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La puntata si apre con alcuni sketch tratti da opere dello scrittore comico per antonomasia: Achille Campanile. Il suo è un umorismo sulle situazioni, è geniale nel ritrarre i vizi e i vezzi della piccola borghesia degli anni ’30 e ’40; Giovanna Zucconi oltre a parlarci del 'personaggio Campanile' analizza il suo umorismo linguistico, nato dalle infinite potenzialità del linguaggio. Dal riso al male di vivere, al “sole nero” su cui tanti scrittori ci hanno consegnato pagine memorabili.
Baricco parla infatti de Il vecchio e il mare di Ernest Hemingway: da molti giorni il vecchio non riesce a pescare niente; all'improvviso abbocca all’amo un pesce talmente grande da trascinare la barca, tra il vecchio e il pesce nasce una lotta, metafora di una lotta più grande e profonda, di un abisso incommensurabile, di un disagio di vivere.
Proprio su questo malessere Baricco intervista Claudio Magris: su questo tema sono stati scritti moltissimi libri e il singolare destino della letteratura è di capire in anticipo ciò che gli scienziati analizzeranno in seguito. Schlegel, ad
esempio, esalta la vita vegetale in quanto è l’unica che ottunde, che evita la felicità e sofferenza. Molta letteratura cerca di capire il disagio, di viverlo senza volerne uscire. E ancora: un grande scrittore italiano, Italo Svevo, fa dell’inettitudine una salvezza, un modo per aggirare la vita e quindi il dolore.
Infine Baricco conclude la puntata presentando
Il canto della neve silenziosa di Hubert Selby Jr.: il protagonista è appena tornato dalla clinica dove lo hanno curato per un esaurimento nervoso. Un giorno va a fare una passeggiata ed è appena nevicato; all’improvviso non ode più nulla se non un canto, un’illuminazione. È l’istante della guarigione in cui capisce che ciò che vuole è tornare in famiglia e portare questo canto.
Bruno Gambarotta racconta
Dolores Claiborne di Stephen King: è un lungo monologo di una donna accusata dell'omicidio della donna che curava e che invece si accusa dell'omicidio del marito.
Fonte: RAI |