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di Davide Berselli 
Data di pubblicazione: 02/09/2002
Stradanove.net


Dopo City, che presso parte dei lettori non aveva raccolto estremo entusiasmo ma che l'autore definisce come "il libro che amo di più di quelli che ho scritto", Alessandro Baricco ci riprova con "Senza sangue", edito da Rizzoli.
Un piccolo libretto, dalla copertina accattivante, che dimostra come l'autore torinese ami innovarsi anche nella cura della presentazione del prodotto, ma che in quanto a contenuto temo deluderà ancora più di City i suoi aficionados. È il rischio di creare un'immagine della propria arte che non può durare in eterno, a meno di fossilizzarsi e riproporre sempre lo stesso schema: Baricco è conosciuto come l'autore sensibile che gioca con la fantasia e i personaggi, dal linguaggio cinematografico e dalle splendide invenzioni di stile. Ma non può essere sempre come "Oceano mare" o "Novecento". 
O la magica miniera della fantasia, la fiamma invisibile si esaurisce (e quanti sono gli autori che non riescono più ad esprimersi ai livelli altissimi che erano riusciti a raggiungere), oppure quello di Baricco è un nuovo cammino che l'autore sta cercando di percorrere con coraggio e decisione, sfidando le ire dei più affezionati lettori ed abbandonando una strada sicura ma forse noiosa. 
"Senza sangue" è una piccola bolla, un quadretto dalle tinte forti immerso in una storia più grande che viene solo accennata; è il particolare di un affresco che non si vede, dipinto a tinte forti perché tratta di vendetta, del tempo che passa e a volta ritorna. Protagonista è una bambina, Nina, testimone diretta degli ultimi perversi effetti di una guerra; cresce rapidamente e affronta i suoi fantasmi. Ma nulla di più può essere detto. 
È una storia, si diceva, totalmente diversa dalle precedenti, due capitoli che sono due istanti precisi di due periodi distinti della vita di Nina; le pagine descrivono solo due giornate e un mucchietto di personaggi, e non la girandola di situazioni e momenti e caratteri diversi che hanno sempre popolato i libri di Baricco. La trama è semplice semplice, già sentita altrove, il messaggio o la filosofia che lo anima sembra quella dell'eterno ritorno di Nietzsche; resta intatta la penna, pulita, delicata e spericolata nell'invenzione, nel disegno di scenografie cinematografiche. 
"Senza sangue" è una sfida per i lettori, che devono accettare la nuova vena del loro autore. Oppure pensare che il nuovo libretto sia solo un esercizio di stile, carino, una storia leggera come una bolla di sapone gonfiata da un eccellente scrittore che ha gonfiato bolle più belle.