ALESSANDRO

TETI

TORRICELLA PELIGNA NEGLI ANNI 50 & 60

 

 

 

TORRICELLA CELESTE
Le Corriere

Ore 5 del pomeriggio di tutti i giorni, tranne Natale Pasqua e Ferragosto: si ode il caratteristico "tarà, tarà" della corriera della Ditta Fratelli TETI.
Intanto Antonio di Barile e Camillo di Paperabella sono appostati dietro la curva De Stefanis, pronti a balzare sulla scaletta dell'autobus per accaparrarsi più valige possibili. Quando la corriera è prossima alla fermata, ecco sbucare all'improvviso un volpino bianco e nero che abbaia a perdifiato ad un passo dalle pesanti ruote del veicolo: è il cagnolino di Gigi, il principale della Ditta che, tirato in volto per il lungo viaggio, fa una rapida carezza alla fedele bestiola e si dirige a casa per una brevissima sosta. Nel frattempo scendono numerosi passeggeri; cominciano le solite scaramucce tra i due facchini, volano parole grosse, qualche spintone, ma la zuffa si ferma lì, non degenera mai in lotta violenta. A volte bisogna consegnare dei pacchi ai negozianti, ma si deve espletare una semplice formalità: decifrare il nome del destinatario.
I1 guaio è che nessuno dei due ha mai avuto la passione per le lettere. Ma niente paura. Antonio di Barile si rivolge al primo passante e chiede: "Per favore vedete mbò a chi l’aia purtà ssu pacch, ca quist nin zà lègge”. La mitica corriera delle cinque, percorreva una linea a dir poco massacrante: partiva la mattina presto da Palena, passava per Torricella, Casoli, Lanciano, alle nove giungeva finalmente a Pescara da cui ripartiva verso l'una. Si aggiunga che molte strade non erano asfaltate, le curve più strette delle attuali, il servosterzo un'invenzione allo stato puramente teorico. Si può immaginare quale fosse la fatica impiegata quotidianamente dagli autisti o ''sciuffièrr" come si usava comunemente chiamarli. Un'altra linea “storica" era quella delle "sei"; come fattorino c'era Antonio TETI, l'altro titolare della Ditta. Si partiva a mezzogiorno da Torricella per giungere verso l'una alla stazione di Palena, in coincidenza col treno per Sulmona. A fine estate l'autobus era ancora più affollato del solito perchè vi salivano tanti "romani" che tornavano alla capitale dopo aver trascorso le ferie in paese. D'inverno, a causa delle abbondanti nevicate e delle gelature, era particolarmente difficoltosa la guida allorchè si affrontavano gli impervi tornanti per raggiungere il valico della Forchetta. Alle quattro di pomeriggio ripartiva dalla stazione per concludere il suo viaggio a Lanciano alle otto di sera. Nonostante le strade fossero ghiaiose e polverose, le corriere erano tenute sempre ben lustre perchè la domenica mattina venivano lavate e sottoposte a una continua manutenzione. Gigi e i suoi collaboratori erano anche esperti meccanici, ecco perchè le 1eggendarie "ventisei" acquistate appena dopo la guerra, erano ancora efficienti negli anni '70. Per i torricellani , oltre che utile, era anche un motivo di orgoglio avere il servizio di autotrasporti, infatti sulle due fiancate dei mezzi compariva la scritta "Autosenvizi F.lli Teti – Torricela Peligna".


In tal modo veniva pubblicizzato fino alla costa adriatica il nome del paese altrimenti sconosciuto o evocato dal gazzettino d'Abruzzo e Molise solo a proposito di nevicate record. I1 momento più bello per la Ditta fu sicuramente quando venne acquistato il "42 - Baby Luna" un veicolo nuovo di zecca, che fu esposto al largo delle Piane perchè tutti potesero ammirarlo: era veramente un gioiello per quei tempi. Spazioso e confortevole, con i sedili morbidi, gli strapuntini, la radio, una perfetta visione della strada. Con esso vennero attuate numerose gite, sia in Italia che all'estero. Una fu quella del 1960 per gli alunni della scuola media, con destinazione Roma e dintorni. Allora la capitale non era assillata dal traffico infernale e dal degrado ambientale, perciò piazze e fontane apparvero in tutto il loro splendore. I ragazzi poterono vedere per la prima volta la Metropolitana e lo stadio Olimpico da poco costruiti per 1' imminente Olimpiade. Alla guida del pullman c'era Giovannino Teti, che seppe destreggiarsi alla perfezione fra le intricate strade e stradine dal centro storico della città. I1 15 Agosto veniva organizzata l'abituale gita alla Castelletta; a volte capitava che qualcuno dovesse rinunciare alla partenza a causa dei tanti gitanti, appesantiti da fagotti contenenti polli arrostiti, cocomeri e fiaschi di vino. Ma il giorno in cui c'era più lavoro per autisti e fattorini era quello della fiera. I passeggeri diretti a Fallascoso, Montenero o Colledimacine si accalcavano a "crepa surge" sulla corriera, ma ciò nonostante non bastava un viaggio per ricondurli ai loro paesi. I1 piccolo locale posto sotto l'abitazione dei F.lli Teti fungeva anche da ufficio informazioni. Una delle domande più frequenti era: "Cumbà Ndò, oppure cumbà Gì, a che ore part la pustale de le sei". Molti la chiamavano così proprio perchè recava i sacchi della posta da recapitare agli uffici dei vari comuni. Intanto con gli anni '60 comineiava a circolare sempre più nelle strade d`Italia un nuovo veicolo destinato a grande successo di vendite e, ahimè, ad assottigliare gradatamente i bilanci degli autotrasportatori: la seicento.
Per la Ditta Teti, come per le altre consorelle (D'Amico di Villa S. Maria, Madonna di Lama, ecc.) iniziò un lento ma inesorabile declino. Più aumentavano le macchine in circolazione, più diminuivano i passeggeri. “Se foss che lu guvern facess i la benzìne a mille lire lu litre!" dicevano stizziti i due fratelli. Un paradosso certamente. Ma, con il senno di poi, possiamo verificare giornalmente quali siano le conseguenze dell'uso dissennato delle automobili nelle città; mentre si relega il servizio pubblico ad un ruolo subalterno, che oltretutto incide pesantemente sulle spese degli enti locali. Verso la fine degli anni ' 70 le corriere viaggiavano praticamente vuote; così non si poteva più andare avanti e giunse inevitabile la fine. Ma noi siamo certi che Gigi continua a guidare un lunghissimo autobus su strade immense, tra i verdi pascoli del cielo. Ogni tanto si ferma, sale qualcuno; Antonio stacca il biglietto di sola andata. Sulle fiancate della corriera c'è la solita scritta, con una leggera variante:"Autoservizi F.lli Teti - Torricella Celeste ".

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