Linee guida 

Neoplasie del Colon

Criteri per la diagnosi istopatologica
Vengono qui considerati i criteri di campionamento e di diagnosi istopatologica relativi alle seguenti procedure:

  1. Polipectomia
  2. Resezione chirurgica.
Tali criteri fanno riferimento alle linee guida edite dal GIPAD (Gruppo Italiano Patologi dell'Apparato Digerente, operante nell'ambito della Società Italiana di Anatomia Patologica e Citologia Diagnostica)

Adenomi del retto colon
Nelle polipectomie endoscopiche i requisiti minimi della diagnosi istopatologica sono:
  1. la definizione di istotipo: distinguere gli adenomi dai polipi iperplastici, infiammatori, amartomatosi ecc.
  2. negli adenomi, caratterizzare:
Esame Macroscopico
L'asportazione completa della lesione è prerequisito irrinunciabile per una corretta valutazione istopatologica. Prelievi bioptici, anche multipli, della testa del polipo non consentono la definizione del tipo istologico, l'attendibile valutazione del grado di displasia e, soprattutto, la sicura esclusione di una componente carcinomatosa.

Nota: In questi casi il giudizio diagnostico dovrà forzatamente essere limitato ad elementi descrittivi dei campioni in esame (es.: "Frammenti di tessuto adenomatoso, ad architettura tubulare, con displasia lieve")

  1. Rilievi macroscopici:
    1. dimensioni: vengono definite dal maggior diametro e, se significativi, dai due diametri minori, escludendo dalle misurazioni i segmenti di pertinenza del peduncolo, ove macroscopicamente identificabili
    2. estrinsecazione: presenza (misurazione di lunghezza e diametro) / assenza di peduncolo
    3. margine di resezione endoscopica. La sua identificazione, agevole nelle lesioni peduncolate appena resecate, può diventare problematica dopo fissazione in formalina. è auspicabile che la marcatura (con colorante vitale o idoneo repere) venga effettuata dall'endoscopista prima della fissazione.
  2. Il campionamento, preferibilmente sulla lesione fissata, deve consentire la valutazione di:
    1. margine di resezione
    2. rapporti tra epitelio ed asse stromale. Il metodo più sicuro consiste nella separazione delle due calotte laterali del polipo dalla porzione centrale. Le sezioni istologiche di quest'ultima porzione, che inizialmente si avvicineranno sempre più al centro dell'asse stromale, garantiscono che l'interfaccia epitelio-stroma sia valutata su una ampia superficie. Ulteriori sezioni parallele al taglio sagittale sono auspicabili per i polipi di diametro trasversale superiore ai 2 cm. La settorializzazione della sezione medio-sagittale é prevista per polipi di dimensioni tali da non potere essere inclusi in un unico blocchetto .
Esame Microscopico
I criteri di riferimento sono quelli proposti nella seconda edizione del fascicolo WHO "Histological Typing of Intestinal Tumors".
  1. Tipo istologico dell'adenoma
    La rigorosa valutazione degli aspetti istologici architetturali è finalizzata al riconoscimento di una significativa componente villosa, essendo tale tipo di architettura correlata al potenziale di trasformazione maligna del polipo e, soprattutto, di sviluppo di lesioni adenomatose colorettali sincrone e/o metacrone .
    1. Tubulare: > 80% architettura tubulare
    2. Villoso: > 80% architettura villosa
    3. Tubulo-villoso: due componenti, ciascuna<80%
    Istotipi relativamente infrequenti derivano dalla commistione, in una singola formazione poliposa, di componenti adenomatose con cripte iperplastiche (polipi misti iperplastico/adenomatosi) o da aspetti architetturali di tipo iperplastico associati a caratteristiche cito-cariologiche tipicamente displastiche (c.d. adenomi serrati) .
  2. Grading della displasia
    Negli adenomi colorettali la displasia è graduata in lieve, moderata e grave. L'accorpamento dei vari gradi in due sole categorie , "basso grado" (lieve e moderata) ed "alto grado" (grave) trova tuttavia ragione in considerazione della scarsa riproducibilità della distinzione tra lieve e moderata. Allo stato attuale delle conoscenze non appare fondata la ponderazione differenziata dei parametri architetturali della displasia (ramificazioni e gemmazioni delle cripte, back-to-back, crescita intraghiandolare) rispetto a quelli cito-cariologici (stratificazione, ipercromasia, perdita di polarità nucleare, mitosi atipiche, alterazioni della differenziazione etc.): di conseguenza tutti i parametri vengono considerati cumulativamente nel grading
    1. Displasia lieve. Architettura generale relativamente conservata, con tubuli ghiandolari solo lievemente allungati o tortuosi ed iniziali accenni alla gemmazione; perdita del gradiente di differenziazione cellulare dalla base della cripta alla superficie. Nuclei allungati, ingranditi, polarizzati e stratificati.
    2. Displasia moderata. Le caratteristiche morfologiche sono intermedie tra quelle della lieve e della grave.
    3. Displasia grave. Cripte con ramificazioni e gemmazioni irregolari, variamente coalescenti. Nuclei francamente ipercromici, tondeggianti od ovali, marcatamente ingranditi, nucleolati, per lo più privi di orientamento polare. Le cellule, stratificate, hanno citoplasma omogeneamente denso, senza differenziazione mucipara. Strutture epiteliali complesse (aspetti cribriformi, crescita back-to-back) costituite da cellule meno differenziate e più polimorfe di quelle della displasia grave sono spesso riportate come "Carcinoma in situ". Sicura infiltrazione neoplastica limitata alla tonaca propria o che dissocia, ma senza superarla, la muscolaris mucosae viene da molti patologi riferita come "Carcinoma intramucoso del colon". Dal punto di vista istologico entrambe le definizioni sono corrette, ma siccome il carcinoma in situ e, nel grosso intestino, anche il carcinoma intramucoso sono privi di potenzialità metastatica, se ne sconsiglia l'uso nel referto finale, comprendendo entrambe le lesioni nella dizione di displasia grave . In alternativa, l'utilizzo dei termini "Carcinoma in situ" o "Carcinoma intramucoso" dovrebbe sempre essere accompagnato dal commento: "Lesione priva di malignità biologica: non necessita di ulteriore trattamento".
      È pratica comune identificare differenti gradi di displasia nel contesto di un singolo adenoma: il grado diagnostico è basato sulla componente più altamente displastica osservabile, indipendentemente dalla sua estensione nel tessuto adenomatoso.
  3. Adenoma cancerizzato
    Adenoma comprendente area di carcinoma invasivo che supera la muscolaris mucosae e si estende alla tonaca sottomucosa*; costituisce la forma più precoce di carcinoma, dotato di potenzialità metastatiche. Il rischio di metastasi linfonodali è complessivamente del 10%. Si possono tuttavia, sulla base delle caratteristiche patologiche, suddividere due gruppi: uno a basso rischio ed uno ad alto rischio. Tale distinzione é utile al fine di programmare le successive scelte terapeutiche (resezione chirurgica vs follow-up clinico-endoscopico).
    I parametri istologici maggiormente predittivi del rischio di metastasi linfonodali e che definiscono un adenoma cancerizzato "ad alto rischio" sono i seguenti :
    1. Stato del margine di resezione endoscopica: specificare se indenne, adenomatoso o carcinomatoso. Quest'ultima evenienza si realizza effettivamente quando si identifichino cellule carcinomatose a meno di 1 mm dal margine, oppure nel contesto della banda di diatermocoagulazione, o ancora entro un campo ad alto ingrandimento da essa .
    2. Grado istologico di differenziazione del carcinoma (Grado I e II versus III; il carcinoma a cellule ad anello con castone è equiparato al Grado III); segnalazione di eventuale componente anaplastica, anche minima.
    3. Embolizzazione neoplastica (linfatica e/o venosa).
      Di minore rilevanza prognostica devono considerarsi:
      1. Il livello di infiltrazione del peduncolo: terzo superficiale, medio e profondo (per definizione il livello negli adenomi cancerizzati ad estrinsecazione sessile é da considerarsi "profondo") .
      2. Il rapporto quantitativo Tessuto Adenomatoso/Carcinoma. Lesioni con piccoli focolai di carcinoma invasivo hanno un potenziale metastatico più basso dei polipi costituiti in prevalenza da carcinoma invasivo .
      Una lesione poliposa costituita interamente da carcinoma infiltrante la sottomucosa in assenza di residui di tessuto adenomatoso viene classificata come "Carcinoma polipoide": la terapia ed il follow-up dipendono dagli stessi parametri prognostici dell'adenoma cancerizzato .

    * Nota:
    A seguito di ripetute torsioni cui vanno incontro, prevalentemente ma non esclusivamente, gli adenomi con lungo peduncolo può verificarsi la dislocazione o la erniazione nella sottomucosa di isole di tessuto displastico (c.d. Pseudoinvasione). Se il tessuto distopico è ad alto grado di displasia la diagnosi differenziale con il carcinoma invasivo è piuttosto impegnativa. Caratteristiche a favore della pseudoinvasione sono:


Carcinoma del retto colon

Descrizione delle Procedure Chirurgiche

Tipo di resezione: emicolectomia destra, colectomia trasversa, emicolectomia sinistra, sigmoidectomia, resezione anteriore del sigma-retto, resezione addomino-perineale, colectomia totale o subtotale.

Esame Macroscopico

  1. Pezzo operatorio
    1. specificare come è stato inviato: fresco, fissato, chiuso, aperto, e l'orientamento indicato dal chirurgo;
    2. identificare e misurare (lunghezza e diametro) il segmento di colon resecato ed eventuali altri segmenti intestinali (ultima ansa ileale, appendice e canale anale) od organi (utero, vescica etc.), indicando se escissi in blocco o separatamente e distinguendo:
      1. colon destro, costituito da: cieco, ascendente, trasverso;
      2. colon sinistro, costituito da: discendente, sigma;
      3. retto, inizia alla fine del mesosigma e misura circa 16 cm.

    3. descrivere la superficie esterna segnalando, ove presente, l'aspetto della sierosa;
    4. segnalare la presenza di ostruzione, dilatazione a monte di un tratto stenotico;
    5. segnalare la presenza di perforazioni;
    6. aprire il segmento inviato, evitando quando possibile di sezionare la lesione, identificandola palpatoriamente e poi sezionando il segmento nel versante opposto alla neoplasia;
  2. Tumore:
    1. localizzazione: specificando le varie sedi, la distanza da punti di repere anatomici quali la linea pettinata e la valvola ileo-ciecale;
    2. configurazione: vegetante (polipoide o sessile), ulcerato, a placca, ad anello o a manicotto (stenosante), tipo linite plastica;
    3. dimensioni: se possibile tre (longitudinale, trasversale, spessore), altrimentri il diametro maggiore;
    4. distanza dai margini di resezione distale, prossimale, radiale;
    5. livello di infiltrazione della parete, ed i rapporti con la sierosa e con altri organi o strutture asportate;

    Note

  1. Colon non-carcinomatoso
    Descrivere altri processi patologici eventualmente presenti, quali polipi, colite cronica, diverticoli, stenosi, ulcere.
  2. Linfonodi periviscerali
    Descrivere le dimensioni, il numero e l'aspetto dei linfonodi periviscerali identificati.
  3. Altri organi asportati
    Valutare la presenza di metastasi o di altri tipi di patologia.

Campionamento

  1. Tumore:
    almeno due sezioni che comprendano il livello di massima infiltrazione (con l'eventuale sierosa) e la transizione tumore/mucosa normale
  2. Margini:
  3. Linfonodi:
    tutti i linfonodi reperiti
  4. Altri processi patologici colorettali:
    polipi, diverticoli, anomalie mucose tipo malattie infiammatorie croniche etc.
  5. Mucosa apparentemente sana:
    non indispensabile
  6. Altri organi inviati

Esame Microscopico

  1. Tumore
    1. Tipo istologico (sec. WHO)
      • Adenocarcinoma, non altrimenti specificato (NAS)
      • Adenocarcinoma mucoide (o mucinoso), quando la componente mucoide costituisce più del 50% del tumore
      • Carcinoma a cellule ad anello con castone (disperse mucosecernenti, signet ring cell carcinoma), quando la componenete a cellule ad anello con castone costituisce più del 50% del tumore
      • Carcinoma squamoso
      • Carcinoma adenosquamoso, quando sono presenti una componente adenocarcinomatosa ed una a cellule squamose. Adenocarcinomi con focali aspetti di differenziazione squamosa sono classificati come adenocarcinomi NAS.
      • Carcinoma a piccole cellule (oat cell carcinoma), con caratteristiche istologiche simili a quelle del carcinoma a piccole cellule del polmone.
      • Carcinoma indifferenziato
      • Altri tipi: specificare
      La grande maggioranza dei carcinomi colorettali sono adenocarcinomi NAS, circa il 10% adenocarcinomi mucoidi, mentre gli altri istotipi sono molto rari. I carcinomi a cellule ad anello con castone ed i carcinomi a piccole cellule sono neoplasie a prognosi sfavorevole. Gli adenocarcinomi mucoidi presentano un comportamento clinico sostanzialmente non differente da quello degli adenocarcinomi NAS, pur differenziandosi da questi per numerose caratteristiche patologiche, biologiche, genetiche .

      Note:

      • Per gli adenocarcinomi NAS è facoltativo indicare la presenza di una componente mucoide minore del 50%.
      • I carcinomi indifferenziati (e gli adenocarcinomi solidi con minima differenziazione ghiandolare) possono essere divisi in due categorie :
        1. pleomorfi, costituiti da cellule voluminose con marcato polimorfismo nucleare. Le caratteristiche biologiche, genetiche e la prognosi di questi tumori sono simili a quelle degli adenocarcinomi NAS scarsamente differenziati;
        2. uniformi, costituiti da cellule di piccole-medie dimensioni, con nuclei regolari, rotondeggianti od ovalari, non polimorfi. Queste neoplasie (spesso designate come carcinomi di tipo midollare) presentano nella quasi totalità dei casi una peculiare alterazione genetica (instabilità dei microsatelliti) e, dal punto di vista clinico, hanno una prognosi favorevole;

    1. Grado di differenziazione. Secondo i criteri di Jass gli adenocarcinomi NAS vengono classificati in:
      • Ben differenziati: costituiti da ghiandole semplici o complesse, regolari, con polarità nucleare conservata e nuclei di dimensioni uniformi.
      • Moderatamente differenziati: costituiti da ghiandole semplici o complesse, regolari o modicamente irregolari, con polarità nucleare parzialmente conservata o assente.
      • Scarsamente differenziati: con ghiandole marcatamente irregolari o senza formazione di strutture ghiandolari; polarità nucleare assente.
      Dal momento che le indicazioni prognostiche derivano principalmente dalla individuazione della categoria degli adenocarcinomi scarsamente differenziati, è possibile utilizzare, come suggerito anche dalla WHO , una suddivisione in due sole classi: adenocarcinomi bene o moderatamente differenziati (basso grado) ed adenocarcinomi scarsamente differenziati (alto grado)

      Note:
      Quando sono presenti aree con diverso grado di differenziazione, il tumore viene classificato in base alle caratteristiche dell'area peggiore, cioè con il minor grado di differenziazione. Tuttavia, la presenza di ghiandole disorganizzate al margine di infiltrazione non comporta una classificazione di scarsa differenziazione .

    1. Livello di infiltrazione. Determinato secondo la classificazione TNM .
      • pTis: adenocarcinoma non infiltrante o con infiltrazione della tonaca propria della mucosa o della muscolaris mucosae*
      • pT1: infiltrazione della sottomucosa
      • pT2: infiltrazione della tonaca muscolare
      • pT3: infiltrazione a tutto spessore della tonaca muscolare ed invasione della sottosierosa o del tessuto adiposo pericolico o perirettale non rivestito da sierosa
      • pT4: infiltrazione della sierosa e/o di altri organi e strutture. Particolare attenzione deve essere posta dal patologo alla individuazione della infiltrazione della sierosa peritoneale, che rappresenta un importante fattore prognostico sfavorevole .

      * Nota:
      Sebbene la stadiazione TNM preveda questa categoria, come precedentemente puntualizzato, si sconsiglia l'uso dei termini carcinoma in situ e carcinoma intramucoso comprendendo entrambe le lesioni nella dizione di displasia grave, in accordo con le raccomandazioni dell'Association of Directors of Anatomic and Surgical Pathology .

    1. Invasione vascolare. È soprattutto la invasione delle vene extramurali che va attentamente ricercata, perchè significativa per la prognosi.

    2. Tipo di crescita. Viene classificata come (12):
      1. espansiva, quando il margine di infiltrazione tumorale è regolare, ben demarcato o solo lievemente irregolare.
      2. infiltrativa, quando i margini di infiltrazione sono marcatamente irregolari e non ben identificabili. Caratteristica è la presenza di elementi ghiandolari, o aggregati di cellule tumorali isolati nel tessuto adiposo periviscerale, spesso localizzati in sede perivascolare o perineurale. La crescita infiltrativa si associa a prognosi peggiore.

    3. Infiltrazione linfocitaria peritumorale. Si distinguono:
      • Infiltrazione linfocitaria al bordo di invasione tumorale. Viene classificata come marcata quando si osserva un significativo numero di linfociti ed altre cellule infiammatorie. Negli altri casi o quando è evidente solo in una parte del tumore viene classificata come moderata, scarsa o assente .
      • Infiltrazione linfocitaria "tipo Crohn" . Intensa: numerosi e voluminosi aggregati linfocitari, spesso con centro germinativo, situati alla periferia del tumore, principalmente localizzati al margine esterno della tonaca muscolare. Lieve: occasionali aggregati linfocitari, prevalentemente di piccole dimensioni e senza centri germinativi. Assente: aggregati linfocitari molto rari e di piccole dimensioni o completamente assenti.
      Entrambi i tipi sono fattori prognostici favorevoli, purchè l'infiltrazione linfocitaria sia marcata .
  1. Margini di resezione.
    Specificare la adeguatezza dei margini di resezione prossimale, distale e radiale. In particolare è fondamentale la valutazione del margine radiale nel carcinoma del retto, essendo un importante fattore predittivo di recidiva locale . Nelle neoplasie rettali è opportuno in tutti i casi riportare la distanza minima del tumore da questo margine di resezione .

  2. Linfonodi regionali
    Specificare il numero di linfonodi esaminati ed il numero di linfonodi metastatici. L'esame istologico dovrebbe comprendere almeno 12 linfonodi regionali: la più recente classificazione TNM (1997) indica che 12 o più linfonodi devono essere esaminati per classificare un tumore come pN0. Lo stato linfonodale ha una notevole importanza nella pianificazione terapeutica post-operatoria del paziente ed anche il numero di linfonodi metastatici è un rilevante fattore prognostico.
    Secondo le indicazioni della classificazione TNM , i noduli tumorali nel tessuto adiposo pericolico e perirettale di dimensioni > 3 mm senza evidenza istologica di residue strutture linfonodali devono essere classificati come linfonodi metastatici; se di dimensioni < 3 mm devono essere considerati come estensione in discontinuità della neoplasia.

  3. Metastasi a distanza
    Specificare gli organi interessati

  4. Altri processi patologici colorettali
    Riportare la presenza di polipi (specificandone il tipo), se la neoplasia è insorta nel contesto di una colite ulcerosa o morbo di Crohn, o altri processi patologici di rilievo.

Stadiazione
L'applicazione di uno specifico sistema di stadiazione tumorale è facoltativa. È importante che il referto fornisca dati sufficienti per l'applicazione dei sistemi di stadiazioni più utilizzati e che il sistema di stadiazione eventualmente impiegato sia specificato con esattezza dal patologo. È tuttavia da rilevare la sempre più ampia diffusione del sistema di stadiazione TNM , cui si è fatto più volte riferimento, e di cui si raccomanda l'utilizzo.
In aggiunta, è possibile stadiare i carcinomi del colon-retto secondo i criteri di Dukes (mod. Aster e Coller 1954) e classificarli secondo i gruppi proposti da Jass .

Criteri diagnostici minimi
Sono da considerarsi criteri diagnostici minimi, cioè parametri che devono essere sempre riportati nella refertazione di resezioni chirurgiche per carcinoma del colon-retto:

Altri parametri che dovrebbero essere compresi nel referto sono:


Adenoma-carcinoma del retto colon: il razionale delle checklist
Le informazioni desunte dall'esame istopatologico degli adenomi asportati endoscopicamente e del CRC resecato chirurgicamente sono di fondamentale importanza per definire lo stadio di progressione della malattia neoplastica, programmare la terapia, formulare una prognosi: la diagnosi patologica deve quindi essere, oltre che corretta, completa. Il 20% dei referti di cancri del colon ed il 50% di quelli del retto presenta rilevanti carenze nei parametri istopatologici predittivi ed il più importante fattore correttivo per la completezza delle informazioni è l'utilizzo di un referto standardizzato o di checklists .


Adenoma e adenoma cancerizzato: prospetto base per checklist

Sede
  • cieco
  • colon ascendente
  • flessura epatica
  • colon trasverso
  • flessura splenica
  • colon discendente
  • colon sigmoideo
  • giunzione sigmoido-rettale
  • retto
Dimensioni
  • cm
Istotipo
  • tubulare
  • tubulovilloso
  • villoso
  • Istotipi particolari (Polipo misto, Iperplastico/Adenomatoso; Adenoma serrato)
Displasia
  • lieve
  • moderata
  • grave
Grading del carcinoma (in Adenomi Cancerizzati)
  • Grado I (ben differenziato)
  • Grado II (moderatamente differenziato)
  • Grado III (scarsamente differenziato, carcinoma a cellule ad anello con castone)
Peduncolo
  • presente (cm)
  • assente (sessile)
  • non valutabile
  • infiltrazione neoplastica (in adenomi cancerizzati):
    • 3° superficiale
    • 3° medio
    • 3° profondo
Margine di resezione
  • non valutabile
  • adenomatoso
  • carcinomatoso
  • indenne (in adenomi cancerizzati segnalare la distanza in mm del carcinoma dal margine)
Invasione vascolare (in Adenomi Cancerizzati)
  • assente
  • presente
Rapporto Adenoma / Carcinoma Rapporto percentuale tra le superfici istologiche del tessuto adenomatoso / carcinoma infiltrante la sottomucosa


Resezione chirurgica per carcinoma del colon retto: prospetto base per checklist

Parametri macroscopici

Sede
  • cieco
  • colon ascendente
  • flessura epatica
  • colon tasverso
  • flessura splenica
  • colon discendente
  • colon sigmoideo
  • giunzione sigmoido-rettale
  • retto
Configurazione macroscopica
  • polipoide-vegetante
  • ulcero-infiltrante
  • ad anello o manicotto (stenosante)
  • piana
  • tipo linite plastica
Dimensioni
  • lunghezza cm
  • larghezza cm
  • spessore cm
  • diametro maggiore (in alternativa)
Perforazione macroscopica
  • presente
  • assente

Parametri istologici

Istotipo
  • adenocarcinoma, NAS
  • adenocarcinoma con componente mucoide <50%
  • adenocarcinoma mucoide
  • adenocarcinoma a cellule ad anello con castone
  • carcinoma squamoso
  • carcinoma adenosquamoso
  • carcinoma a piccole cellule
  • carcinoma indifferenziato
  • altri tipi: specificare
Grado di differenziazione
  • ben differenziato
  • moderatamente differenziato
  • scarsamente differenziato
Livello di infiltrazione
  • sottomucosa
  • tonaca muscolare
  • sottosierosa e/o tessuto adiposo periviscerale non rivestito da sierosa
  • sierosa e/o altri organi e strutture
Invasione vene extramurali
  • assente
  • presente
Tipo di crescita
  • espansivo
  • infiltrativo
Infiltrazione linfocitaria peritumorale
  • scarsa o assente
  • moderata
  • marcata
Infiltrazione dei margini di resezione
  • distale: presente;assente: distanza mm
  • prossimale: presente; assente: distanza mm
  • radiale: presente;assente: distanza mm
Linfonodi regionali
  • numero di linfonodi esaminati
  • numero di linfonodi metastatici
Metastasi a distanza
  • assenti
  • presenti; sede: specificare

Patologia colorettale associata

Stadio Patologico
TNM (1997): pT, pN, pM
Altro sistema di stadiazione: Dukes (mod. Aster e Coller 1954): A - B1 - B2 - C1 - C2 - D
Jass (1987): gruppo I - II - III -  IV


Bibliografia essenziale e letture consigliate
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