"Niente interviste o presentazioni o dibattiti. Giusto queste righe, posate in questo posto che quasi non esiste e dedicate a chi le troverà". Lo hanno trovato in molti, moltissimi, il sito di City, l'ultimo libro di Alessandro Baricco. Che, nel maggio scorso, ha affidato on line "tutto quello che ho da dire su City". E i lettori, ancora prima di leggere il libro, prima ancora che la Rizzoli lo mandasse in libreria, hanno dato il via a un cyberdelirio.
Su Internet come a Woodstock. "Ti adoro". "Tu sei un'evoluzione della specie. Tu dovresti donare il tuo cervello alla scienza, dopo morto". "Volevo ringraziarti per la sua esistenza, e per esserci in un modo così fantastico". Messaggi vaticinanti: "Il libro è molto bello, anche se non l'ho ancora letto". Minimalisti: "Solo una parola: grazie". Neo-critici: "City rappresenta il trionfo del romanzo italiano di questa fine millennio". Commoventi: "Per favore. Non sparire. Mai". Religiosi: "Grazie Alessandro, per il profumo di senso che dai alla mia vita". Confusi: "Alessandro Baricco è la persona che avrei voluto essere". Sentimentali: "Baricco è così, ti toglie il sonno, la fame, il fiato, perché è all'anima che arriva". Sempre più preoccupanti: "Ho letto tutti i libri di Baricco quasi senza respirare".
Va avanti così l'apnea di centinaia di messaggi in onore di AB. Una girandola di e-mail simili persino nello stile. Perché i lettori di Baricco provano a scrivere come lui: rapidi per essere più incisivi, parlano a zig-zag, saccheggiandogli termini ed espressioni, persino col rischioso (odioso) "copia-incolla": "Approfitto della Rete per darti del tu: son cose che capitano una volta nella vita. e già che ci sono approfitto di questa rete per dirti che ti voglio bene anche se non ti conosco, son cose che capitano una volta nella vita".
C'è, è vero, chi esce dal coro: "Non vi preoccupate: il libro l'avrei comunque comprato anche senza questa squallida operazione di mercato". O chi gli riporta la stroncatura dell'Economist del 17 luglio scorso: "Per oltre 300 pagine (Baricco) offre scrittura new age e sciocchezze old age". Ma è poca roba. Qualche dissonanza, anzi, sta sempre bene.
A giugno, il colpo di scena: AB in persona interviene, sbrigativo, ad agitare i tizzoni ardenti: " Ehi. Sono io. Certo che vi leggo. Mi piace molto. Mi sembra che capiate City molto più di quelli che leggo sui giornali". E rassicura i fedelissimi: "Questo sito non chiuderà. Cioè, fino a che qualcuno lo userà, rimarrà aperto". AB si difende svogliatamente: "Vedo che la critica più diffusa è quella di narcisismo. E' da quando ho iniziato a scrivere che mi inseguono critiche di quel tipo. Evidentemente qualcosa di vero ci dev'essere. Comunque: ci penserò". E via. Sparito un'altra volta.
Sognano ancor di più i suoi lettori. Di incontrarlo dal vivo: "Baricco, mi scusi: mi porterebbe un giorno a vedere l'opera?". O di non incontrarlo mai: "Sono un maschietto preoccupato della sorte del mio rapporto con una fanciulla persa per Baricco". O di incontrarlo migliore: "Mi sento come davanti a una storia d'amore terminata: svuotata. Privata di un'intima piattaforma di certezza che mi permetteva di galleggiare sull'incertezza della vita". Stay hard, stay hungry, stay alive: il forum prosegue. Macomunquepunto. Direbbe lui.
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