Se
a New York chiedete il nome di qualche scrittore italiano, dopo Eco e
Calvino vedrete aggiungere alla lista Alessandro Baricco (provare per
credere, all'indirizzo Internet www.amazon.com).
Con un librino piccolo piccolo ha conquistato l'America e l'Europa. In
ventotto paesi è stato tradotto.
Seta in italiano (Rizzoli) è Seide in tedesco, e gli dev'esser
dolce quella lingua se Buchreport a inizio anno lo collocava al settimo
posto dei long seller pubblicati in Germania, con 39 settimane in
classifica e 80.000 copie vendute. In castigliano invece è Seda: a fine
1997, riporta El Pais, poteva vantare un terzo posto nell'empireo del
mercato spagnolo. Ma la sua terra d'elezione è la Francia. Lì
«l'enfant chéri delle lettere italiane» può ben parlare di trionfo:
200.000 acquirenti per il suo Soie, un terzo posto assegnatogli
da Lire fra i 20 migliori libri del '97 e inusitati encomi per il breve
romanzo.
Qualche esempio? «Un'ora d'incanto» (Le Monde), «Enigmatico e
folgorante» (Le Figaro), «La forza poetica di un haïku» (Télérama),
«Disperato come Céline, lucido come Conrad, creativo come Calvino»
(L'Express), «La perfezione» (Liberation).
Perciò è un facile vaticinio quello formulato dal critico Alexis
Liebaert: «Dopo aver sedotto la critica francese con Castelli di
rabbia. Dopo aver conquistato il pubblico con Seta. Non c'è dubbio che
il suo Oceano mare farà sorgere un fan-club dei più numerosi». Fra i
primi iscritti al club, Baricco può contare i giornali francesi: né il
Magazine Littéraire, né Le Figaro, né Le Nouvel Observateur si sono
fatti sfuggire un'intervista al «bel giovine» (o all'«uomo d'oro»)
che nel 1995 ottenne il Prix Médicis. Le recensioni neppure si
contano.
Tutti entusiasti di Oceano mare, il secondo romanzo di Baricco, scritto
nel 1993, che in Francia esce dopo Seta, pubblicato in Italia nel
1996.
A Hector Bianciotti poco importa di Oceano Mare: «Farlo uscire ora è
una pura operazione commerciale». E' Seta a suscitare il suo interesse
come critico letterario, come raffinato lettore cui si deve la scoperta
in Francia di Elsa Morante, e fors'anche come celebrato narratore. Quel
libro piccolo piccolo lo ha fatto riflettere. Strana coincidenza: lì
Baricco sembra accogliere almeno due dei cinque consigli per il Duemila
formulati da Calvino nelle Lezioni americane.
Spiega Bianciotti: «Ma che cosa sta succedendo? Ho incomiciato a
domandarmi. Un quarantenne italiano scrive un romanzo di 100 rade
paginette e ha un successo mondiale; lo stesso è accaduto a Christophe
Bataille, con le 90 pagine del suo Signore del tempo già pubblicate in
Italia da Einaudi; e presto sentiremo parlare di Eduardo Berti, un
argentino, vero e proprio fenomeno in America Latina. I suoi testi brevi
cominciano dalla Francia la scalata all'Europa. Risultati impensabili
qualche tempo fa, anche perché nessun editore avrebbe mai creduto in
romanzi così esili.
«Stiamo andando verso la brevità - constata Bianciotti -. Seta mi ha
fatto venire in mente Calvino e Augusto Monterroso portato ad esempio
nelle Lezioni americane per il racconto più corto mai scritto. Questa
è la tendenza attuale. La gente ha fretta e perciò sente il bisogno di
leggere romanzi concisi e possibilmente ben scritti. Vuole delle nane
bianche, quelle stelle piccole ma ad altissima densità di materia. Come
le opere di Borges, le novelle di Kafka o i racconti di James». Calvino
la chiamava «rapidità». E, ascoltando Bianciotti, è facile intuire
quanto bisogno abbia dell'«esattezza».
Ma c'è un'altra caratteristica che accomuna i romanzi di Baricco ai
suoi omologhi per brevità e successo: «La lontananza dall'attualità.
Pare proprio che l'inconscio collettivo sia in cerca di pace e
serenità. Altrimenti perché al tempo del rock e del rap, alla radio,
qui in Francia, non si sente altro che musica barocca? Antichi strumenti
e delicate note, contro la "pesantezza", che so?, di Mahler.
E, mutatis mutandis, contro il peso del presente nella letteratura e
fors'anche nella vita». Un modo di interpretare la «leggerezza»,
insomma. Non mancano che la «visibilità» e la «molteplicità».
Chissà se Calvino sarebbe soddisfatto. |