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il mio CONCEPT
Il mio ALLESTIMENTO
CONFERENZA GEHRY A ROMA
23 maggio 2005, lunedì
GEHRY: ASSEMBLARE
Permasteelisa: fenomeno italiano, ditta d’avanguardia.
Non parleremo dell’aspetto digitale di Gehry ma del suo mondo fortemente tridimensionale, spiega la sua idea di vettore.
Se il mondo di Eisenmann è legato all’astrazione ed alla bidimensionalità,
quello di Gehry nasce invece in maniera materia, tridimensionale. Si parla
di ESTRUSIONI e di COLLISIONI.
5 categorie, 5 verbi, 5 modalità di fare architettura
che sono le chiavi di volta per entrare nel suo lavoro.
Esse seguono il percorso cronologico di Gehry e servono per capire alcune
delle sue operazioni in determinati istanti.
STORIA DI GEHRY:
Nasce nei primi anni 30, molto giovane si trasferisce
a Los Angeles da Toronto. Non era ricco di famiglia. Il nonno, socialista,
filosofo, utopista dell’800, vuole per lui il nome Owen.
Arriva in California da Toronto, famiglia di emigranti.
Sviluppa subito il suo interesse per l’arte che lo porta a studiare
architettura. Si laurea ed inizia subito a lavorare nello studio di Gruel,
l’inventore dello shopping mall. Ha una fase di passaggio rapido nell’urbanistica,
grande mito degli anni ’60, ma vi rimane poco per ritornare poi da Gruel.
Decide poi di andare in Francia a studiare da un architetto (rRemorder), poi
torna nel ’62 e apre un proprio studio.
Acquisisce un credito come persona razionale, uno dei tanti architetti nella
scena americana, tanto da essere nominato “Fellow” ovvero “architetto
di successo”.
La grande parte della sua produzione è nelle coordinate del professionismo
americano di qualità. Nessuno immaginava quello che sarebbe successo
di lì a poco.
E’ LA CRISI.
Condivide con Eisenmann e con Louis Kahn delle crisi di “ricominciamento”. Le basi di questo “ricominciamento” sono il porre al centro della propria ricerca l’ ARCHITETTURA IN QUANTO CAMPO ESTETICO, non abbandonando tuttavia lo studio delle funzioni.
C’E’ BISOGNO DI UN AZZERAMENTO.
Per comprendere il suo lavoro si deve partire dalla casa ceh modifica per se stesso e la sua famiglia che comincia nel ’78.
La parola chiave per questo lavoro è:
1) ASSEMBLARE
Sono gli anni del Postmoderno. La casa preesistente non viene ne’ abbattuta
ne’ indirizzata, viene AVVOLTA, con un’operazione di assembramento.
RIVOLUZIONE dal punto di vista SPAZIALE:
Assemblare significa accatastare dei pezzi apparentemente senza ordine, in
un modo inedito e scandaloso, usando dei materiali “off the shelf”
(fuori dallo scaffale) degli smorzi, dei ferramenta. Con questa operazione
nasce anche la personalità del nuovo Gehry.
Cominciano le prime commissioni professionali ad esempio una casa con cui
cominciano dei processi di assemblaggio simili.
2) CHEAPSCAPE: sottoparola fondamentale.
Paesaggio mentale in cui l’architettura è esemplificazione ed indispensabile agente di questa scena. Gehry racconta della dura infanzia avuta. Il paesaggio immaginario creato nel negozio del nonno da bambino.
3) poi c’è la sua passione hobbistica di girare tra gli smorzi, cosa che ha sempre fatto nella sua attività professionale
4) Altra componente importante
è la POP ART, fenomeno che trova accelerazione
nella seconda metà degli anni ’50 ma che riprende fenomeni delle
avanguardie storiche. C’è la volontà di portare sotto
il riflettore dell’arte la vita così com’è Wharol,
LIckenstein, Holdenburg.
Operazione di enfatizzazione di alcuni fenomeni della realtà che ha
varie anime, una di Wharol, l’altra ad esempio di Pollak che arriva
alla Pop Art attraverso l’assemblaggio. Forte impatto materico, tridimensionale,
costruttivo.
5) Los Angeles: ambiti periferici, poveri che riassumono il paesaggio mentale di Gehry.
COMBINAZIONE DI QUESTI ELEMENTI
Il ribaltamento è scandaloso perché implicitamente
vuole dare attenzione ai fenomeni di periferizzazione del farsi dinamico delle
forme. Gehry porta il RETRO delle case americane conme se fosse di FRONTE:
c’è un RIBALTAMENTO SEMANTICO,
di paesaggio mentale, da questo si capisce quello che viene
dopo.
Gehry è un creatore di immagini, quanto Eisenmann lo è di diagrammi.
SPAZIARE
Vediamo il plastico di un’opera non realizzata.
Come pensavano di fare architettura nel Bauhaus di Gropius è portato
da Le Corbusier.
Diagramma, rivedi, macchina, paesaggio mentale.
Questo tipo di modello mentale entra in crisi negli anni ’60, non riesce
a creare degli spazi urbani di potenzialità e di differenziazione.
Questo è un modo impoverente di fare lo spazio urbano. Entrano in gioco
nuovi gruppi di persone che pensano che lo spazio intercluso degli edifici
deve essere parte dello spazio urbano, gli edifici non devono essere isolati
tra loro.
Alcuni, come Moore, si confrontano con Villa Adriana ma poi finiscono per
cadere nello storicismo Postmoderno.
L’edificio entra in dialettica coreografica con lo spazio: seme che
Gehry assorbe e che lo caratterizza nella fase degli anni ’80, essa
viene definita “vuotometrico” in alcune parti o anche “spaziare”.
1) Piccola casa per un cineasta: i vari corpi vengono coreograficamente orchestrati
come fossero un piccolo villaggio che segna lo spazio negativo dato dai rapporti
tra gli edifici. L’assemblaggio di prima si muove in modo diverso: mette
insieme dei vuoti volumetrici attorno all’idea di spazio. CASA degli
OSPITI: I singoli volumi assumono una valenza autonoma. Tutto è un
gioco astratto. Qui i volumi devono essere nominabili, riconoscibili, una
sorta di natura morta. I corpi prendono autonomia figurativa.
2) FUNZIONALITA’ E PRAGMATICITA’ dell’operazione progettuale.
Risvolti dal punto di vista della logica organizzativa. CAMPUS: Il centro
di operazione progettuale è lo spazio, gli oggetti sono in relazione
tra loro. Questo sistema consente sviluppi in una seconda fase.
SEPARARE
Forme iconiche ma tensione ossessiva al separare, tranciare, divide. Questa
tecnica si ripete spesso. Ad esempio la troviamo nella casa con “torre
di avvistamento”.
Scale: il blocco superiore è separato per fare avere una autonomia
linguistica alle parti.
Entra in gioco la componente di derivazione della pop art. Con la moltiplicazione
delle parti viene naturale far assumere ad alcune di queste parti dei ruoli
iconografici, figurativi, la pop art ha molto lavorato con oggetti sovradimensionati
o costruiti con materiali diversi.
Aereo: oggetto realistico che ricorda proprio questo atteggiamento, arrivando
quasi al kitch.
Gehry rimette in moto l’elemento della ricerca di una nuova fase. L’origine
del suo ragionamento è la passione per la ricerca architettonica.
Proprio in questo momento avviene un altro passaggio:
FONDERE
Mostra iconografica nell’86, siamo ancora in pieno Postmodernismo. Trova
una nuova modalità del separare. L’operazione è quella
del fondere, dell’incastrare con le operazioni booleane (museo della
fabbrica Vitra).
Opera a Praga: Ginger e Roger, fusione delle due figure.
Per Bilbao si può fare un’analogia di natura critica con il Futurismo
di Boccioni, critica perché non lo dice Gehry, ma è una pura
associazione.
Come si costruisce questa analogia?
Attraverso la sfocatura della forma, tecnica nata in Italia con il Futurismo,
tecnica vettoriale, bidimensionale di creazione della forma architettonica.
Nel libro su Gehry l’associazione è con il tridimensionale.
Mentre in Eisenmann il movimento è quello dell’implosione, dei
movimenti contenuti, per Gehry è tutto diverso. Per spiegare dobbiamo
mettere in gioco dei termini del Futurismo: l’ossessione di tutte le
avanguardie è di contrastare il modello rinascimentale e prospettico
nelle sue componenti: cornice e finestra. Tutti gli sforzi sono verso la rottura
della cornice: nel mondo della scultura vediamo l’eliminazione del piedistallo
vista come necessità di autonomia dell’opera nell’ambiente.
Le loro sculture sono delle dinamo di energia che si ibridano con l’ambiente.
Nella dinamo le masse si incrociano violentemente per lanciare delle linee
forza nell’ambiente per dinamizzarlo.
La parola chiave diventa dunque: TRAIETTORIA: il vettore spaziale deformato
che irradia fuori di sé nell’ambiente.
In alcune versioni questo fondere può essere chiamato SLANCIARE. Fondere
ha rispetto a quest’ultimo termine un riferimento più meccanico.
Nell’opera di Bilbao, che nasce all’interno di questa poetica,
troviamo dei modi di fare diversi che coesistono.
Può essere considerata UN’OPERA CROCEVIA. E’ Gehry stesso
a scegliere il luogo del progetto: sceglie un’area che lui chiama INTERSEZIONE
URBANA, caotica, impensabile, su cui crea le precondizioni, nel paesaggio
mentale natio e dall’altro lato le precondizioni per quello che vuole
fare.
URBANSCAPE:
paesaggio urbano. L’opera di Bilbao è prima un’operazione
urbana e poi architettonica che dà risposta alla domanda su come si
fa una città con nuove categorie architettoniche. Il museo si “attanaglia”
all’interno di un’area caotica, sul fiume industriale che ah un
condotto viario cospicuo; si pone come oggetto la modificazionecon le tecniche
già viste.
La modalità compositiva ha come schema d’insieme dell’edificio
un’atrio centrale di distribuzione dei vari sistemi di sale di cui si
compone l’edificio stesso, per l’esposizione degli artisti contemporanei,
poi c’è un corpo di uffci, l’auditorium ed un ristorante.
La particolarità è che queste forme possono concettualmente
muoversi l’una rispetto all’altra entro certi limiti. La logica
funzionale è malleabile, adattabile ognuna di quelle anse ha un significato
funzionale.
I vari movimenti dell’opera sono fatti per valorizzare la creazione
di una serie di spazi urbani che funzionano molto bene.
L’acqua è una soglia di separazione del museo.