Il calcio è uno sport di squadra nel quale si affrontano
due squadre composte ciascuna da undici
giocatori usando un pallone sferico
all'interno di un campo di gioco rettangolare
con due porte. Il gioco è regolamentato da una
serie di norme codificate e il suo obiettivo è quello di segnare più punti
(detti gol o reti)
dell'avversario, facendo passare il pallone fra i pali della porta
avversaria. È sport olimpico dalla II Olimpiade moderna e la semplicità
delle sue regole, il fatto che non richieda attrezzature speciali e
l'estrema adattabilità a ogni situazione lo hanno reso lo sport più
popolare al mondo in termini di praticanti e
spettatori. Di origine arcaica, la sua affermazione moderna e codificata si
ebbe in Inghilterra, nella seconda metà del XIX secolo
e da allora si diffuse dapprima nel resto d'Europa
e in Sud America e poi in tutto il mondo. La
competizione calcistica più importante è il Campionato mondiale di calcio, che si
disputa ogni quattro anni sotto l'egida della FIFA,
il massimo organismo calcistico mondiale. Si tratta dell'evento sportivo
più seguito in assoluto.
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Il calcio storico di Firenze
Nella Grecia
del IV secolo a.C. si giocava l'episciro (dal
greco episkyros); nella successiva
epoca Romana prese il nome di harpastum, nel quale due fazioni
dovevano portare una palla oltre la linea di fondo avversaria e nel quale
prevaleva l'aspetto antagonistico e fisico rispetto a quello puramente
agonistico.[6]
I riferimenti successivi si trovano 700 anni dopo nel Medioevo,
in Italia, dove
venne probabilmente abbozzato il gioco del calcio attuale (anche se con
caratteristiche più simili al rugby)
e chiamato Calcio in costume o fiorentino.
Nelle isole britanniche questo sport antenato del calcio, portato dai
conquistatori romani, incontrò diverse opposizioni: nel 1314 il podestà di
Londra lo dichiarò fuorilegge,[7]
durante la Guerra dei cent'anni fu vietato a favore
del tiro con l'arco; venne successivamente
osteggiato da parte dei Puritani nel XVI secolo che lo consideravano
"frivolo".[7]
Lo sport rimase comunque praticato e non fu mai soppresso del tutto, finché
non venne depenalizzato nel 1835 con il cosiddetto Highway Act, che vietò il
gioco nelle strade pubbliche ma lo rese possibile negli spazi chiusi.[8]
La patria del calcio moderno fu quindi l'Inghilterra,
e in particolare, i college britannici. Il calcio nacque infatti come sport
d'élite: il football fu inizialmente praticato dai giovani delle
scuole più ricche e delle università.[9]
Le classi erano sempre composte da dieci alunni, e a questi si aggiungeva
il maestro che giocava sempre insieme a loro: nacque così la consuetudine
di giocare in undici. Il "capitano" di una squadra di calcio è
quindi una sorta di discendente del maestro che, in quanto tale, dirigeva
la sua classe di alunni.[9]
Le diverse scuole britanniche giocavano ognuna secondo le loro regole,
spesso basilarmente diverse. Nel 1848, all'Università di Cambridge, H. de Winton e
J.C. Thring, proposero e ottennero di fare una riunione con altri undici
rappresentanti delle varie scuole e club inglesi (tra i quali Eton,
Harrow, Rugby,
Winchester e Shrewsbury)
per trovare un punto d'incontro. La riunione durò otto ore e produsse un
importante risultato: vennero infatti stilate le prime basilari regole del calcio, dette anche Regole di
Cambridge.[10]
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Una fase di gioco fra atleti dell'epoca pionieristica - Museo della Storia del Genoa, Genova
Il 24 ottobre 1857
a Sheffield,
Nathaniel Creswick fondò la prima squadra di
calcio della storia: lo Sheffield FC.[11]
Ma il contributo di Creswick al gioco del calcio non si fermò qui: insieme
a William
Prest scrisse nel 1858 le Sheffield
Rules (Regole di Sheffield), che si andavano ad aggiungere a
quelle precedenti e introducevano nel gioco regole importanti come la
durata della partita e la divisione della stessa in due tempi.[9]
La città di Sheffield può essere considerata a tutti gli effetti la
madre del calcio moderno dato che, dopo la fondazione del primo club, nella
cittadina inglese si giocò la prima competizione di calcio della storia: la
Youdan
Cup, vinta dall'Hallam FC, il secondo club di calcio della storia.[12]
Pochi anni dopo, il 26 ottobre 1863, a Londra venne fondata la Football Association, prima
federazione calcistica nazionale che unificò definitivamente il regolamento.[13]
Queste scelte posero fine al dubbio che riguardava la parte del corpo con
la quale colpire la palla: il nuovo regolamento indicò chiaramente il gioco
con i piedi e permise il gioco con le mani solo nel momento in cui era
necessario catturare un pallone chiaramente indirizzato in porta, come su
un calcio di punizione diretto.[13]
Queste regole furono adottate da tutti eccetto che dalla scuola
di Rugby, i cui rappresentanti furono chiaramente a favore di un gioco
più fisico e che consentisse di toccare il pallone anche con le mani
(fondatore di questa consuetudine, secondo la tradizione, fu William Webb Ellis). Si produsse così la
divisione che portò alla nascita del rugby,
sport che prese il nome dalla scuola che l'ha sviluppato.[10]
Nel 1888 si
tenne il primo campionato inglese,
secondo la formula tuttora in vigore.[13]
Il calcio si espanse a macchia d'olio: in Inghilterra ben presto divenne
lo sport per eccellenza della classe lavorativa e non solo di quella
benestante, dato che uno sport divertente, semplice e stancante era
l'ideale per sfogarsi dopo una settimana lavorativa.[13]
Dall'Inghilterra, il calcio moderno venne esportato prima nelle vicine Scozia (1873), Galles (1876) e Irlanda del Nord (1880)[10]
e successivamente in tutta Europa o per opera degli emigrati di ritorno
dall'Inghilterra stessa (che furono tra i primi a conoscere il football)
o su iniziativa degli stessi inglesi che si trovavano all'estero. Furono
così fondate le federazioni in Europa e ovunque arrivava il commercio inglese
(come Nuova Zelanda e Sud America).[10]
Il fenomeno ormai era di dimensioni intercontinentali, e fu necessario
adattare le istituzioni calcistiche e chiarire in maniera più dettagliata
le regole: in questi anni infatti, continuavano a esistere svariate
interpretazioni del gioco.[10]
Anche a questo scopo, nel 1904 si costituì la Fédération Internationale de Football
Association (FIFA), cui si
affiliarono le varie Federazioni nazionali nate nel frattempo.[10]
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Mappa che mostra la diffusione del calcio nel mondo. I
paesi in verde sono quelli dove il calcio è lo sport numero uno per
popolarità, viceversa gli stati rossi. Il rapporto giocatori/popolazione è
espresso dall'intensità della colorazione.
Secondo lo studio "Big Count 2006", svolto dalla FIFA
nel corso del 2006
e pubblicato nel maggio 2007, in tutto il mondo ci sono 265 milioni di persone che
praticano il calcio di cui 38 milioni tesserati per le varie società.
Includendo anche gli arbitri e i funzionari il totale delle persone
direttamente coinvolte nel calcio raggiunge i 270 milioni, ovvero circa il
4% della popolazione mondiale. Il continente con più giocatori in termini
assoluti è l'Asia
(85 milioni di calciatori), seguita da Europa (62), Africa (46), America del Nord (43), America
del Sud (27) e Oceania (0,5) mentre in percentuale la maggior diffusione
si ha in Europa, Nord e Sud America, dove le persone coinvolte
rappresentano il 7% della rispettiva popolazione totale.[14]