Roma
21 / 03 / 05 lunedì
ARCHITETTURA MARSUPIALE
Come intendiamo la MODERNITA’?
Perché usiamo questo termine?
Una ipotesi di risposta, di tipo filosofico, è che la modernità
può essere usata in modo diverso in ogni ambito.
Prendiamola da un altro punto di vista: cosa
NON E’ per noi “moderno”.
1) Nella storiografia
abituale si usa caratterizzare le epoche con degli aggettivi. Si associa
l’aggettivo “moderno” ad altri termini come “antico”.
Questo è un modo per oggettivizzare il tempo, per caratterizzare
delle epoche.
Il termine “moderno” viene usato per indicare un periodo che
va dalla scoperta dell’America alla Rivoluzione Industriale e a
quella Francese.
Noi non vogliamo dare questa interpretazione. Non leghiamo il sostantivo
“modernità” alla cronologia bensì ad una concettualizzazione
dello stesso.
In questo modo posso definire l’atteggiamento di un architetto medievale
“moderno”. Allo stesso tempo, quindi, esisterà un atteggiamento
“non moderno” di un architetto a noi contemporaneo.
2) Un'altra aggettivazione
del termine “moderno” da non considerare nel nostro caso è
quella delle Avanguardie architettoniche – pittoriche dal 1665 in
poi. Si intendeva con “moderno” un atto di rottura rivoluzionaria,
avanguardistica, rispetto all’epoca precedente. Veniva preso come
termine positivo e propulsivo.
Una descrizione mirata di quello che invece noi
intendiamo per “moderno” è stata data da Bruno Zevi
nella sua “Storia dell’architettura moderna”.
Zevi ci fornisce una definizione che deriva da una scuola di pensatori
francesi (come Lefevre).
Il concetto di modernità si lega a quello di “CRISI”
che parte dall’accettazione del cambiamento radicale di ciò
che ci circonda. La modernità è dunque il tentativo di risposta
a questa crisi che porta con sé un’ESTETICA
DI ROTTURA E DI CAMBIAMENTO. E’ il motore interno della reazione
a questa crisi.
Se l’architettura è così cambiata
in questi anni è proprio perché stiamo vivendo in un periodo
di crisi.
Per spiegare meglio questo concetto prendiamo come esempio un film: “Il
Gattopardo”. La storia è ambientata nel periodo dello Sbarco
dei Mille. Si notano due diversi atteggiamenti di risposta a questo evento
: uno è di disperazione e i nostalgia nei confronti del passato,
l’altro è di volontà di cambiamento (Tancredi) che
è la capacità di rispondere positivamente a questa crisi.
In questo modo si può capire perché
l’atteggiamento di Michelangelo può essere considerato moderno.
Si giunge quindi alla RICERCA DI UNA NUOVA ESTETICA.
L’esempio migliore è quanto è avvenuto all’interno
del Movimento Moderno stesso: il mondo nuovo, industrializzato è
riuscito ad approdare ad una sua architettura.
L’architettura contemporanea è legata ad una crisi di cambiamento
del passaggio dal periodo industriale a quello informatico (terza ondata).
LA RIVOLUZIONE INFORMATICA IN ARCHITETTURA:
esisto in quanto
RAPPRESENTO
esisto in quanto FUNZIONO
esisto in quanto INFORMO
L’architettura prima era fatta di bisogno di rappresentazione.
L’architettura del cosiddetto Movimento Moderno
tende ad essere pratica, tautologica, esisto in quanto funziono appunto,
come una macchina.
Entrano in gioco nuovi temi : le case popolari, l’architettura industriale,
non solo le chiese.
Io esisto in quanto informo (io architettura),
cioè non solo perché funziono, ma perché faccio informazione,
perché comunico.
Come avviene la comunicazione?
Se appartengo all’epoca industriale e quindi il mio motto è
esisto perché funziono devo cercare un linguaggio funzionale e
quindi simile alla concezione matematica; deve, quindi, essere OGGETTIVA.
La logica matematica del linguaggio di Wittgeinstein, di Russel, questo
avviene anche nell’arte.
Se appartengo all’epoca dell’informazione e quindi esisto
in quanto informo la concezione è diversa, si rompe un taboo: se
prima si tendeva ad oggettivizzare ora tutto è costruito su una
logica SOGGETTIVA. Si sostituisce al primo
un linguaggio basato sulla riscoperta di cose antiche. Rientra in gioco
la figura retorica: si parla attraverso metafore, sineddoche, ossimori.
Il mondo dell’informazione penetra nel mondo dell’architettura.
ESEMPI: Scuola di Atene, pubblicità.
Se dovevo fare la PUBBLICITA’ ad un
oggetto prima trasmettevo le sue qualità oggettive. Ora do per
scontate queste qualità e uso la metafora per trasmettere un messaggio.
Il messaggio è indirizzato ad un target preciso che possa comprenderlo.
ESEMPIO: immagine sfocata, se mi fermo a guardarla
è perché appartengo ad un determinato target, quindi cerco
di capire la metafora.
L’architettura non si vende più perché solo perché
funziona. Il suo valore aggiunto è la comunicazione: l’associazione
mirata tra immagine ed idee ad esse legate. Tutto ciò in modo moderno.
ESEMPIO: Museo di Helsinki di Holl: forma di chiasma.
L’architettura è marsupiale perché
della forma fa il suo motto.
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