IL MESSAGGIO DI

GADIR

(Testo integrale della Tradizione di Gadir)

 

Tradotto da

MOSTAFÀ BAKHSHKON

 


In nome di Dio, il Misericordioso, il Benevolo

Prefazione [all’edizione persiana]

Il grande profeta dell’Islam, dopo circa ventitré anni di duro ed estenuante lavoro svolto per adempiere ai doveri connessi alla sua missione profetica, sente una voce, proveniente dal sommo regno celeste, che gli dice: «Ritorna». Il suo messaggio non s’è però ancora diffuso in tutto il mondo ed egli vede la Medina da lui fondata sui princípi e sugli insegnamenti della religione islamica e del monoteismo, minacciata dall’aggressione dei nemici, dei malevoli, della gente bramosa delle cose del mondo; insidiata da nemici i cui petti ribollono dell’odio per questa nuova dottrina divina e per il suo fondatore, i cui cuori bramano di far crollare, in ogni modo possibile, questa costruzione sui suoi abitanti e riacquistare in tal modo i perduti privilegi dell’era preislamica.

Era da molto tempo che questa preoccupazione lacerava il cuore del Profeta, lo inquietava del futuro della religione islamica e dei suoi seguaci.

Egli, su ordine di Dio l’Altissimo, scelse perciò suo cugino paterno Alí - che aveva cresciuto fin dalla sua infanzia - come suo successore, per far permanere l’Islam e per assicurare una corretta direzione degli affari dei Musulmani dopo la sua morte. A tal proposito e a dispetto del dissenso di alcuni, in ogni occasione che si era presentata, il Profeta aveva rammentato alla sua gente tale questione.

Ciononostante, in quest’ultimo periodo la minaccia degli oppositori e dei pretendenti al potere, nei confronti del Profeta, si era fatta piú seria, turbando maggiormente il suo animo.

Il Profeta negli ultimi mesi della sua vita ordinò ai Musulmani di prepararsi a intraprendere il viaggio verso la Mecca per eseguire il sacro rito del pellegrinaggio [Al-hajj], affinché apprendessero, una volta per tutte, dalla loro celeste guida, le norme che regolano questo grande atto d’adorazione.

Fu a tale scopo che con circa centoventimila o, in base a un’altra tradizione, settantamila Musulmani, suoi fedeli, partí per la Mecca. Durante questo viaggio insegnò a loro tutto ciò che doveva insegnare loro dei riti del pellegrinaggio, disse tutto ciò che doveva loro dire.

Ma, come lui stesso dichiarò, durante questo sacro viaggio, da parte di Dio l’Eccelso, ricevette ripetutamente l’ordine di designare nuovamente, dinanzi all’immensa folla dei pellegrini musulmani e in modo piú ufficiale e deciso di ogni altra volta, Alí in qualità di suo successore, di imam della nazione islamica.

Terminati i riti del pellegrinaggio decise di fare ritorno a Medina e, dopo aver dato l’addio alla Casa di Allah e alla sua città natale, s’incamminò assieme all’immensa carovana dei Musulmani.

Il diciottesimo giorno del mese di zi-l-hajjah raggiunse la deserta piana di Juhfah, ove [di solito] i membri della carovana, a qualsiasi gruppo o tribú appartenessero, prendevano la loro strada e si dividevano dai propri compagni di viaggio.

Fu in questo luogo che il fido Angelo della Rivelazione sussurrò nell’orecchio del nobile Profeta l’ordine del Sommo Vero: “O Messaggero, trasmetti alla gente ciò che ti è stato rivelato da Dio, se no, non avrai eseguito la missione del tuo Signore. Dio ti proteggerà dalla [malvagità della] gente”

Il deciso ordine del Signore, il Suo minaccioso messaggio, non lasciò al Profeta la benché minima possibilità di indugiare, di riflettere, poiché, se avesse mancato d’eseguire quell’ordine, di trasmettere quel messaggio, sarebbe stato come se non avesse compiuto alcuna missione. Confortato dalla promessa che Dio gli aveva fatto di proteggerlo e difenderlo [dai nemici], senza alcuna preoccupazione e ansia, decise di eseguire quell’ordine, di trasmettere quel messaggio. Ma in cosa consisteva quest’ordine, la cui importanza era tale che la sua mancata esecuzione sarebbe equivalsa alla distruzione del fondamento della missione del Profeta, alla vanificazione di tutti i suoi sforzi, di ogni sua fatica?

Il Profeta, poco dopo, avrebbe dato delle spiegazioni intorno al contenuto di questo celeste messaggio. A questo stesso proposito fece ritornare indietro quei membri della carovana che se n’erano già andati e ordinò a quelli che erano rimasti indietro di raccogliersi in quel luogo. Finalmente tutti i membri della carovana sostarono in quella deserta piana - nella quale all’infuori delle acacie, raramente era possibile vedere qualche altro arbusto o albero - e si riunirono accanto a un antico stagno chiamato Gadir Khum.

La terra e l’aria, per effetto dei cocenti raggi del sole di mezzodí, erano diventate cosí calde che alcuni, dall’alta temperatura del suolo, avevano messo sotto i propri piedi dei vestiti. Nessuno sapeva esattamente che scopo perseguiva il Profeta con l’organizzazione, in un luogo cosí ostile, in condizioni cosí sfavorevoli, di una tale adunata; ognuno rifletteva per comprendere le sue intenzioni.

Sí, il Profeta, in conformità al minaccioso e deciso ordine che aveva ricevuto dal Signore, voleva determinare le sorti, il futuro cammino del suo popolo e della sua religione, la cui istituzione e il cui mantenimento gli erano costatati infinite ed estenuanti fatiche e lotte.

Stava per verificarsi il piú straordinario e importante evento della storia dell’Islam e dell’esistenza spirituale e materiale dell’uomo.

Passarono cinque ore dallo spuntare del sole in quella deserta piana. Il vecchio e vuoto stagno di Gadir ospitava, in modo naturale e al pari dei grandi campi sportivi, quella grande moltitudine di uomini.

Con l’avvicinarsi dell’istante in cui il Profeta avrebbe comunicato ciò che Dio gli aveva rivelato, discese un grave silenzio sugli astanti; non si sentiva nemmeno il suono delle campane dei cammelli e delle bestie da soma. Il nobile Profeta, con un viso luminoso e deciso, arso e sudato a causa dell’eccessivo caldo - o forse per la gravità del compito che era in procinto di eseguire - salí su alcuni massi o, secondo un’altra tradizione, sulla sella dei cammelli. Gli astanti lo circondavano al pari di un anello che circonda il suo prezioso diamante; guardavano attentamente il suo attraente e amabile viso, segnato dal trascorrere di sessantatré primavere, e cosí facendo dimenticavano completamente la stanchezza del viaggio, il caldo insopportabile del sole.

In quel momento non solo i membri della carovana, bensí tutto il creato era pronto ad ascoltare le parole della sua amata guida, di quel superiore essere; tutti erano in attesa di sentire il messaggio dei cieli.

Dalla vicenda di Gadir, verificatasi nel decimo anno dell’egira e alla presenza di un grande numero di abitanti della penisola arabica, sono passati ormai piú di mille e quattrocento anni; nonostante ciò essa è rimasta sempre viva e indubitabile. Il messaggio di quel memorabile giorno echeggia ancora nelle orecchie degli uomini. In effetti, esso non riguardava solamente quell’epoca, era bensí il progetto di una società ideale, che se fosse stata costruita, se chi era stato designato per guidarla non fosse stato recluso in casa propria, si sarebbe continuato a rispettare l’originale Islam e, con la continuazione del metodo del Profeta, la diffusione dei luminosi insegnamenti coranici e l’abitudine, la graduale formazione di alcune generazioni, si sarebbe corretto il corso della storia. Quei vili e disumani individui, che erano stati sconfitti dall’Islam, non avrebbero potuto piú risorgere e l’essere umano sarebbe andato verso un degno sviluppo, verso la sua perfezione. Secondo quanto tramandano Sunniti e Sciiti, lo stesso Profeta disse: “Se permetterete ad Alí di succedermi, di guidarvi dopo di me, lo troverete una proba guida, capace di guidarvi sulla retta via”

Noi oggi non ricordiamo quell’avvenimento per parlare male di qualcuno o per biasimare questa o quella persona, intendiamo bensí esprimere un rammarico grave come l’estinzione della spiritualità in questa generazione umana, che danna l’umanità per non aver seguito le raccomandazioni che il Profeta fece quel giorno a Gadir. Non vogliamo qui parlare del diritto costantemente calpestato di Alí, intendiamo bensí ricordare una deviazione della profondità della stessa storia, dell’ampiezza del tempo e dell’estensione, della portata della stessa verità, che ha toccato tutte le creature di Dio. Si tratta, in altre parole, di ricordare come sia stata danneggiata la verità, come sia stata essiccata la sorgente della vita materiale e spirituale dell’essere umano.[1]


[1] Alcune di queste frasi sono state prese dal libro “Hamaseye Gadir” scritto da Muhammad Reza Hakimí.

 


I particolari della vicenda di Gadir e del discorso che il venerato profeta dell’Islam pronunciò in quel memorabile giorno dinanzi a quell’immensa folla di Musulmani, sono stati tramandati in modo tale da non lasciare la minima ombra di dubbio riguardo a questo avvenimento storico, da attestare con assoluta certezza la perfetta coincidenza delle parole proferite quel giorno dal Profeta con quanto è stato tramandato. Anzi, il numero di vie attraverso le quali è stata tramandata questa tradizione, la grande quantità di documenti che ne attestano la verità, superano di gran lunga il limite oltre il quale, di solito, si è matematicamente certi del fatto che quanto è stato narrato nella tradizione coincide con ciò che è realmente accaduto.

Insomma, nonostante siano trascorsi diversi secoli da quella vicenda, essa costituisce ancora un avvenimento certo, intorno al quale non è possibile dubitare. A tal proposito, un sapiente sunnita di nome Zia’uddin Al-mugbiliyy dice: “Se la tradizione di Gadir non è certa, allora non esiste nulla di certo nell’Islam”[1]

Tra i Sunniti, centinaia di sapienti, storiografi, esperti di tradizioni islamiche, di esegeti del Corano, di teologi e persino di letterati e lessicografi, hanno narrato e scritto questa tradizione nei loro libri.

In base a quanto le ricerche sono riuscite a dimostrare, i sapienti e gli scrittori del passato hanno lasciato ventisei volumi su tale questione, tra cui ricordiamo:

a)     “Al-wilayah”, scritto dal celebre storico ed esegeta sunnita, Muhammad Ibni Jarír At-tabariyy (morto nel 310 dell’egira lunare), che pare sia stato il primo sapiente a scrivere un libro su tale argomento; in esso ha tramandato, attraverso settantacinque diverse vie di trasmissione, la Tradizione di Gadir. In base a quanto dice Hamwiyy, nella sua opera Mu´jamu-l’udabà (vol. XVIII, pag. 80), egli ha scritto anche un altro libro,  intitolato  “Le Virtú d’Alí Ibni Abitàlib”, che tratta questo argomento.

b)    “Al-wilayah Fi Tarighi Hadithi-l-gadir”, scritto da hàfiz Ibni Ugdah Al-hamidaniyy (morto nel 333 e.l.), che ha tramandato la tradizione attraverso centocinque diverse vie di trasmissione.[2]

c)     “Tarigu Hadithi-l-gadir”, scritto da Abutàlib Abdillah Ibni Ahmad Ibni Zaid Al’anbariyy (morto nel 356 e.l.)[3]

d)    Il libro d’Abu Bakr Muhammad Ibni Amr Ibni Muhammad At-tamimiyy Al-bagdadiyy, noto come “Al-ju´abiyy” (morto nel 355 e.l.), che ha tramandato la tradizione di Gadir attraverso centoventicinque diverse vie di trasmissione.[4]

Oltre a questi, molti altri libri sono stati scritti, riguardo a questo argomento, dai sapienti sciiti, tra i quali ricordiamo la pregiatissima opera “Abagatu-l-anwar”, composta da venti volumi, dei quali dodici sono stati scritti da Mir Hàmed Hosein Hendi, noto storiografo e studioso, e i restanti otto dal suo probo e sapiente figlio. Ricordiamo infine la valida opera “Al-gadir”, in venti volumi, scritta dall’ayatollah allamah shaykh Abdu-l-husain Al’aminiyy (che Iddio purifichi la sua anima). Essa può essere veramente considerata l’enciclopedia sciita della storia dell’Islam e dell’imamato di Alí.

Nel nostro secolo, molti studiosi, narratori di tradizioni islamiche e scrittori sunniti hanno menzionato e registrato [nelle loro opere] la Tradizione di Gadir; tra essi ricordiamo:

1.     Ahmad Az-zainiyy Ad-dahalan Al-makkiyy Ash-shafi´iyy, che ha tramandato la tradizione nell’opera “Al-futuhat Al’islamiyyah”.

2.     Ash-shaykh Yusuf Al-banhaniyy Al-bairutiyy, nell’opera “Ash-sharafu-l-mu’ayyad”.

3.     Ash-shaykh Al-mu’min Ash-shablanjiyy Al-misriyy, nel libro “Nuru-l’absar”.

4.     Ash-shaykh Muhammad Abduh, nel libro di esegesi coranica chiamato “Al-minàr”.

5.     Abdu-l-hamid Alusiyy Al-bagdadiyy, nel libro “Nathru-l-la’aliyy”.

6.     Ash-shaykh Muhammad Habibullah Ash-shanghitiyy, nel libro “Kifayatu-t-tàlib”.

7.     Dott. Ahmad Farid Ar-rifa´iyy, nel libro “Ta´ligatu Mu´jamu-l’udabà”.

8.     Prof. Ahmad Zakiyy Al-misriyy, nel libro “Ta´ligatu-l’agàniyy”.

9.     Prof. Ahmad Nasim Al-misriyy, nel libro “Ta’ligatu Diwani Mehiar Ad-daylamiyy”.

10.     Prof. Muhammad Mahmud Ar-ràfi´iyy, nel libro “Sharhu-l-hashimiyyat”.

11.     Hafiz Nasiru-s-sunnah Al-hadramiyy, nel libro “Tashnifu-l-àzan”.

12.     Dott. Umar Farrúkh, nel libro “Hakimu-l-mu´ammarah”.[5]

Come abbiamo in precedenza ricordato la Tradizione di Gadir possiede, nelle opere degli storiografi, fino a centoventicinque diverse vie di trasmissione. Citiamo, a titolo d’esempio, i nomi di alcuni uomini, tutti celebri compagni del Profeta, che hanno narrato questa tradizione:

1.   Abu Bakr Ibni Abi Guhàfah [il primo Califfo]

2.   Umar Ibni-l-khattab [il secondo Califfo]

3.   Uthman Ibni ´Uffan [il terzo Califfo]

4.  Talhah Ibni Abdillah At-tamimiyy

5.  Zubair Ibni ´Awwàm

6.  Abbas Ibni Abdu-l-muttalib

7.  Usamah Ibni Zaid Ibni Harithah

8.  Anas Ibni Màlik

9.  Jabir Ibni Abdillah Al’ansariyy

10.  Sa´d Ibni Abi Waggàs

11.  Abdu-r-rahman Ibni ´Auf

12.  Hassàn Ibni Thabit

13.  Sa´d Ibni Ubàdah

14.  Abu Ayyúb Al’ansariyy

15.  Abdullah Ibni Mas´ud

16.   Salmàn, il Persiano

17.  Abu Zar Al-gaffàriyy

18.  Ammàr Yasir

19.  Migdàd Ibni Aswad

20.  Samarah Ibni Jundab

21.  Sahl Ibni Hunaif

22.   Ubbai Ibni Ka´b

23.    Alí, il Principe dei Credenti

Tra le donne ricordiamo invece:

1.      Asmà Binti Umays

2.      Ummu Salamah, moglie del Profeta

3.      Aishah, figlia di Abu Bakr [il primo Califfo]

4.      Ummu Hani, Binti Abitalib

5.      As-siddigatu-t-tahirah, Fatimatu-z-zahrà, figlia del Messaggero di Dio.[6]

Ora che abbiamo appurato che la vicenda di Gadir e il messaggio di quel giorno costituiscono i piú importanti avvenimenti della storia dell’Islam, ora che piú di cento milioni di Musulmani al mondo, in base al comandamento divino e conformemente al vincolante testamento spirituale del proprio profeta, accettano l’Islam, il sapere e i precetti religiosi esposti dagli insegnamenti d’Alí, il Principe dei Credenti, e dei puri Imam (la benedizione di Dio sia su tutti loro), è un vero peccato che molti di questi sinceri seguaci dell’Islam e della Shi´ah, non abbiano un’adeguata conoscenza del magnifico e illuminante discorso che il loro profeta pronunciò nel giorno di Gadir, che, a causa della mancata conoscenza della lingua araba, non possano giovarsi di esso. È per soddisfare questa esigenza che è stata fatta la presente traduzione persiana, la quale è stata condotta sul testo tramandato nella pregiata opera “Al’ihtijaj” di Tabarsiyy - grande sapiente e illustre studioso del sesto secolo dell’egira[7] - ed estratto da fonti attendibili. Devo confessare che mantenere nella traduzione la stessa facondia, lo stesso fascino di quel nobile testo è un’impresa che supera le mie capacità; tuttavia: “Se l’acqua del mar non è possibil tirar, pur in misura necessaria ne bisogna ber”

Per finire, vorrei chiarire che il mio intento, nel tradurre questa tradizione, era quello citato in precedenza: né avevo in mente di guidare qualche traviato, poiché “Non tocca a te guidarli, Dio bensí guida chi vuole”, né nutrivo in cuore il desiderio di rivendicare qualche diritto d’Alí, quel capo assoluto, l’uomo che è passato alla storia per gli immensi torti ricevuti. Nonostante i miei difetti e le mie lacune, sono infatti conscio del fatto che la verità non ha bisogno del lavoro di una persona come me, comprendo che gli sforzi di questa debole creatura sono piccoli e insignificanti. Mi rallegro solo d’essere polvere che segue questa nobile carovana e giuro su Dio che questo è per me un infinito onore.

Nelle pagine che seguono sarà presentato alla gentile attenzione del lettore il testo del sermone che il Profeta (le benedizioni di Dio siano su lui e sulla sua famiglia) pronunciò a Gadir, assieme alla sua traduzione persiana.

Tehran, Ramadan 1415 (e. l.)                                                              Alí Akbar Sadeghi



IL MESSAGGIO DI

GADIR


In nome di Dio, il Misericordioso, il Benevolo

La lode appartiene solo a Dio, che è eccelso nella Sua unicità, vicino nella Sua impareggiabilità, maestoso nel Suo impero e grande nei suoi pilastri. Egli comprende ogni cosa con la Sua sapienza e soggioga tutte le creature con la Sua forza e la Sua prova. Egli è il Glorioso che mai ha cessato di esistere e il Lodato che mai cesserà di esistere. Egli è il Creatore dei cieli, è Colui che distende le terre, è il Dominatore delle terre e dei cieli, il Purissimo, l’Immacolatissimo, il Signore degli angeli e di Ruh. Egli è generoso nei confronti di tutto ciò che ha creato, munifico rispetto a tutto ciò che ha prodotto. Egli vede ogni occhio, ma gli occhi non lo vedono. Egli è il Magnanimo, il Paziente, il Clemente la cui misericordia s’estende ad ogni cosa; Egli benefica le Sue creature con ciò che dona. Nel vendicarsi [dei delinquenti] non s’affretta, né anticipa loro ciò che si meritano del Suo castigo. Egli comprende i segreti, conosce gli animi, nessun mistero è a Lui nascosto e nulla d’arcano è in grado di farlo sbagliare. Egli comprende e soggioga ogni cosa, è forte in tutto, è onnipotente e nulla gli è simile. Egli crea dal nulla tutte le cose, è eterno, costante nella giustizia e non v’è altra divinità all’infuori di Lui, l’Invulnerabile, il Saggio. Dio è cosí elevato che gli occhi non sono in grado di comprenderlo; Egli però nota gli occhi ed è l’Acuto, l’Informato. Nessuno riesce a descriverlo osservandolo; nessuno sa com’è segretamente e palesemente, se non per quanto Lui stesso, sia glorificato e magnificato, ha rivelato di Sé. Io attesto che Egli è il Dio Unico, la cui purezza ha riempito il creato, la cui luce vela l’eternità. Egli decreta i suoi comandamenti senza aver bisogno di consigliarsi con alcun consigliere, non ha soci nel [determinare] le sorti [delle Sue creature] e non esiste alcun’imperfezione nei [Suoi] provvedimenti. Ha donato forma a ciò che ha creato senza basarsi su alcun modello e ha creato le Sue creature senza farsi aiutare da alcuno, senza alcuna fatica, senza aver avuto bisogno di ricorrere ad alcun espediente. Egli ha voluto crearle [le creature] ed esse sono venute a esistere, le ha create e si sono manifestate. Egli è dunque Allah, all’infuori del Quale non v’è altra divinità, Colui che ha reso salda la propria creazione e bello ciò che ha creato. Egli è l’Equo che non fa ingiustizia, il Generosissimo al quale ogni cosa ritorna. Io attesto che Egli è Colui al Cui potere ogni cosa si piega e che dinanzi alla Sua maestà tutto s’umilia. Egli è il Signore dei Signori, Colui che muove gli astri, che domina il sole e la luna - ciascuno dei quali continuerà a muoversi sulla propria orbita fino a una fine predestinata. Egli fa subentrare la notte al giorno e il giorno alla notte, la quale è celermente alla ricerca del giorno. Egli è Colui che rovina ogni empio tiranno, che distrugge ogni ribelle demonio. Egli non ha né opposti né simili, è Uno, Autosufficiente. Egli non ha generato, non è stato generato e non ha pari. Egli è Dio Unico e Signore Glorioso. Vuole dunque fa, intende dunque agisce, sa dunque conta. Fa morire e dona vita, rende bisognosi e soddisfa i bisogni; dona il riso e il pianto, rifiuta ed elargisce. Suo è l’impero, a Lui solo appartiene la lode, nelle Sue mani è il bene ed Egli è l’Onnipotente. Egli introduce la notte nel giorno e il giorno nella notte. Non v’è altra divinità all’infuori di Lui, l’Impenetrabile, il Clementissimo, Colui che esaudisce le preghiere, dona generosamente e conta i respiri. Egli è il Signore dei ginn e degli uomini. Nulla gli è difficile, non lo infastidiscono le grida dei supplicatori né lo influenzano le pressioni di coloro che chiedono con insistenza. Egli è il protettore dei probi, Colui che procura successo ai salvi, il padrone delle creature dell’universo, Colui che ha il diritto d’essere ringraziato e lodato da ogni Sua creatura. Io lo lodo nelle gioie e nei dolori, nel disagio e nel benessere; credo in Lui, nei Suoi angeli, nei Suoi libri e nei Suoi messaggeri. Ascolto ogni Suo ordine e ubbidisco; mi precipito verso tutto ciò che lo soddisfa, mi sottometto al Suo decreto, desideroso di ubbidirgli e timoroso d’incorrere nel Suo castigo, poiché Egli è Allah, la Cui ira non lascia scampo e dal Quale non si deve temere alcuna ingiustizia. Io ammetto che sono Suo servo e attesto che Egli è il mio Signore. Io comunicherò [alla gente] ciò che Egli mi ha rivelato, non sia che, non facendo ciò, Egli mi colpisca con un terribile castigo, che nessuno, per quanto astuto sia, sarebbe in grado di allontanare da me. Non v’è altra divinità all’infuori di Lui!  In effetti, Allah mi ha fatto sapere che se non comunicherò ciò che mi ha rivelato, non avrò eseguito la missione da Lui affidatami; m’ha infine assicurato protezione. Egli è Allah, il Sufficiente, il Generoso. Dio m’ha dunque rivelato [il seguente versetto]:

In nome di Dio, il Misericordioso, il Benevolo

O Messaggero, comunica ciò che ti è stato rivelato dal tuo Signore (riguardo alla questione della successione di Alí Ibni Abitàlib, su di lui la pace) e [sappi che] se non lo farai non avrai eseguito la missione che Egli ti ha affidato. Dio ti proteggerà dalla gente

O gente, io non ho mancato di comunicare ciò che Dio l’Altissimo m’ha rivelato; ora vi spiegherò la ragione della rivelazione di questo versetto. In verità, [l’arcangelo] Gabriele, pace su di lui, è disceso a me tre volte e m’ha comunicato l’ordine del Pacifico, del mio Signore - Egli è infatti il Pacifico - di fermarmi in questo luogo e di spiegarvi tutto [ciò che concerne la questione dell’imamato d’Alí]. In verità, Alí Ibni Abitalib, pace su di lui, è mio fratello, mio vicario, mio successore, l’imam dopo di me. Egli rispetto a me è come Aronne rispetto a Mosè, con l’unica differenza che dopo di me non ci sarà piú alcun profeta. Dopo Dio e il Suo Messaggero, egli è il vostro padrone. Dio, il Benedetto, l’Altissimo, mi ha infatti rivelato, a tal proposito, il seguente versetto del Suo Libro: “In verità, vostri padroni sono solo Dio, il Suo Messaggero e coloro che hanno prestato fede, che eseguono la preghiera e danno la zakàh mentre sono in rukú [inchino della preghiera]”. Alí Ibni Abitalib, pace su di lui, ha [sempre] compiuto la preghiera, ha dato la zakah mentre era in rukú. Egli cerca Allah, sia glorificato e magnificato, in ogni stato.

O gente, chiesi a Gabriele di dispensarmi dal comunicarvi quanto vi ho ora detto, poiché sapevo che pochi sono i timorati e molti gli ipocriti; poiché sapevo già del tradimento degli empi, dell’inganno di coloro che si sono presi gioco dell’Islam, gli stessi riguardo ai quali Dio, nel Suo Libro, dice: “…parlate di ciò di cui non sapete nulla e pensate che [tale questione] sia cosa semplice [e di poco conto], mentre per Dio è assai grande [e importante]”. Non ho ancora dimenticato le loro ripetute molestie; essi arrivarono addirittura a chiamarmi credulo, pensando ch’io fossi veramente cosí, e ciò a causa del forte attaccamento che egli [Alí] ha per me e della sollecitudine che ho io per lui. Dio, sia glorificato e magnificato, rivelò dunque, a tal proposito, il seguente versetto coranico: “Tra loro vi sono quelli che molestano il Profeta e dicono: ‘Egli è un ingenuo’. Di’ [loro]: ‘La sua ingenuità [ciò che voi pensate essere ingenuità] è a vostro favore. Egli crede in Dio e crede ai credenti”.

Se avessi voluto nominare uno ad uno i loro nomi avrei potuto farlo, avrei potuto disonorarli, presentarli alla gente dando i loro segni di riconoscimento, tuttavia, giuro su Dio che sono stato indulgente nei loro confronti. Tutto ciò però non sarà in grado di far compiacere Allah di me, a meno che io non comunichi ciò che m’ha rivelato: “O Messaggero, comunica ciò che ti è stato rivelato dal tuo Signore (riguardo ad Alí) e [sappi che] se non lo farai non avrai eseguito la missione che Egli ti ha affidato. Dio ti proteggerà  dalla gente”

O gente, sappiate che, in verità, Dio ha nominato Alí come vostro padrone e imam, rendendo la sua ubbidienza obbligatoria a ogni individuo, appartenga egli ai Muhàjirun o agli Ansàr o a coloro che sono diventati musulmani seguendo questi due gruppi; sia egli beduino o cittadino, straniero o arabo, uomo libero o schiavo, giovane o anziano, bianco o nero. Ogni monoteista è tenuto ubbidirgli. Vincolante è la sua sentenza, la sua parola, il suo comando; maledetto è chi gli disubbidisce, benedetto chi gli ubbidisce e credente chi gli presta fede. Dio benedirà sicuramente una tale persona e chiunque ascolterà le parole d’Alí e si sottometterà a lui.

O gente, questa è l’ultima volta che ci riuniamo in questo luogo: ascoltate dunque! Ubbidite e sottomettetevi al comandamento del vostro Signore, poiché Dio, sia glorificato e magnificato, è il vostro padrone, la vostra divinità. Dopo Allah, io, Muhammad, che sono qui in piedi a parlarvi - che Iddio benedica me e la mia Famiglia - sono vostro padrone, e, dopo di me, Alí sarà, per ordine divino, vostro padrone e imam; dopodiché l’imamato passerà ai figli d’Alí, da me discendenti, fino al giorno in cui non incontrerete Dio e il Suo Messaggero.

Non esiste cosa lecita che non sia stata resa tale da Dio e lo stesso dicasi per le cose proibite. Dio m’ha fatto conoscere le cose lecite e quelle proibite e io ho insegnato ad Alí ciò che il mio Signore m’ha fatto sapere del Libro e di ciò che egli ha permesso e ciò che ha vietato. O gente, non esiste nulla che Dio non m’abbia insegnato e tutto ciò che m’è stato insegnato, io l’ho insegnato all’Imam dei Timorati [Alí]. Non esiste nulla che io non gli abbia fatto sapere: egli è la Chiara Guida.

O gente, non deviate da lui, non abbandonatelo, non ribellatevi alla sua autorità (oppure ‘non rifiutatevi di riconoscere la sua autorità’), poiché egli è colui che guida verso la verità, pratica il vero, distrugge il falso e vieta il male; sul sentiero di Dio, nessuno è capace di fermarlo biasimandolo. Egli, inoltre, è stato il primo a credere in Dio e nel Suo Messaggero. Fu lui che sacrificò se stesso per l’Inviato di Dio e che rimase sempre con lui. [Prima che la gente si convertisse all’Islam] solo lui adorava Iddio assieme al Messaggero d’Allah.

O gente, considerate Alí superiore a chiunque altro, poiché Iddio lo ha considerato tale; riconoscete la sua autorità, poiché è stato Allah a nominarlo [imam]. O gente, egli è imam per nomina divina e Dio non accetterà mai il pentimento di coloro che si rifiuteranno di riconoscere la sua autorità, non li perdonerà mai. È sicuro che Dio si comporterà in tal modo con coloro che disubbidiranno ai suoi ordini; essi saranno da Lui puniti in eterno con un duro e tremendo castigo. Guardatevi dunque dal disubbidire ad Alí, poiché [se farete ciò] incorrerete in un fuoco che s’alimenta di uomini e pietre, preparato per  i miscredenti.

O gente, giuro su Dio che i profeti e i messaggeri venuti prima di me hanno dato la lieta novella della mia venuta. Io sono l’ultimo dei profeti, dei messaggeri divini, sono la prova [di Dio] per tutte le [Sue] creature, sia per quelle del cielo sia per quelle della terra. Chiunque dubiti su ciò è miscredente, di miscredenza dell’era preislamica. Chi ha il minimo dubbio su queste mie parole, in realtà dubita su tutto ciò che ho finora detto. Chi dubita su ciò sarà punito [da Dio] col fuoco dell’Inferno. O gente, Dio, donandomi questa superiorità, mi ha accordato una [immensa] grazia, un [grande] beneficio. [Io attesto che] all’infuori di Lui non esiste altra divinità; solo a Lui appartiene la mia lode, per l’eternità e in ogni caso.

O gente, considerate Alí superiore [a chiunque altro], poiché, dopo di me, egli è [in assoluto] il migliore essere umano. È a causa nostra che Dio sostenta le Sue creature ed esse continuano a esistere. Maledetto, maledetto! Disgraziato, disgraziato è chi nega, respinge queste mie parole. Sappiate infatti che è stato Gabriele a portarmi questa notizia da Dio l’Altissimo, dicendo: «Dio ha detto: “Chiunque sarà ostile ad Alí sarà da Me maledetto, sarà colpito dalla Mia ira”. Ognuno deve dunque vedere cosa s’è preparato per il [suo] domani. Temete quindi Iddio dal contraddirlo, dal traviarvi dopo aver trovato il retto sentiero. In verità, Dio sa quel che fate.

O gente, è Alí il “Jambillàh” di cui parla Allah nel Suo Libro: “Affinché nessuno dica: Ahimé, quanto sono stato negligente nei confronti di Jambillàh…”. O gente, studiate attentamente il Corano, comprendetene i versetti: concentratevi su quelli ‘saldi’ [di facile comprensione] e non seguite quelli ‘non chiari’. Giuro su Dio che nessuno è in grado di chiarirvi i comandamenti e l’interpretazione del Corano all’infuori dell’uomo che, in questo momento, ho preso per la mano, ho sollevato, del quale ho alzato il braccio e [riguardo al quale] v’annuncio: quest’uomo, Alí, è il padrone di chiunque io sono il padrone! Egli, Alí Ibni Abitalib, la pace sia su di lui, è mio fratello, è il mio vicario; Dio mi ha rivelato che [dopo di me] è necessario piegarsi alla sua autorità.

O gente, in verità, Alí e i Puri della mia progenie sono il “thigl” minore, mentre il Corano è il “thigl” maggiore: ciascuno di essi informa dell’altro ed è in accordo con esso; essi non si separeranno mai tra di loro, finché non mi raggiungeranno allo Stagno [di Kawthar]. Alí e i Puri della mia progenie sono i fidati di Dio tra le Sue creature, coloro che governano a nome Suo sulla Sua terra.

Sappiate che vi ho detto tutto, vi ho comunicato ogni cosa, vi ho fatto sentire tutta la verità, vi ho spiegato tutto! Sappiate che vi detto tutto e solo ciò che Dio, sia glorificato e magnificato, mi ha ordinato di dire. Sappiate che solo questo mio fratello [Alí] è “Amiru-l-mu’minin” [principe dei credenti] e, dopo di me, a nessuno, all’infuori di lui, è lecito assumere la guida dei credenti.

(Dopodiché il Profeta, che Iddio benedica lui e la sua famiglia, afferrò il braccio di Alí - che si trovava vicino a lui da quando questo era salito sul pulpito - e lo sollevò al punto che i piedi d’Alí arrivarono all’altezza dei ginocchi del Messaggero d’Allah, la benedizione di Dio sia su di lui e sulla sua famiglia. Disse dunque) O gente, questo è Alí, mio fratello, il mio vicario, il custode della mia scienza, colui che dopo di me dovrà guidare il mio popolo, dovrà interpretare il Libro di Dio, sia glorificato e magnificato, colui che invita la gente a Dio, che fa tutto ciò che compiace il Signore, che combatte i Suoi nemici, che aiuta a ubbidire ad Allah e impedisce che sia disubbidito. Egli è il successore dell’Inviato d’Allah, il Principe dei Credenti, l’imam che guida sul retto sentiero, colui che, per ordine di Dio, ucciderà i Nàkithin, i Gàsitin e i Màrighin. Ciò che dico lo dico per ordine del mio Signore e io non altero nulla di ciò che Egli mi rivela. O Dio, Tu ama chi vuole bene ad Alí e sii nemico di chi gli è nemico; maledici chi lo rinnega e colpisci con la Tua ira chi si rifiuta di riconoscere il suo diritto [alla successione].

O Dio, in verità, Tu mi hai rivelato che dopo di me l’imamato spetterà ad Alí, il Tuo diletto, e che, nel momento in cui avessi chiarito ciò [alla gente] e l’avessi nominato [mio successore], avresti reso perfetta ai Tuoi servi la loro religione, avresti compiuto su di loro la Tua grazia e ti sarebbe piaciuto di dare loro per religione l’Islam. Dicesti infatti: “Chiunque scelga [di seguire] una religione diversa dall’Islam, [sappia che] non gli sarà mai accettata da Dio e [che] nell’Aldilà sarà fra i perdenti”. O Dio, Tu sei testimone che ho comunicato [alla gente ciò che mi hai rivelato] e Tu mi basti come testimone. O gente, in verità, Dio, sia glorificato e magnificato, ha reso perfetta la vostra religione con l’imamato d’Alí; perciò, chiunque si rifiuterà di seguire lui e chi dei miei figli, da lui discendenti, gli succederà fino al Giorno del Giudizio e della Comparsa dinanzi a Dio, sia glorificato e magnificato, apparterrà a quelli che distruggono le loro [buone] azioni e sono destinati a rimanere nel fuoco [dell’Inferno] per l’eternità, senza che sia loro alleggerito il castigo né venga loro data alcuna occasione di salvarsi.

O gente, questo è Alí, il piú sollecito di voi nell’aiutarmi, il piú degno di voi rispetto a me, il piú vicino e il piú caro di voi a me. Allah, sia glorificato e magnificato, ed io, siamo soddisfatti di lui. Non è stato rivelato alcun versetto denotante la soddisfazione divina che non lo riguardasse e Dio non s’è mai rivolto ai credenti senza intendere principalmente lui; nel Corano non è stato rivelato alcun versetto d’elogio che non riguardasse lui. Dio nella Sura dell’Uomo non parla del Paradiso se non per lui; Egli ha rivelato questa sura solo per lui e con essa non ha lodato che lui.

O gente, Alí è il difensore della religione di Dio, il protettore del Messaggero d’Allah. È lui il timorato, il puro, la guida sul retto sentiero, il ben guidato. Il vostro profeta è il migliore profeta, il suo vicario è il miglior vicario e i suoi figli sono i migliori vicari. O gente, la progenie di ogni profeta discende da lui stesso, mentre la mia progenie discende da Alí.

O gente, in verità, Iblís, per invidia, scacciò Adamo dal Paradiso; badate dunque a non essere invidiosi d’Alí, poiché in tal modo distruggereste le vostre [rette] azioni e vi traviereste. In effetti, Adamo a causa di un solo errore fu fatto scendere sulla terra, nonostante fosse il prediletto d’Allah, sia glorificato e magnificato. Cosa ne sarebbe dunque di voi, dal momento che alcuni di voi sono [addirittura] nemici di Dio?

Non odia Alí se non lo sciagurato, non lo ama se non il timorato, non gli presta fede se non il credente devoto. Giuro su Dio che la Sura Wa-l´asr [CIII] è stata rivelata riguardo ad Alí: “In nome di Dio, il Misericordioso, il Benevolo. Per il tempo! In verità, l’essere umano è in [continua] perdita…”. O gente, ho preso Dio come testimone e vi ho comunicato ciò che m’era stato ordinato di trasmettere; il messaggero non ha altro dovere che comunicare chiaramente [ciò che gli viene rivelato dal suo Signore].

O gente, temete Iddio com’è giusto temerlo e non morite se non da musulmani. O gente, prestate fede a Dio, al Suo Messaggero e alla luce che è stata fatta discendere con lui: “Prima che annientassimo alcuni visi, facendoli ritornare indietro”. O gente, questa luce divina è stata introdotta in me, dopo [di me, sarà introdotta] in Alí e dopo nella sua progenie, fino al Gà’im Mahdí [il dodicesimo Imam], il quale farà valere il diritto d’Allah e tutti i nostri diritti, poiché in verità Dio, sia glorificato e magnificato, ha fatto di noi una prova per [condannare nel Giorno del Giudizio] i colpevoli, i nemici del vero, gli oppositori, i traditori, i peccatori e gli iniqui di tutto il mondo.

O gente, sappiate che io sono il Messaggero d’Allah e che prima di me sono morti gli [altri] inviati. Se io dovessi morire o essere ucciso, tornerete forse a seguire la via seguita dai vostri posteri? Il fatto che qualcuno [di voi] torni a seguire il sentiero percorso dai propri posteri, non danneggia assolutamente Iddio. Allah presto ricompenserà i grati. Sappiate che, in verità, Alí è qualificato come paziente e grato e lo stesso sarà, dopo di lui, per i miei figli appartenenti alla sua progenie. O gente, non rinfacciate a Dio il fatto d’essere diventati musulmani, poiché cosí attirereste la Sua ira contro di voi e sareste colpiti da un Suo castigo, ché, in verità, Egli è in agguato.

O gente, in verità, presto vi saranno delle guide [del male] che condurranno [gli uomini] al Fuoco; [sappiate però che] essi nel Giorno del Giudizio non saranno aiutati. O gente, in verità, Allah ed io detestiamo queste persone. O gente, essi, i loro aiutanti, i loro seguaci e i loro fedeli, sono [tutti destinati a bruciare] nel piú basso livello dell’Inferno. Ah, quanto è brutta la dimora dei superbi. Sappiate che essi sono la Gente della Carta [Ashàbu-s-sahifah]. Ognuno di voi faccia dunque attenzione al proprio operato. (La gente, all’infuori di un ristretto numero di persone, non comprese cosa volesse dire il termine ‘Gente della Carta’).

O gente, in verità, io ho depositato questa autorità, in qualità di imamato ed eredità, nella mia discendenza, fino al Giorno del Giudizio. Ho invero comunicato ciò che m’era stato ordinato di comunicare come prova per chiunque, sia esso presente o assente, abbia visto o no, sia già nato o debba ancora nascere. I presenti hanno il dovere di comunicare [quanto ho detto] agli assenti e lo stesso i padri ai figli, fino al Giorno del Giudizio.

Presto [gli empi] usurperanno l’imamato e lo trasformeranno in monarchia. Che Iddio maledica gli usurpatori e coloro che privano ingiustamente del potere, dell’autorità: “Presto ci occuperemo di voi, o uomini e ginn”, “Saranno inviate contro di voi fiamme di fuoco senza fumo e rame [fuso], e non potrete chiedere aiuto a nessuno”

O gente, in verità, Dio, sia glorificato e magnificato, vi  proverà fino a che non avrà distinto il malvagio dal buono; Egli non vi fa conoscere l’occulto. O gente, non esiste terra abitata che Dio non abbia distrutto a causa dell’empietà della sua gente; come ricorda Iddio l’Altissimo: “E cosí [Allah] distrusse le terre abitate i cui abitanti erano iniqui”. O gente, questo è Alí, il vostro imam, il vostro padrone. Dio riguardo ad Alí ha fatto diverse promesse, e [sappiate che] Allah fa fede alle Sue promesse. O gente, prima di voi, la maggior parte dei primi [uomini] uscí dal retto sentiero e Dio li sterminò; ed Egli sterminerà anche gli ultimi. Dice Allah l’Altissimo [nel Corano]: “Non abbiamo forse sterminato i primi? Dopo faremo seguire a loro gli ultimi. Cosí trattiamo i colpevoli. Guai a loro in quel giorno!”.

O gente, in verità, Dio mi ha dato ordini e mi ha imposto divieti, e io ho dato ordini ad Alí e gli ho imposto divieti. Egli conosce dunque gli ordini e i divieti del suo Signore, sia Egli glorificato e magnificato. Ascoltate dunque i suoi ordini e rimarrete al sicuro. Ubbidite e sarete guidati. Rispettate i suoi divieti e crescerete. Conformatevi alla sua volontà e fate in modo che le altre vie non vi distolgano dal seguire la sua. O gente, io sono la retta via di Allah, che Egli vi ha ordinato di seguire. Dopo di me vi sarà Alí e dopo di lui i miei figli da lui discendenti, gli imam che guidano alla verità e vi si conformano costantemente. (Il Profeta recitò quindi alcuni versetti: “La lode appartiene solo a Dio, il Signore dell’universo…” e poi proseguí il suo sermone). [Questa sura] è stata rivelata riguardo a me e agli imam che verranno dopo di me; essa li riguarda ed è esclusivamente riservata a loro. Essi sono i diletti d’Allah, non si fanno mai prendere dalla paura e non sono mai tristi. Sappiate che, in verità, quelli del Partito di Dio sono i vincenti.

Sappiate che i nemici di Alí sono i sobillatori, gli ipocriti, gli oppositori, i trasgressori, i fratelli dei demoni, che, per superbia, si raccontano l’un l’altro delle menzogne.

Sappiate che, in verità, i loro [degli Imam] amici, sono coloro che Dio - sia glorificato e magnificato - ricorda nel Suo Libro dicendo: “Non troverai gente che creda in Dio e nel Giorno Estremo, e, allo stesso tempo, ami coloro che si oppongono a Dio e al Suo Messaggero…”. Sappiate che, in verità, i loro amici sono coloro che Allah - sia glorificato e magnificato – descrive dicendo: “Coloro che hanno creduto e non hanno insozzato la loro fede con l’iniquità, loro solo sono al sicuro; essi sono i ben guidati”. Sappiate che, in verità, i loro amici sono coloro che Dio, sia glorificato e magnificato, descrive dicendo che essi entreranno in Paradiso in [assoluta] pace e sicurezza; gli angeli li incontreranno salutandoli, e diranno loro: “Benvenuti! Entrate dunque in Paradiso [e restate in esso] in eterno”. Sappiate che, in verità, i loro amici sono coloro dei quali Dio, sia glorificato e magnificato, dice: “Entreranno in Paradiso senza che sia loro chiesto conto di nulla”

Sappiate che, in verità, i loro [degli Imam] nemici saranno bruciati in un rovente fuoco. Sappiate che invero i loro nemici sono coloro che sentiranno l’Inferno, mentre ribolle e geme, emettere uno spaventoso rumore. Sappiate che, in verità, i loro nemici sono coloro riguardo ai quali Dio ha detto: “Ogni volta che una nazione entra [all’Inferno] maledice la sua sorella”. Sappiate che, in verità, i loro nemici sono quelli dei quali Allah, sia glorificato e magnificato, dice: «Ogni volta che alcuni [di loro] saranno gettati in esso, i suoi incaricati chiederanno loro: “Non venne a voi un ammonitore?”. Essi diranno: “Sí, venne a noi un ammonitore, ma noi lo tacciammo di menzogna e dicemmo: ‘Dio non ha rivelato nulla! Voi non siete che in palese errore’”»

Sappiate che, in verità, [riguardo a] i loro amici [Allah dice]: “Coloro che temono Iddio in segreto, saranno perdonati e avranno una grande ricompensa”. O gente, grande è la differenza esistente tra l’Inferno e il Paradiso! Nostro nemico è chi Dio biasima e maledice. Nostro amico è [invece] chi Egli loda ed ama.

O gente, sappiate che, in verità, io sono l’ammonitore e Alí è la guida sul retto sentiero. O gente, sappiate che io, in verità, sono profeta e Alí è mio vicario.

Sappiate che invero il Sigillo degli Imam, il Gà’im, il Mahdí, appartiene a noi. Sappiate che egli è invero il sostenitore della Religione. Sappiate che egli, in verità, è colui che si vendicherà dei tiranni. Sappiate che, in verità, egli è colui che espugnerà e distruggerà le [salde] roccaforti. Sappiate che egli è invero lo sterminatore di tutte le genti politeiste. Sappiate che egli si vendicherà di tutti quelli che hanno ingiustamente versato il sangue dei diletti di Dio. Sappiate che egli è invero il soccorritore della Religione di Dio. Sappiate che egli è invero colui che attinge da un profondo mare. Sappiate che, in verità, egli segna ogni virtuoso attraverso la sua virtú e ogni ignorante mediante la sua ignoranza. Sappiate che, in verità, egli è il prediletto, il prescelto di Dio. Sappiate che egli è invero l’erede, il conoscitore di tutte le scienze. Sappiate che, in verità, egli dà notizia del suo Signore e ricorda la questione della fede in Lui. Sappiate che invero egli è ben guidato e saldo. Sappiate che, in verità, a lui sono state affidate le faccende [inerenti alle creature di Dio]. Sappiate che, in verità, le generazioni passate hanno dato la lieta novella della sua venuta. Sappiate che, in verità, egli rimarrà come prova e dopo di lui non vi sarà piú alcuna prova. Non vi sarà verità che non sia con lui e non esisterà luce se non presso di lui. Sappiate che invero nessuno potrà vincerlo e non sarà possibile aiutare nessuno ai suoi danni. Sappiate che, in verità, egli è il diletto d’Allah sulla terra ed è colui che giudica da parte Sua tra le Sue creature. Egli è fedele a Dio, sia per quanto concerne i Suoi segreti sia nelle Sue cose note.

O gente, vi ho spiegato e vi ho fatto comprendere [ciò che volevo che voi sapeste e comprendeste]; dopo di me sarà quest’uomo, Alí, ad istruirvi.

Badate che io, alla fine del mio sermone, v’inviterò a stringermi la mano in segno di giuramento di fedeltà ad Alí e a titolo di riconoscimento del suo imamato; poi vi chiederò di stringere la mano anche a lui. Sappiate che io ho giurato fedeltà a Dio e Alí l’ha giurata a me. Ora io, da parte di Dio, sia glorificato e magnificato, vi farò giurare fedeltà a lui: “Chi mancherà al giuramento lo farà solo a suo danno”

O gente, in verità, il pellegrinaggio [Al-hajj], Safà, Marwah e l’umrah sono tutti segni d’Allah: “Chi dunque compie il pellegrinaggio alla Casa oppure esegue l’umrah, non commette peccato a fare tawàf [girare] attorno a Safà e Marwah”. O gente, eseguite il pellegrinaggio alla Casa, poiché non vi entra famiglia senza diventare ricca e non si rifiuta di venire ad eseguire il pellegrinaggio senza diventare povera. O gente, il credente non si ferma ad Arafàt, a Mash´ar e a Minà, senza che Dio perdoni i peccati che ha commesso fino a quel momento. Quando poi termina il suo pellegrinaggio riprende le sue azioni daccapo [è come se non avesse mai peccato]. O gente, i pellegrini sono aiutati e ciò che spendono viene loro restituito. Allah non mancherà di dare la ricompensa di coloro che compiono le buone azioni. O gente, andate in pellegrinaggio alla Casa con fede completa e conoscenza profonda e non tornate da quei [santi] luoghi senza esservi pentiti e corretti.

O gente, eseguite la preghiera e pagate la zakàh come Dio, sia glorificato e magnificato, vi ha ordinato. E se col passare del tempo trascurerete e dimenticherete, [badate che] Alí è vostro signore e vi spiegherà [tutto]; lui che è stato nominato da Dio, sia glorificato e magnificato, imam dopo di me e, al pari di lui, coloro che Allah farà succedere a me e a lui. Alí v’informerà riguardo a ciò che gli chiederete e vi spiegherà ciò che non conoscete.

Badate che le cose lecite e quelle proibite sono cosí tante che io non posso contarle una ad una, non sono in grado di farle conoscere tutte, ordinando le prime e vietando le seconde, in un’unica volta. Mi è stato dunque ordinato di farvi giurare fedeltà, di farmi stringere la mano da voi in segno di riconoscimento, da parte vostra, di ciò che m’è giunto da Dio, sia glorificato e magnificato, riguardo ad Alí, il Principe dei Credenti, e agli imam che verranno dopo di lui, appartenenti alla mia e alla sua discendenza. Essi svolgeranno con assoluta determinazione la loro funzione di imam fino al Giorno del Giudizio; a loro appartiene il Mahdí che giudicherà secondo verità. O gente, sappiate che non ho cambiato idea riguardo alle cose lecite che vi ho fatto conoscere o quelle proibite che vi ho vietato, non ho cambiato nulla. Ricordate, tenete sempre bene a mente e rammentate agli altri quest’importante verità. Badate di non deformarla, di non alterarla.

Ripeto: eseguite la preghiera e pagate la zakàh. Ordinate il bene e vietate il male; sappiate che il piú importante ordine al bene e divieto del male, consiste nel comprendere le mie parole e comunicarle a chi non è presente, ordinandogli di accettarle e vietandogli di agire contrariamente ad esse. Questo è infatti ordine di Dio, sia glorificato e magnificato, e ordine mio. Non v’è ordine d’eseguire il  bene né divieto di compiere il male se non con un infallibile imam.

O gente, il Corano v’insegna che gli imam che verranno dopo d’Alí apparterranno alla sua progenie e io vi ho insegnato che Alí appartiene a me e io appartengo a lui. Dice infatti Allah nel Suo Libro: “E ne fece una parola destinata a durare in eterno nella sua discendenza”. Dissi inoltre: “Non vi travierete fino a quando vi atterrete ad essi [il Corano e l’Ahlulbait]”

O gente! Il timor di Dio! Il timor di Dio! Temete l’Ora. Dice infatti Allah, sia glorificato e magnificato: “In verità, la scossa dell’Ora sarà cosa terribile”. Rammentate la morte, il momento della resa dei conti dinanzi a Dio, le Sue Bilance, il giudizio del Signore dell’Universo, la ricompensa, il castigo. Chi dunque avrà compiuto il bene sarà ricompensato e chi avrà compiuto il male non gli spetterà nulla del Paradiso.

O gente, siete invero troppi per potermi stringere la mano tutti insieme. Dio mi ha [perciò] ordinato di farvi ammettere ciò che ho decretato riguardo all’imamato d’Alí e degli imam che verranno dopo di lui, appartenenti, come vi ho già fatto sapere in precedenza, alla mia e alla sua discendenza. Ora, tutti insieme, dite: “Noi abbiamo sentito e ti ubbidiamo. Accondiscendiamo e ci sottomettiamo a quanto hai comunicato, da parte del nostro e del tuo Signore, sulla questione [dell’imamato] d’Alí e degli imam da lui discendenti. Noi riguardo a ciò ti giuriamo fedeltà con il cuore, con l’anima, con parola e con l’azione; ti promettiamo di vivere, morire e resuscitare con questa convinzione. Non altereremo, non cambieremo nulla, non dubiteremo, non metteremo in discussione, non mancheremo alla promessa data e non violeremo il patto concluso [con te]. Noi ubbidiamo [solo] a Dio, a te, ad Alí, il Principe dei Credenti, e agli imam della sua discendenza - che tu hai detto appartenere alla tua progenie da lui derivante - che verranno dopo i due [grandi] imam Hasan e Husain”. Di questi due imam vi ho fatto conoscere la posizione rispetto a me, il loro grado per me e dinanzi al mio Signore, sia glorificato e magnificato. Questo è dunque ciò che vi ho detto di loro. Vi ho detto inoltre che, in verità, essi sono i signori dei giovani del Paradiso, gli imam che verranno dopo loro padre Alí; vi ho fatto sapere che io sono il loro padre prima di lui. Dite [dunque]: “Noi, a tal proposito, ubbidiamo a Dio, a te, ad Alí a Hasan, a Husain e agli imam di cui ci hai parlato, promettendo e accettando di convenire d’essere fedeli al Principe dei Credenti con il cuore, con l’anima, con la parola, stringendo la mano o, nel caso in cui non fosse possibile, ammettendolo a parole. A tal proposito, non intendiamo assolutamente cambiare nulla e non pensiamo di potere mai sovvertire ciò [che tu hai disposto]. Prendiamo Iddio come testimone, ché Egli basta come testimone. Anche tu ci sei testimone e lo stesso tutti coloro che ubbidiscono a Dio, siano essi manifesti o nascosti, gli angeli d’Allah, i Suoi eserciti e i Suoi servi. E Dio è maggiore di ogni altro testimone”

O gente, cosa dite? Dio, in verità sente ogni suono e conosce i segreti di ognuno. Perciò, chi segue la retta via lo fa a suo vantaggio, chi s’allontana dal retto sentiero, lo fa solo a suo danno; chi giura fedeltà [ad Alí], ha invero giurato fedeltà a Dio: “La mano di Allah è al di sopra delle loro mani”. O gente, temete dunque Iddio e giurate fedeltà ad Alí, il Principe dei Credenti, a Hasan, a Husain e agli [altri] imam, [che sono una] ‘parola’ pura, eterna. Dio rovinerà chi violerà il giuramento e benedirà chi lo rispetterà: “Chi mancherà al giuramento lo farà solo a suo danno”

O gente, ripetete ciò che vi ho detto, salutate Alí come imam dei credenti, dite: “Abbiamo sentito e ubbidito. O Signore, invochiamo il Tuo perdono. È a Te che tutto ritorna”. O gente, dite: “La lode appartiene solo ad Allah, che ci ha guidati a ciò. Non avremmo mai trovato la retta via se Dio non ci avesse guidato”

O gente, in verità le virtú di Alí Ibni Abitàlib, su di lui la pace, che Allah, sia glorificato e magnificato, ha rivelato nel Corano, sono, presso Dio, in numero tale che io non posso enumerarle in un’unica volta. Perciò, credete alle parole di chi vi informa di tali virtú e le conosce.

O gente, chi ubbidisce a Dio, al Suo Messaggero, ad Alí e agli imam che ho citato in precedenza, in verità, ottiene un grande successo. O gente, i primi [i piú beati], sono quelli che per primi giureranno fedeltà ad Alí, accetteranno la sua autorità, si sottometteranno alla sua autorità di imam dei credenti. Essi sono i vincenti [e vivranno in eterno] nei Giardini dell’Infinita Grazia. O gente, dite ciò che Dio ama che voi diciate, [e sappiate che] se voi e coloro che vivono sulla terra diventaste tutti miscredenti, ciò non arrecherebbe alcun danno ad Allah. O Dio, perdona i credenti e colpisci con la Tua ira i miscredenti. La lode appartiene solamente ad Allah, il Signore dell’Universo.

(La gente esclamò allora: “Abbiamo sentito e ubbidito, col cuore, con la parola e con l’azione, all’ordine di Dio e del Suo Messaggero”. Si ammassarono quindi intorno all’Inviato d’Allah e ad Alí e iniziarono a stringere [loro] la mano. Il primo che strinse la mano al Messaggero di Dio, che Allah benedica lui e la sua famiglia, fu il Primo [Abú Bakr]. Fu quindi seguito, in ordine, dal Secondo [Umar], dal Terzo [Uthmàn], dal Quarto, dal Quinto e dal resto dei Muhajirun e degli Ansàr. Venne poi, il resto della gente, dal piú elevato al piú umile. Tutto ciò durò fino a quando furono eseguite, in un’unica volta, le preghiere del tramonto e della sera. La gente prestò giuramento di fedeltà, strinse la mano al Profeta per ben tre volte e ogni volta che un gruppo prestava giuramento, egli diceva: “Sia lodato Iddio che ci ha reso superiori al resto degli uomini”)



[1] Al-gadir: vol. I, capitolo “Questioni inerenti all’autenticità della Tradizione di Gadir”

[2] Tahzibu-n-nubuwwah: vol. VII, pag. 337.

[3] Najashi, pag. 161.

[4] Al-gadir: vol. I, pagg. 152-158.

[5] Al-gadir: vol. I, pagg. 148-151.

[6] Al-gadir: vol. I, pagg. 5-23.

[7] Abu Mansur Ahmad Ibni Alí Ibni Abitalib At-tabarsiyy.

 

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