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di
Cristina
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Oltre mille messaggi in un giorno per l' autore di «Oceano mare», mentre la Mondadori lancia un sito per grandi firme e una libreria on line
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Alla fine anche gli scrittori italiani sono caduti nella Rete. Certo non faranno come Stephen King, primo a pubblicare un racconto soltanto online (l' unica versione cartacea è quella italiana, edita da Sperling & Kupfer), ma Internet comincia a mietere vittime d' autore anche da noi. Il pioniere era stato, lo scorso anno, Alessandro Baricco che per lanciare il suo romanzo City aveva scelto di utilizzare esclusivamente la via informatica creando un sito Internet: www.abcity.it. Un mare di lettori aveva mandato commenti e suggerimenti poi era sparito evitando qualunque altra forma di presenza mediatica. Un' operazione riuscita se a distanza di un anno Baricco ha bissato l' esperienza presentandosi, venerdì, a una chat di tre ore con i suoi lettori: mentre il sito, nella giornata, ha avuto circa quarantamila contatti, dalle 14 alle 17, orario in cui l' autore era collegato, sono arrivati 1285 messaggi. E' il rapporto con i lettori virtuali l' aspetto che sembra attirare di più chi scrive libri. Anche chi, come Sebastiano Vassalli, non ha il computer e non ha intenzione di cedere alle lusinghe del web: «Ho sessant' anni e mi considero tagliato fuori. Non ho più voglia di investire nel futuro. Mi sembra anche che, almeno per quanto riguarda gli scrittori che si occupano in prima persona del loro sito, ci sia un po' di esibizionismo. L' aspetto più interessante è il rapporto con i lettori. Ma non è che prima non ci fosse: ci sono sempre state le presentazioni, gli incontri e le vecchie, tradizionali lettere». Per chi, comunque, ama i libri tradizionali, di carta, in autunno partirà, sempre da Mondadori, Bol.com (Book on line): un sito di e-commerce in collaborazione con l' editore Bertelsmann. Già presente in 14 paesi, il sito diventerà il più grosso negozio virtuale di intrattenimento dove si potranno comprare libri, dischi, video. Ma non c' è soltanto il libro già fatto: c' è pure il libro in fieri. Ha ceduto alla tecnologia anche un «esperto del non uso del computer» come Giuseppe Pontiggia che dopo aver scritto con una vecchia Olivetti il nuovo romanzo, ad agosto comprerà tutti gli strumenti tecnologici e farà il grande balzo: «Non provo nessun piacere all' idea che una biblioteca venga ridotta in un e-book, ma penso che la nostalgia per il passato sia comica. Diciamo la verità: gli amanti del libro sono sempre sta ti una nicchia, perché rimpiangere la perdita di lettori che non ci sono mai stati? Meglio aprirsi a un altro tipo di pubblico». Ernesto Ferrero, autore di N. e direttore della Fiera del libro di Torino, come scrittore continua a credere nell' oggetto libro che «rimane un vero e proprio piacere, ma utilizzo normalmente Internet per le mie ricerche, per le rassegne stampa e altre cose. Poi guardo con curiosità a tutte le iniziative che prendono gli editori. Sono esperimenti doverosi, che vanno fatti anche se poi possono ridimensionarsi». Entusiasta della Rete è naturalmente Luciano De Crescenzo che utilizza il computer dal 1959: «In Italia ci sono 1500 librerie mentre i comuni sono 8000: cioè 6500 sono senza libri. Internet è una grande vetr ina e permette a tutti di procurarsi tutto. Non credo che porterà alla fine del volume cartaceo: a un libro puoi fare l' orecchietta per tenere il segno e mettertelo sul comodino. Al computer no».
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