A.I.R.D.A.

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Unità e Continuum Psiche/Soma

L'idea originale è di gettare un ponte, di trovare i collegamenti e i corrispettivi , fra psiche e soma considerandoli come due facciate di una stessa realtà.

(l'Unità Psiche/Soma, La Bionomia, l'Autogonon, lo Stato Autogeno e l'Allenamento sono cinque principi fondamentali del Training Autogeno come specificato nella pagina: "I. H. Schultz e il T. A. ; principi").

 

Abbiamo adottato come simbolo di tale unità la bottiglia di Felix Klein. Bottiglia realizzata su iniziativa e disegno dello Studio Gastaldo/Ottobre dal Maestro Vetraio Massimo Lunardon.

Il grande matematico F. Klein (1849/1925) ha ideato questa bottiglia, come esempio di solido a superficie unilatera nell'ambito della geometria topica.

I solidi hanno solitamente due lati uno interno ed uno esterno; per passare dall'uno all'altro bisogna valicare un confine. Questa bottiglia viceversa è: "una superficie chiusa unilaterale"; c’è un continuum, fra interno ed esterno. Essa non è immergibile nell’ordinario spazio tridimensionale. Una formica partendo da un punto qualsiasi può arrivare sul punto contrapposto senza passare attraverso una linea di separazione.

 

 

 

Abbiamo assunto questo particolare solido come simbolo di quell’UNITA’, e di quel CONTINUUM nell'uomo, che costantemente riscontriamo nel lavoro con il Training Autogeno

Tale unità e continuum é fra:

a) Psiche e corpo

b) Conscio e inconscio.

Sempre più le acquisizioni neurobiologiche portano contributo a tale concezione; le stimolazioni e le esperienze, nei momenti cruciali della maturazione del nostro sistema nervoso, influiscono sulla formazione e sulla modulazione delle sinapsi. Le strutture neurobiologiche, che sono il risultato della forza plasmante dell'ambiente sull'architettura geneticamente determinata, sottendono le modalità biologico/emotive di azione e reazione al mondo e agli altri. Schultz, allievo e collaboratore del neurofisiopatologo e ipnologo Oscar Vogt e del famoso fisiologo Max Verworn, è studioso attento di ogni apporto scientifico, dall'ipnosi alle scoperte di Ivan Petrovic Pavlov.

Il suo metodo e i principi neurofisiologici, sui quali si fonda, hanno come punto di partenza un rigoroso studio dei cambiamenti neurofisiologici che si verificano durante stati di coscienza modificati. Contemporaneamente studia i correlati che avvengono nella facciata psichica dell'unità psicosomatica per cui, fin dall’inizio, si occupa anche del movimento psicoanalitico e già nel 1925 prende in considerazione l'aspetto psicodinamico; ciò è rilevabile nel suo lavoro: "L'ora del destino della psicoterapia" 1925 nel quale scrive di una ricerca psicoanalitica statistica; nel 1926 pubblica il saggio: "Stratificazioni nell'auto osservazione ipnotica" 1926. dove afferma l'utilità delle associazioni libere nelle sue ricerche. Nel 1929 parla dell'autopsicocatarsi e dell'autoanalisi.

Nelle teorie di Freud, Jung, ed altri che si rifanno e arricchiscono la psicologia e psicopatologia dinamica, si trovano le radici della parte psicologica del suo metodo.

Nel 1914 Freud abbandona l'ipnosi e imbocca la via delle associazioni libere: egli vuole far emergere contenuti inconsci in piena coscienza; così scrive(1): " ...subito dopo, con la rinuncia all'ipnosi, ci si impose il compito di scoprire, attraverso le associazioni libere dell'analizzato, ciò che egli non riusciva a ricordare". I. H. Schultz trova il modo di collegare ciò alla componente biologica della realtà uomo.


(1) Freud S.: Per la storia del movimento psicoanalitico. Freud Opere,- Ed. Boringhieri Torino 1980; vol. 7° - pag. 389. .