Chiuso in un una cella del carcere di "Boyati" per avere attentato alla vita del dittatore Papadopulos, durante il regime dei colonnelli, trovò la forza di sostenere le torture giornaliere provandosi a scrivere poesie.
La pubblicazione di questo documento, scritto su brandelli di carta riempiti sino allo spasimo, vuole essere una sollecitazione all' analisi della nostra coscenza di "UOMINI" !!!
(dal carcere di Boyati)
Scrivo con la speranza che il contenuto di questa mia lettera raggiunga ogni uomo che considera suo dovere indignarsi contro il crimine e contemporaneamente lottare per la sua abolizione .
Scrivo affinché la solidarietà dell' opinione pubblica mondiale alla lotta del nostro popolo per la Libertà, la Democrazia, la Giustizia ed il Progresso, si faccia più concreta.
Scrivo con la certezza che le forze progressiste di tutto il mondo con la loro solidarietà, aiuteranno gli incatenati della giunta ( giunta fascista, presieduta da Papadopulos) impedendo la nostra estinzione fisica.
Scrivo, infine, perchè giunga, al tutto il mondo, dall' isolamento di una delle prigioni della giunta, l' anatema di uno che soffre contro tutti quanti contribuiscono al dilagare dei crimini contro il nostro popolo.
Insieme, giunga anche la nostra gratitudine a tutti quanti sono con noi in questi orribili momenti.
Mi trovo da due anni sotto stretto isolamento. Sono stato sottoposto a terribili torture che descrivo sinteticamente.
Frustrato con fili di ferro e filo spinato su tutto il corpo; colpi sulle piante dei piedi con tubi e con conseguente frattura della pianta destra; colpi con spranghe di ferro sul petto con i quali mi hanno fratturato due o tre costole; bruciature con sigarette sulle mani e sugli organi genitali; introduzione nell' uretra di un ago sottile arroventato con un accendino; occlusione delle vie respiratorie fino all' asfissia; pugni; depilazioni, colpi della testa sul muro e sul pavimento; privazione del sonno (protagonisti: il maggiore Theofilojannacos, ed i tenenti di polizia Mallios e Bàbalis). Tentativi per la forzata somministrazione di cibo; manette in permanenza; privazione di ogni possibilità di difesa con il rifiuto di consegnarmi le pratiche giudiziarie prima del processo; rifiuto di comunicare con un avvocato ad eccezione di una volta alla vigilia del processo ed in presenza degli organi della giunta. Mancato inoltro della denuncia contro il maggiore Teofilojannacos per la falsificazione della mia presunta confessione inclusa negli atti dell' istruttoria .Si tratta di un documento giuridicamente non valido e che non porta la mia firma .Questo prima del << processo>>.
Mi hanno poi brutalmente trasportato il 20 novembre 1968, dal Campo di Istruzione della Polizia Militare (KESA) al porto militare e di là con una vedetta del PN, contrassegnata R-25, in una cella sul retro del carcere di Egina . Mi hanno notificato che il giorno successivo mi avrebbero fucilato e mi hanno chiesto se volevo fare domanda di grazia . Ho rifiutato.
All' alba é venuto sulla porta della mia cella un plotone cui sono stati impartiti ordini . Dopo poco é stato fatto allontanare e mi hanno detto che non mi avrebbero fucilato solo perché ricorreva la festa della Presentazione della Madonna e non si eseguivano esecuzioni . Rifiutai di nuovo le loro proposte di procedere a confessioni e di fare domanda di grazia . La mattina del 22 novembre mi comunicarono che l' esecuzione avrebbe avuto luogo la mattina del 23. Nel pomeriggio mi hanno trasportato nuovamente al porto militare con la vedetta contrassegnata R-21 e di là al Settore degli Interrogatori speciali della Polizia Militare (ESA). Un sergente mi ha detto (certamente sono istruzioni precise) che i giornali avevano già scritto della mia fucilazione e che ora mi avrebbero interrogato con calma . All' alba del 23 novembre mi hanno fatto salire su una automobile minacciandomi che << gli scherzi sono finiti e ti portiamo all'esequzione >>. Siamo invece andati alle prigioni di Boyati.
Mi hanno messo dentro una cella senza letto. Il muro era bagnato e verde dall' umidità . Avevo le mani permanentemente ammanettate . Ho sostenuto uno sciopero della fame o meglio l'ho continuato perchè dal giorno successivo al processo m'ero rifiutato di mangiare . Lo sciopero della fame é proseguito fino al 21 dicembre giorno in cui hanno permesso a mia madre di farmi visita e mi hanno promesso che sarebbero migliorate le condizioni di detenzione . Sono rimasto ammanettato e costretto sul pavimento fino alla fine di marzo. Le mie mani erano segnate da piaghe purulenti. La cella puzzava tanto che i guardiani non potevano affaciarvisi . Nella cella c'era un buco che mi consentiva di compiere i miei bisogni . Dal 21 marzo le manette m'erano ormai intollerabili e si sono limitati a levarmele per 2-3 ore al mattino. Dall'8 maggio (a Pasqua avevo sostenuto uno sciopero della fame) hanno messo nella mia cella un letto e un tavolo e mi accompagnavano per un quarto d'ora nel cortile della prigione dopo aver rinchiuso gli altri nelle celle.
Il 5 giugno sono evaso.
Mi hanno tradito Patitas e Perdikaris e mi hanno arrestato il 9 giugno. Sono rimasto ammanettato in una cella della polizia di sicurezza di Nea Ionia . Ho sostenuto un altro sciopero della fame. Mi hanno poi trasportato al KESA. Il 13 giugno mi hanno tolto le manette e mi hanno chiuso in una cella . Il 24 luglio mi hanno trasportato a Boyati ed in stretto isolamento ho continuato lo sciopero della fame fino al 5 settembre (47 giorni). Allora mi hanno assicurato che mi avrebbero consentito di uscire non appena fossi in condizioni di muovermi e di ricevere cibo da casa mia e giornali . Ho ripreso a mangiare . Il 10 settembre ho ancora dato inizio ad uno sciopero della fame perché oltre ai giornali non c'era stato altro miglioramento. Il 25 settembre mi hanno consegnato il cibo portato da mia madre. Il 18 ottobre mi hanno sorpreso in un tentativo di evasione e quindi ancora manette, catene ai piedi, ritiro del letto, niente giornali, sigarette, alimenti. Di nuovo sciopero della fame . Ero completamente esausto . Dal 13 novembre hanno cominciato a sottopormi a varie torture, pressioni psicologiche, ecc. Ho descritto le torture alla Commissione della Croce Rossa Internazionale che mi ha fatto visita il 16 gennaio. Non ho spazio e devo scrivere molto per darvi un' immagine chiara . Lo sciopero della fame é terminato il 1° dicembre quando, in stato di coma, mi hanno messo su di un letto che hanno portato nella mia cella, mi hanno tolto le manette e successivamente mi hanno dato i giornali. Passarono parecchi giorni perché mi riprendessi. Il 16 gennaio mi hanno trasportato al KESA mettendomi in strettissimo isolamento-tortura . Il 9 febbraio mi hanno nuovamente trasportato a Boyati in una speciale gabbia-cella di dimensioni 3 x 1,5 m. fatta di cemento e nelle condizioni note alla Croce Rossa Internazionale . Sono proseguiti i disturbi. Scrivo molto sinteticamente ed é difficile dare un'immagine delle condizioni che affronto.
E ora arrivo al punto più tragico per me e più significativo per ciò che riguarda il disegno criminale della giunta . 9 aprile 1970:hanno tentato di assassinarmi . La giunta, fallito il suo tentativo, ha cercato di presentare l'attentato nei miei confronti come un tentativo di suicidio. L' ho denunciato con tutta chiarezza alla Commissione della Croce Rossa Internazionale il 1° giugno. Ho chiesto del Pubblico Ministero tanto all'ospedale quando mi hanno ricoverato nella notte dell' 11 aprile quanto nella prigione dove mi hanno ricondotto ancora ammalato. Me lo hanno rifiutato come hanno rifiutato di farmi comunicare con il mio avvocato.
Per proteggere me stesso da questi crimini della giunta fascista che nemmeno per un attimo perde di vista i suoi criminali obiettivi procedo a questa pubblica denuncia nella speranza che la mia lettera, come testimonianza efficace, protegga anche la vita di altri perseguitati detenuti in stretto isolamento.
Confermo sulla mia parola d' onore e su giuramento la veridicità di questa mia denuncia.
Quando nella nostra Patria ci sarà giustizia presenterò tutti gli elementi e testimonianze dell' attività criminale. Del personale delle prigioni solo una o due persone sono implicate . Dal 22 aprile fino al 21 maggio (per un mese) non ho ricevuto cibo. Hanno condotto il medico militare Panagopulos che ha ripetuto su di me le torture il 20 maggio. Il 21 mi hanno detto che avrebbero permesso le visite e ho accettato il cibo.
LA MORALE UNIVERSALE E IL SENTIMENTO DI GIUSTIZIA CI PROTEGGANO.
A.Panagulis