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di Alberto Papuzzi 
Data di pubblicazione: 28/08/2002

 

Ci sono scrittori che stabiliscono una complicità coi loro lettori, nel senso che ciò che narrano viene letto come qualcosa di esclusivo, scritto apposta per quei lettori, all´interno di un comune immaginario e attraverso una lingua condivisa. Alessandro Baricco è uno di questi scrittori, fin dal suo esordio, con Castelli di rabbia, quindi con Oceano Mare, ma soprattutto con Seta. Di questo rapporto speciale fra autore e privilegiati lettori, che richiede e propone sia straordinarie costruzioni fantastiche sia una lingua eccezionalmente plastica, è una conferma il nuovo libro in uscita oggi da Rizzoli: Senza sangue, sottile (105 pagine), economico (10,00 euro), nervoso e violento. 

Il soggetto è la guerra, rappresentata attraverso la vicenda di un piccolo gruppo di persone, capaci però di diventare simboli dei vari aspetti con cui al giorno d´oggi le guerre ci assediano di nuovo, dall´ex Jugoslavia all´Afghanistan, dalla Cecenia al Medio Oriente, fino ai conflitti tribali africani: ritroviamo, personificati, l´asprezza, il dolore, la ferocia, l´empietà di cui ogni guerra è carica, e soprattutto la vendetta come sentimento che le guerre lasciano in eredità per generazioni. Quella agitata in queste pagine è probabilmente la guerra civile spagnola, ma come sempre, nei romanzi di Baricco, non ci sono indicazioni di un luogo, né di un tempo preciso. Il libro è diviso in due capitoli, quasi dello stesso numero di pagine, minimalisticamente intitolati "Uno" e "Due", che costituiscono il prima e il dopo della storia. I due testi riescono ad essere del tutto diversi, e persino contrapposti, pur mostrandosi parti indissolubili di un unico prodotto. 

"Uno" è la descrizione, alternando costantemente il punto di vista (secondo il modello della rievocazione del massacro in A sangue freddo di Truman Capote), di un conflitto a fuoco in una vecchia fattoria, con una violenza che ricorda la scena della zattera in Oceano Mare. Mentre in "Due" la bambina e il ragazzo coinvolti nel conflitto s´incontrano e si parlano molti anni più tardi, quando lei è già una donna coi capelli bianchi: ognuno racconta la propria versione della stessa storia e fanno l´amore in una stanza d´albergo, come in un film di Marcel Carné. Vien da sé leggere il secondo capitolo come una metafora della pace, dove la riconciliazione non riguarda il conto del dare e dell´avere, bensì il recupero, e quasi il riciclaggio, dei moti dell´animo, dei sentimenti e delle emozioni, anche dei desideri, se non delle ansie, che la guerra aveva suscitato, senza possibilità di placarli. Significativamente le ultime parole del libro suonano: "Chiuse gli occhi e si addormentò". 
La Rizzoli ha annunciato che oggi Baricco incontrerà i lettori in una chat line sul sito www.rcslibri.it, per discutere di Senza sangue, a partire dalle 15. E´ l´inusuale apertura della campagna di lancio, che ribadisce come lo scrittore punti a un rapporto speciale coi propri lettori. I quali ritroveranno, anche più nitidi che nei libri precedenti, la presa cinematografica dello stile di Baricco - entrambi i capitoli potrebbero essere due lunghi piani sequenza - e gli effetti palpabili, quasi sonori, che punteggiano le descrizioni, come se fossimo in una composizione musicale.