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di Paolo Stefano |
L'autore di "Oceano mare", vincitore del Viareggio '93, accusa di immobilismo e viltà il nostro mondo letterario. Come può succedere che tra tanti riconoscimenti "ad honorem" elargiti dai premi letterari italiani, una volta tanto la spunti un narratore giunto appena al suo secondo romanzo? Non si sa come, ma succede. E' successo, per esempio, ad Alessandro Baricco, che ha vinto il Viareggio con il suo "Oceano mare", pubblicato da Rizzoli. |
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Come
può succedere che un pittore dipinga il mare con l'acqua del mare? Una
bella sfida, ma impossibile. Lo sa bene il pittore Plasson, il quale,
lasciandosi avvolgere dalla schiuma montante, si ritrova ogni giorno
davanti a una tela bianca inzuppata di acqua salmastra. Plasson è uno
dei protagonisti di "Oceano mare", uno dei tanti personaggi
enigmatici e paradossali che vi compaiono: Eterna, e irrisolta, questione, quella del rapporto tra narrazione e realtà contemporanea. E Baricco la affronta a suo modo. Raccontando, tra l'altro, il naufragio di una fregata francese, l'Alliance, al largo della costa senegalese: "I morti sono morti, i vivi aspettano e basta. Niente preghiere, niente grida, niente. Il mare danza, ma piano, sembra un commiato, a bassa voce". 147 uomini, tra soldati marinai passeggeri ufficiali, cercano riparo in una zattera, ma il panico li inghiotte, e amen. Qual
è la scommessa, per uno scrittore italiano d'oggi? "Quella di
Stefano Benni, ad esempio, è chiara e lui l'ha vinta dimostrando di non
essere solo uno scrittore comico ma uno scrittore punto e basta, dice
Baricco. Inoltre, Benni ha dimostrato che c'è un'enorme fetta di
lettori in grado di apprezzare una scrittura che non sia la solita
scrittura letteraria italiana". E allora, che cos'è questa
scrittura? "E una simultaneità di diversi universi linguistici: è
questa la letteratura che mi interessa, quella che tenta di svellere il
letterario, un vizio italiano insensato e ormai
insopportabile". E
allora, questo premio come si spiega? "E un segnale strano. I premi
in genere sono generazionali. Il Campiello concede minime comparsate a
qualche attore giovane, ma di solito poi vincono i nomi consacrati. Il
mondo letterario italiano è uno spugnone immenso che assorbe tutti i
tentativi di cambiare i termini della questione. I libri veramente nuovi
vanno a morire nelle recensioni, non creano passioni né dibattiti, non
incidono. Ho l'impressione che se oggi in Italia tornasse un Cèline,
nessuno se ne accorgerebbe. Ha ragione Berlusconi: i margini di
miglioramento del libro italiano sul piano commerciale sono enormi. Il
guaio è che lui pensa che Bocca possa vendere centomila copie in più,
mentre non si rende conto che c'è anche altro". |
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_____________________________________ Ultimo Aggiornamento_Last Update: 2 Mag. 2002 |