OceanoMare_Home PageAlessandro Baricco >> Biografia e Bibliografia

Home > Opere - articoli e recensioni > Oceano Mare > Caro Baricco, perché tanta rabbia?

___ MENU ___ Caro Baricco, perché tanta rabbia?
  News
> Community
>
Ipse scripsit
> Interviste
> Speciali
> Totem
> Holden
> Opere

   » City
   » Seta
   » Novecento
   » Oceano Mare
   » Castelli di Rabbia
   » Altre opere
   » Articoli vari...
> Bio e Bibliografia
           ___

> E-mail
> Cerca nel sito
> Link 
> Mappa
> Disclaimer
> Ringraziamenti
> Su questo sito...

           

di Paolo Stefano
Data di pubblicazione: 28/06/93

Il vincitore del Viareggio '93 spara contro l'immobilismo del mondo letterario italiano. Ed è polemica. "E vero, il sistema è pessimo. Ma la nostra non è una grande letteratura".

Castelli di rabbia: il titolo del primo romanzo di Alessandro Baricco potrebbe servire a riassumere le parole del vincitore del Premio Viareggio '93. Quale rabbia? La rabbia contro l'Italia letteraria dei nostri giorni. Nel giorno in cui gli veniva assegnato uno dei massimi riconoscimenti letterari, Baricco puntava l'indice contro l'immobilismo generale, la pigrizia e il perbenismo della società culturale italiana. Non risparmiando nessuno. Anzi, pochissimi: per esempio, Stefano Benni, per il suo ultimo romanzo, "La compagnia dei celestini" (Feltrinelli).

"Ma le case editrici, sostiene Baricco, puntano sui soliti noti, le recensioni sembrano dei protocolli". Insomma: l'ultima edizione del Viareggio sarebbe "un segnale positivo", poiché i premi vengono assegnati alla carriera, ignorano le novità e penalizzano i giovani. Ma c'è chi non condivide il furore spaccatutto di Baricco, pur non avendo risparmiato, in passato, i suoi strali alla società letteraria. 

Sebastiano Vassalli ironizza: "In un mondo in cui tutti gli scrittori sono mediocri, Baricco dovrebbe accontentarsi di essere bravo. Siamo tutti felici per lui". E prosegue: "Oggi meno che mai esiste una società letteraria. Con la caduta delle ideologie, è venuta meno anche qualunque tendenza letteraria: ogni scrivente fa scuola a sé, a parte la cappa barocca e iperletteraria che l'Italia si porta dietro da secoli. Ognuno può esprimere la propria opinione, ma senza salire sul pulpito".
 In definitiva, il premio al 35enne Baricco rappresenta veramente un segnale di rinnovamento generazionale? "Il riconoscimento al suo romanzo Baricco lo dovrebbe vedere per ciò che è, e cioè un premio vinto dalla sua casa editrice, come tutti i premi, che sono come il Palio di Siena, in cui può vincere un cavallo anche senza il fantino: inutile aggiungere che il cavallo è la casa editrice, il fantino l'autore. Che Baricco abbia ricevuto il Viareggio qualche anno prima rispetto ai suoi colleghi non significa nulla, non è certo il segno di una nuova tendenza: mi pare che abbia voluto fare l'incendiario senza disporre dei fiammiferi". Quanto ai "grandi sovvertitori", Vassalli invita alla cautela: "Se veramente nascesse un nuovo Céline, come dice Baricco, il mondo letterario se ne accorgerebbe". Le novità non emergono? 

Ecco la risposta di Paolo Volponi: "Altro che, quelle vere e robuste emergono. Quest'anno, per esempio, sono usciti bei romanzi di cui s'è parlato: Tadini, Mariotti, la Ombres...". E il libro di Baricco? "E un romanzo che non rientra nel mio modo di intendere la letteratura, osserva Volponi: la letteratura è verità, è forza, è conflitto e confronto con la realtà. E non condivido neppure il parere di Baricco sul libro di Benni, che mi pare una caduta rispetto ai precedenti". 
Prendersela con la società letteraria? Volponi non ci sta: piuttosto, con l'industria culturale: "Non è vero che c'è un regime che impedisce la crescita di discussioni e di ricerche nuove. Esiste invece una critica disattenta, legata ai gruppi editoriali, ma il cosiddetto mondo letterario è un'altra cosa: è composto da piccoli gruppi o da individui che magari non sono all'altezza della situazione, che si credono protagonisti e continuano ad autocelebrarsi ignorando di valere pochissimo. E un mondo scoperto e criticabilissimo, ma chi crea i bestseller sono le case editrici, i mass media, la critica prezzolata. La critica può essere stonata o intonata rispetto al gruppo editoriale che rappresenta. Solo questo. Ma non penso che la nostra sia una grande letteratura e tanto meno penso che sia ignorata". 

_____________________________________

Home :: News :: Community :: Ipse scripsit :: Opere :: Interviste :: Totem :: Holden :: Speciali :: E-mail :: Ringraziamenti  :: Mappa :: Disclaimer :: Link

 Français :: English : Deutsch

Ultimo Aggiornamento_Last Update: 2 Mag. 2002