENTAZIONE

Parlando dei tempi andati, non è infrequente il detto popolare "se stave méje quand se stave pègge" . Ebbene, a parte l'evidente contraddizione insita nelle parole, non è affatto scontato che il passato sia più bello del presente, anzi... Provate a chiedere ad un anziano contadino se era più agevole mietere un campo di grano alla vecchia maniera oppure con il metodo attuale. Potete immaginare da soli cosa vi dirà. Se poi avete l'ardire di ribattere che trent':anni fa tutto era più poetico, nel novanta per cento dei casi, vi manderà a quel paese.

Se avrete miglior fortuna vi risponderà più o meno così: " Ma quand mì li ciarlatiène é ite a méte! " Eppure, nonostante queste premesse, un poco di nostal¬gia pervade sempre i nostri discorsi riguardanti il tempo che fu. Perché? Senza scomodare psicologi, sociologi e simili, possiamo dire che, trenta, quaranta, cinquant' anni fa (sce¬gliete voi la vostra collocazione) eravamo dotati di un qualco¬sa che rendeva tutto più semplice e gioioso: la gioventù, che però, come dice la canzone, "non torna più". Comunque, con un po' di buonsenso e immaginazione, ogni tanto, non spesso, ritornare con la mente al passato fa bene allo spirito, così se non la gioventù, possiamo recuperare almeno il suo ricordo. E' quanto si è prefisso lo scrivente nell'accingersi a mettere insieme queste pagine. Ci sarà riuscito? Ai posteri l'ardua sentenza!