Nasce a Roma il 7/9/1940 dal siciliano Salvatore Argento, critico cinematografico, e dalla brasiliana Elda Luxardo, fotografa di moda. Iscrittosi al Liceo classico lo abbandona al secondo anno, decidendo di scappare di casa. In questo periodo Argento è costretto a vivere di espedienti; nella sua permanenza a Parigi, ad esempio, lavora come lavapiatti. Tornato a Roma viene assunto dalla redazione del quotidiano "Paese Sera" dove svolge il ruolo di critico cinematografico. Nel 1966 partecipa al film di Alberto Sordi "Scusi, lei è favorevole o contrario?". Nel 1966 scrive per Sergio Leone "C'era una volta il West". Dopo aver scritto una serie di sceneggiature decide, nel 1969, di scrivere "L'uccello dalle piume di cristallo" che verrà da lui diretto, e prodotto dal padre, col quale fonda la S.E.D.A Spettacoli. Nello stesso anno Argento scrive il suo secondo thriller, "Il gatto a nove code" e successivamente "Quattro mosche di velluto grigio" (1971) con il quale sviluppa nuove e innovative tecniche. Dopo due anni, ricompare con "Le cinque giornate"(1973) con cui staccherà col suo periodo precedente; "Profondo Rosso"(1975) rappresenta il capolavoro del cinema di Argento. In questo film la violenza ha già qualcosa di sacro e di misterioso. Non ci sono ancora demoni e streghe ma già si avverte una sensazione malsana. "Suspiria"(1977) apre, definitivamente, un secondo periodo. Ne chiarisce gli intenti, le caratteristiche: la morte è superata, si vuol raggiungere e parlare direttamente dell'aldilà. Per far questo si ticorre alle streghe che, con la morte, legano questo film a "Inferno"(1980), altra pellicola interessante e ricca di effetti speciali truculenti e spaventosi. Nell'82, esce "Tenebre". Altro passaggio, il terzo, quasi ci trovassimo nel punto in cui le due tendenze finiscono con l'unirsi: Argento ritorna al giallo, ma non è quello piu' o meno classico delle sue origini. E' qualcosa di nuovo, di diverso, dove horror, fantastico e giallo si uniscono e si fondono. Argento gioca continuamente con la verosimiglianza. E' difficile - e divertente - stargli dietro. Con "Phenomena" (1985) questo processo viene portato avanti: non è il sonno della ragione a generare mostri, è piuttosto il sonno della natura che, nel bene o nel male, genera mostruosità. Ultimo filone è quello di "Opera" (1987), "Due occhi diabolici" (1990), del quale ha diretto il secondo episodio ("Il gatto nero"), "Trauma" (1994), nel quale appare, per la prima volta in un suo film, la figlia Asia, che lavorerà con il padre ancora in "La sindrome di Stendhal" (1996) e ne "Il fantasma dell'Opera" (1998). L'ultimo lavoro del maestro è stato "Non ho sonno" (2001), un gran bel film interpretato da Max Von Sydow, Stefano Dionisi e Chiara Caselli, con il quale ritorniamo a vedere un film giallo proprio come quelli che lo hanno reso famoso negli anni '70 e che aveva abbandonato per dedicarsi ad un genere che verteva più sull'occulto e sul drammatico.

Oltre a questi suoi splendidi capolavori, Argento ha finanziato, come potrete riscontrare nella rubrica filmografia, lungometraggi quali "Demoni" (1985, anche sceneggiatura) e "Demoni 2... l'incubo ritorna" (1986, anche soggetto e sceneggiatura) di Lamberto Bava, "La Chiesa" (1989, anche soggetto e sceneggiatura) e "La Setta" (1991, anche soggetto e sceneggiatura) di Michele Soavi. Alle sue produzioni cinematografiche va inoltre aggiunta la serie televisiva "La porta sul buio" (1972), della quale ha diretto gli episodi "Il tram" e "Testimone oculare" e i documentari "Dario Argento's World of Horror" (Il mondo di Dario Argento) (1985) di Michele Soavi e "Dario Argento Master of Horror" (Il mondo di Dario Argento 2) (1991) di Luigi Cozzi.