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 El Guapo discografia.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il gruppo nasce nel 1996 a Washington; l'esordio discografico è un EP di sei pezzi dal titolo "The Burden of History" (1997), poco dopo viene l'album "The Phenomenon of Renewal" (1998); entrambi sono pubblicati dalla piccola etichetta Resin Records di Washington. In questo periodo il gruppo è una classica formazione rock composta da: Justin Moyer al basso, Rafael Cohen alla chitarra e Nate Smith alla batteria. Entrambi i lavori presentano delle sonorità "post rock" collocate fra Don Caballero, Karate e Slint. 
Questi primi lavori attirano l'attenzione di Ian MacKaye dei Fugazi che, come ben noto ai più, gestisce anche l'etichetta indipendente Dischord Records (sempre di Washington); MacKaye decide di aiutare il gruppo nel pubblicare il loro secondo lavoro "The Geograpy of dissolution" che viene stampato nel 2000 dalla Mud Memory records. Il disco è composto da due diversi live sets registrati nel 1999 a Washington DC e New York. In queste esibizioni live il gruppo ha cambiato formazione, strumentazione e, di conseguenza, sonorità. Nella formazione è entrato Pete Caffarella che suona tastiere e fisarmonica, mentre Rafael Cohen si cimenta anche con l'oboe e il corno inglese. 
Con l'aggiunta di questi strumenti il suono, pur mantenendo una base "post rock", si indirizza verso il Free Jazz e verso la musica d'improvvisazione, con echi di musica classica (oboe) e popolare (fisarmonica); a condire il tutto di tanto in tanto spuntano anche degli effetti elettronici. Il risultato è un cocktail di influenze sicuramente intelligente e intrigante, anche se non di facile ascolto.
Prima di realizzare il terzo disco il gruppo viene abbandonato dal batterista e, temporaneamente, anche da Caffarella che si trasferisce a New York, Cohen e Moyer si devono quindi adattare a suonare tutti gli strumenti. Dopo qualche tempo Caffarella rientrerà nel gruppo. 
A questo punto gli "el guapo" si sono ormai accasati alla Dischord Records e preparano il loro terzo lavoro che prenderà il titolo di "Super/System". Anche stavolta il gruppo sceglie di cambiare le sue coordinate di riferimento musicali. Sicuramente la fuoriuscita del batterista Nate Smith ha la sua influenza, infatti anche se Moyer oltre a suonare il basso suona spesso anche la batteria, in buona parte dei brani fanno il loro ingresso delle basi ritmiche elettroniche e delle sonorità di elettronica analogica. 
Si nota immediatamente un certo sapore di new wave, shakerata con spunti di synth-pop e di post rock. Super/System è il disco che porta il gruppo all'attenzione del pubblico e dalla stampa specializzata. E' anche interessante notare che S/S è la prima uscita su Dischord che si distacca dall'ormai classico suono post hardcore che negli anni è diventato il marchio di fabbrica dell'etichetta. Inutile dire che questo fatto ha creato non pochi problemi al gruppo che per il fatto di uscire su Dischord veniva spesso etichettato dal pubblico come un gruppo "alla Fugazi"; pubblico che poi restava incredulo vedendo che il trio si esibiva live con una fisarmonica e con le basi elettroniche. Il CD ha comunque un ottimo riscontro sulla stampa specializzata e nel pubblico.
Poco più di un anno dopo esce il secondo CD su Dischord record; il titolo è "Fake French". La formazione si è ormai stabilizzata e il lavoro continua il discorso del precedente. La differenza rispetto a Super/System è che in Fake French il suono diventa più accessibile e diventano più marcate le influenze synth-pop anni ottanta. Intendiamoci il lavoro non è assolutamente commerciale; l'oboe e la fisarmonica inserendosi sulle basi elettroniche creano un sound inconsueto e non si perde il gusto per le sperimentazioni e la ricerca di sonorità particolari. 
Tanto per fare qualche esempio del sound citiamo alcuni brani: "I Just don't know" inizia con una base elettronica, entrano poi tastiere, percussioni, il cantato a più voci e il brano si conclude con la fisarmonica. "Space Tourist" viene introdotta dalle voci a cappella e si sviluppa poi su un accompagnamento di piano e chitarra acustica in cui si innestano ritmi elettronici. "Fake french" e "Underground" sono dei brani che rimandano immediatamente al sound dei Kraftwerk anche se il gruppo si riconosce sempre per via dell'uso particolare delle voci. "I'don't care" è un pezzo condotto dalla fisarmonica che ricorda le sonorità klezmer. "Hollywood crew" è invece un brano in 3/4 in cui la melodia è sorretta da fisarmonica e oboe.
Fake Franch è un lavoro maturo il cui punto di forza è quello mantenere la particolarità della proposta musicale, riuscendo al tempo stesso ad essere piuttosto orecchiabile; sicuramente rappresenta una delle migliori uscite del 2003.
Meritano una nota le due esibizioni live di Verbania. Il gruppo si è esibito al perché no per due volte in meno di un anno (21 dicembre 2002 - 25 ottobre 2003). La prima performance era relativa al tour di Super/System e in questa occasione il trio ha suonato spesso oboe e fisarmonica, realizzando un set molto "sperimentale". Nella loro ultima esibizione questi strumenti non sono stati (purtroppo) inseriti; questo ha rafforzato la sensazione che il gruppo stia prendendo una direzione che volge verso un suono con più spazio per le tastiere e l'elettronica; tra l'altro nella serata del 25 ottobre 2003 il gruppo ha anche presentato alcuni brani inediti che rimandano immediatamente al già citato synt-pop. Comunque da un gruppo così ci si può aspettare qualsiasi cosa; quindi aspettiamo fiduciosi e impazienti il prossimo lavoro per vedere quali sorprese ci riserveranno.


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