Il Digiuno del Mese di Ramadhan nel Corano

 

O voi che credete, vi è prescritto il digiuno come era stato prescritto a coloro che vi hanno preceduto. Forse diverrete timorati;

 [digiunerete] per un determinato numero di giorni. Chi però è malato o è in viaggio, digiuni in seguito altrettanti giorni . Ma per coloro che [a stento] potrebbero sopportarlo , c'è un'espiazione: il nutrimento di un povero. E se qualcuno dà di più, è un bene per lui. Ma è meglio per voi digiunare, se lo sapeste!

 E' nel mese di Ramadân che abbiamo fatto scendere il Corano, guida per gli uomini e prova di retta direzione e distinzione. Chi di voi ne testimoni [l'inizio] digiuni . E chiunque è malato o in viaggio assolva [in seguito] altrettanti giorni. Allah vi vuole facilitare e non procurarvi disagio, affinché completiate il numero dei giorni e proclamiate la grandezza di Allah Che vi ha guidato. Forse sarete riconoscenti!

 Quando i Miei servi ti chiedono di Me, ebbene Io sono vicino! Rispondo all'appello di chi Mi chiama quando Mi invoca. Procurino quindi di rispondere al Mio richiamo e credano in Me, sì che possano essere ben guidati.

(Il Santo Corano  2:183-186)

 

 

 

 

 

 

 

 

IL MESE DI RAMADAN

 di Yasin al-Jabir

 

Il Mese di Ramadan è sacro perché questo è il mese in cui fu rivelato il Sacro Corano e perché questo è il mese che contiene “Lailat-ul-Qadr".

Per questo motivo è opportuno conoscere qualche cose circa questo Santo Libro, la più grande di tutte le Rivelazioni Divine, la miglior Rivelazione che i discendenti di Adamo hanno ricevuto dal loro Signore.

Il Messaggero di Dio (slp) disse: “Iddio recitò la Sura Rah-Ha e Ya-Sin mille anni prima che fosse creato Adamo e quando gli Angeli le indicono, esclamarono: - Congratulazioni a coloro cui simili parole sono state rivelate e congratulazioni ai cuori che le memorizzano e congratulazioni alle lingue che le articolano.”

Disse il Messaggero di Dio (slp): “I cuori si ossidano così come si ossida il ferro”. Gli fu chiesto: “Che cosa rimuove quest’ossido?”, al ché egli rispose: “La recitazione del Corano e il ricordo della morte”.

 

I MERITI DI RECITARE IL CORANO DURANTE IL MESE DI RAMADAN

Colui che recita 10 versetti la notte non sarà annotato nella lista degli indifferenti.

Colui che recita 50 versetti sarà annotato tra quelli che ricordano frequentemente Dio (dhakirin).

Se recita 100 versetti sarà annotato tra quelli che costantemente fanno du’a (qanitin).

Se recita 300 versetti sarà annotato fra i vittoriosi (fa’aizin).

Se recita 500 versetti sarà annotato tra quelli che pervengono al grado di Ijtihad (mujtahidin).

 

IL MESE DI RAMADAN E’ IL MESE DEL PENTIMENTO

Cos’è il pentimento? E’ sufficiente dire “mi pento e spero che Dio mi perdoni” per essere perdonati? Come si aspetta Dio che i Suoi servi peccatori cerchino il pentimento, e che sicurezza – se sicurezza può essere – essi possono avere del fatto che Egli accetti il loro pentimento? Qual è la conseguenza se il pentimento di uno è respinto? Che possibilità abbiamo di salvare la nostra pelle dal fuoco dell’Inferno?

E rivelammo nel Corano ciò che è medicamento e misericordia per i credenti; ma agli iniqui esso non farà che accrescere il traviamento” (Corano 17, 82).

Nessuno è esente dal dovere di cercare il perdono di Dio e pentirsi delle proprie mancanze ed errori. Anche il nostro Profeta usava chiedere perdono a Dio almeno cento volte al giorno, pur senza aver commesso alcun peccato.

Nella sura 9, At-taubah (il pentimento), rivelata a Medina nell’anno 9 dell’Egira e che è l’unica a non iniziare con l’invocazione abituale “Nel Nome di Dio, il Misericordioso, il Compassionevole” poiché questa formula è annuncio di grazia e pace, mentre questa Sura contiene solo minacce per gli idolatri, dice, nel suo versetto 3: “Ecco, da parte di Dio e del Suo Messaggero, un proclama alle genti nel giorno del Pellegrinaggio: "Iddio e il Suo Messaggero disconoscono i politeisti. Se vi pentite, sarà meglio per voi; se invece volgete le spalle, sappiate che non potrete ridurre Iddio all'impotenza. Annuncia, a coloro che non credono, un doloroso castigo"

* * *

L’Islam enfatizza la trascendenza in ciò che si riferisce a questa vita, né più, né meno che come una opportunità unica e preziosa per prepararci alla vita reale prossima a venire: “La vita eterna”.

 

IL DIGIUNO NEL MESE DI RAMADAN

Il digiuno è il 4° pilastro della pratica islamica. Il calendario lunare dell’Islam ci offre il digiuno del mese di Ramadan 11 giorni prima ogni anno. Questo vuol dire che, in un ciclo di 33 anni, passa attraverso tutte le stagioni, una dopo l’altra.

Disse il Profeta Mohammad (slp): "Il mese di Ramadan fu chiamato così perchè esso tende a "ramad" i peccati, ovvero a cancellarli". Disse l'Imam Jafar as-Sadeq (as) “Digiunare non è solo astenersi dal mangiare e bere.” E poi nominò Maria (as), la madre di Gesù il Messia, che come ci dice il Sacro Corano, osservò il digiuno come sacrificio per Dio, e l’Imam continuò dicendo: “Quando si digiuna si deve controllare la lingua, abbassare gli occhi, e non bisogna arrabbiarsi o disputare, né invidiare nessuno”.

E l’Imam, proseguendo, fece questa avvertenza: “Quando digiuni, lascia che il tuo udito e la tua vista si astengano da tutto ciò che è illecito e da tutto ciò che è cattivo, e lascia l’ipocrisia da parte e non maltrattare i tuoi servitori o i tuoi sottoposti. Al contrario, adornati con la dignità che dà il digiuno e non fare del tuo giorni di digiuno qualcosa che non si differenzi da un altro giorno qualsiasi”.

 

L’INTENZIONE DI DIGIUNARE (NIYYAT)

Per digiunare durante il mese sacro di Ramadan bisogna porre l’intenzione di fare questo sacrificio per conseguire la vicinanza a Dio (Gloria a Lui l'Altissimo) così come il desiderio e l’intenzione di purificarsi con esso, tanto fisicamente quanto spiritualmente. E’ scritto nel Safinat-al-Bihar che il Messaggero di Dio (slp) disse che Iddio ordinò ad un gruppo di Suoi Angeli il compito di recitare suppliche per tutti coloro che digiunavano.

L’Imam Sadeq (as) affermò che se una persona digiuna in un giorno molto caldo e soffre la sete, Iddio incaricherà 1000 angeli perché gli inumidiscano il viso e gli trasmettano buone notizie; e quando poi romperà il suo digiuno, Iddio, il più Esaltato e Glorificato, si rivolgerà a lui con queste parole: “Che dolce è il tuo profumo e il tuo spirito! Oh, Angeli miei, siate testimoni del fatto che l’ho perdonato.”

 

ALCUNI BENEFICI DEL DIGIUNO

Nell’Islam, gli aspetti benefici spirituali, sociali, economici, politici e psicologici del digiuno sono interrelazionati. La sua forma esterna regola la vita sociale e individuale del musulmano e lo conduce vicino al suo Creatore. La combinazione del digiuno con le orazioni e la meditazione può essere la miglior cura per le infermità fisiche e spirituali dell’essere umano. Il digiuno purifica l’anima, pulisce l’intenzione e trae abbondanti beni dall’Altissimo, Colui che è sempre nostro osservatore e desidera il meglio per i Suoi servi sinceri. Durante il mese di Ramadan i credenti imparano a controllare i loro desideri ed a riflettere sulle trasgressioni e le stravaganze e a non arrendersi alle basse passioni, ovvero, ciò che fa degenerare l’essere umano e porta all’autodistruzione. Il digiuno fortifica la volontà, insegna ad essere paziente e all’autodisciplina, l’abilità di sopportare gli infortuni della vita e a tollerare la fame e la sete. Tutto ciò rappresenta una chiara vittoria sui desideri illeciti e gli impulsi egoisti. Il digiuno insegna al credente ad abbandonare i vizi, a controllare le emozioni e gli istinti e a trattenere la lingua dal parlare inappropriato. Il digiuno anima lo spirito ad unificare i membri della comunità. Gli insegna umiltà e il sentimento di uguaglianza davanti a Dio – Gloria a Lui l’Altissimo. Il ricco deve compiere il digiuno come il povero, la donna come l’uomo. Incita lo spirito alla carità e alla compassione verso il povero e il bisognoso. Il mese di Ramadan è il mese del dare. E’ il mese per una vita sociale interattiva.

 

NORME DI CONDOTTA PER IL DIGIUNO

1)      Preparare con anticipo il benvenuto all’avvento del mese sacro di Ramadan; pentimento, attenzione a non fare cose proibite, pagare debiti e regolare dispute che comportano rancore ed ostilità. Abbandonare le cattive abitudini e porre l’intenzione di digiunare durante il mese di Ramadan con sincerità.

2)      Abbandonare dispute ed invidie. Non ferire nessuno con la parola. Conservare il silenzio. Recitare il Sacro Corano e fare tutto il bene che si è capaci di compiere.

3)      Non profferire né ascoltare parole vane che distraggono dal ricordo di Dio.

 

IFTAR – ROMPERE IL DIGIUNO

Siccome il digiuno nell’Islam non significa astenersi unicamente dal mangiare e dal bere, ma ha invece come obiettivo l’elevazione dello stato spirituale del credente, si sono stabilite certe norme per l’ora della rottura del digiuno, norme che provengono dall’insegnamento del Nobile Profeta (slp) e della sua Progenie (as).

1)      Le invocazioni e le suppliche (dua’à) che si recitano nel momento di rompere il digiuno;

2)      Dividere il nostro posto con i bisognosi e invitare alla nostra tavola gli altri fratelli.

3)      Il cibo raccomandato per rompere il digiuno sono i datteri e un bicchiere d’acqua tiepida leggermente addolcita, così come il Profeta Mohammad (slp) era solito fare.

 

CIO’ CHE ROMPE IL DIGIUNO

Bere o mangiare, avere relazioni, mentire su Dio o sul Suo Messaggero (slp), immergere la testa nell’acqua o inalare deliberatamente fumo. Restare in stato di impurità maggiore (non purificarsi dopo l’eiaculazione), masturbarsi, iniettarsi qualche liquido che giunga allo stomaco. Provocare deliberatamente il vomito. Deglutire intenzionalmente qualcosa che passi per la trachea o per qualche altro condotto aperto. Viaggiare, ovvero recarsi dal proprio luogo di residenza ad un altro luogo situato 27, 5 miglia o 50 secondo altre scuole. Ogni adulto mentalmente sano, uomo o donna musulmani, deve digiunare iniziando venti minuti prima che si alzi il sole. Il digiuno non è accettato senza le 5 orazioni quotidiane. Esentati dal digiuno sono i bambini, i ritardati e malati mentali, gli anziani e le donne mestruale o nella quarantena post-parto e così le donne che allattano e chi è malato.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

IL MESE DI DIO

Nel Nome di Dio Clemente e Misericordioso 

Il volto fulgido del mese di Dio risplende, il mese di Ramadan, il mese del Corano, il mese del digiuno e dell'adorazione di Dio. Milioni di musulmani ne accolgono la venuta a braccia aperte e lo amano. Trascorrono i giorni nel digiuno e la notti si dedicano a fervide e sommesse preghiere.

In quel mese per comandamento divino la vita dei musulmani si trasforma, nell'alimentazione, nel sonno, nei rapporti individuali e sociali e, più importante di tutti, nel carattere morale, nel comportamento e negli atti di adorazione. Le abitazioni dei musulmani assumono un aspetto differente e le città dell'Islam acquistano una maggiore spiritualità.

Il Nobile Profeta dell'Islam (su di lui e sulla sua famiglia la pace e la benedizione di Dio) quando diede per la prima volta ai musulmani la buona novella dell'arrivo del mese di Ramadan disse: "Vi appare con grazia, pietà e misericordia il mese di Dio, il mese che presso Dio è il migliore fra i mesi, i cui giorni sono i migliori fra i giorni, le cui notti sono le migliori fra le notti, le cui ore sono le migliori fra le ore". Poi disse: "E' il mese nel quale siete stati chiamati al convito di Dio, in cui avete ricevuto la misericordia divina, i vostri respiri in questo mese divengono lode di Dio, il vostro sonno diviene atto di adorazione, le vostre opere sono gradite da Dio e le vostre preghiere sono esaudite" (1).

Il mese di Ramadan è il mese dell'impegno per migliorarsi (2) e del servigio al prossimo. Come disse il Nobile Profeta: "Aiutate i bisognosi e gli umili, non volgete il pensiero a ciò che vi è stato prescritto come illecito, non prestate ascolto a ciò che è proibito (come la menzogna e la maldicenza), siate generosi con gli orfani affinché essi mostrino generosità ai figli vostri che vi sopravviveranno, pentitevi dei vostri peccati" (3).

Nel mese di Ramadan, secondo i precetti coranici, i musulmani praticano il digiuno durante il giorno e si astengono da determinati atti.

La filosofia del digiuno: la filosofia del digiuno meriterebbe un lungo discorso. Il digiuno rafforza l'uomo di fronte al peccato e lo rende puro e devoto al cospetto di Dio. Il digiuno ricorda all'uomo i bisognosi e accresce in lui il sentimento di amore per i suoi simili. Inoltre il digiuno è benefico per la salute del corpo, fa meglio comprendere all'uomo il piacere del cibo e lo rende riconoscente verso le grazie di Dio.

Il timore di Dio: il Sacro Corano spiega l'essenza e la filosofia del digiuno attraverso il timore di Dio e l'astinenza recitando:

"O voi che credete, vi è prescritto il digiuno come era stato prescritto a coloro che vi hanno preceduto. Possiate divenire timorati" (4).

Come il corpo dell'uomo si trova a fronteggiare svariati microbi e malattie, il suo spirito è esposto all'aggressione delle passioni interiori e dei vizi morali. Il corpo che possieda una maggiore forza di resistenza sarà immune rispetto a microbi e malattie. Allo stesso modo lo spirito forte di maggiore timore di Dio e devozione sarà maggiormente immune da passioni e vizi morali. In questo senso l'Islam, raccomandando intensamente il devoto timore di Dio, offre all'uomo molti fattori che ne accrescono l'intensità.

Fra i fattori che accrescono la resistenza dell'uomo di fronte al peccato e alla trasgressione vi è il digiuno. Quando l'uomo per alcune ore si astiene dal cibo e da altri atti determinati facendo questo per Dio, trova la forza per resistere ai peccati, e allora non si corrompe con essi, non mente, non pratica la maldicenza, non commette tradimento, eccetera. Quando l'uomo secondo il comandamento divino sopporta per ore la fame, trova la forza per non appropriarsi dei beni altrui. Quando per tutto il giorno in nome di Dio riesce a controllare i propri istinti passionali, anche quelli leciti, trova la forza di astenersi, nei restanti momenti, dalle passioni illecite. Quando nel momento della sete può chiudere la bocca di fronte a buona acqua, trova poi la forza di non prestare la bocca alla menzogna per interesse e di astenersi dall'offendere e ingiuriare il prossimo per ira.

La purezza: il digiuno rende l'uomo più puro ed è esso stesso segno della purezza dell'uomo. La Nobile Fatima Zahra (su di lei la pace), stimata figlia dell'Inviato di Dio, a proposito del senso e della filosofia del digiuno disse:


"Dio Altissimo ha prescritto il digiuno al fine di rinsaldare la purezza dell'uomo" (5). 

Perché nel digiuno non esiste la dimensione dell'ipocrisia e della finzione e l’uomo per tutto il giorno, anzi, per tutto il mese, pratica l’astinenza per Dio. Per questo motivo, Dio Altissimo, in un hadith del Profeta dell’Islam dice:

Solo per Me è il digiuno e solo Io ne do la ricompensa” (6).

Un individuo che pratica il digiuno e, preso dai morsi della fame, si trovi solo in una stanza vicino ad ogni genere di alimenti e di bevande, pratica l’astinenza e sopporta la fame e la sete solo per Dio. Un giovane appena sposato che nel mese di Ramadan durante il giorno pur trovandosi accanto alla moglie sappia controllare il proprio istinto, si astiene dal piacere solo per Dio. E per tutto il mese di Ramadan durante il giorno rispetta le proibizioni divine.

Lo stato interiore e spirituale che per effetto del digiuno viene suscitato nell’uomo puro è indescrivibile. Nelle ore in cui l’uomo pratica per Dio l’astinenza, con labbro assetato, ventre affamato, sguardo distolto dalla passionalità, orecchio precluso al futile piacere, esistono momenti in cui lo spirito dell’uomo spicca il volo verso la sommità dei cieli e con cuore ricolmo di amore grida a Dio che tutto questo è fatto per Lui e solo per Suo precetto.

L’aiuto ai bisognosi: il digiuno è l’esperienza della fame. Nella vita di ogni individuo il digiuno è testimonianza, anzi, esperienza diretta della povertà e dell’indigenza. E non per un solo giorno, ma per un mese intero. Il digiuno ravviva negli uomini il ricordo degli umili e dei bisognosi, dell’orfano che vive nella povertà e nell’indigenza, dell’anziano bisognoso che non ha la forza di lavorare o è disoccupato, delle genti che hanno subito il colonialismo e le cui ricchezze sono state depredate, dei popoli portati all’indigenza che vivono nelle peggiori condizioni di povertà.

Domandarono all’Imam Hosein (su di lui la pace) perché Dio avesse imposto il digiuno. L’Imam rispose:

 “Affinché il ricco provi la fame e provveda ai bisognosi” (7).

Simili argomenti sono stati tramandati a nome dell’Imam Reza (su di lui la pace) e dell’Imam ‘Askari (su di lui la pace) (8).

Il Nobile Profeta raccomandò ai musulmani di aiutare i poveri e i bisognosi in particolare durante il mese di Ramadan (9).

-         Il digiuno espiatorio è peccato. Il Nobile Profeta (S) disse: “Ogni cosa prevede un’imposta rituale, l’imposta dei corpi è il digiuno” (10).

-         Il digiuno salva l’uomo dall’inferno. Disse l’Imam Sadeq (su di lui la pace): “Il digiuno è uno scudo contro le fiamme dell’inferno” (11).

-         Il digiuno procura all’uomo la migliore delle condizioni. Come disse il Nobile Profeta (S): “Colui che digiuna si trova in stato di adorazione, anche dormendo nel suo letto, finché non faccia maldicenza nei confronti di un musulmano” (12).

 

Gradi del digiuno

Il digiuno possiede tre gradi: 1) il digiuno della moltitudine dei musulmani; 2) digiuno degli individui preminenti; 3) digiuno degli individui eccellenti.

1-      Il digiuno della moltitudine: questo tipo di digiuno consiste nell’astensione dal mangiare, dal bere e da atti ben definiti previsti dai precetti di giurisprudenza islamica. Questo digiuno è necessario e doveroso per tutti e ogni musulmano è tenuto ad osservarlo, tanto che la sua interruzione comporta il giudizio di Dio e ne rende inevitabile il castigo. Questo tipo di digiuno, entro i suoi limiti, gode di importanza e porta con sé la ricompensa divina.

2-      Il digiuno degli individui preminenti: questo digiuno, oltre alle condizioni precedenti, prevede l’astensione dai peccati. L’individuo deve trattenere la lingua dal pronunciare menzogna, l’occhio dal guardare con passionalità ciò che non sia per lui legittimo, l’orecchio dall’udire cose proibite da Dio e in generale tutte le membra da ciò che è illegittimo. Questo tipo di digiuno riguarda i musulmani preminenti che oltre ad osservare l’astinenza, curano di migliorare se stessi. Disse il Nobile Profeta (su di lui e sulla sua famiglia la pace di Dio):

Quando osservi il digiuno, anche il tuo orecchio, il tuo occhio e il tuo corpo devono osservare il digiuno” (13).

Il Nobile Profeta dopo avere elencato altri argomenti disse: “Il giorno in cui siete a digiuno non deve essere uguale al giorno in cui mangiate”. L’Imam Sajjad (su di lui la pace), nella sua orazione pronunciata in occasione dell’inizio del mese di Ramadan, diceva: “O Dio, aiutaci nel digiuno del mese di Ramadan, affinché noi possiamo trattenere le nostre membra dal disobbedirTi e usarle solo per avere il Tuo compiacimento. Fai che non ascoltiamo alcun discorso vano, che non rivolgiamo lo sguardo a cose futili, che non commettiamo alcun atto proibito, che non ci avviciniamo ad alcuna cosa illecita, che non introduciamo nei nostri ventri se non ciò che hai reso lecito, che la nostra lingua pronunci solo la Tua parola, che non ci imponiamo sofferenza se non quella che ci avvicina alla Tua ricompensa, che non commettiamo opera se non quella che ci preservi dal Tuo castigo” (14).

3-      Il digiuno degli individui eccellenti: il digiuno di costoro, oltre alle condizioni precedenti, prevede l’astensione dalla cura di qualsiasi cosa all’infuori di Dio e da qualsiasi atto all’infuori della Sua adorazione. Si tratta di coloro nei cui cuori altro non è impresso se non l’amore di Dio e che non sono legati ad altro se non a Dio, il cui cuore è privo di ogni vizio e turpitudine e del minimo rancore ed è puro da ogni turpitudine morale e da ogni attaccamento terreno. Come recita il Sacro Corano a proposito del Nobile Abramo (su di lui la pace: “Si presentò al cospetto di Dio con cuore immacolato” (15).

Come si è già detto il dovere collettivo è di osservare il primo grado del digiuno, che costituisce una premessa ai due gradi successivi ed è una rampa che permette agli individui eccellenti di raggiungere la sommità del grado più elevato. Ogni grado possiede in sé una propria importanza.<o:p></o:p>

Per concludere vogliamo citare due tradizioni appartenenti al sesto Imam sciita, il quale disse:

1-     “Colui che digiuno è due volte felice: quando termina il digiuno e quando incontra Dio” (16);

2-     “L’inverno è la primavera del credente perché le sue notti sono lunghe e può dedicarsi maggiormente all’adorazione di Dio e i suoi giorni sono brevi e può così trovare un conforto nel momento del digiuno” (17).

 Dott. M. H. Abdekhoda’i

NOTE

1)     Vasa’elo’l-shi’e, Libro sul digiuno, p. 227.

2)     Sahife-ye Sajjadiye, XLIV orazione.

3)     Vasa’elo’l-shi’e, Libro sul digiuno, p. 227.

4)     Il Sacro Corano, sura II, versetto 183.

5)     Beharo’l-anwar, vol. 96, p. 368.

6)     Beharo’l-anwar, vol. 96, p. 254, citato in Mesbah al-Sharife.

7)     Beharo’l-anwar, vol. 96, p. 375 citato in Manaqeb.

8)     Ibidem.

9)     Vasa’elo’l-shi’e, Libro sul digiuno, p. 227.

10) Beharo’l-anwar, vol. 96, p. 254, citato in Al-Mahasen e da Nahjo’l-Balaghe, detto 136.

11) Beharo’l-anwar, vol. 96, p. 256 citato in Majales-e sheykh.

12) Beharo’l-anwar, vol. 96, p. 293, citato in Al-ekhtesas.

13) Beharo’l-anwar, vol. 96, p. 292.

14) Sahife-ye Sajjadiye, XLIV orazione.

15) Il Sacro Corano

16) Beharo’l-anwar, vol. 96, p. 248 citato in Khesal di Saduq.

17) Ibid., p. 242 citato in Emali di Saduq.

 

 

 

 

 

 

 

 

Il Banchetto di Dio

 

Secondo un detto del venerabile Profeta (S), dedotto da un sermone a lui attribuito, tutti i servi di Dio, durante il mese benedetto di Ramadan, sono tenuti a presenziare al Banchetto di Dio Onnipotente, della cui ospitalità godono: “O gente, per voi è arrivato il mese di Dio alla cui Tavola siete invitati”.

In questi pochi giorni che mancano all’inizio del mese benedetto di Ramadan, dovete pensare a riformare voi stessi, rivolgendo la vostra mente a Dio Onnipotente; dovete chiedere perdono delle vostre cattive azioni e se, Dio non voglia, commesso peccato, dovete pentirvi e rivolgere preghiere a Dio. Nel santo mese di Ramadan non dovete offendere, calunniare o commettere altri peccati poiché dovete presentarvi puri al cospetto di Dio, al cui Banchetto siete chiamati. In questo santo mese siete invitati alla Mensa dell’Onnipotente. Preparatevi a questo grande invito, ottemperando almeno alle prescrizioni esteriori del digiuno. Ottemperare al precetto del digiuno, cogliendone la vera sostanza, infatti è ben altra cosa e necessita di attenzione e di impegno continuo. Tale prescrizione non consiste soltanto in un’astensione dal cibo e dalle bevande, bensì in quella più grande dal peccato. Queste tuttavia non sono che le prime indicazioni e costituiscono solo un inizio. Gli amici di Dio, coloro che vogliono giungere alla Fonte infinita, devono seguire ben altre regole. Quanto a voi attenetevi almeno a queste prime prescrizioni. Astenetevi non solo dal cibo ma anche dal peccato. Sin da ora proponetevi di evitare la maldicenza, la calunnia, la menzogna. Allontanate dai vostri animi l’odio, la gelosia, l’invidia e tutte le altre suggestioni diaboliche. Se potete, cercate di arrivare a un completo distacco dal mondo. Agite onestamente e senza ipocrisie; non date ascolto al diavolo.

Tuttavia, se disperate di giungere a questa somma felicità, sforzatevi almeno di far si che il vostro digiuno sia puro. In caso contrario, anche se esso esteriormente sia conforme alle norme prescritte, non sarà gradito a Dio e non avrà un grande valore. C’è una grande differenza fra un digiuno gradito a Dio e un digiuno compiuto rispettando semplicemente le disposizioni canoniche. Se, trascorso il mese di Ramadan, non avviene nessun cambiamento nel vostro comportamento e il vostro modo di vita rimane quello di prima, è chiaro che non avete compiuto quel digiuno che Dio vi aveva chiesto, bensì un semplice digiuno materiale. In questo santo mese in cui siete stati invitati alla Mensa di Dio, se non accrescete la vostra conoscenza delle sublimi verità, significa che non avete presenziato nella maniera giusta al Festino e non avete compiuto il vostro dovere. Non dovete dimenticare che, durante il Ramadan – che è il “Mese di Dio”, le porte della misericordia divina sono aperte ai Suoi servi, e i diavoli, secondo quanto dice la Tradizione, sono incatenati. Se in questo mese non potete riformare e purificare voi stessi, esercitando il dominio dei sensi, eliminando le passioni, le ambizioni e l’attaccamento alle cose di questo mondo, è difficile possiate realizzare tutto questo quando questo periodo favorevole sarà trascorso.

Approfittate di questo momento propizio prima che esso giunga al termine, migliorando e purificando voi stessi. Preparatevi dunque a compiere i doveri del mese di Ramadan. Non abbia a succedere che, proprio nel mese di Ramadan in cui i diavoli sono incatenati, voi commettiate peccati e azioni contrarie all’Islam. Talvolta l’uomo, quando commette peccato e si allontana quindi dalla Verità, sprofonda talmente nelle tenebre dell’ignoranza che non v’è più bisogno delle tentazioni di satana, in quanto egli stesso assume le caratteristiche del diavolo. Tali caratteristiche sono opposte a quelle divine. Colui che segue le proprie passioni e si sottomette al diavolo, assume gradualmente le caratteristiche demoniache. Decidete almeno in questo mese di vigilare su voi stessi; astenetevi da quelle azioni e da quelle parole sgradite a Dio. Sin da ora in questa riunione fate un patto con Dio e proponetevi di evitare in questo santo mese la calunnia e la maldicenza. Ponete sotto il controllo della volontà la vostra lingua, gli occhi, le mani, le orecchie e le altre membra del corpo; disciplinate il vostro modo di agire e di parlare. Forse proprio queste azioni virtuose attireranno su di voi la grazia divina così che, quando il mese del digiuno giungerà a termine e i diavoli si libereranno dalle catene, voi, purificati, non vi farete più ingannare dal demonio. Ripeto ancora una volta: in questi trenta giorni del santo mese di Ramadan proponetevi di controllare la lingua, gli occhi, le orecchie e tutte le membra del vostro corpo. Vigilate affinché le azioni che volete compiere, le parole che volete proferire, i discorsi che ascoltate, siano conformi ai precetti islamici.

Queste sono le prime regole da osservare durante il digiuno. Rispettate almeno queste prescrizioni esteriori. Se notate che qualcuno vuol fare della maldicenza, impeditelo, ricordando che vi siete ripromessi, durante questi trenta giorni, di non commettere nulla che sia proibito dalla legge islamica. Se non riuscite in questo lodevole intento, avete il dovere di lasciare quel posto e di non prestare ascolto (i musulmani non devono nutrire motivi di apprensione nei vostri confronti. Chiunque, con la lingua, con gli occhi, con le azioni, crei i presupposti di tale apprensione, in realtà è musulmano solo a parole e solo superficialmente ha recitato: “Non c’è altro Dio all’infuori di Dio”). Se vi proponete di danneggiare, offendere o calunniare qualcuno, ricordate che siete in presenza di Dio, che siete Suoi ospiti e che di fronte all’Onnipotente volete oltraggiare un Suo servo. Offendere un servo di Dio significa offendere Dio stesso, specialmente se si tratta di un religioso che percorre la via della virtù e della conoscenza.

A volte l’uomo giunge al punto di rinnegare Dio nel momento della morte e di smentirNe le parole. “Poi, brutta fu la fine di quelli che facevano il male e negavano i Segni di Dio e li schernivano” (Corano, 30: 10). Ciò si verifica gradatamente: oggi un’opinione sbagliata, domani una maldicenza e un altro giorno un’offesa ai musulmani. Piano piano questi peccati s’accumulano nell’anima e la rendono oscura. Gradatamente l’uomo viene privato della conoscenza di Dio, fino a che giungerà al punto di negare tutto e di rinnegare Dio stesso.

Secondo il commento conforme alla Tradizione di alcuni versetti del Corano, le azioni degli uomini vengono sottoposte al giudizio del Profeta e dei puri Imam. Forse che quando essi, esaminando le vostre azioni, vedono tutti i vostri peccati, non si affliggono? Non avvenga che il Profeta di Dio si addolori e che l’animo suo si rattristi. Quando egli constata che nel Libro delle vostre azioni sono registrate maldicenze, calunnie e menzogne nei riguardi dei musulmani, che non avete fatto altro che pensare a questo mondo e alle cose materiali, che i vostri animi traboccano di rancore, di odio, di gelosia, è possibile che provi vergogna di fronte a Dio e ai Suoi angeli, del fatto che la comunità musulmana è stata così ingrata nei confronti della misericordia divina tradendo con la dissolutezza il pegno dato da Dio.

Se un individuo commette un peccato, causa la vergogna di tutta l’umanità. Voi, che appartenete a Dio, voi che, entrando a far parte di questi centri di studi religiosi, vi siete intimamente legati al Profeta e al Corano, se commettete un’azione indegna, offendete e disonorate l’Islam, ed è possibile che Dio vi maledica. Fate in modo che il Profeta di Dio ed i puri Imam non abbiano a rattristarsi.

L’animo dell’uomo è come uno specchio terso e limpido che, in seguito alla troppa attenzione alle cose di questo mondo e ai peccati, si offusca. L’uomo, qualora adempia alle prescrizioni del digiuno in nome di Dio e con purezza (non voglio con questo dire che le altre pratiche di culto non debbano essere compiute con animo puro, giacché ogni pratica devota richiede purezza di intenzioni), forse otterrà dal favore divino che il suo animo torni ad essere terso come uno specchio. C’è speranza che egli riesca a staccarsi dai piaceri di questo mondo, così che quando giungerà la notte di Qadar (3) scenderà su di lui la luce dei santi e dei credenti.

Il premio del digiuno è Dio stesso: “Il digiuno è dedicato a Me ed Io sono il premio”. Null’altro può costituire il premio. Il paradiso stesso è ben poca cosa e non può rappresentare un premio adeguato. Se l’uomo chiude la bocca al cibo, ma la apre alla maldicenza e approfitta delle notti di Ramadan, nelle quali si veglia riuniti, per calunniare e offendere i musulmani, non ne avrà nessun frutto. Egli, agendo in questo modo, non rispetta le regole della Mensa a cui Dio lo ha invitato e offende il suo Benefattore.

Dio prima di creare l’uomo, ha predisposto i mezzi necessari alla sua vita e al suo perfezionamento, ha inviato i profeti affinché lo guidassero, ha fatto scendere i Libri celesti, gli ha dato la forza di giungere fino alla Fonte di Luce, gli ha fatto la grazia dell’intelletto, gli ha concesso i Suoi favori e ora lo invita a partecipare al Suo Festino, a sedersi alla Mensa della Sua grazia e a porgere ringraziamenti nei limiti delle capacità umane. E’ forse giusto che i servi di Dio godano della Sua Mensa e si servano dei mezzi che Egli ha messo a disposizione per la loro felicità e nello stesso tempo insorgano contro il loro Signore, contro il loro Ospite usando i mezzi da Lui forniti contro di Lui e contrariamente ai Suoi voleri? Non è forse ingratitudine che l’uomo sieda alla Mensa del suo Signore e offenda con azioni indegne il Suo Ospite, il Suo Benefattore? Che commetta azioni turpi o volgari? L’inviato deve essere consapevole di quanto il Suo Ospite sia eccelso. Gli siano d’esempio i grandi profeti ed i puri Imam che speravano di arrivare alla Fonte di Grandezza proprio grazie alla consapevolezza che avevano acquisito. La Mensa di Dio è proprio quella Fonte di Grandezza. Dio ha invitato i Suoi servi a godere di essa. Se, tuttavia, il servo non ne è degno, non può accedere a quel luogo sublime. Dio invita tutti a godere dei Suoi favori, della Sua carità e delle gioie spirituali, tuttavia coloro che non hanno la preparazione sufficiente, non possono accedere ad esse. Senza una purezza morale e spirituale, l’animo ed il corpo macchiati dal peccato, come si può godere della presenza divina e sedere alla mensa del Signore Assoluto, Fonte di Luce e magnificenza? Bisogna esserne degni, bisogna essere preparati; con l’animo oscurato dalle tenebre dei peccati, non si arriva a capire il profondo significato di queste realtà spirituali. Bisogna rompere i veli che coprono gli animi e impediscono di congiungersi a Dio, così da poter presenziare alla Sua luminosa Mensa.

 

 

(3) Notte in cui è iniziata la rivelazione del Sacro Corano.

da: Imam Khomeyni "La più grande lotta"

 

 

 

 

 

 

La Preghiera Mustahab

Le Salah Mustahab non sono obbligatorie ma procurano ai Credenti che le eseguono grandi benefici in questa vita e nell’altra. Tale pratica nel Mese Santo di Ramadan ha meriti ancora maggiori: se si pensa che una Salah Wajib (obbligatoria) vale come 70 Salah (negli altri mesi), quanto varrà allora una Salah Mustahab?

"Chiunque offra Preghiere raccomandate nel periodo di Ramadan vedrà che Allah lo preserverà dall’Inferno e chiunque osservi quelle obbligatorie avrà come premio quello di 70 Salah obbligatorie osservate negli altri mesi. Chiunque nel Mese di Ramadan implori la benedizione su di me (il Profeta), Allah renderà il fardello delle sue buone azioni pesanti (nel Giorno del Giudizio) mentre il fardello degli altri sarà sempre più leggero…" (WAASA ‘IL ASH-SHIA, AL HUR AL AMILI).

E’ consigliato recitare nel Mese di Ramadan il Tahaggiud, la Preghiera dopo mezzanotte che per i suoi enormi benefici è detta ONORE DEI CREDENTI. Essa può essere recitata fino alla chiamata per il Fajr. Nel Mese Santo del Ramadan, il Profeta soleva dedicare gran parte della notte alla Preghiera. In questo Mese le Salah mustahab vanno a compensare tutte le Salah omesse in precedenza e hanno la funzione di richiedere misericordia e salute ad Allah a favore dei nostri parenti, genitori ed amici.

Oltre alle Salawat (Preghiere) è meritorio recitare alcune Duà (suppliche, invocazioni) durante il Ramadan :

"Oh Altissimo, oh Grande, oh Perdonatore, oh Misericordioso,Tu sei il Sommo Signore al Quale niente può rassomigliare, Colui che tutto ode e tutto vede. E questo è il Mese che Tu hai reso onorevole, hai esaltato, hai glorificato e reso eccelso sopra gli altri mesi. E questo è il Mese nel quale Tu hai prescritto per me il Digiuno. E questo è il Mese di Ramadan,nel quale tu hai fatto scendere il Corano come guida alle genti e quale segno chiaro di giustizia e di Furqan (distinzione tra il bene e il male). Tu hai fatto accadere in tale Mese la Notte del Destino, rendendola meglio di 1000 mesi. Oh Colui che elargisce favori a tutti e che non è favorito da nessuno, donami il Tuo favore salvandomi dall’Inferno così come hai favorito altri.Ammettimi nel Paradiso grazie alla Tua Pietà.

Oh il più Misericordioso dei Misericordiosi.

Oh Allah, garantisci abbondanza a tutti i poveri,

oh Allah, soddisfa la fame di tutti gli affamati,

oh Allah, vesti tutti coloro che sono nudi,

oh Allah, aiuta i debitori a pagare i loro debiti,

oh Allah, solleva i sofferenti da tutti i loro malanni,

oh Allah, aiuta i viaggiatori a ritornare salvi a casa,

oh Allah, libera tutti i prigionieri,

oh Allah, elimina tutti i difetti che esistono nelle questioni dei Musulmani,

oh Allah, restituisci la salute agli infermi,

oh Allah, allevia la nostra miseria con la Tua infinita ricchezza,

oh Allah, aiutaci a pagare i nostri debiti e liberaci dalla povertà.

Sicuramente, Tu sei capace di ogni cosa."

 

 

 

 

 

 

DO'A PER IL SANTO MESE DI RAMADAN  [ascolta on line]

1 giorno: "Oh Mio Dio, accetta il mio Digiuno come per coloro dei quali hai accolto il Digiuno. Perdona i miei peccati o Signore dell’Universo. Perdonami, oh Perdonatore dei peccatori".

2 giorno: " Oh Mio Dio, nel Mese di Ramadan rendimi viicino al Tuo Compiacimento e tienimi lontano dalla Tua Ira e dal Tuo Dispiacere. Guidami a recitare il Corano attraverso la Tua Misericordia, oh il più Misericordioso.."

3 giorno: "Oh Mio Dio, nel Mese di Ramadan garantiscimi saggezza e consapevolezza. Tienimi lontano dall’ignoranza e dall’ostentazione. Rendimi partecipe della Benedizione che Tu elargisci nel Ramadan, oh il più Benevolo dei benevoli."

4 giorno: "Oh Mio Dio, donami la forza di osservare i Tuoi Precetti. Incoraggiami, attraverso la Tua Gentilezza, di offrirti ringraziamenti, Tienimi sotto la Tua protezione: oh Colui che vede ogni cosa."

5 giorno: "Oh Mio Dio, garantiscimi nel Mese di Ramadan un posto nelle schiere dei pentiti e rendimi uno dei Tuoi fedeli servitori. Rendimi uno dei più devoti attraverso la Tua Misericordia; oh più Generoso dei generosi."

6 giorno: "Oh Mio Dio, non lasciarmi solo, così da essere sopraffatto dai peccati. Garantiscimi rifugio dalla Tua maledizione e ira. Io faccio appello alla Tua Gentilezza e Bontà. Oh ultimo Rifugio per coloro che chiedono soccorso."

7 giorno: "Oh Mio Dio, aiutami a rispettare il Digiuno e ad offrire le Preghiere in questo mese. Proteggimi dall’errore e dal peccato. Riversa su di me il Tuo ricordo e la Riconoscenza attraverso la Tua continua guida.. Oh Guida dei Credenti."

8 giorno: "Oh Mio Dio, fa che io sia gentile con gli orfani e che nutra gli affamati e risponda ai saluti. Garantiscimi la compagnia dei giusti e fa che io eviti i peccatori grazie alla Tua Benevolenza. Oh Sostegno dei soccorritori."

9 giorno: "Oh Mio Dio, riversa su di me una parte della Tua immensa Misericordia. Guidami nella comprensione delle Tue chiare prove e guidami attraverso il Tuo Compiacimento e il Tuo Amore. Oh Conforto di chi cerca aiuto."

10 giorno: "Oh Mio Dio, fa che io sia tra coloro che credono in Te, che hanno meritato la Tua stima, che si sono avvicinati a Te. O Sostegno dei bisognosi."

11 giorno: "Oh Mio Dio, fa che io sia propenso alle buone azioni e fa che io aborrisca la trasgressione e la disobbedienza. Proteggimi dal Tuo castigo e dal fuoco attraverso il Tuo Potere. O Sostegno di coloro che chiedono soccorso."

12 giorno: "Oh Mio Dio, garantiscimi rifugio e castità nel Mese di Ramadan, e fa che io sia soddisfatto e salvami da ciò che temo attraverso la Tua protezione. O Rifugio dei diseredati."

13 giorno: "Oh Mio Dio, purificami da ogni impurità e da ogni abitudine deviante e donami la forza di sopportare ogni evento che Tu mi hai riservato. Guidami verso la pietà e la compagnia dei giusti attraverso il Tuo sostegno. Oh Conforto per gli occhi delle vittime dell’ingiustizia."

14 giorno: "Oh Allah, fa che io non paghi per i miei errori. Perdona i miei peccati e le mie azioni inspiegabili. Fa che io non sia l’emblema del male e succubo degli eventi, attraverso il Tuo amore. O Colui che onora i Musulmani."

15 giorno: "Oh Mio Dio, riserva su di me la sincerità dei devoti (che pregano). Inspira nel mio cuore un sincero pentimento. O Rifugio dei derelitti."

16 giorno: "Oh Mio Dio, guidami verso l’agire delle persone giuste e tienimi lontano dalla compagnia dei deboli (peccatori). Ammettimi, grazie alla Tua Misericordia alla dimora eterna, o Signore dell’Universo."

17 giorno: "Oh Mio Dio, guidami verso le buone azioni. Garantiscimi soddisfazione dei miei bisogni e desideri. O Colui che non necessita nessun rammentatore. O Colui che è consapevole di ciò che passa nei cuori degli esseri viventi"

18 giorno: Oh Mio Dio, risvegliami affinché ottenga i benefici del Suhur (prima che entri il tempo del Digiuno) e colma il mio cuore della sua luce. Fa che ogni mio organo segua i suoi (del Digiuno) precetti. O Colui che illumina i cuori degli gnostici."

Giorno 19: " Oh Mio Dio, lascia che io goda di un’ampia porzione dei benefici di questo Mese e rendi agevole per me il sentiero della giustizia e non privarmi della sua (del Ramadan) generosità."

 

Giorno 20 : " Oh Mio Dio, apri per me in questo mese i cancelli del Paradiso e chiudi i cancelli dell’Inferno. Donami la forza di recitare il Corano. Oh Colui che reca soddisfazione ai cuori dei Credenti."

Giorno 21: "Oh Mio Dio, conducimi in questo mese a guadagnare il Tuo compiacimento e fa che il male non abbia accesso in me. Oh Colui che soddisfa le necessità dei bisognosi".

Giorno 22: "Oh Mio Dio, apri per me in questo mese i cancelli della Tua Generosità e riserva su di me le Tue Benedizioni. Incoraggiami a guadagnare il Tuo Benvolere e ammettimi ad entrare nel Tuo Paradiso. Oh Colui che risponde alle suppliche degli oppressi. "

Giorno 23 : "Oh Mio Dio, purificami in questo mese da ogni peccato e alleggeriscimi da tutti i difetti. Metti alla prova il mio cuore e verifica se mi astengo da ciò che è proibito. O Colui che sorveglia la breve via dei peccatori".

Giorno 24: "Oh Mio Dio, in questo mese io aneli ciò che Ti è gradito e la Tua protezione contro ciò che Ti è sgradito: Insegnami ad ubbidire ai Tuoi comandi e frenami dalla disobbedienza. Oh Colui che conosce ciò che attraversa i cuori dei viventi."

 

Giorno 25: "Oh Mio Dio, fa che io ami coloro che Ti sono prossimi e  nemico di coloro che sono i Tuoi nemici. Fa che io segua le impronte dell’Ultimo Profeta (s). Oh Esaltato nei cuori di tutti i Profeti (as)."

 

Giorno 26: " Oh Mio Dio, fa che le mie buone azioni in tale mese siano fruttifere e che i miei peccati siano perdonati e le mie azioni accettate e i miei difetti cancellati. Oh Onnisciente."

Giorno 27: "Oh Mio Dio, lascia che io mi sforzi maggiormente coi Nawafil (preghiere raccomandate) in questo mese. Garantiscimi attraverso la Tua Gentilezza di compiere buone azioni che mi salvino nel Giorno del Giudizio. Guidami alle maniere migliori che conducono a Te. Oh Colui che non è annoiato dall’insistenza dei supplicanti."

Giorno 28: "Oh Mio Dio, in questo mese riversa la Tua Misericordia su di me. Riversa su di me la Tua Benedizione e tienimi lontano dai peccati. Monda il mio cuore da ogni impurità. O Colui che è Misericordioso con i suoi servi credenti."

Giorno 29: "Oh Mio Dio, riversa su di me le benedizioni della Notte del Destino. Fa che le mie difficoltà e i miei problemi siano superati. Accetta il mio pentimento e liberami dai miei peccati e azioni malvagie. Oh Colui che è Misericordioso verso i virtuosi."

Giorno 30 : "Oh Mio Dio, fa che le mie colpe siano in uno stadio accettabile per Te e per il Tuo Amato Messaggero, in modo che i risultati del mio Digiuno possano condurmi ad una vita di purezza e rettitudine, per l’amore di Muhammad e della sua pura progenie. La lode appartiene a Dio Signore dei mondi"

 

La Preghiera dell'alba (Du'à 'i-sahar)
Questa preghiera, trasmessa dall'Imam Baqir (as), è da recitare prima dell'alba durante le notti del mese di Ramadan: per il suo valore particolarmente elevato, l'Imam Khomeyni decise, nel 1929, di consacrarvi un commento (1). Essa infatti racchiude al suo interno i più bei attributi divini e i più sublimi esempi (al-amthal al-'ulya) attinenti alla Signoria (2); in essa si trova il Nome supremo (ism a'zam) e la manifestazione più completa e più antica (aqdam) (nell'ordine ontologico delle manifestazioni puramente metafisiche, e non secondo un ordine temporale a cui queste cose non sono sottomesse) (Sharh pp.19-20). Il commento presenta un lessico completamente gnostico, cosparso qua e là di temi ed espressioni di matrice filosofica; il tono, vivo e ricco di slancio, lascia intravedere un giovane e dotto gnostico (arif) nell'ardore dei suoi ventisette anni. Colpisce particolarmente l'onnipresente preoccupazione - che le opere ulteriori confermeranno - per la realizzazione spirituale in quanto fonte di ogni autentica dottrina, insieme a quella per il passaggio alla gnosi operativa, unica finalità che conferisca un senso a questo genere di speculazioni. A illustrazione parziale di quanto detto, faremo seguire alla traduzione della preghiera quella della spiegazione che l'Imam fornisce della sua particolare struttura.


1. O mio Dio, a Te io chiedo per il Tuo splendore più splendido; ora tutto il Tuo splendore è splendido: o mio Dio, io a Te chiedo per il Tuo splendore tutto intero.
2. O mio Dio, io a Te chiedo per la Tua bellezza più bella; ora tutta la Tua bellezza è bella: o mio Dio, io a Te chiedo per la Tua bellezza tutta intera.
3. O mio Dio, io a Te chiedo per la Tua maestà più maestosa; ora tutta la Tua maestà è maestosa: o mio Dio, io a Te chiedo per la Tua maestà tutta intera.
4. O mio Dio, io a Te chiedo per la Tua immensità più immensa; ora, tutta la Tua immensità è immensa: o mio Dio, io a Te chiedo per la Tua immensità tutta intera.
5. O mio Dio, io a Te chiedo per la Tua luce più luminosa; ora, tutta la Tua luce è luminosa: o mio Dio a Te chiedo per la tua luce tutta intera.
6. O mio Dio, io a Te chiedo per la Tua misericordia più misericordiosa; ora tutta la Tua misericordia è misericordiosa: o mio Dio, io a Te chiedo per la Tua misericordia tutta intera.
7. O mio Dio, io a Te chiedo per la più compiuta delle Tue parole; ora, tutte le Tue parole sono compiute: o mio Dio, io a Te chiedo per la totalità delle Tue parole.
8. O mio Dio, io a Te chiedo per la Tua perfezione più perfetta; ora, ogni Tua perfezione è perfetta: o mio Dio, io a Te chiedo per la Tua perfezione tutta intera.
9. O mio Dio, a Te io chiedo per il più grande dei Tuoi nomi; ora, tutti i Tuoi nomi sono grandi: o mio Dio, io a Te chiedo per la totalità dei tuoi nomi.
10. O mio Dio, io a Te chiedo per la Tua onnipotenza più onnipotente; ora, tutta la Tua onnipotenza è onnipotente: o mio Dio, io a Te chiedo per la Tua onnipotenza tutta intera.
11. O mio Dio, io a Te chiedo per la Tua volontà più eseguita; ora, ogni Tua volontà è eseguita: o mio Dio, io a Te chiedo per la Tua volontà tutta intera.
12. O mio Dio, io a Te chiedo per il potere col quale Tu hai autorità su ogni cosa; ora, tutto il Tuo potere manda autorità: o mio Dio, io a Te chiedo per il Tuo potere tutto intero.
13. O mio Dio, io a Te chiedo per il Tuo sapere più penetrante; ora ogni Tuo sapere è penetrante: o mio Dio, io a Te chiedo per il Tuo sapere tutto intero.
14. O mio Dio, io a Te chiedo per il Tuo parere più gradito; ora, ogni Tuo parere è gradito: o mio Dio, io a Te chiedo per la totalità dei Tuoi pareri.
15. O mio Dio, io a Te chiedo per quella tra le domande che a Te si indirizzano che più Tu ami; ora, tutte le domande a Te rivolte sono da Te amate: o mio Dio, io a Te chiedo per la totalità delle domande a Te rivolte.
16. O mio Dio, io a Te chiedo per la Tua dignità più degna; ora, ogni Tua dignità è degna: o mio Dio, io a Te chiedo per la Tua dignità tutta intera.
17. O mio Dio, io a Te chiedo per la Tua sovranità più durevole; ora, ogni Tua sovranità è durevole: o mio Dio, io a Te chiedo per la Tua sovranità tutta intera.
18. O mio Dio, io a Te chiedo per il Tuo regno più splendente; ora, ogni Tuo regno è splendente: o mio Dio, io a Te chiedo per il Tuo regno tutto intero.
19. O mio Dio, io a Te chiedo per la Tua elevazione più sublime; ora, ogni Tua elevazione è sublime: o mio Dio, io a Te chiedo per la Tua elevazione tutta intera.
20. O mio Dio, io a Te chiedo per la Tua grazia più antica; ora, tutte le Tue grazie sono da sempre: o mio Dio, io a Te chiedo per la Tua grazia tutta intera.
21. O mio Dio, io a Te chiedo per il più nobile dei Tuoi segni; ora, tutti i Tuoi segni sono nobili: o mio Dio, io a Te chiedo per la totalità dei Tuoi segni.
22. O mio Dio, io a Te chiedo per l'Importanza e il Dominio che Ti competono, e a Te io chiedo per ogni cosa importante e ogni dominio singolarmente presi.
23. O mio Dio, io a Te chiedo per ciò che farà sì che Tu abbia a rispondermi quando io a Te chiedo: rispondimi, allora, o Dio!

Considerazioni dell'Imam Khomeyni sulla struttura della "Preghiera dell'Alba"

"Quando il pellegrino spirituale giunge alla Presenza della Divinità (al-hadrat al-ilahiyya) e vede col suo sguardo interiore la Presenza dell'Unicità (al-hadrat al-wahidiyya), allora il suo Signore si manifesta a lui con i Suoi Nomi e Attributi, ed egli si rende così conto che alcuni Nomi e Attributi sono comprensivi ed altri compresi, e che alcuni sovraeccellono su altri: può così, in un linguaggio adeguato alla sua condizione spirituale e conveniente al grado di presenza in cui si trova, rivolgere domanda e preghiera al suo Signore mediante il più bello e splendido degli Attributi, e il più degno e perfetto dei segni. Ciò si propaga dal suo stato interiore alla sua parola…facendogli dire: "Io a Te chiedo con il Tuo splendore più splendido" (v. I) et. (…) Quando poi il pellegrino, lasciata dietro di sé la Presenza della Divinità, perviene alla Presenza della Unità sintetica (ahadiyya dam'iyya), ecco che in questa le Presenze (dei Nomi e degli Attributi) s'annientano, e svaniscono le determinazioni e le molteplicità: Egli, allora, gli si manifesta mediante il Possesso assoluto, come quando Egli dice "A CHI IL REGNO IN QUESTO GIORNO?" (Corano 40: 16). E poiché in questo giorno non sussistono né creatura, né ordine, né forme o forma, si riporta che nessuno Gli risponde, tranne Lui stesso quando dice "A Dio, l'Unico, l'Imperioso!" (Corano 40: 16). In questa stazione non c'è davvero posto per la domanda, né si trova a chi indirizzarla, né qualcuno per indirizzarla; siamo in quell'"ebbrezza" che è un perdere se stessi, sotto l'effetto di uno stupore e di un turbamento causati dalla improvvisa contemplazione della bellezza del Beneamato.
Se le grazie del suo Beneamato gli consentono di rimettersi dal proprio smarrimento e stupore e di riprendere i propri spiriti dopo averli perduti (saha 'ani l 'mahw) egli può allora operare distinzioni e differenziazioni: ciò avviene a causa del consolidarsi in lui della contemplazione, della sua rettitudine, del suo stato stabile e del rispetto delle cinque Presenze (3). Egli intuisce che gli Attributi - che nel primo stato di lucidità (as-sahw al-awwal) vedeva differenti tra di loro in splendore e perfezione - sono, nella loro totalità, le manifestazioni di una Essenza puramente Una e i fulgori di bellezza d'una pura Luce di verità: in questa stazione non c'è sovraeccellenza e superiore dignità, ma tutti gli attributi sono visti come dignità, splendore, beltà e lucentezza (nel loro senso assoluto). Così, quando si dice che "tutto il Tuo splendore è splendido" (v. I) e che "ogni Tua dignità è degna" (v. 16), ciò significa che non ha luogo alcun differenziarsi in dignità: tutti gli attributi sono, infatti, le onde dell'oceano della Tua esistenza e i bagliori di luce della Tua essenza, totalmente identici tra di loro e altrettanto identici all'Essenza. Si stabilisce dunque una (relativa) gerarchia di superiorità tra di loro quando vengono considerati nel primo stato di coscienza, mentre si nega ogni distinzione in quello stato di coscienza che succede a una perdita della coscienza medesima; contemporaneamente, ogni molteplicità viene a Lui ricondotta.
Il discorso fatto vale per le manifestazioni che avvengono attraverso i Nomi e gli Attributi. Ma se si considerano le manifestazioni creaturali e le più belle apparenze che dipendono dall'Attività (divina), allora l'ascensione fino al realizzarsi della stazione della Volontà (mashi 'a) nella quale si annientano le determinazioni dell'Attività - è resa possibile solo con un progredire attraverso i gradi delle determinazioni. (…) Pertanto, prima di conseguire questa stazione, il pellegrino vede alcuni Nomi Divini - come le Intelligenze immateriali e gli Angeli smarriti per amore - dotati di maggior splendore che gli altri: così, pone la sua domanda sotto il segno di ciò che è più splendido, bello e perfetto. Ma quando raggiunge la stazione della prossimità assoluta, egli vede la Misericordia onnicomprensiva (ar-rahmat al-wasi'a), l'Esistenza universale (al-wujud al-mutlaq), l'Ombra che si dispiega (az-zill al-munbasit) e il Volto che persiste (al-wadjh al-baqi): in quest'ultimo, svaniscono tutti gli esistenti e tutti i mondi - corpi tenebrosi e spiriti luminosi - s'annientano.
Il pellegrino constata che la Volontà a tutto si rapporta in modo equivalente, e che essa è tutta intera con ogni cosa: nega allora ogni sovraeccellenza (differenziante), dicendo "tutto il Tuo splendore è splendido" (v. I) e "tutta la Tua bellezza è bella" (v. 2). Quanto abbiamo finora detto, può estendersi a tutti i versetti della preghiera (Sharh pp. 29-32).



NOTE

1)R. Khomeyni, Sharh Du'a' i s-sahhar, Beirut, Mu 'assasat al-Wafa, 1982 (ediz. di riferimento); altra ediz. Teheran, Ettela'at, 1991 (con traduz. persiana di A. Fehri).

2) "ar-Rububiyah", la qualità divina corrispondente al nome divino "ar-rabb", il Signore. Cfr. Muhyi-d-din Ibn 'Arabi, La sapienza dei Profeti, a cura di T. Burckhardt, Ed. Mediterranee 1982, p. 71; J. L. Michon, Le soufi marocain A. Ibn 'Ajiba…, Vrin, Paris, 1973; index, V. "Rububiyya", p. 319 b. "Gli stati contemplativi possono essere come presenze (hadarat, sing. Hadra), o come modalità diverse della sola presenza di Dio (T. Burckhardt, in Ibn 'Arabi, op. cit., p. 37 nota 15, dove si elencano le Cinque Presenze). Per più estesi sviluppi cfr. Bonaud "L'Imam Khomeyni…, cit., index, voce "Présence"; Frithjof Schuon, Il Sufismo: velo e quintessenza, Ed. Mediterranee.

 

 

SALAT – UL – ID (La Preghiera della Festa del Fitr)

La Preghiera della Festa per la fine del Santo Ramadan è congregazionale. Il suo tempo va dall’alba sino a mezzogiorno. Essa è composta da 2 Rakah. Esse sono un po’ diverse da quelle che si fanno usualmente. Esse comprendono 5 Takbir (Allah Akbar) e 5 Qunut (stare riti con le due mani protese verso l’alto, come nella seconda Raka giornaliera)

1° RAKAH

1 Si recita la Sura (L’Aprente – 1 cap. del Corano)

2 Si recita un’altra Sura a scelta (ad esempio anche quella che reciti tutti i gg. Per la Salat)

3) Si recita TAKBIR

4) Sollevi le mani per recitare il QUNUT

5) Reciti di nuovo TAKBIR

6) Reciti QUNUT

7)Continua così per un totale di 5 TAKBIR e 5 QUNUT

8) Reciti TAKBIR

9) Esegui il normale RUKU (piegato con le mani sulle ginocchia) e i normali 2 SAGGIAD (inginocchiati)

10) Ritorna in posizione eretta, pronto per la 2° RAKAH

2° RAKAH

1) Recita la Sura L’ "Aprente" (1 cap. del Corano)

2) Recita un’altra Sura a tua scelta (come per la prima rakah)

3) Reciti TAKBIR (4 volte) + QUNUT ( 4 volte)

4) SHAHADA + SALAM per concludere la Salat.

 

Tale Salat non è preceduta né dall’Adhan né dall’Iqamah ma è raccomandato di richiamare alla "SALAH" per tre volte.

Tale Preghiera si può svolgere sia in privato che in Comunità.

 

Dua’ QUNUT

" Oh Allah, Signore della Magnificenza e grandezza; e Signore della Generosità e onnipotente; e signore del perdono e della pieta. Noi ti imploriamo per la salvezza di questo giorno che tu hai stabilito come festività per i musulmani e hai stabilito muhammad (s) e la sua progenie come commemoratori, una distinzione, un onore. Benedici muhammad (s) e la sua progenie e ammettimi a ogni generosità alla quale tu hai ammesso muhammad (s) e la sua progenie e tienimi lontano da ogni male dal quale hai preservato muhammad (s) e la sua progenie. Che la Tua benevolenza si riversi su di lui e sulla sua discendenza. io ti richiedo il meglio di ciò che è stato richiesto dai suoi servi virtuosi e cerco la tua protezione da ogni male allo stesso modo con cui i tuoi servi sinceri hanno richiesto la tua protezione."  

 

 

 

 

 

 

Il sermone che il Profeta (P) diede l’ultimo Venerdi’ del mese di Sha’ban prima dell’avvento del mese di Ramadhan.

Nel Nome di Dio il Clemente il Misericordioso

Gente!

Invero di fronte a voi si avvicina il santo mese di Dio. Un mese di benedizione, misericordia e perdono. Un mese che e’ considerato da Dio come il migliore mese dell’anno. I sui giorni sono i migliori giorni, le sue notti sono le migliori notti e le sue ore sono le migliori ore. Questo e’ il mese che vi invita ad essere gli ospiti di Dio e vi invita ad essere tra coloro che a Lui sono vicini.

 Ogni vostro respiro sara’ una Sua lode; il vostro dormire sara’ Sua adorazione, le vostre azioni saranno accettate e le vostre preghiere verranno risposte. Quindi, fate le vostre richieste a Dio, vostro Signore; chiedete di darvi saltute nel corpo e luce nei vostri cuori affinche’ possiate digiunare e recitare il Suo libro, perche’ e’ infelice soltanto colui che non riceve il perdono di Dio durante questo grande mese. Ricordate la fame e la sete del Giorno del Giudizio attraverso la fame e la sete (di questo mese); fate la carita’ ai poveri ed ai bisognosi, onorate gli anziani, siate gentili con i giovani; mantenete i legami con i parenti, controllate le vostre lingue, chiudete i vostri occhi di fronte a cio’ che non e’ permesso guardare, chiudete le orecchie a cio’ che e’ proibito ascoltare, abbiate compassione degli orfani degli altri affinche’ gli altri abbiano compassione dei vostri orfani.

Pentitevi dei vostri peccati di fronte a Dio e alzate le vostre mani in preghiera durante questo tempo, perche’ questo e’ il miglior tempo e Dio guarda verso le sue creature con amore, rispondendo loro durante le ore del giorno e appagando i loro bisogni se richiesto.

 

Gente!

Invero la sorte delle vostre anime dipende dalle vostre azioni. Percio’ liberatele con il vostro pentimento e allegerite il loro peso prostrandovi a lungo; e sappiate che Dio ha giurato sulla sua potenza: “Che non c’e’ punizione per colui che prega e si prostra e che costui non avra’ timore del fuoco nel giorno in cui l’uomo stara’ di fronte al Creatore dell’Universo.”

 

Gente!

Colui che provvede il cibo per coloro che digiunano durante questo mese sara’ considerato equale a qualcuno che ha liberato uno schiavo ed i suoi passati peccati verranno perdonati.

 

[Alcune delle genti che erano presenti chiesero al Profeta (P):” Non tutti sono in grado provvedere il cibo per altre persone che digiunano (a causa della loro poverta’)”]

 

[Il Profeta (P) rispose:] Dio da’ questo premio anche per un bicchier d’acqua (dato a colui che digiuna).

 

Colui che mantiene alti i suoi valori morali durante questo mese sara’ in grado di passare sopra il ponte dell’Inferno, nel giorno in cui i piedi scivoleranno.

 

Colui che copre gli errori degli altri non sara’ esposto all’Ira di Dio nel Giorno del Giudizio.

 

E colui che onora l’orfano sara’ onorato da Dio nel Giorno del Giudizio.

 

E colui che e’ gentile trovera’ la misericordia di Dio nel Giorno del Giudizio. E coloro che si allontanano dai loro parenti saranno allontanati dalla Sua misericordia.

 

Dio terra’ lontano dal fuoco dell’Inferno colui che offre una preghiera superogatoria.

 

Dio dara’ un premio equivalente a settanta preghiere a colui che offre una preghiera obbligatoria durante questo mese. E colui che offre molte preghiere durante questo mese trovera’ che il suo peso e’ alleggerito nel Giorno del Rendiconto. Colui che recita un solo verso del sacro Corano sara’ come se avesse recitato l’intero corano in altri mesi.

 

Gente!

Invero durante questo mese le porte del Paradso sono aperte, percio’ chiedete a Dio di non chiuderle per voi. Ed invero le porte dell’Inferno sono chiuse, percio’ chiedete a Dio di tenerle chiuse per voi. Durante questo mese Satana e’ imprigionato, percio’ chiedete al vostro Signore di non permettergli di avere il sopravvento su di voi.

 

[Al momento di interrompere il digiuno e’ raccomandato recitare la seguente preghiera:

O mio Signore! Ho digiunato per te’ ed mi sono saziato con il cibo che Tu hai provveduto, su Te solo ripongo la mia fiducia.]