Lavoro coatto

 

I lavori “proposti” agli ebrei erano i più umili, quelli che nessun tedesco avrebbe accettato di fare. Friedrich Syrup, presidente della commissione del lavoro del Reich, nel dicembre del 1938, affermava che si stavano coinvolgendo gli ebrei nei lavori di bonifica e costruzione d’opere pubbliche e private. Nel 1941 30000 ebrei lavoravano nei cantieri del Reich. Facendoli lavorare però si sarebbe dovuto dare loro uno stipendio. Ovviamente un ebreo non poteva prendere uno stipendio pari a quello di un tedesco e perciò nel gennaio del 1941 Bernhard Lösener emanò due decreti in cui si specificava che l’ebreo non veniva sottoposto alla legislazione lavorativa del Reich. Ad ottobre dello stesso anno i decreti iniziarono ad entrare in vigore. L’ebreo era pagato in base al lavoro effettivo svolto; nessuno poteva rifiutare il lavoro datogli dal Ministro del Lavoro. Su quello che guadagnava poi veniva tolta una percentuale per pagare un’imposta.

Questa imposta fu introdotta da Stuckart perché essendo l’ebreo esente dai contributi per gli enti d’assistenza tedeschi doveva pagare una tassa che il tedesco già doveva pagare e questa era un’ingiustizia nei confronti dei cittadini. Questa nuova tassa fu chiamata “tassa di perequazione sociale” (Sozialausgleichsabgabe) e toglieva un altro 15% oltre alle tasse comuni. Prima fu imposta in Polonia e dal 1940 anche in Germania.

 

 

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