LA PRIMA VOLTA DI UN GIOCO DI COMITATO

Quando per la prima volta, mi è capitata tra le mani una copia di un Gioco di Comitato, è stato per caso, cercavo qualcosa da giocare con la mia ragazza ed i miei amici. Stavo cercando tra gli scaffali di un negozio romano, Strategia & Tattica, in via Cavour 250, sfogliavo giochi di ruolo e scatole colorate, quando superando la mia timidezza, chiesi consiglio ad uno dei commessi, il quale molto gentilmente perse con me diversi minuti ad illustrarmi e spiegarmi i tanti prodotti ludici, ma niente pareva accendere in me una scintilla.

All'improvviso, il mio sguardo cadde su una pila di buste, con dei titoli strani, non potevo strappare il cellofan e così dovetti chiedere spiegazioni al commesso, il quale con uno sguardo strano rispose che erano Giochi di Comitato, poi capendo che la cosa non mi illuminava la mente, mi informò che erano giochi privi di regole complicate, bastava calarsi nei panni di un personaggio, cercando di raggiungere l'obiettivo personale, il divertimento nasceva nell'interazione con gli altri giocatori, tutti intenti a fare altrettanto. Per farmi capire meglio, mi fece l'esempio di un gioco di comitato della serie giudiziaria, un omicidio e la simulazione del processo. Ciascun giocatore interpretava la parte dell'imputato, dell'avvocato difensore, del pubblico ministero, del testimone, del giudice e della giuria ed ognuno di loro cercava di raggiungere il proprio obiettivo, cioè convincere la giuria dell'innocenza o della colpevolezza dell'imputato.

Incuriosito dal tema e incoraggiato dal prezzo modico, l'ho acquistato, portandomelo a casa ho notato che all'interno vi erano pochi fogli, in pratica una copertina, un foglio di regole brevi e semplici, sei schede personaggi, dei segnaposti da ritagliare e porre davanti ai giocatori per un più facile riconoscimento dei personaggi ed una mappa degli obiettivi.

Sperando di non aver buttato i soldi (anche se pochi) ho iniziato a leggere tutti i fogli indiscriminatamente, comprese le condizioni di vittoria di tutti i personaggi, sebbene ci fosse scritto da non farlo, ma mi volevo rendere conto di tutto, prima di proporlo agli amici. Non avevo ancora le idee chiare, ma mi accinsi ad una prova dal vivo con il mio gruppo di amici, per evitare (avendo letto tutte le schede) che la conoscenza di come fossero andate le cose realmente, rovinasse il gioco di comitato, mi tenni la parte del giudice, senza interferire nel verdetto, ma regolando esclusivamente l'andamento del processo.

Alla mia ragazza feci fare la testimone, tra gli altri amici divisi le schede, e poiché eravamo in otto e i personaggi erano sei, la giuria fu composta da tre giocatori, e devo dire che la cosa funzionò.

Al punto, che decisi in seguito, di ritentare con altri titoli, gli amici si divertirono un macello ed ancora oggi ci prendiamo in giro fra noi, per le parti interpretate, al punto che sono andato in fissa ed adesso li colleziono con pazienza certosina, per giocarli insieme ai miei amici una volta al mese.

Danilo Morri