IL MESSAGGIO DI GADIR (Testo integrale della Tradizione di
Gadir) Tradotto
da MOSTAFÀ BAKHSHKON
In
nome di Dio, il Misericordioso, il Benevolo Prefazione
[all’edizione persiana] Il
grande profeta dell’Islam, dopo circa ventitré anni di duro ed
estenuante lavoro svolto per adempiere ai doveri connessi alla sua
missione profetica, sente una voce, proveniente dal sommo regno celeste,
che gli dice: «Ritorna». Il suo messaggio non s’è però ancora
diffuso in tutto il mondo ed egli vede la Medina da lui fondata sui princípi
e sugli insegnamenti della religione islamica e del monoteismo, minacciata
dall’aggressione dei nemici, dei malevoli, della gente bramosa delle
cose del mondo; insidiata da nemici i cui petti ribollono dell’odio per
questa nuova dottrina divina e per il suo fondatore, i cui cuori bramano
di far crollare, in ogni modo possibile, questa costruzione sui suoi
abitanti e riacquistare in tal modo i perduti privilegi dell’era
preislamica. Era
da molto tempo che questa preoccupazione lacerava il cuore del Profeta, lo
inquietava del futuro della religione islamica e dei suoi seguaci. Egli,
su ordine di Dio l’Altissimo, scelse perciò suo cugino paterno Alí
- che aveva cresciuto fin dalla sua infanzia - come suo successore, per
far permanere l’Islam e per assicurare una corretta direzione degli
affari dei Musulmani dopo la sua morte. A tal proposito e a dispetto del
dissenso di alcuni, in ogni occasione che si era presentata, il Profeta
aveva rammentato alla sua gente tale questione. Ciononostante,
in quest’ultimo periodo la minaccia degli oppositori e dei pretendenti
al potere, nei confronti del Profeta, si era fatta piú seria, turbando
maggiormente il suo animo. Il
Profeta negli ultimi mesi della sua vita ordinò ai Musulmani di
prepararsi a intraprendere il viaggio verso la Mecca per eseguire il sacro
rito del pellegrinaggio [Al-hajj],
affinché apprendessero, una volta per tutte, dalla loro celeste guida, le
norme che regolano questo grande atto d’adorazione. Fu
a tale scopo che con circa centoventimila o, in base a un’altra
tradizione, settantamila Musulmani, suoi fedeli, partí per la Mecca.
Durante questo viaggio insegnò a loro tutto ciò che doveva insegnare
loro dei riti del pellegrinaggio, disse tutto ciò che doveva loro dire. Ma,
come lui stesso dichiarò, durante questo sacro viaggio, da parte di Dio
l’Eccelso, ricevette ripetutamente l’ordine di designare nuovamente,
dinanzi all’immensa folla dei pellegrini musulmani e in modo piú
ufficiale e deciso di ogni altra volta, Alí
in qualità di suo successore, di imam della nazione islamica. Terminati i riti del pellegrinaggio decise di fare ritorno a Medina e, dopo aver dato l’addio alla Casa di Allah e alla sua città natale, s’incamminò assieme all’immensa carovana dei Musulmani. Il
diciottesimo giorno del mese di zi-l-hajjah
raggiunse la deserta piana di Juhfah,
ove [di solito] i membri della carovana, a qualsiasi gruppo o tribú
appartenessero, prendevano la loro strada e si dividevano dai propri
compagni di viaggio. Fu
in questo luogo che il fido Angelo della Rivelazione sussurrò
nell’orecchio del nobile Profeta l’ordine del Sommo Vero: “O
Messaggero, trasmetti alla gente ciò che ti è stato rivelato da Dio, se
no, non avrai eseguito la missione del tuo Signore. Dio ti proteggerà
dalla [malvagità della] gente” Il
deciso ordine del Signore, il Suo minaccioso messaggio, non lasciò al
Profeta la benché minima possibilità di indugiare, di riflettere, poiché,
se avesse mancato d’eseguire quell’ordine, di trasmettere quel
messaggio, sarebbe stato come se non avesse compiuto alcuna missione.
Confortato dalla promessa che Dio gli aveva fatto di proteggerlo e
difenderlo [dai nemici], senza alcuna preoccupazione e ansia, decise di
eseguire quell’ordine, di trasmettere quel messaggio. Ma in cosa
consisteva quest’ordine, la cui importanza era tale che la sua mancata
esecuzione sarebbe equivalsa alla distruzione del fondamento della
missione del Profeta, alla vanificazione di tutti i suoi sforzi, di ogni
sua fatica? Il
Profeta, poco dopo, avrebbe dato delle spiegazioni intorno al contenuto di
questo celeste messaggio. A questo stesso proposito fece ritornare
indietro quei membri della carovana che se n’erano già andati e ordinò
a quelli che erano rimasti indietro di raccogliersi in quel luogo.
Finalmente tutti i membri della carovana sostarono in quella deserta piana
- nella quale all’infuori delle acacie, raramente era possibile vedere
qualche altro arbusto o albero - e si riunirono accanto a un antico stagno
chiamato Gadir
Khum. La
terra e l’aria, per effetto dei cocenti raggi del sole di mezzodí,
erano diventate cosí calde che alcuni, dall’alta temperatura del suolo,
avevano messo sotto i propri piedi dei vestiti. Nessuno sapeva esattamente
che scopo perseguiva il Profeta con l’organizzazione, in un luogo cosí
ostile, in condizioni cosí sfavorevoli, di una tale adunata; ognuno
rifletteva per comprendere le sue intenzioni. Sí,
il Profeta, in conformità al minaccioso e deciso ordine che aveva
ricevuto dal Signore, voleva determinare le sorti, il futuro cammino del
suo popolo e della sua religione, la cui istituzione e il cui mantenimento
gli erano costatati infinite ed estenuanti fatiche e lotte. Stava
per verificarsi il piú straordinario e importante evento della storia
dell’Islam e dell’esistenza spirituale e materiale dell’uomo. Passarono
cinque ore dallo spuntare del sole in quella deserta piana. Il vecchio e
vuoto stagno di Gadir
ospitava, in modo naturale e al pari dei grandi campi sportivi, quella
grande moltitudine di uomini. Con
l’avvicinarsi dell’istante in cui il Profeta avrebbe comunicato ciò
che Dio gli aveva rivelato, discese un grave silenzio sugli astanti; non
si sentiva nemmeno il suono delle campane dei cammelli e delle bestie da
soma. Il nobile Profeta, con un viso luminoso e deciso, arso e sudato a
causa dell’eccessivo caldo - o forse per la gravità del compito che era
in procinto di eseguire - salí su alcuni massi o, secondo un’altra
tradizione, sulla sella dei cammelli. Gli astanti lo circondavano al pari
di un anello che circonda il suo prezioso diamante; guardavano
attentamente il suo attraente e amabile viso, segnato dal trascorrere di
sessantatré primavere, e cosí facendo dimenticavano completamente la
stanchezza del viaggio, il caldo insopportabile del sole. In
quel momento non solo i membri della carovana, bensí tutto il creato era
pronto ad ascoltare le parole della sua amata guida, di quel superiore
essere; tutti erano in attesa di sentire il messaggio dei cieli. Dalla
vicenda di Gadir,
verificatasi nel decimo anno dell’egira e alla presenza di un grande
numero di abitanti della penisola arabica, sono passati ormai piú di
mille e quattrocento anni; nonostante ciò essa è rimasta sempre viva e
indubitabile. Il messaggio di quel memorabile giorno echeggia ancora nelle
orecchie degli uomini. In effetti, esso non riguardava solamente
quell’epoca, era bensí il progetto di una società ideale, che se fosse
stata costruita, se chi era stato designato per guidarla non fosse stato
recluso in casa propria, si sarebbe continuato a rispettare l’originale
Islam e, con la continuazione del metodo del Profeta, la diffusione dei
luminosi insegnamenti coranici e l’abitudine, la graduale formazione di
alcune generazioni, si sarebbe corretto il corso della storia. Quei vili e
disumani individui, che erano stati sconfitti dall’Islam, non avrebbero
potuto piú risorgere e l’essere umano sarebbe andato verso un degno
sviluppo, verso la sua perfezione. Secondo quanto tramandano Sunniti e
Sciiti, lo stesso Profeta disse: “Se
permetterete ad Alí di succedermi, di guidarvi dopo di me, lo troverete
una proba guida, capace di guidarvi sulla retta via” Noi
oggi non ricordiamo quell’avvenimento per parlare male di qualcuno o per
biasimare questa o quella persona, intendiamo bensí esprimere un
rammarico grave come l’estinzione della spiritualità in questa
generazione umana, che danna l’umanità per non aver seguito le
raccomandazioni che il Profeta fece quel giorno a Gadir.
Non vogliamo qui parlare del diritto costantemente calpestato di Alí,
intendiamo bensí ricordare una deviazione della profondità della stessa
storia, dell’ampiezza del tempo e dell’estensione, della portata della
stessa verità, che ha toccato tutte le creature di Dio. Si tratta, in
altre parole, di ricordare come sia stata danneggiata la verità, come sia
stata essiccata la sorgente della vita materiale e spirituale
dell’essere umano.[1] [1] Alcune di queste frasi sono state prese dal libro “Hamaseye Gadir” scritto da Muhammad Reza Hakimí.
I
particolari della vicenda di Gadir e del discorso che il venerato
profeta dell’Islam pronunciò in quel memorabile giorno dinanzi a
quell’immensa folla di Musulmani, sono stati tramandati in modo tale da
non lasciare la minima ombra di dubbio riguardo a questo avvenimento
storico, da attestare con assoluta certezza la perfetta coincidenza delle
parole proferite quel giorno dal Profeta con quanto è stato tramandato.
Anzi, il numero di vie attraverso le quali è stata tramandata questa
tradizione, la grande quantità di documenti che ne attestano la verità,
superano di gran lunga il limite oltre il quale, di solito, si è
matematicamente certi del
fatto che quanto è stato narrato nella tradizione coincide con ciò che
è realmente accaduto. Insomma,
nonostante siano trascorsi diversi secoli da quella vicenda, essa
costituisce ancora un avvenimento certo, intorno al quale non è possibile
dubitare. A tal proposito, un sapiente sunnita di nome Zia’uddin
Al-mugbiliyy
dice: “Se la tradizione di Gadir
non è certa, allora non esiste nulla di certo nell’Islam”[1] Tra
i Sunniti, centinaia di sapienti, storiografi, esperti di tradizioni
islamiche, di esegeti del Corano, di teologi e persino di letterati e
lessicografi, hanno narrato e scritto questa tradizione nei loro libri. In
base a quanto le ricerche sono riuscite a dimostrare, i sapienti e gli
scrittori del passato hanno lasciato ventisei volumi su tale questione,
tra cui ricordiamo: a)
“Al-wilayah”,
scritto dal celebre storico ed esegeta sunnita, Muhammad
Ibni Jarír At-tabariyy
(morto nel 310 dell’egira lunare), che pare sia stato il primo sapiente
a scrivere un libro su tale argomento; in esso ha tramandato, attraverso
settantacinque diverse vie di trasmissione, la Tradizione di Gadir.
In base a quanto dice Hamwiyy,
nella sua opera Mu´jamu-l’udabà
(vol. XVIII, pag. 80), egli ha scritto anche un altro libro,
intitolato “Le Virtú
d’Alí
Ibni
Abitàlib”,
che tratta questo argomento. b)
“Al-wilayah
Fi Tarighi Hadithi-l-gadir”,
scritto da hàfiz
Ibni Ugdah Al-hamidaniyy
(morto nel 333 e.l.), che ha tramandato la tradizione attraverso
centocinque diverse vie di trasmissione.[2] c)
“Tarigu
Hadithi-l-gadir”,
scritto da Abutàlib
Abdillah Ibni Ahmad Ibni Zaid Al’anbariyy
(morto nel 356 e.l.)[3] d)
Il libro d’Abu
Bakr Muhammad Ibni Amr Ibni Muhammad At-tamimiyy Al-bagdadiyy,
noto come “Al-ju´abiyy”
(morto nel 355 e.l.), che ha tramandato la tradizione di Gadir
attraverso centoventicinque diverse vie di trasmissione.[4] Oltre
a questi, molti altri libri sono stati scritti, riguardo a questo
argomento, dai sapienti sciiti, tra i quali ricordiamo la pregiatissima
opera “Abagatu-l-anwar”,
composta da venti volumi, dei quali dodici sono stati scritti da Mir
Hàmed Hosein Hendi,
noto storiografo e studioso, e i restanti otto dal suo probo e sapiente
figlio. Ricordiamo infine la valida opera “Al-gadir”,
in venti volumi, scritta dall’ayatollah allamah
shaykh Abdu-l-husain Al’aminiyy
(che Iddio purifichi la sua anima). Essa può essere veramente considerata
l’enciclopedia sciita della storia dell’Islam e dell’imamato di Alí. Nel
nostro secolo, molti studiosi, narratori di tradizioni islamiche e
scrittori sunniti hanno menzionato e registrato [nelle loro opere] la
Tradizione di Gadir;
tra essi ricordiamo: 1.
Ahmad
Az-zainiyy Ad-dahalan Al-makkiyy Ash-shafi´iyy,
che ha tramandato la tradizione nell’opera “Al-futuhat
Al’islamiyyah”. 2.
Ash-shaykh
Yusuf Al-banhaniyy Al-bairutiyy,
nell’opera “Ash-sharafu-l-mu’ayyad”. 3.
Ash-shaykh
Al-mu’min Ash-shablanjiyy Al-misriyy,
nel libro “Nuru-l’absar”. 4.
Ash-shaykh
Muhammad Abduh,
nel libro di esegesi coranica chiamato “Al-minàr”. 5.
Abdu-l-hamid
Alusiyy Al-bagdadiyy,
nel libro “Nathru-l-la’aliyy”. 6.
Ash-shaykh
Muhammad Habibullah Ash-shanghitiyy,
nel libro “Kifayatu-t-tàlib”. 7.
Dott. Ahmad
Farid Ar-rifa´iyy,
nel libro “Ta´ligatu
Mu´jamu-l’udabà”. 8.
Prof. Ahmad
Zakiyy Al-misriyy,
nel libro “Ta´ligatu-l’agàniyy”. 9.
Prof. Ahmad
Nasim Al-misriyy,
nel libro “Ta’ligatu
Diwani Mehiar Ad-daylamiyy”. 10.
Prof. Muhammad
Mahmud Ar-ràfi´iyy,
nel libro “Sharhu-l-hashimiyyat”. 11.
Hafiz
Nasiru-s-sunnah Al-hadramiyy,
nel libro “Tashnifu-l-àzan”. 12.
Dott. Umar
Farrúkh,
nel libro “Hakimu-l-mu´ammarah”.[5] Come
abbiamo in precedenza ricordato la Tradizione di Gadir
possiede, nelle opere degli storiografi, fino a centoventicinque diverse
vie di trasmissione. Citiamo, a titolo d’esempio, i nomi di alcuni
uomini, tutti celebri compagni del Profeta, che hanno narrato questa
tradizione: 1.
Abu
Bakr Ibni Abi Guhàfah
[il primo Califfo] 2.
Umar
Ibni-l-khattab
[il secondo Califfo] 3.
Uthman
Ibni ´Uffan
[il terzo Califfo] 4.
Talhah Ibni Abdillah At-tamimiyy 5.
Zubair Ibni ´Awwàm 6.
Abbas Ibni Abdu-l-muttalib 7.
Usamah Ibni Zaid Ibni Harithah 8.
Anas Ibni Màlik 9.
Jabir Ibni Abdillah Al’ansariyy 10.
Sa´d Ibni Abi Waggàs 11.
Abdu-r-rahman Ibni ´Auf 12.
Hassàn Ibni Thabit 13.
Sa´d Ibni Ubàdah 14.
Abu Ayyúb Al’ansariyy 15.
Abdullah Ibni Mas´ud 16.
Salmàn,
il Persiano 17.
Abu Zar Al-gaffàriyy 18.
Ammàr Yasir 19.
Migdàd Ibni Aswad 20.
Samarah Ibni Jundab 21.
Sahl Ibni Hunaif 22.
Ubbai
Ibni Ka´b 23.
Alí,
il Principe dei Credenti Tra
le donne ricordiamo invece: 1.
Asmà Binti Umays 2.
Ummu Salamah,
moglie del Profeta 3.
Aishah,
figlia di Abu
Bakr
[il primo Califfo] 4.
Ummu Hani, Binti Abitalib 5.
As-siddigatu-t-tahirah, Fatimatu-z-zahrà,
figlia del Messaggero di Dio.[6] Ora
che abbiamo appurato che la vicenda di Gadir
e il messaggio di quel giorno costituiscono i piú importanti avvenimenti
della storia dell’Islam, ora che piú di cento milioni di Musulmani al
mondo, in base al comandamento divino e conformemente al vincolante
testamento spirituale del proprio profeta, accettano l’Islam, il sapere
e i precetti religiosi esposti dagli insegnamenti d’Alí,
il Principe dei Credenti, e dei puri Imam (la benedizione di Dio sia su
tutti loro), è un vero peccato che molti di questi sinceri seguaci
dell’Islam e della Shi´ah,
non abbiano un’adeguata conoscenza del magnifico e illuminante discorso
che il loro profeta pronunciò nel giorno di Gadir,
che, a causa della mancata conoscenza della lingua araba, non possano
giovarsi di esso. È per soddisfare questa esigenza che è stata fatta la
presente traduzione persiana, la quale è stata condotta sul testo
tramandato nella pregiata opera “Al’ihtijaj”
di Tabarsiyy
- grande sapiente e illustre studioso del sesto secolo dell’egira[7]
- ed estratto da fonti attendibili. Devo confessare che mantenere nella
traduzione la stessa facondia, lo stesso fascino di quel nobile testo è
un’impresa che supera le mie capacità; tuttavia: “Se l’acqua del
mar non è possibil tirar, pur in misura necessaria ne bisogna ber” Per
finire, vorrei chiarire che il mio intento, nel tradurre questa
tradizione, era quello citato in precedenza: né avevo in mente di guidare
qualche traviato, poiché “Non
tocca a te guidarli, Dio bensí guida chi vuole”,
né nutrivo in cuore il desiderio di rivendicare qualche diritto d’Alí,
quel capo assoluto, l’uomo che è passato alla storia per gli immensi
torti ricevuti. Nonostante i miei difetti e le mie lacune, sono infatti
conscio del fatto che la verità non ha bisogno del lavoro di una persona
come me, comprendo che gli sforzi di questa debole creatura sono piccoli e
insignificanti. Mi rallegro solo d’essere polvere che segue questa
nobile carovana e giuro su Dio che questo è per me un infinito onore. Nelle
pagine che seguono sarà presentato alla gentile attenzione del lettore il
testo del sermone che il Profeta (le benedizioni di Dio siano su lui e
sulla sua famiglia) pronunciò a Gadir, assieme alla sua traduzione
persiana. Tehran,
Ramadan 1415 (e. l.)
Alí
Akbar Sadeghi IL MESSAGGIO DI
GADIR
In nome di Dio, il Misericordioso, il Benevolo La
lode appartiene solo a Dio, che è eccelso nella Sua unicità, vicino
nella Sua impareggiabilità, maestoso nel Suo impero e grande nei suoi
pilastri. Egli comprende ogni cosa con la Sua sapienza e soggioga tutte le
creature con la Sua forza e la Sua prova. Egli è il Glorioso che mai ha
cessato di esistere e il Lodato che mai cesserà di esistere. Egli è il
Creatore dei cieli, è Colui che distende le terre, è il Dominatore delle
terre e dei cieli, il Purissimo, l’Immacolatissimo, il Signore degli
angeli e di Ruh. Egli è generoso nei confronti di tutto ciò che ha
creato, munifico rispetto a tutto ciò che ha prodotto. Egli vede ogni
occhio, ma gli occhi non lo vedono. Egli è il Magnanimo, il Paziente, il
Clemente la cui misericordia s’estende ad ogni cosa; Egli benefica le
Sue creature con ciò che dona. Nel vendicarsi [dei delinquenti] non
s’affretta, né anticipa loro ciò che si meritano del Suo castigo. Egli
comprende i segreti, conosce gli animi, nessun mistero è a Lui nascosto e
nulla d’arcano è in grado di farlo sbagliare. Egli comprende e soggioga
ogni cosa, è forte in tutto, è onnipotente e nulla gli è simile. Egli
crea dal nulla tutte le cose, è eterno, costante nella giustizia e non
v’è altra divinità all’infuori di Lui, l’Invulnerabile, il Saggio.
Dio è cosí elevato che gli occhi non sono in grado di comprenderlo; Egli
però nota gli occhi ed è l’Acuto, l’Informato. Nessuno riesce a
descriverlo osservandolo; nessuno sa com’è segretamente e palesemente,
se non per quanto Lui stesso, sia glorificato e magnificato, ha rivelato
di Sé. Io attesto che Egli è il Dio Unico, la cui purezza ha riempito il
creato, la cui luce vela l’eternità. Egli decreta i suoi comandamenti
senza aver bisogno di consigliarsi con alcun consigliere, non ha soci nel
[determinare] le sorti [delle Sue creature] e non esiste
alcun’imperfezione nei [Suoi] provvedimenti. Ha donato forma a ciò che
ha creato senza basarsi su alcun modello e ha creato le Sue creature senza
farsi aiutare da alcuno, senza alcuna fatica, senza aver avuto bisogno di
ricorrere ad alcun espediente. Egli ha voluto crearle [le creature] ed
esse sono venute a esistere, le ha create e si sono manifestate. Egli è
dunque Allah, all’infuori del Quale non v’è altra divinità, Colui
che ha reso salda la propria creazione e bello ciò che ha creato. Egli è
l’Equo che non fa ingiustizia, il Generosissimo al quale ogni cosa
ritorna. Io attesto che Egli è Colui al Cui potere ogni cosa si piega e
che dinanzi alla Sua maestà tutto s’umilia. Egli è il Signore dei
Signori, Colui che muove gli astri, che domina il sole e la luna -
ciascuno dei quali continuerà a muoversi sulla propria orbita fino a una
fine predestinata. Egli fa subentrare la notte al giorno e il giorno alla
notte, la quale è celermente alla ricerca del giorno. Egli è Colui che
rovina ogni empio tiranno, che distrugge ogni ribelle demonio. Egli non ha
né opposti né simili, è Uno, Autosufficiente. Egli non ha generato, non
è stato generato e non ha pari. Egli è Dio Unico e Signore Glorioso.
Vuole dunque fa, intende dunque agisce, sa dunque conta. Fa morire e dona
vita, rende bisognosi e soddisfa i bisogni; dona il riso e il pianto,
rifiuta ed elargisce. Suo è l’impero, a Lui solo appartiene la lode,
nelle Sue mani è il bene ed Egli è l’Onnipotente. Egli introduce la
notte nel giorno e il giorno nella notte. Non v’è altra divinità
all’infuori di Lui, l’Impenetrabile, il Clementissimo, Colui che
esaudisce le preghiere, dona generosamente e conta i respiri. Egli è il
Signore dei ginn e degli uomini.
Nulla gli è difficile, non lo infastidiscono le grida dei supplicatori né
lo influenzano le pressioni di coloro che chiedono con insistenza. Egli è
il protettore dei probi, Colui che procura successo ai salvi, il padrone
delle creature dell’universo, Colui che ha il diritto d’essere
ringraziato e lodato da ogni Sua creatura. Io lo lodo nelle gioie e nei
dolori, nel disagio e nel benessere; credo in Lui, nei Suoi angeli, nei
Suoi libri e nei Suoi messaggeri. Ascolto ogni Suo ordine e ubbidisco; mi
precipito verso tutto ciò che lo soddisfa, mi sottometto al Suo decreto,
desideroso di ubbidirgli e timoroso d’incorrere nel Suo castigo, poiché
Egli è Allah, la Cui ira non lascia scampo e dal Quale non si deve temere
alcuna ingiustizia. Io ammetto che sono Suo servo e attesto che Egli è il
mio Signore. Io comunicherò [alla gente] ciò che Egli mi ha rivelato,
non sia che, non facendo ciò, Egli mi colpisca con un terribile castigo,
che nessuno, per quanto astuto sia, sarebbe in grado di allontanare da me.
Non v’è altra divinità all’infuori di Lui!
In effetti, Allah mi ha fatto sapere che se non comunicherò ciò
che mi ha rivelato, non avrò eseguito la missione da Lui affidatami;
m’ha infine assicurato protezione. Egli è Allah, il Sufficiente, il
Generoso. Dio m’ha dunque rivelato [il seguente versetto]: In
nome di Dio, il Misericordioso, il Benevolo O
Messaggero, comunica ciò che ti è stato rivelato dal tuo Signore
(riguardo alla questione della successione di Alí Ibni Abitàlib, su di
lui la pace) e [sappi che] se non lo farai non avrai eseguito la missione
che Egli ti ha affidato. Dio ti proteggerà dalla gente O
gente, io non ho mancato di comunicare ciò che Dio l’Altissimo m’ha
rivelato; ora vi spiegherò la ragione della rivelazione di questo
versetto. In verità, [l’arcangelo] Gabriele, pace su di lui, è disceso
a me tre volte e m’ha comunicato l’ordine del Pacifico, del mio
Signore - Egli è infatti il Pacifico - di fermarmi in questo luogo e di
spiegarvi tutto [ciò che concerne la questione dell’imamato d’Alí].
In verità, Alí Ibni Abitalib, pace su di lui, è mio fratello, mio vicario, mio
successore, l’imam dopo di me. Egli rispetto a me è come Aronne
rispetto a Mosè, con l’unica differenza che dopo di me non ci sarà piú
alcun profeta. Dopo Dio e il Suo Messaggero, egli è il vostro padrone.
Dio, il Benedetto, l’Altissimo, mi ha infatti rivelato, a tal proposito,
il seguente versetto del Suo Libro: “In verità, vostri padroni sono solo Dio, il Suo Messaggero e coloro
che hanno prestato fede, che eseguono la preghiera e danno la zakàh
mentre sono in rukú [inchino della preghiera]”. Alí
Ibni Abitalib, pace su di lui,
ha [sempre] compiuto la preghiera, ha dato la zakah
mentre era in rukú. Egli cerca
Allah, sia glorificato e magnificato, in ogni stato. O
gente, chiesi a Gabriele di dispensarmi dal comunicarvi quanto vi ho ora
detto, poiché sapevo che pochi sono i timorati e molti gli ipocriti;
poiché sapevo già del tradimento degli empi, dell’inganno di coloro
che si sono presi gioco dell’Islam, gli stessi riguardo ai quali Dio,
nel Suo Libro, dice: “…parlate
di ciò di cui non sapete nulla e pensate che [tale questione] sia cosa
semplice [e di poco conto], mentre per Dio è assai grande [e
importante]”. Non ho ancora dimenticato le loro ripetute
molestie; essi arrivarono addirittura a chiamarmi credulo, pensando
ch’io fossi veramente cosí, e ciò a causa del forte attaccamento che
egli [Alí] ha per me e della
sollecitudine che ho io per lui. Dio, sia glorificato e magnificato, rivelò
dunque, a tal proposito, il seguente versetto coranico: “Tra
loro vi sono quelli che molestano il Profeta e dicono: ‘Egli è un
ingenuo’. Di’ [loro]: ‘La sua ingenuità [ciò che voi pensate
essere ingenuità] è a vostro favore. Egli crede in Dio e crede ai
credenti”. Se
avessi voluto nominare uno ad uno i loro nomi avrei potuto farlo, avrei
potuto disonorarli, presentarli alla gente dando i loro segni di
riconoscimento, tuttavia, giuro su Dio che sono stato indulgente nei loro
confronti. Tutto ciò però non sarà in grado di far compiacere Allah di
me, a meno che io non comunichi ciò che m’ha rivelato: “O
Messaggero, comunica ciò che ti è stato rivelato dal tuo Signore
(riguardo ad Alí) e [sappi che] se non lo farai non avrai eseguito la
missione che Egli ti ha affidato. Dio ti proteggerà
dalla gente” O
gente, sappiate che, in verità, Dio ha nominato Alí come vostro padrone e imam, rendendo la sua ubbidienza
obbligatoria a ogni individuo, appartenga egli ai Muhàjirun o agli Ansàr o
a coloro che sono diventati musulmani seguendo questi due gruppi; sia egli
beduino o cittadino, straniero o arabo, uomo libero o schiavo, giovane o
anziano, bianco o nero. Ogni monoteista è tenuto ubbidirgli. Vincolante
è la sua sentenza, la sua parola, il suo comando; maledetto è chi gli
disubbidisce, benedetto chi gli ubbidisce e credente chi gli presta fede.
Dio benedirà sicuramente una tale persona e chiunque ascolterà le parole
d’Alí e si sottometterà a
lui. O
gente, questa è l’ultima volta che ci riuniamo in questo luogo:
ascoltate dunque! Ubbidite e sottomettetevi al comandamento del vostro
Signore, poiché Dio, sia glorificato e magnificato, è il vostro padrone,
la vostra divinità. Dopo Allah, io, Muhammad,
che sono qui in piedi a parlarvi - che Iddio benedica me e la mia Famiglia
- sono vostro padrone, e, dopo di me, Alí
sarà, per ordine divino, vostro padrone e imam; dopodiché l’imamato
passerà ai figli d’Alí, da
me discendenti, fino al giorno in cui non incontrerete Dio e il Suo
Messaggero. Non
esiste cosa lecita che non sia stata resa tale da Dio e lo stesso dicasi
per le cose proibite. Dio m’ha fatto conoscere le cose lecite e quelle
proibite e io ho insegnato ad Alí
ciò che il mio Signore m’ha fatto sapere del Libro e di ciò che egli
ha permesso e ciò che ha vietato. O gente, non esiste nulla che Dio non
m’abbia insegnato e tutto ciò che m’è stato insegnato, io l’ho
insegnato all’Imam dei Timorati [Alí].
Non esiste nulla che io non gli abbia fatto sapere: egli è la Chiara
Guida. O
gente, non deviate da lui, non abbandonatelo, non ribellatevi alla sua
autorità (oppure ‘non rifiutatevi di riconoscere la sua autorità’),
poiché egli è colui che guida verso la verità, pratica il vero,
distrugge il falso e vieta il male; sul sentiero di Dio, nessuno è capace
di fermarlo biasimandolo. Egli, inoltre, è stato il primo a credere in
Dio e nel Suo Messaggero. Fu lui che sacrificò se stesso per l’Inviato
di Dio e che rimase sempre con lui. [Prima che la gente si convertisse
all’Islam] solo lui adorava Iddio assieme al Messaggero d’Allah. O
gente, considerate Alí
superiore a chiunque altro, poiché Iddio lo ha considerato tale;
riconoscete la sua autorità, poiché è stato Allah a nominarlo [imam]. O
gente, egli è imam per nomina divina e Dio non accetterà mai il
pentimento di coloro che si rifiuteranno di riconoscere la sua autorità,
non li perdonerà mai. È sicuro che Dio si comporterà in tal modo con
coloro che disubbidiranno ai suoi ordini; essi saranno da Lui puniti in
eterno con un duro e tremendo castigo. Guardatevi dunque dal disubbidire
ad Alí, poiché [se farete ciò]
incorrerete in un fuoco che s’alimenta di uomini e pietre, preparato per
i miscredenti. O
gente, giuro su Dio che i profeti e i messaggeri venuti prima di me hanno
dato la lieta novella della mia venuta. Io sono l’ultimo dei profeti,
dei messaggeri divini, sono la prova [di Dio] per tutte le [Sue] creature,
sia per quelle del cielo sia per quelle della terra. Chiunque dubiti su ciò
è miscredente, di miscredenza dell’era preislamica. Chi ha il minimo
dubbio su queste mie parole, in realtà dubita su tutto ciò che ho finora
detto. Chi dubita su ciò sarà punito [da Dio] col fuoco dell’Inferno.
O gente, Dio, donandomi questa superiorità, mi ha accordato una [immensa]
grazia, un [grande] beneficio. [Io attesto che] all’infuori di Lui non
esiste altra divinità; solo a Lui appartiene la mia lode, per l’eternità
e in ogni caso. O
gente, considerate Alí
superiore [a chiunque altro], poiché, dopo di me, egli è [in assoluto]
il migliore essere umano. È a causa nostra che Dio sostenta le Sue
creature ed esse continuano a esistere. Maledetto, maledetto! Disgraziato,
disgraziato è chi nega, respinge queste mie parole. Sappiate infatti che
è stato Gabriele a portarmi questa notizia da Dio l’Altissimo, dicendo:
«Dio ha detto: “Chiunque sarà ostile ad Alí
sarà da Me maledetto, sarà colpito dalla Mia ira”. Ognuno deve dunque
vedere cosa s’è preparato per il [suo] domani. Temete quindi Iddio dal
contraddirlo, dal traviarvi dopo aver trovato il retto sentiero. In verità,
Dio sa quel che fate. O
gente, è Alí il “Jambillàh” di cui parla Allah nel Suo Libro: “Affinché nessuno dica: Ahimé,
quanto sono stato negligente nei confronti di Jambillàh…”. O
gente, studiate attentamente il Corano, comprendetene i versetti:
concentratevi su quelli ‘saldi’ [di facile comprensione] e non seguite
quelli ‘non chiari’. Giuro su Dio che nessuno è in grado di chiarirvi
i comandamenti e l’interpretazione del Corano all’infuori dell’uomo
che, in questo momento, ho preso per la mano, ho sollevato, del quale ho
alzato il braccio e [riguardo al quale] v’annuncio: quest’uomo, Alí,
è il padrone di chiunque io sono il padrone! Egli, Alí Ibni Abitalib, la pace sia su di lui, è mio fratello, è il
mio vicario; Dio mi ha rivelato che [dopo di me] è necessario piegarsi
alla sua autorità. O
gente, in verità, Alí e i Puri
della mia progenie sono il “thigl”
minore, mentre il Corano è il “thigl”
maggiore: ciascuno di essi informa dell’altro ed è in accordo con esso;
essi non si separeranno mai tra di loro, finché non mi raggiungeranno
allo Stagno [di Kawthar]. Alí e i Puri della mia progenie sono i fidati di Dio tra le Sue
creature, coloro che governano a nome Suo sulla Sua terra. Sappiate
che vi ho detto tutto, vi ho comunicato ogni cosa, vi ho fatto sentire
tutta la verità, vi ho spiegato tutto! Sappiate che vi detto tutto e solo
ciò che Dio, sia glorificato e magnificato, mi ha ordinato di dire.
Sappiate che solo questo mio fratello [Alí]
è “Amiru-l-mu’minin”
[principe dei credenti] e, dopo di me, a nessuno, all’infuori di lui, è
lecito assumere la guida dei credenti. (Dopodiché
il Profeta, che Iddio benedica lui e la sua famiglia, afferrò il braccio
di Alí - che si trovava vicino
a lui da quando questo era salito sul pulpito - e lo sollevò al punto che
i piedi d’Alí arrivarono
all’altezza dei ginocchi del Messaggero d’Allah, la benedizione di Dio
sia su di lui e sulla sua famiglia. Disse dunque) O gente, questo è Alí,
mio fratello, il mio vicario, il custode della mia scienza, colui che dopo
di me dovrà guidare il mio popolo, dovrà interpretare il Libro di Dio,
sia glorificato e magnificato, colui che invita la gente a Dio, che fa
tutto ciò che compiace il Signore, che combatte i Suoi nemici, che aiuta
a ubbidire ad Allah e impedisce che sia disubbidito. Egli è il successore
dell’Inviato d’Allah, il Principe dei Credenti, l’imam che guida sul
retto sentiero, colui che, per ordine di Dio, ucciderà i Nàkithin,
i Gàsitin e i Màrighin. Ciò che dico lo dico per ordine del mio Signore e io non
altero nulla di ciò che Egli mi rivela. O Dio, Tu ama chi vuole bene ad Alí
e sii nemico di chi gli è nemico; maledici chi lo rinnega e colpisci con
la Tua ira chi si rifiuta di riconoscere il suo diritto [alla
successione]. O
Dio, in verità, Tu mi hai rivelato che dopo di me l’imamato spetterà
ad Alí, il Tuo diletto, e che,
nel momento in cui avessi chiarito ciò [alla gente] e l’avessi nominato
[mio successore], avresti reso perfetta ai Tuoi servi la loro religione,
avresti compiuto su di loro la Tua grazia e ti sarebbe piaciuto di dare
loro per religione l’Islam. Dicesti infatti: “Chiunque scelga [di seguire] una religione diversa dall’Islam,
[sappia che] non gli sarà mai accettata da Dio e [che] nell’Aldilà sarà
fra i perdenti”. O Dio, Tu sei testimone che ho comunicato [alla
gente ciò che mi hai rivelato] e Tu mi basti come testimone. O gente, in
verità, Dio, sia glorificato e magnificato, ha reso perfetta la vostra
religione con l’imamato d’Alí;
perciò, chiunque si rifiuterà di seguire lui e chi dei miei figli, da
lui discendenti, gli succederà fino al Giorno del Giudizio e della
Comparsa dinanzi a Dio, sia glorificato e magnificato, apparterrà a
quelli che distruggono le loro [buone] azioni e sono destinati a rimanere
nel fuoco [dell’Inferno] per l’eternità, senza che sia loro
alleggerito il castigo né venga loro data alcuna occasione di salvarsi. O
gente, questo è Alí, il piú
sollecito di voi nell’aiutarmi, il piú degno di voi rispetto a me, il
piú vicino e il piú caro di voi a me. Allah, sia glorificato e
magnificato, ed io, siamo soddisfatti di lui. Non è stato rivelato alcun
versetto denotante la soddisfazione divina che non lo riguardasse e Dio
non s’è mai rivolto ai credenti senza intendere principalmente lui; nel
Corano non è stato rivelato alcun versetto d’elogio che non riguardasse
lui. Dio nella Sura dell’Uomo non parla del Paradiso se non per lui;
Egli ha rivelato questa sura solo per lui e con essa non ha lodato che
lui. O
gente, Alí è il difensore
della religione di Dio, il protettore del Messaggero d’Allah. È lui il
timorato, il puro, la guida sul retto sentiero, il ben guidato. Il vostro
profeta è il migliore profeta, il suo vicario è il miglior vicario e i
suoi figli sono i migliori vicari. O gente, la progenie di ogni profeta
discende da lui stesso, mentre la mia progenie discende da Alí. O
gente, in verità, Iblís, per
invidia, scacciò Adamo dal Paradiso; badate dunque a non essere invidiosi
d’Alí, poiché in tal modo
distruggereste le vostre [rette] azioni e vi traviereste. In effetti,
Adamo a causa di un solo errore fu fatto scendere sulla terra, nonostante
fosse il prediletto d’Allah, sia glorificato e magnificato. Cosa ne
sarebbe dunque di voi, dal momento che alcuni di voi sono [addirittura]
nemici di Dio? Non
odia Alí se non lo sciagurato,
non lo ama se non il timorato, non gli presta fede se non il credente
devoto. Giuro su Dio che la Sura Wa-l´asr
[CIII] è stata rivelata riguardo ad Alí:
“In nome di Dio, il Misericordioso, il Benevolo. Per il tempo! In verità,
l’essere umano è in [continua] perdita…”. O gente, ho preso
Dio come testimone e vi ho comunicato ciò che m’era stato ordinato di
trasmettere; il messaggero non ha altro dovere che comunicare chiaramente
[ciò che gli viene rivelato dal suo Signore]. O
gente, temete Iddio com’è giusto temerlo e non morite se non da
musulmani. O gente, prestate fede a Dio, al Suo Messaggero e alla luce che
è stata fatta discendere con lui: “Prima che annientassimo alcuni visi, facendoli ritornare indietro”.
O gente, questa luce divina è stata introdotta in me, dopo [di me, sarà
introdotta] in Alí e dopo nella
sua progenie, fino al Gà’im Mahdí
[il dodicesimo Imam], il quale farà valere il diritto d’Allah e tutti i
nostri diritti, poiché in verità Dio, sia glorificato e magnificato, ha
fatto di noi una prova per [condannare nel Giorno del Giudizio] i
colpevoli, i nemici del vero, gli oppositori, i traditori, i peccatori e
gli iniqui di tutto il mondo. O
gente, sappiate che io sono il Messaggero d’Allah e che prima di me sono
morti gli [altri] inviati. Se io dovessi morire o essere ucciso, tornerete
forse a seguire la via seguita dai vostri posteri? Il fatto che qualcuno
[di voi] torni a seguire il sentiero percorso dai propri posteri, non
danneggia assolutamente Iddio. Allah presto ricompenserà i grati.
Sappiate che, in verità, Alí
è qualificato come paziente e grato e lo stesso sarà, dopo di lui, per i
miei figli appartenenti alla sua progenie. O gente, non rinfacciate a Dio
il fatto d’essere diventati musulmani, poiché cosí attirereste la Sua
ira contro di voi e sareste colpiti da un Suo castigo, ché, in verità,
Egli è in agguato. O
gente, in verità, presto vi saranno delle guide [del male] che
condurranno [gli uomini] al Fuoco; [sappiate però che] essi nel Giorno
del Giudizio non saranno aiutati. O gente, in verità, Allah ed io
detestiamo queste persone. O gente, essi, i loro aiutanti, i loro seguaci
e i loro fedeli, sono [tutti destinati a bruciare] nel piú basso livello
dell’Inferno. Ah, quanto è brutta la dimora dei superbi. Sappiate che
essi sono la Gente della Carta [Ashàbu-s-sahifah]. Ognuno di voi faccia dunque attenzione al
proprio operato. (La gente, all’infuori di un ristretto numero di
persone, non comprese cosa volesse dire il termine ‘Gente della
Carta’). O
gente, in verità, io ho depositato questa autorità, in qualità di
imamato ed eredità, nella mia discendenza, fino al Giorno del Giudizio.
Ho invero comunicato ciò che m’era stato ordinato di comunicare come
prova per chiunque, sia esso presente o assente, abbia visto o no, sia già
nato o debba ancora nascere. I presenti hanno il dovere di comunicare
[quanto ho detto] agli assenti e lo stesso i padri ai figli, fino al
Giorno del Giudizio. Presto
[gli empi] usurperanno l’imamato e lo trasformeranno in monarchia. Che
Iddio maledica gli usurpatori e coloro che privano ingiustamente del
potere, dell’autorità: “Presto ci occuperemo di voi, o uomini e ginn”, “Saranno inviate
contro di voi fiamme di fuoco senza fumo e rame [fuso], e non potrete
chiedere aiuto a nessuno” O
gente, in verità, Dio, sia glorificato e magnificato, vi
proverà fino a che non avrà distinto il malvagio dal buono; Egli
non vi fa conoscere l’occulto. O gente, non esiste terra abitata che Dio
non abbia distrutto a causa dell’empietà della sua gente; come ricorda
Iddio l’Altissimo: “E
cosí [Allah] distrusse le terre abitate i cui abitanti erano iniqui”.
O gente, questo è Alí, il vostro imam, il vostro padrone. Dio riguardo ad Alí
ha fatto diverse promesse, e [sappiate che] Allah fa fede alle Sue
promesse. O gente, prima di voi, la maggior parte dei primi [uomini] uscí
dal retto sentiero e Dio li sterminò; ed Egli sterminerà anche gli
ultimi. Dice Allah l’Altissimo [nel Corano]: “Non
abbiamo forse sterminato i primi? Dopo faremo seguire a loro gli ultimi.
Cosí trattiamo i colpevoli. Guai a loro in quel giorno!”. O
gente, in verità, Dio mi ha dato ordini e mi ha imposto divieti, e io ho
dato ordini ad Alí e gli ho
imposto divieti. Egli conosce dunque gli ordini e i divieti del suo
Signore, sia Egli glorificato e magnificato. Ascoltate dunque i suoi
ordini e rimarrete al sicuro. Ubbidite e sarete guidati. Rispettate i suoi
divieti e crescerete. Conformatevi alla sua volontà e fate in modo che le
altre vie non vi distolgano dal seguire la sua. O gente, io sono la retta
via di Allah, che Egli vi ha ordinato di seguire. Dopo di me vi sarà Alí
e dopo di lui i miei figli da lui discendenti, gli imam che guidano alla
verità e vi si conformano costantemente. (Il Profeta recitò quindi
alcuni versetti: “La
lode appartiene solo a Dio, il Signore dell’universo…” e poi
proseguí il suo sermone). [Questa sura] è stata rivelata riguardo a me e
agli imam che verranno dopo di me; essa li riguarda ed è esclusivamente
riservata a loro. Essi sono i diletti d’Allah,
non si fanno mai prendere dalla
paura e non sono mai tristi. Sappiate che, in verità, quelli del Partito
di Dio sono i vincenti. Sappiate
che i nemici di Alí sono i
sobillatori, gli ipocriti, gli oppositori, i trasgressori, i fratelli dei
demoni, che, per superbia, si raccontano l’un l’altro delle menzogne. Sappiate
che, in verità, i loro [degli Imam] amici, sono coloro che Dio - sia
glorificato e magnificato - ricorda nel Suo Libro dicendo: “Non troverai gente che creda in
Dio e nel Giorno Estremo, e, allo stesso tempo, ami coloro che si
oppongono a Dio e al Suo Messaggero…”. Sappiate che, in verità,
i loro amici sono coloro che Allah - sia glorificato e magnificato –
descrive dicendo: “Coloro
che hanno creduto e non hanno insozzato la loro fede con l’iniquità,
loro solo sono al sicuro; essi sono i ben guidati”. Sappiate
che, in verità, i loro amici sono coloro che Dio, sia glorificato e
magnificato, descrive dicendo che essi entreranno in Paradiso in
[assoluta] pace e sicurezza; gli angeli li incontreranno salutandoli, e
diranno loro: “Benvenuti!
Entrate dunque in Paradiso [e restate in esso] in eterno”.
Sappiate che, in verità, i loro amici sono coloro dei quali Dio, sia
glorificato e magnificato, dice: “Entreranno in Paradiso senza che sia loro chiesto conto di nulla” Sappiate
che, in verità, i loro [degli Imam] nemici saranno bruciati in un rovente
fuoco. Sappiate che invero i loro nemici sono coloro che sentiranno
l’Inferno, mentre ribolle e geme, emettere uno spaventoso rumore.
Sappiate che, in verità, i loro nemici sono coloro riguardo ai quali Dio
ha detto: “Ogni volta che una nazione
entra [all’Inferno] maledice la sua sorella”. Sappiate che, in
verità, i loro nemici sono quelli dei quali Allah, sia glorificato e
magnificato, dice: «Ogni
volta che alcuni [di loro] saranno gettati in esso, i suoi incaricati
chiederanno loro: “Non venne a voi un ammonitore?”. Essi diranno: “Sí,
venne a noi un ammonitore, ma noi lo tacciammo di menzogna e dicemmo:
‘Dio non ha rivelato nulla! Voi non siete che in palese errore’”» Sappiate
che, in verità, [riguardo a] i loro amici [Allah dice]: “Coloro che temono Iddio in
segreto, saranno perdonati e avranno una grande ricompensa”. O
gente, grande è la differenza esistente tra l’Inferno e il Paradiso!
Nostro nemico è chi Dio biasima e maledice. Nostro amico è [invece] chi
Egli loda ed ama. O
gente, sappiate che, in verità, io sono l’ammonitore e Alí è la guida sul retto sentiero. O gente, sappiate che io, in
verità, sono profeta e Alí è
mio vicario. Sappiate
che invero il Sigillo degli Imam, il Gà’im,
il Mahdí, appartiene a noi. Sappiate che egli è invero il
sostenitore della Religione. Sappiate che egli, in verità, è colui che
si vendicherà dei tiranni. Sappiate che, in verità, egli è colui che
espugnerà e distruggerà le [salde] roccaforti. Sappiate che egli è
invero lo sterminatore di tutte le genti politeiste. Sappiate che egli si
vendicherà di tutti quelli che hanno ingiustamente versato il sangue dei
diletti di Dio. Sappiate che egli è invero il soccorritore della
Religione di Dio. Sappiate che egli è invero colui che attinge da un
profondo mare. Sappiate che, in verità, egli segna ogni virtuoso
attraverso la sua virtú e ogni ignorante mediante la sua ignoranza.
Sappiate che, in verità, egli è il prediletto, il prescelto di Dio.
Sappiate che egli è invero l’erede, il conoscitore di tutte le scienze.
Sappiate che, in verità, egli dà notizia del suo Signore e ricorda la
questione della fede in Lui. Sappiate che invero egli è ben guidato e
saldo. Sappiate che, in verità, a lui sono state affidate le faccende
[inerenti alle creature di Dio]. Sappiate che, in verità, le generazioni
passate hanno dato la lieta novella della sua venuta. Sappiate che, in
verità, egli rimarrà come prova e dopo di lui non vi sarà piú alcuna
prova. Non vi sarà verità che non sia con lui e non esisterà luce se
non presso di lui. Sappiate che invero nessuno potrà vincerlo e non sarà
possibile aiutare nessuno ai suoi danni. Sappiate che, in verità, egli è
il diletto d’Allah sulla terra ed è colui che giudica da parte Sua tra
le Sue creature. Egli è fedele a Dio, sia per quanto concerne i Suoi
segreti sia nelle Sue cose note. O
gente, vi ho spiegato e vi ho fatto comprendere [ciò che volevo che voi
sapeste e comprendeste]; dopo di me sarà quest’uomo, Alí, ad istruirvi. Badate
che io, alla fine del mio sermone, v’inviterò a stringermi la mano in
segno di giuramento di fedeltà ad Alí
e a titolo di riconoscimento del suo imamato; poi vi chiederò di
stringere la mano anche a lui. Sappiate che io ho giurato fedeltà a Dio e
Alí l’ha giurata a me. Ora io, da parte di Dio, sia glorificato e
magnificato, vi farò giurare fedeltà a lui: “Chi mancherà al
giuramento lo farà solo a suo danno” O
gente, in verità, il pellegrinaggio [Al-hajj],
Safà, Marwah e l’umrah sono tutti segni d’Allah: “Chi dunque compie il
pellegrinaggio alla Casa oppure esegue l’umrah, non commette peccato a
fare tawàf [girare] attorno a Safà e Marwah”. O gente, eseguite il pellegrinaggio alla Casa, poiché non vi entra
famiglia senza diventare ricca e non si rifiuta di venire ad eseguire il
pellegrinaggio senza diventare povera. O gente, il credente non si ferma
ad Arafàt, a Mash´ar e a Minà, senza
che Dio perdoni i peccati che ha commesso fino a quel momento. Quando poi
termina il suo pellegrinaggio riprende le sue azioni daccapo [è come se
non avesse mai peccato]. O gente, i pellegrini sono aiutati e ciò che
spendono viene loro restituito. Allah non mancherà di dare la ricompensa
di coloro che compiono le buone azioni. O gente, andate in pellegrinaggio
alla Casa con fede completa e conoscenza profonda e non tornate da quei
[santi] luoghi senza esservi pentiti e corretti. O
gente, eseguite la preghiera e pagate la zakàh
come Dio, sia glorificato e magnificato, vi ha ordinato. E se col passare
del tempo trascurerete e dimenticherete, [badate che] Alí è vostro signore e vi spiegherà [tutto]; lui che è stato
nominato da Dio, sia glorificato e magnificato, imam dopo di me e, al pari
di lui, coloro che Allah farà succedere a me e a lui. Alí v’informerà riguardo a ciò che gli chiederete e vi spiegherà
ciò che non conoscete. Badate
che le cose lecite e quelle proibite sono cosí tante che io non posso
contarle una ad una, non sono in grado di farle conoscere tutte, ordinando
le prime e vietando le seconde, in un’unica volta. Mi è stato dunque
ordinato di farvi giurare fedeltà, di farmi stringere la mano da voi in
segno di riconoscimento, da parte vostra, di ciò che m’è giunto da
Dio, sia glorificato e magnificato, riguardo ad Alí,
il Principe dei Credenti, e agli imam che verranno dopo di lui,
appartenenti alla mia e alla sua discendenza. Essi svolgeranno con
assoluta determinazione la loro funzione di imam fino al Giorno del
Giudizio; a loro appartiene il Mahdí che giudicherà secondo verità. O
gente, sappiate che non ho cambiato idea riguardo alle cose lecite che vi
ho fatto conoscere o quelle proibite che vi ho vietato, non ho cambiato
nulla. Ricordate, tenete sempre bene a mente e rammentate agli altri
quest’importante verità. Badate di non deformarla, di non alterarla. Ripeto:
eseguite la preghiera e pagate la zakàh.
Ordinate il bene e vietate il male; sappiate che il piú importante ordine
al bene e divieto del male, consiste nel comprendere le mie parole e
comunicarle a chi non è presente, ordinandogli di accettarle e
vietandogli di agire contrariamente ad esse. Questo è infatti ordine di
Dio, sia glorificato e magnificato, e ordine mio. Non v’è ordine
d’eseguire il
bene né divieto di compiere il male se non con un infallibile
imam. O
gente, il Corano v’insegna che gli imam che verranno dopo d’Alí
apparterranno alla sua progenie e io vi ho insegnato che Alí
appartiene a me e io appartengo a lui. Dice infatti Allah nel Suo Libro: “E ne fece una parola destinata
a durare in eterno nella sua discendenza”. Dissi inoltre: “Non
vi travierete fino a quando vi atterrete ad essi [il Corano e l’Ahlulbait]” O
gente! Il timor di Dio! Il timor di Dio! Temete l’Ora. Dice infatti
Allah, sia glorificato e magnificato:
“In verità, la scossa dell’Ora sarà cosa terribile”. Rammentate
la morte, il momento della resa dei conti dinanzi a Dio, le Sue Bilance,
il giudizio del Signore dell’Universo, la ricompensa, il castigo. Chi
dunque avrà compiuto il bene sarà ricompensato e chi avrà compiuto il
male non gli spetterà nulla del Paradiso. O
gente, siete invero troppi per potermi stringere la mano tutti insieme.
Dio mi ha [perciò] ordinato di farvi ammettere ciò che ho decretato
riguardo all’imamato d’Alí
e degli imam che verranno dopo di lui, appartenenti, come vi ho già fatto
sapere in precedenza, alla mia e alla sua discendenza. Ora, tutti insieme,
dite: “Noi abbiamo sentito e ti ubbidiamo. Accondiscendiamo e ci
sottomettiamo a quanto hai comunicato, da parte del nostro e del tuo
Signore, sulla questione [dell’imamato] d’Alí
e degli imam da lui discendenti. Noi riguardo a ciò ti giuriamo fedeltà
con il cuore, con l’anima, con parola e con l’azione; ti promettiamo
di vivere, morire e resuscitare con questa convinzione. Non altereremo,
non cambieremo nulla, non dubiteremo, non metteremo in discussione, non
mancheremo alla promessa data e non violeremo il patto concluso [con te].
Noi ubbidiamo [solo] a Dio, a te, ad Alí,
il Principe dei Credenti, e agli imam della sua discendenza - che tu hai
detto appartenere alla tua progenie da lui derivante - che verranno dopo i
due [grandi] imam Hasan e Husain”. Di
questi due imam vi ho fatto conoscere la posizione rispetto a me, il loro
grado per me e dinanzi al mio Signore, sia glorificato e magnificato.
Questo è dunque ciò che vi ho detto di loro. Vi ho detto inoltre che, in
verità, essi sono i signori dei giovani del Paradiso, gli imam che
verranno dopo loro padre Alí;
vi ho fatto sapere che io sono il loro padre prima di lui. Dite [dunque]:
“Noi, a tal proposito, ubbidiamo a Dio, a te, ad Alí
a Hasan, a Husain e agli
imam di cui ci hai parlato, promettendo e accettando di convenire
d’essere fedeli al Principe dei Credenti con il cuore, con l’anima,
con la parola, stringendo la mano o, nel caso in cui non fosse possibile,
ammettendolo a parole. A tal proposito, non intendiamo assolutamente
cambiare nulla e non pensiamo di potere mai sovvertire ciò [che tu hai
disposto]. Prendiamo Iddio come testimone, ché Egli basta come testimone.
Anche tu ci sei testimone e lo stesso tutti coloro che ubbidiscono a Dio,
siano essi manifesti o nascosti, gli angeli d’Allah, i Suoi eserciti e i
Suoi servi. E Dio è maggiore di ogni altro testimone” O
gente, cosa dite? Dio, in verità sente ogni suono e conosce i segreti di
ognuno. Perciò, chi segue la retta via lo fa a suo vantaggio, chi
s’allontana dal retto sentiero, lo fa solo a suo danno; chi giura fedeltà
[ad Alí], ha invero giurato
fedeltà a Dio: “La
mano di Allah è al di sopra delle loro mani”. O gente, temete
dunque Iddio e giurate fedeltà ad Alí,
il Principe dei Credenti, a Hasan,
a Husain e agli [altri] imam,
[che sono una] ‘parola’ pura, eterna. Dio rovinerà chi violerà il
giuramento e benedirà chi lo rispetterà: “Chi mancherà al giuramento lo farà solo a suo danno” O
gente, ripetete ciò che vi ho detto, salutate Alí come imam dei credenti, dite: “Abbiamo sentito e ubbidito.
O Signore, invochiamo il Tuo
perdono. È a Te che tutto ritorna”. O gente, dite: “La lode appartiene solo ad Allah, che ci ha guidati a
ciò. Non avremmo mai trovato la retta via se Dio non ci avesse guidato” O
gente, in verità le virtú di Alí
Ibni Abitàlib, su di lui la
pace, che Allah, sia glorificato e magnificato, ha rivelato nel Corano,
sono, presso Dio, in numero tale che io non posso enumerarle in un’unica
volta. Perciò, credete alle parole di chi vi informa di tali virtú e le
conosce. O
gente, chi ubbidisce a Dio, al Suo Messaggero, ad Alí e agli imam che ho citato in precedenza, in verità, ottiene un
grande successo. O gente, i primi [i piú beati], sono quelli che per
primi giureranno fedeltà ad Alí,
accetteranno la sua autorità, si sottometteranno alla sua autorità di
imam dei credenti. Essi sono i vincenti [e vivranno in eterno] nei
Giardini dell’Infinita Grazia. O gente, dite ciò che Dio ama che voi
diciate, [e sappiate che] se voi e coloro che vivono sulla terra
diventaste tutti miscredenti, ciò non arrecherebbe alcun danno ad Allah.
O Dio, perdona i credenti e colpisci con la Tua ira i miscredenti. La lode
appartiene solamente ad Allah, il Signore dell’Universo. (La
gente esclamò allora: “Abbiamo sentito e ubbidito, col cuore, con la
parola e con l’azione, all’ordine di Dio e del Suo Messaggero”. Si
ammassarono quindi intorno all’Inviato d’Allah e ad Alí
e iniziarono a stringere [loro] la mano. Il primo che strinse la mano al
Messaggero di Dio, che Allah benedica lui e la sua famiglia, fu il Primo [Abú
Bakr]. Fu quindi seguito, in
ordine, dal Secondo [Umar], dal
Terzo [Uthmàn], dal Quarto, dal
Quinto e dal resto dei Muhajirun
e degli Ansàr. Venne poi, il
resto della gente, dal piú elevato al piú umile. Tutto ciò durò fino a
quando furono eseguite, in un’unica volta, le preghiere del tramonto e
della sera. La gente prestò giuramento di fedeltà, strinse la mano al
Profeta per ben tre volte e ogni volta che un gruppo prestava giuramento,
egli diceva: “Sia lodato Iddio che ci ha reso superiori al resto degli
uomini”)
[1] Al-gadir: vol. I, capitolo “Questioni inerenti all’autenticità della Tradizione di Gadir” [2] Tahzibu-n-nubuwwah: vol. VII, pag. 337. [3] Najashi, pag. 161. [4] Al-gadir: vol. I, pagg. 152-158. [5] Al-gadir: vol. I, pagg. 148-151. [6] Al-gadir: vol. I, pagg. 5-23. [7] Abu Mansur Ahmad Ibni Alí Ibni Abitalib At-tabarsiyy.
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