Aviazione Statunitense

United States Army Air Force (USAAF)



Le origini
Le forze aeree degli Stati Uniti sono rimaste divise fra esercito e marina fino al 1947. Tuttavia, dal momento che la componente aerea ha avuto fin dal suo sorgere una certa autonomia nell'ambito delle due forze armate, si è preferito riunirne la storia sotto l'aviazione, anche se questa è ufficialmente indipendente a partire dal 1947. La nascita dell'aviazione militare americana può essere fatta risalire alla guerra di Secessione: nel 1861 infatti gli unionisti crearono, per breve tempo, una sezione aerostatica (Balloon Corps) dipendente dall'esercito. Un'altra sezione aerostatica fu costituita nell'ambito del Signal Corps nel 1892, e nel 1898 un pallone da osservazione fu impiegato a Cuba durante la breve guerra ispano-americana. Dopo i primi riusciti voli dei fratelli Wright, l'esercito cominciò a interessarsi al "più pesante dell'aria" e nel 1907, sempre nell'ambito del Signal Corps, venne costituita una sezione aeronautica (Aeronautical Division). In questo stesso periodo sia il corpo dei marines sia la marina si interessarono al nuovo mezzo e inviarono alcuni loro ufficiali presso le prime scuole di pilotaggio. Ma l'importanza e le possibilità offerte dall'aeroplano non furono inizialmente comprese: nel 1914 l'aviazione dell'esercito aveva 20 aeroplani e la marina ne possedeva 12, tutti da addestramento. Da ricordare che la marina aveva compiuto nel 1910- 1911 interessanti esperimenti di decollo e appontaggio su alcune unità militari opportunamente adattate, e al 1911 si fa risalire l'anno di nascita dell'aviazione navale. Nel luglio 1914 l'Aeronautical Division fu rafforzata e trasformata in Aviation Section e alla data dell'entrata in guerra degli Stati Uniti contro gli Imperi Centrali (aprile 1917) vi erano in servizio 1.200 uomini con 227 aerei e alcuni palloni da osservazione (oltre a 21 idrovolanti). Nel corso del conflitto venne attuato un vasto programma di potenziamento, ma l'industria aeronautica americana, non ancora organizzata, dovette ricorrere all'aiuto inglese, francese e anche italiano (aerei da bombardamento "Caproni"), in particolare per la produzione di motori. Le scuole di volo brevettarono in patria e in Europa circa 11.000 piloti. Aviatori volontari americani si batterono sul fronte francese inizialmente raggruppati nella squadriglia Lafayette, poi con le forze aeree del corpo di spedizione. Il loro asso fu E. Rickenbacker che ottenne 26 vittorie. All'armistizio del novembre 1918 l'esercito degli Stati Uniti aveva in linea in Europa 740 velivoli, la marina 528.
Nell'aprile 1918 l'Aviation Section era stata staccata dal Signal Corps e passava alle dirette dipendenze del dipartimento della guerra, assumendo il nome di Air Service.


Il primo dopoguerra
Il progetto di formare una forza aerea indipendente, caldeggiato dall'allora maggiore W. Mitchell, che riprendeva in gran parte le idee dell'italiano Douhet e dell'inglese Trenchard, trovò forti opposizioni negli alti comandi dell'esercito e della marina e con l'Army Reorganization Act del 1920 i reparti aerei rimasero legati alle forze terrestri e navali. Nel 1921 l'aviazione della marina ebbe un comando autonomo e l'anno seguente, con l'entrata in servizio della prima portaerei americana, la Langley, cominciò a sviluppare l'aviazione imbarcata. Nel 1926 l'Air Service fu trasformato in Air Corps: ciò portò a una maggiore autonomia dall'esercito e diede il via a un'efficace riorganizzazione. Tuttavia la produzione aeronautica americana non era ancora all'altezza delle industrie inglesi, italiane, francesi e in seguito di quelle tedesche, che fecero compiere in quegli anni un notevole balzo in avanti alla tecnica aeronautica.
Nel 1936 l'aviazione dell'esercito degli Stati Uniti aveva in linea 777 aerei e allo scoppio della seconda guerra mondiale in Europa 800 velivoli, quasi tutti di tipo ormai superato, con 26.000 uomini. Nel giugno 1941 l'aviazione dell'esercito subì, in seguito al potenziamento dei quadri, una nuova trasformazione assumendo il nome di Army Air Force (AAF) di cui poi assunse il comando il generale H. H. Arnold.


La Seconda guerra Mondiale
Alla data dell'attacco di Pearl Harbor del 7 dicembre 1941 l'esercito aveva in linea 2.846 aerei, di cui meno della metà di pronto impiego con 354.000 uomini. La marina (che nel 1927 aveva 442 velivoli e nel 1940 2.145 aerei) ne possedeva oltre 5.000 (compresi gli aerei dei marines e della Coast Guard).
L'industria americana appoggiò con tutto il suo potenziale lo sforzo bellico per creare un'aviazione moderna e colmare così il distacco quantitativo e qualitativo accumulato negli anni precedenti rispetto alle altre aviazioni. Nel corso del conflitto, negli Stati Uniti furono costruiti 298.000 velivoli, di cui 158.000 furono consegnati all'AAF, circa 70.000 alla marina e gli altri ai paesi alleati. L'aviazione americana fu impegnata inizialmente nel Pacifico e a partire dall'estate 1942 anche in Europa. L'entrata in linea dei bombardieri quadrimotori B- 17, B-24 e B-29 diede agli Alleati la supremazia nel bombardamento strategico, che tanta parte ebbe nella vittoria finale. Ma anche nel settore degli aerei da caccia e dei bombardieri medi fornì velivoli con ottime caratteristiche come il P-38, il P-47 e il P-51, il B-25 e il B-26. Nell'agosto 1945 l'USAAF aveva in linea oltre 63.700 aerei, di cui la metà da combattimento con oltre 2.250.000 uomini; la marina 41.200 velivoli con 438.000 effettivi.


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