LA SCUOLA
UNA SCUOLA, l’istituto
Agrario Scarabelli, e una grande azienda imolese, la Cti (Cooperativa trasporti
Imola). Una strana coppia, forse, ma non in cantina, dove da quasi cinque anni
si è avviato un sodalizio che si è concretizzato in due linee di
etichette. E che oggi strizza l’occhio al Sol Levante, tanto che una
coppia di importatori giapponesi — una specie di talent scout di prodotti
tipici italiani —, ha visitato l’istituto proprio in questi giorni.
Ma bisogna fare un passo indietro.
Precisamente nel 1971, quando viene costruita la cantina.
«Allo Scarabelli si è sempre prodotta uva — racconta
Roberto Palmonari, nell’ordine ex studente, enologo e docente —, ma
prima la si vendeva alle cantine sociali. Poi abbiamo iniziata a farla nella
scuola e, verso gli anni Ottanta, abbiamo rivisto tutta la strumentazione e
introdotto le Doc. Siamo stati fra i primi a fare il Novello. La seconda
svolta, all’inizio del 2000, quando la Provincia ha finanziato il
restauro della cantina e la scuola ha comprato nuovi macchinari». E qui
si arriva alla convenzione con la Cti. «Cinque anni fa è iniziata
la collaborazione — prosegue Palmonari —. La cantina è
gestita da personale Cti, io e un loro enologo, Guido Garelli, seguiamo la
direzione tecnica, mentre la strumentazione è la nostra. Vinifichiamo
tutte le uve, le nostre (lo Scarabelli ha cinque ettari di vigneti) e quella
dell’azienda. Per un totale di circa 35mila bottiglie
l’anno».