Mercoledì pomeriggio Alessandro Baricco ha festeggiato l´uscita in contemporanea di due libri. Uno è tradizionale: Senza Sangue, Rizzoli editore, 105 pagine per 10 euro di costo. L´altro è al passo con i tempi e le tecnologie: estemporaneo, ora banale e ora frizzante, una ventina di pagine, non ha titolo, non costa nulla ed è stato scritto con lui dai suoi fans o detrattori che sono intervenuti per tre ore nella chat line che ha salutato l´uscita del racconto vero. Chi ha stampato l´intero testo del "forum" ha in casa il secondo libro, il gadget, una sorta di "Confessioni dell'autore". Di per sé non stupisce che un romanziere di successo che preferisce concedersi il meno possibile, scelga, per un dovere di promozione, il dialogo diretto via computer. Tanto che risponde a un lettore: "Io non voglio stare zitto tutta la vita, ma se riesco voglio parlare poco dei miei libri. Voglio farlo in poche occasioni e, soprattutto, con gente che mi piace". E ha perfettamente ragione quando spiega: "Le cose che facciamo mi sembrano migliori di quelle che diciamo". Ed è proprio in quel punto che fa la sintesi del libro a duemila mani. Ci sono scritti estasiati, letterine più adatte a una pop star, contestazioni che più che di analisi rigorosa puzzano di invidia per la gloria, interrogativi banali sapientemente lasciati in sospeso. Ma scritti in un modo che di certo avrà fatto inorridire l´inventore della Scuola Holden di scrittura: qual è lo scrivono quasi tutti "qual´è" con un bell´apostrofo. E poi gli domandano - culmine della cattiveria - se è "un no global con i maglioncini di cachemire", beccandosi un po´ di sprezzo: "Formula la domanda un po´ meglio, va´".
Da un pomeriggio di chat rimane davvero il libro di un´Italia che più che leggere compera, che più che apprezzare ammira o detesta. Baricco si barcamena con tempismo abile di fronte alle insulsaggini. "Che farai quando è finito il forum?", chiedono. E lui: "Dritto in bagno?". Ma il regalo grande che ha fatto alla parte più triste dei suoi corrispondenti d´un giorno è di averli fatti partecipi di una ventina di pagine che, stampate a casa, faranno dire: "Questo sono io". Rimarranno tante parole di sconosciuti e poche, astute e volteggianti, del vero protagonista.
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