Direttive dell’Ayatollah Khamenei

Tehran, 21 marzo

La Guida Suprema, l’Ayatollah Ali Khamenei, ha descritto l’attacco americano all’Iraq come "satanico" ed ha chiesto uno stop immediato dell’invasione.

"La Repubblica Islamica dell’Iran, mentre chiede uno stop immediato della guerra, non difende il regime dittatoriale baatista bensì difende solo la nazione irachena e crede che il futuro dell’Iraq debba esser deciso esclusivamente da essa" ha detto.

 

L’Ayatollah Khamenei ha inoltre richiamato i giovani iraniani a rimanere vigili contro le provocazioni americane e inglesi, ivi inclusa la loro guerra culturale e politica contro la Repubblica Islamica.

"Il mio messaggio agli amati giovani è quello di rafforzare loro stessi e prepararsi ad una forte presenza in vari scenari. Sebbene non stiamo affrontando una guerra militare, stiamo affrontando una guerra politica, economica e soprattutto culturale" ha detto.

"Lo scopo degli Stati Uniti è quello di occupare l’Iraq, dominare la regione e le risorse petrolifere, ed anche proteggere l’illegittimo regime sionista" ha detto la Guida Suprema.

 

L’Ayatollah Khamenei ha detto alle autorità di astenersi dalle rivalità politiche e di "badare a servire il popolo". "Le rivalità politiche, accompagnate dai clamori e dalle dispute al fine di ottenere più potere, non hanno valore" ha aggiunto.

Il Wali Faqi denuncia la guerra condotta dagli Stati Uniti contro l’Iraq

 

Mashhad, Khorasan, 22 marzo

 

La Guida Suprema della Rivoluzione Islamica, Seyed Ali Khamenei, ha condannato la guerra contro l’Iraq condotta dagli Stati Uniti dicendo che questa invasione ha segnato l’emergere di una nuova forma di hitlerismo nella storia globale.

 

L’Ayatollah Khamenei ha ricordato che Hitler riportò giustificazioni false e ridicole per coprire i suoi crimini proprio come oggi ha fatto l’America. Egli ha detto che l’America vuole difendere i propri interessi illegittimi nelle diverse parti del mondo anche a costo di spargere il sangue di persone innocenti.

 

La Guida ha ribadito che l’obbiettivo statunitense è il controllo delle risorse petrolifere e il mercato della regione. Ha inoltre affermato che la guerra americana è la più sporca ad esser mai stata intrapresa nel nome dei diritti umani e che l’attacco di uno stato nei confronti di un altro, sotto un qualsivoglia pretesto, è abominevole agli occhi dell’opinione pubblica.

 

L’Ayatollah ha detto alle nazioni Musulmane di ponderare le pericolose dimensioni e conseguenze della guerra condotta dagli Stati Uniti, guerra che si sta estendendo sempre più. Egli ha sottolineato che l’agenda statunitense prevede l’implementarsi di una propaganda politica e culturale, ed eventualmente di piani militari, i governi Arabi e Musulmani devono quindi stare all’erta.

 

L’Ayatollah Khamenei ha detto che la cultura e la letteratura della Rivoluzione Islamica deve penetrare nella vita sociale dei Musulmani e anche delle comunità Arabe e ha aggiunto: "L’America conosce la realtà abbastanza bene e per questa ragione ha deciso di soggiogare l’Islam con l’invasione politica e di propaganda".

 

La Guida ha criticato il doppio approccio dei media sionisti e americani nei confronti dell’Iran dicendo che questi avrebbero considerato l’Iran in quanto sostenitore delle guerre condotte dagli Stati Uniti in Afganistan e in Iraq. L’Ayatollah ha detto che questa visione è completamente sbagliata. Egli ha infine dichiarato come menzognere le affermazioni propagandistiche del nemico sostenenti che l’Iran stesse sviluppando armi di distruzione di massa.

 

 

 

 

 

Messaggio dell'Imam Khamenei ai pellegrini. (Hajj-2003)

Nel nome di Dio il Clemente, il Misericordioso

L’incontro di milioni di Musulmani durante la cerimonia dell’Hajj è un fenomeno unico, una dimostrazione della grandezza della nostra fede. Musulmani da ogni parte del mondo, e da ogni sentiero di vita, si riuniscono insieme nella Casa di Dio, nel luogo di nascita dell’Islam, laddove è nato il nostro grande Profeta (S). Durante questi riti e dimostrazioni simbolici, i Musulmani imparano a legare il proprio cuore a Dio, a come unire corpo e anima, a camminare intorno a questa nostra credenza comune del Dio Unico. Ogni cosa che facciamo riguarda la nostra unità, ed insieme malediciamo Satana, ripudiamo i miscredenti e le forze sataniche, ci prostriamo innanzi alla gloria divina, professiamo e rinnoviamo la nostra obbedienza, ci sentiamo degni e onorati sotto alla luce d! ell’Islam che mai svanisce. Le le zioni che impariamo concernono il nostro stare insieme, la fratellanza Islamica, la perseveranza davanti alle difficoltà e contro i nemici, la libertà da tutte le manifestazioni materialistiche e l’unione all’oceano dello splendore divino

L’Hajj simbolizza il modello di comportamento che l’Umma deve adottare per raggiungere la felicità. L’Hajj può esser brevemente interpretato come un viaggio conscio dell’Umma in una sola e unica direzione. Il suo scopo è il ricordo dell’Onnipotente, lo stare insieme in armonia. Il suo obiettivo è costruire una solida base spirituale per l’umanità al fine di vivere una vita di felicità e dignità.

“Iddio ha fatto della Ka’ba, della Santa Casa, un luogo di preghiera per gli uomini”

L’Umma Islamica deve cercare l’ispirazione dal modello dell’Hajj nella costruzione di questo movimento. Si tratta di una responsabilità cruciale incombente su tutte le nazioni Musulmane.

Nei secoli passati, le nazioni Islamiche hanno condotto una vita di sofferenza e angoscia. Il colonialismo e l’espansionismo delle potenze mondiali ha inflitto gravi danni ai Musulmani. Sono stati privati della propria ricchezza e delle proprie risorse, hanno subito le più orrende oppressioni e ambizioni.

Come risultato di questi colpi inferti nelle terre Islamiche, i Musulmani si sono sentiti catturati dalle potenze coloniali economicamente, politicamente e culturalmente. Durante questo periodo di sofferenza, i colonialisti hanno beneficiato molto delle risorse materiali e umane delle nazioni Musulmane attraverso la guerra, la brutalità, la violenza e l’occupazione.

Anni dopo, i movimenti del risveglio Islamico sono iniziati ad emergere. Le bandiere di liberazione sono state innalzate nell’intero mondo Islamico, aprendo nuovi orizzonti al fine di raggiungere la libertà. Finalmente, l’Islam aveva abbracciato la vittoria. Con l’avvento della Repubblica Islamica proclamata in Iran, è stato aperto un nuovo capitolo nella storia dell’Islam.

Ovviamente, le superpotenze, con tutte le loro risorse materiali e le loro forze distruttive, non saranno sconfitte facilmente. Le nazioni Musulmane dovranno ancora patire una lunga sofferenza. Comunque, il futuro è splendente. Se seguiremo questo sentiero con vigore e perseveranza, potremo salvare le generazioni future dall’umiliazione politica, economica e culturale, giacché queste potranno vivere in dignità e libertà sotto l’Islam.

Questo è un percorso di campagne scientifiche e di conoscenza. Questo è un percorso di lotte politiche, un percorso di combattimento e difesa della nostra causa. E in queste campagne, i Musulmani saranno i difensori della dignità, nei loro tentativi di far valere i loro diritti. E’ la coscienza umana che incoraggia i Musulmani al jihad per la libertà, senza compromessi, ed è la tradizione divina che le promette la vittoria finale:

“A coloro che sono stati aggrediti è data l’autorizzazione [di difendersi], perché certamente sono stati oppressi e, in verità, Iddio ha la potenza di soccorrerli”.

L’arroganza mondiale, la quale include una fitta rete per gli interessi del petrolio e delle riserve d’armi, il sionismo, i regimi-fantoccio, si sono sentiti adesso minacciati dalla diffusione dei movimenti Islamici. Essi hanno istericamente mobilitato le loro forze per attaccare le nazioni Islamiche. Le manifestazioni di nuove offensive includenti la politica, la propaganda, la forza militare e le campagne terroristiche possono essere chiaramente viste nel comportamento, nelle parole e nei rimarchi aggressivi delle cricche regnanti negli Stati Uniti e del regime sionista.

Il popolo palestinese continua ad essere vittima dei crimini più barbari e brutali dei sionisti. Sono stati massacrati, torturati, umiliati, le loro proprietà sono state rubate e le loro case demolite, solo perché ora hanno trovato il coraggio di combattere per i loro diritti di cui sono stati privati da più di mezzo secolo.

Il popolo dell’Iraq è vittima delle minacce di una nuova guerra perché gli Stai Uniti necessitano di esser presenti militarmente in Iraq, vicino alla Palestina, l’Iran, l’Arabia Saudita e la Siria al fine di dominare le intere risorse energetiche della regione e controllare tutti i paesi del Medio Oriente.

Lo scorso anno, l’Afganistan ha sofferto pesantemente a causa delle bombe, i missili e le armi di distruzione di massa lanciati dagli americani e dagli inglesi al popolo afgano, il quale è stato forzato a tollerare l’occupazione straniera a causa degli interessi illegittimi degli Stati Uniti.

La brama e le ambizioni di questa arrogante rete inumana non ha limiti. Se nello scorso secolo gli americani hanno considerato l’America Latina come loro “cortile posteriore”, adesso vogliono fare la stessa cosa con l’intero mondo Islamico. Tutte le loro strategie e i loro piani internazionali ci forniscono lo stesso stupido e megalomane riquadro.

Non vi è dubbio che gli Stati Uniti e i loro alleati falliranno nel raggiungere i loro obiettivi, e il mondo testimonierà il collasso di un altro impero intossicato dal suo potere maligno. Abbiamo già visto come hanno mal calcolato la situazione in Afganistan e Palestina.

Comunque, se l’Umma Islamica, le nazioni e gli stati Islamici, non renderanno sagge le loro decisioni, subiremo ancora gravi perdite in un mare di sofferenza.

Gli attacchi dell’11 settembre rimangono ancora un mistero, e gli Stati Uniti non hanno perso tempo nel muovere le loro macchine propagandistiche. Hanno iniziato le loro campagne sventolando la bandiera della democrazia e dell’anti-terrorismo, usando la solita patetica retorica e ammonendo le nazioni Islamiche riguardo alle conseguenze dello sviluppo delle armi di distruzione di massa e di armi chimiche. Non credono forse che i Musulmani possano chiedere: quale governo o compagnia ha dato tutte queste armi al regime iracheno? Cercate di giustificare l’azione militare perché avete dato all’Iraq 19.000 bombe chimiche nei propri arsenali, gli avete fatto usare 13.000 di queste bombe contro gli iraniani, e adesso stanno nascondendo le restanti 6000? Ma chi ha fornito tutte queste bombe all’Iraq? Vi è forse qualcun! altro ch e voi e i vostri alleati che hanno creato questa catastrofe nella storia dell’umanità?

Essi credono di conquistare le nazioni Musulmane con la loro retorica contro il terrorismo e contro gruppi sconosciuti mentre sostengono Israele, che ha dato prova di essere il conglomerato più barbaro e terrorista del mondo. Con queste campagne e isterie, gli Stati Uniti sono diventati il simbolo della menzogna davanti all’opinione pubblica dell’intero mondo Islamico.

Gli Stai Uniti, con tutta la loro arroganza e illusione, non sono stati capaci di realizzare i loro obiettivi in Palestina e Afghanistan, e soffrono ora delle loro perdite spirituali e materiali. Insh’Allah, il corso degli eventi continuerà nella stessa direzione.

Gli americani dicono che vogliono la disfatta di Saddam Hussein e del regime iracheno. Stanno mentendo. La loro intenzione reale è controllare l’OPEC, avere il dominio del petrolio sulla regione, fornire il più grande supporto al regime sionista e rafforzare le loro cospirazioni contro la Repubblica dell’Iran, la Siria e l’Arabia Saudita. Il popolo dell’Iraq, la sua dignità, la sua ricchezza, il suo onore, sarà la prima vittima di tale scenario. Se la nazione irachena, e i paesi vicini, rimarranno vigili, queste forze aliene non raggiungeranno i loro scopi, insh’Allah.

L’arroganza mondiale sa che gli insegnamenti Islamici sono la principale fonte di ispirazione per tutte le resistenze Islamiche e tutti i movimenti per la libertà. Quindi, dopo l’11 settembre, i nemici hanno iniziato una guerra psicologica contro i Musulmani e l’Islam. Un numero di Musulmani negli Stati Uniti e in Afghanistan sono stati arrestati senza prove, senza che sia stato nemmeno detto il loro nome. Essi continuano la loro guerra psicologica contro i Musulmani e l’Islam senza l’intenzione di fermare queste ipocrite campagne in futuro.

L’Islam è la religione della libertà e della giustizia. Una vera partecipazione popolare è religiosa, deve essere fondata sui pilastri della fede e della responsabilità religiosa, come è stato provato dal nostro paese Islamico. Il tipo di amministrazione popolare che noi promuoviamo è più affidabile e popolare di qualunque altra democrazia sullo stile di quella degli Stati Uniti. La democrazia che gli americani vogliono esportare nelle nazioni arabe e Islamiche porterà sicuramente devastazione e perdite come hanno fatto i loro missili e le loro bombe. Anche un singolo dato offerto dal nemico può contenere veleno. L’Umma Islamica in Africa, nel Medio Oriente e nell’Asia occidentale ha provato tutte queste agonie e sofferenze in tutti questi anni.

A questo punto, l’Umma Islamica necessita, più di prima, di ricercare le benedizioni dalla grande tradizione dell’Hajj: un movimento che abbracci i nostri scopi e le nostre aspirazioni, un movimento di coscienza e di universalità, che ci guidi secondo i giusti principi e gli insegnamenti del Santo Corano nel sentiero dell’Islam, poiché Iddio ha detto:

“Coloro che credono combattono per la causa di Iddio, mentre i miscredenti combattono per la causa degli idoli. Combattete gli alleati di Satana. Deboli sono le astuzie di Satana”.

“Chiedete aiuto a Iddio e sopportate con pazienza: la terra è d’Iddio ed Egli ne fa erede colui che sceglie tra i Suoi servi. L’esito felice sarà per coloro che [Lo] temono”.


Wa salam-Aleikum-wa-Rahmatollah

 


 

Messaggio dell’Imam Khamenei sull’Intefada

                                                       Nel Nome di Dio il Clemente il Misericordioso

L’occupazione della Palestina fa parte di un progetto satanico delle superpotenze che dominano il mondo, teso a indebolire la solidarietà del mondo islamico e a dividerlo.

I nemici dell’islam hanno sempre tentato di impedire l'unità e la solidarietà dei musulmani spartendosi le loro terre e favorendo le divisioni etniche. All'inizio dell'occupazione della Palestina, molti ulemà invitarono i musulmani ad aiutare il popolo palestinese nella loro giusta causa. Purtroppo, col passare del tempo, la connotazione islamica della lotta palestinese aveva assunto sempre più una connotazione etnica.

La vittoria della Rivoluzione Islamica in Iran sotto la guida dell’Imam Khomeini ha risvegliato tutto il mondo islamico e la recente vittoria dei musulmani del Libano meridionale, in quello che in apparenza sembrava uno scontro impari con un nemico più forte, ci dimostrano la bontà della lotta islamica. Se i musulmani ripongono la loro fiducia in Allah, la loro vittoria sarà certa. Proprio la recente vittoria del popolo libanese e il fallimento dei progetti di compromesso, hanno incoraggiato il popolo palestinese a riprendere l’intifada. Questa volta però il coraggioso popolo palestinese è ben determinato a combattere fino alla vittoria. La prima intifada fu fermata per le pressioni esercitate dagli americani e dall’Occidente che promettevano di soddisfare le richieste palestinesi con metodi pacifici. Questi dieci anni, invece, sono serviti per salvare gli israeliani dall’instancabile lotta dei musulmani e hanno dimostrato che le rosee promesse fatte ai negoziatori palestinesi non erano altro che illusioni.

L’occupazione, l’espansionismo e la crudeltà di Israele erano prevedibili per i dotati di discernimento. Israele ha sempre violato i diritti inalienabili del popolo palestinese intanto che il mondo occidentale e soprattutto l’America cercavano di giustificarne e sostenerne l'atroce operato e le organizzazioni internazionali tentavano di legittimarne la condotta. I poteri occidentali hanno sempre avuto ambizioni territoriali in questa regione come dimostra l’imposizione delle crociate. Dopo aver sconfitto l’Impero Ottomano, alcuni comandanti delle forze alleate, mentre entravano in Palestina, dichiararono: “Ora la guerra dei crociati è giunta alla fine”.

L’occupazione di questa terra fa parte di un complesso progetto volto a distruggere l’unità e la solidarietà tra musulmani e ad impedire il ristabilimento di potenti stati islamici. Vi sono documenti che dimostrano la collaborazione tra sionisti e Germania nazista e che il numero delle vittime dell’olocausto è stato volutamente esagerato per attirare le simpatie dell’opinione pubblica mondiale, creare un clima favorevole all’occupazione della Palestina e giustificare così le atrocità che i sionisti si preparavano a perpetrare. Vi sono addirittura prove che dimostrano come un gran numero di criminali dell’est europeo fosse stato costretto ad emigrare in Palestina e fatto passare come ebreo. Lo scopo era quello di fondare uno stato anti-islamico nel cuore del mondo musulmano, fingendo che servisse a proteggere le vittime del razzismo, e di creare divisione nel mondo islamico.

Inizialmente, i musulmani furono colti di sorpresa da questo avvenimento non rendendosi conto della complessità del progetto sionista e dei suoi sostenitori occidentali. L’Impero Ottomano era stato sconfitto e con il trattato di Sykes-Pico i vincitori della guerra, segretamente, già si spartivano i territori islamici. La Società delle Nazioni stabilì il mandato britannico sulla Palestina, promise il proprio appoggio ai sionisti e condusse gli ebrei in Palestina costringendo i musulmani a lasciare la propria patria.

In questa lunga guerra, che vede l’Occidente e i sionisti da una parte e i nuovi stati arabi dall’altra, i nemici dell’Islam hanno usato strumenti complessi, tra cui i mass-media internazionali. Mentre da una parte si invitava i musulmani a mostrarsi pazienti e tolleranti e a partecipare ai colloqui di pace, dall’altra si continuava ad armare Israele per mantenerne la superiorità militare rispetto ai paesi islamici. Nelle organizzazioni internazionali fornivano il proprio appoggio a Israele e usavano i mass-media per giustificarne le atrocità e convincerci che sconfiggere Israele fosse un sogno irrealizzabile. Il regime israeliano ha perpetrato le proprie aggressioni impunemente per più di cinquant’anni e niente e nessuno è riuscito a fermarlo, ma ora la situazione è cambiata. La resistenza islamica libanese, formata da poche migliaia di giovani combattenti armati di una forte fede, è diventata l’incubo di questo regime e dei suoi sostenitori. Questi giovani combattenti hanno costretto gli israeliani a ritirarsi dal Libano meridionale umiliandoli. La loro vittoria è diventata un esempio da seguire per gli altri combattenti musulmani ed ora assistiamo all’Intifada al-Aqsa, simile alla resistenza islamica libanese, ma in scala maggiore.

Noi che siamo qui riuniti per mostrare il nostro impegno verso l’Intifada, ci assumiamo una grande responsabilità. Innanzitutto dobbiamo dimostrare che il mondo islamico è determinato a far rivivere le buone tradizioni della sua gloriosa storia e tra queste vi è l’unità dei musulmani che ci ha permesso di sconfiggere i crociati nelle battaglie decisive. In quei grandi eventi storici, i credenti di tutta la Ummah islamica unirono le loro forze per quel lungo e decisivo jihad tra credenti e miscredenti.

Tutti i musulmani del mondo ripongono oggi grande speranza in questa Intifada. Quella di un decennio fa si spense in un clima di compromesso e di rinuncia. Vi era chi dava eccessivo credito alle promesse americane e chi credeva fosse impossibile resistere alle pressioni internazionali e che l’unica via d’uscita fosse quella di accettare le condizioni d’Israele e dell’America. Gli eventi sviluppatisi allora favorirono quel tipo di soluzione, ma questa volta la strada che porta ad un qualsiasi umiliante compromesso è chiusa. Persino coloro che avevano riposto tutte le loro speranze negli Stati Uniti ora ammettono apertamente che non ci sono vie d’uscita. Nel 1991, in seguito alle sconfitte subite nel corso della guerra del Golfo, gli arabi e i musulmani si scoraggiarono e anche la loro unità interna fu minacciata. Le premesse ora sono cambiate e la resistenza del Libano meridionale ha rinnovato le speranze dei musulmani.

Una volta vi era lo scontro armato tra eserciti arabi e Israele, ma questi scontri si rivelavano dei fallimenti per i paesi islamici e li indebolivano militarmente. Essi si risolvevano nella resa e nell’accettazione delle soluzione imposte dagli israeliani. L’accordo di Camp David ne è un esempio significativo. Non si parlava mai di resistenza, quasi che essa fosse universalmente inaccettabile. Ora invece, in Libano, abbiamo visto che si può resistere liberando dei territori senza fare alcuna concessione ad Israele. Con l’accordo di Camp David, Israele si ritirò dal Sinai a condizione che l’Egitto non vi ridispiegasse il proprio esercito. In Libano, invece, Israele ha pregato di mandare l'esercito libanese al confine con la Palestina occupata, per timore della resistenza islamica. La resistenza è stata in grado di restituire piena sovranità al Libano meridionale e ad altri territori occupati.

Questa intifada è una rivolta popolare. I palestinesi non credono più ai compromessi e si sono resi conto che la vittoria dipende solo dalla loro resistenza. Il popolo palestinese ha sofferto molto nella precedente intifada e ha dato molti martiri per l’islam e per la liberazione dei territori islamici. Gli accordi di Oslo posero fine a quella insurrezione, ma quale è stato il risultato ottenuto? Oggi, persino i palestinesi che erano favorevoli a quegli accordi, non li difendono più. Hanno capito che quegli accordi servivano ad Israele per liberarsi dai combattenti che lanciavano sassi. Quando Israele vide che il suo problema era risolto, credette che i palestinesi non avrebbero più avuto la forza di riprendere l’Intifada e si rimangiò anche le piccole concessioni che aveva fatto, rivelando così la sua natura espansionistica. Il cosiddetto processo di pace e gli accordi di Oslo hanno permesso ai palestinesi di comprendere come l’unica via d’uscita sia una rivolta popolare.

L’Intifada al-Aqsa ruota principalmente intorno a Beit-al-Moqadas e la scintilla che ha fatto scoppiare l’ira del popolo palestinese è stata il grave insulto alla moschea al-Aqsa da parte dei sionisti. Il popolo palestinese, resosi conto che la sua missione è quella di proteggere uno dei luoghi più sacri ai musulmani, è entrato in lotta e con la sua devozione e i suoi sacrifici tiene accesa la sacra fiamma della resistenza contro gli occupanti sionisti. Se gli accordi di Oslo divisero i palestinesi, questa sacra Intifada li ha riuniti tutti, islamici e nazionalisti, che ora combattono fianco a fianco. “Il risveglio islamico” è iniziato in Iran con la vittoria della Rivoluzione Islamica per poi diffondersi in altre regioni islamiche. Oggigiorno si concentra soprattutto nella questione palestinese. Questa intifada ha mobilitato tutte le nazioni arabe e musulmane, anche quelle non direttamente confinanti con la Palestina. Manifestazioni da parte di milioni di musulmani di tutto il mondo islamico hanno dimostrato che il popolo palestinese può contare sul loro aiuto e questo serve da perno all’unità dei musulmani.

Il giorno in cui, grazie agli sforzi dei coraggiosi figli del Libano e con l’appoggio dell’imam Khomeini, la resistenza islamica cominciò a radicarsi in Libano, Beirut era occupata da Israele. Lo slogan ricorrente era “muovetevi per liberare al-Qods”. Alcuni lo considerarono uno slogan ingenuo e semplicistico e fu chiesto sarcasticamente come fosse possibile arrivare ad al-Qods se i libanesi non riuscivano nemmeno a liberare la loro capitale. Sono passati solo diciotto anni da allora ed abbiamo visto la vittoria della resistenza libanese. Diciotto anni di lotta non sono tanti, storicamente parlando, anche se non vi è dubbio che essi hanno significato tragiche perdite di vite umane, distruzioni di case, gravi problemi economici, dolore e angoscia per la gente. Noi però dobbiamo guardare al risultato finale di questi sacrifici: la vittoria è così preziosa che dobbiamo essere pronti a pagarne il prezzo. Israele che faceva il prepotente in questa regione e dettava le proprie condizioni alle nazioni arabe, ora si ritrova scoraggiato e frustrato e si inchina davanti alla grandezza della resistenza islamica. Questa è solo una parte dell’immenso potere che hanno le nazioni arabe e musulmane. Possiamo star certi che se tutte le potenzialità o anche solo una parte di esse fossero impiegate efficacemente, si potrebbe assistere alla fine di Israele. Poche migliaia di combattenti sono riusciti a sconfiggere Israele nel Libano meridionale. Hezbollah avrebbe potuto mobilitare decine di migliaia di uomini grazie al sostegno popolare di cui gode, ma pochi giovani energici e fedeli e dotati di semplici armi sono bastati a sconfiggere Israele. Indubbiamente la loro arma potente ed invincibile è stata la fede.

Abbiamo quindi un buon modello: possiamo vincere con la nostra risolutezza e la resistenza, dobbiamo però essere pronti a pagarne il prezzo. L’altra soluzione è quella di continuare ad elemosinare la pace ottenendo in cambio umiliazioni e l’imposizione a senso unico dei desideri d’Israele. Gli hezbollah e la loro vittoria sono la solida base dell’Intifada palestinese. Il regime sionista non dispone di basi adeguate a sostenere un lungo e continuo scontro con i palestinesi. Gli ebrei sono stati ingannati e portati in Palestina con la promessa che gli arabi non li avrebbero combattuti e se anche lo avessero fatto, le pressioni esercitate dall’Occidente avrebbero impedito alla loro resistenza di protrarsi per troppo tempo. Ne consegue che coloro che sono emigrati in Palestina non sono pronti a sacrificarsi per i motivi politici dei fondatori del sionismo. Secondo fonti d’informazione vi è un’inversione di tendenza nell’emigrazione.

La precedente conferenza sulla Palestina tenutasi a Teheran, ha giocato un ruolo fondamentale e importante nell’accrescere le speranze ed incoraggiare lo spirito ed il morale del popolo palestinese, e così pure la presa di posizione dell’Iran islamico. Più di ogni altra cosa il popolo palestinese ha bisogno del nostro sostegno morale e della nostra perseveranza in questo frangente. E’ vero che hanno anche bisogno di assistenza finanziaria e insieme dobbiamo offrire loro il nostro aiuto, ma hanno anche ripetuto diverse volte che è molto importante la presa di posizione araba ed islamica.

Noi tutti possiamo mettere in moto le potenzialità dei nostri paesi per liberare la Palestina. La difesa e il sostegno dell’oppresso popolo palestinese e della sua coraggiosa lotta sono un dovere islamico che riguarda tutti. Una nazione sta chiedendo aiuto agli altri musulmani! Mai si dovrà dimenticare il grido di quella donna palestinese che di fronte alla telecamera disse: “Venite in nostro aiuto, o musulmani!”

Tutti i musulmani dovrebbero appoggiare la lotta del popolo palestinese. Un punto deve essere evidenziato presso le organizzazioni internazionali: il popolo palestinese ha il diritto di continuare la propria lotta per riappropriarsi dei propri inalienabili legittimi diritti. Il proseguimento dell’intifada è un legittimo diritto del popolo palestinese e la legge internazionale deve rispettare questo diritto anche se questa legge viene talvolta interpretata in modo da privilegiare gli interessi delle arroganti potenze mondiali.

Il regime israeliano al suo interno si è deteriorato e la loro attuale generazione non è disposta a sacrificarsi per la sua salvaguardia. Con la grazia di Allah, le nazioni arabe e musulmane sono oggi forti come non lo sono mai state in questi ultimi cinquant’anni. I musulmani non possono più permettersi di rimanere indifferenti alla quotidiana repressione del popolo palestinese. Bisogna far capire a Israele che continuando con questo atteggiamento si troverà costretto a confrontarsi direttamente e seriamente con le nazioni arabe e musulmane. Dobbiamo tutti essere fonte di incoraggiamento e ispirazione per permettere al popolo palestinese di proseguire la sua resistenza. Il popolo palestinese si è reso conto che con la sua resistenza islamica è riuscito a limitare le atrocità perpetrate dagli israeliani.

L’unità del popolo palestinese e dei suoi vari movimenti deve essere basata su un punto fondamentale: qualsiasi cosa possa deviare i palestinesi dalla retta via e far loro dimenticare qual è il suo principale nemico, non sarà di alcun aiuto alla causa palestinese. La forza di questa resistenza non sta nel fare affidamento sugli sforzi diplomatici e le mediazioni di altri paesi, bensì nell’abilità di rispondere con colpi schiaccianti alle azioni israeliane. Siamo grati ad Allah che i palestinesi sono usciti da questi cinquant’anni a testa alta e hanno dimostrato la loro maturità. Abbiamo assistito tutti ai falliti tentativi di Israele volti a creare discordia tra i combattenti palestinesi. Movimenti quali “Jihad islamica”, “Fatah”, “Hamas” e altri gruppi sono riusciti a frustrare i piani del nemico.

Coloro che pensavano che la questione palestinese riguardasse solo una piccola parte del mondo islamico, hanno commesso un grosso errore. L’immenso arsenale di armi nucleari e di altri armamenti per la distruzione di massa posseduti da Israele non sono riservati solo all'indifeso popolo palestinese. Questo arsenale è stato accumulato per realizzare il progetto di dominio sul mondo islamico e soprattutto sul Medio Oriente. Oggi, gli Hezbollah lottano per la liberazione dei territori occupati e Israele attacca la Siria per rappresaglia. Questo dimostra chiaramente l’intenzione satanica di Israele e dei suoi sostenitori occidentali. Nella nostra lotta contro il regime sionista usurpatore, dobbiamo seguire i seguenti punti:

a) chiudere il regime usurpatore entro i suoi confini, limitare il suo spazio politico ed economico e tagliare i suoi collegamenti con il territorio circostante

b) far si che il popolo palestinese continui la resistenza e la lotta all’interno della propria patria offrendo loro tutto l’aiuto necessario.

Fratelli e sorelle, le potenze arroganti e particolarmente l’America, esercitano pressioni sull’Iran principalmente per il fatto che quest’ultimo appoggia la Palestina. E’ stato detto chiaramente che il maggior problema che l’America ha con la Repubblica islamica dell’Iran è l'opporsi di questa agli umilianti progetti di pace per la Palestina. Le ridicole accuse di violazione dei diritti umani e di produzione di armi di distruzione di massa non sono altro che scuse e pretesti. Hanno detto chiaramente che se l’Iran ritirasse il suo appoggio ai combattenti e al popolo libanese e palestinese, essi cesserebbero le loro azioni ostili verso l’Iran. E' chiaro che il loro principale problema è l’Islam e il governo islamico. Ma l’Iran ritiene un importante dovere islamico sostenere i popoli libanese e palestinese, ed ha risposto loro un grande "no".

La loro principale strategia politica è quella di rompere le fila compatte del popolo musulmano rivoluzionario dell’Iran. Ci suddividono in ‘riformisti’ e ‘fondamentalisti’. Offrono il loro sostegno ad un gruppo e concentrano la loro campagna propagandistica contro l’altro. Cercano di insinuare che il sistema governativo islamico sia inefficiente ingigantendo i problemi dell’Iran. Vogliono deludere la gente e promuovere il pensiero secolare, separando la religione dalla politica. La forte fede della gente iraniana rappresenta il loro più grande ostacolo. Con la loro propaganda vogliono frustrare i giovani iraniani e presentare come problemi irresolubili della Repubblica islamica dell’Iran quelle difficoltà economiche che sono comuni anche ad altre nazioni del mondo. Con le loro campagne di comunicazione di massa cercano di insinuare dubbi e domande sul padre della rivoluzione, l’Imam Khomeini, e i suoi pilastri. Il motivo delle loro azioni è lampante: l’Islam e la rivoluzione islamica li hanno feriti.

Si sentono minacciati dal “risveglio islamico” nel mondo e dall’espandersi della lotta islamica in Libano e in Palestina quindi vogliono far seccare le radici del pensiero islamico, lanciando le loro frecce velenose sull’Islam. Man mano che la lotta palestinese e libanese s’intensifica e s’allarga, aumentano pure l’ira e le cospirazioni dei sionisti e dell’America nei confronti della Repubblica islamica dell’Iran. Devono però sapere che la guida e i funzionari del paese come pure il popolo musulmano iraniano resteranno fedeli alla rivoluzione e all’Islam, all’Intifada e alla resistenza contro i sionisti e i loro sostenitori. Questo è uno dei punti centrali della strategia della Repubblica Islamica dell’Iran. Se il popolo palestinese continuerà a lottare e godrà dell’appoggio del mondo islamico, noi confidiamo nella liberazione della Palestina e che Beit Al-Muqaddas e la moschea Al-aqsa ritorneranno nelle braccia del mondo islamico. Prevarrà la volontà di Allah.

Assalam Alaikum Wa Rahmatullahi Wa Barakatu


Imam Khomeini e Qud (Gerusalemme) 1979

In Nome di Dio Clemente e Misericordioso

Per anni ho ammonito tutti i Musulmani contro la minaccia degli usurpatori israeliani, che hanno recentemente intensificato i loro selvaggi attacchi contro i nostri fratelli e sorelle palestinesi. Decisa a distruggere i combattenti per la libertà della Palestina, Israele sta bombardando senza posa le loro case e i loro rifugi nel sud del Libano.
Io mi rivolgo ai Musulmani del mondo, nonché ai governi dei paesi musulmani perché uniscano le loro forze contro Israele e i suoi sostenitori al fine di tagliare le mani degli aggressori e degli usurpatori della Palestina.
Invito tutti i Musulmani di tutto il mondo, durante questo profetico periodo che potrebbe anche divenire un fattore per creare il futuro del popolo palestinese, a dichiarare l'ultimo venerdì del sacro mese di Ramadan "giorno di Quds (Gerusalemme)". I Musulmani dovrebbero dedicare questo giorno a proclamare il loro appoggio internazionale ai legittimi diritti del popolo musulmano palestinese.
Io prego l'Onnipotente Allah per la vittoria dei Musulmani sul popolo di Kufr (rinnegatori della verità e della giustizia). La pace, la benedizione e la misericordia di Allah siano su tutti voi.
Ruhollah Musavi Khomeyni
agosto 1979


 

Non siamo con voi (America) ma non siamo neanche con i terroristi."

Discorso dell’Ayatollah Khamenei

La Guida della Rivoluzione Islamica in Iran, Seyyed Ali Khamenei in un discorso tenuto in occasione di un incontro con le famiglie dei Martiri e degli invalidi di guerra delle Forze Armate iraniane, ha ribadito la necessità di avviare una lotta seria e universale contro il terrorismo.

Egli, soffermandosi sul problema scottante di questi giorni, ha condannato le affermazioni delle autorità di Washington poiché esse derivano da una logica errata ed inaccettabile, specialmente per quel che concerne la definizione del terrorismo.

La Guida Suprema ha giudicato "superbe ed arroganti" le affermazioni delle varie autorità statunitensi, affermando: “La Repubblica Islamica dell’Iran non ritiene sinceri ed affidabili gli americani nella lotta al terrorismo e pertanto non parteciperà ad alcuna iniziativa che sia guidata da loro.”

L’Ayatollah Khamenei ha proseguito: “… l’umiliazione del governo statunitense, non giustifica le affermazioni superbe ed irresponsabili delle autorità di questo paese. Gli U.S.A. debbono sapere che con simili affermazioni non possono ingannare l’opinione dei paesi indipendenti."

L’Ayatollah Khamenei nell’esaminare le parole di Bush che aveva affermato che chi non sarà con l’America sarà con i terroristi, ha spiegato: “Questa logica è errata dato che al fianco dell’America ci sono paesi che sono di gran lunga più pericolosi di ogni sorta di terrorista. Coloro che dirigono il regime oppressore sionista - ha chiarito la Guida - sono si a fianco dell’America, ma è anche vero che sono stati e sono tutt’ora i mandanti e le menti dei crimini più orribili."

Il Wali Faqi, rispondendo esplicitamente alle parole di Bush che aveva invitato i paesi del mondo a schierarsi con gli U.S.A., pronunciando la frase “o con noi o contro di noi”, ha ribadito: “Non siamo con voi ma non siamo neanche con i terroristi."

Egli ha aggiunto: “Nella logica dell’America le stragi di Sabra e Shatila e di Qana ed ancora l’eliminazione selettiva dei leader palestinesi non sono definiti atti terroristici, mentre invece le azioni di difesa di un popolo che vuole la libertà vengono bollate come tali”.

L’Ayatollah Khamenei, soffermandosi sulle dichiarazioni delle autorità americane che hanno affermato che non esiste terrorismo positivo o negativo e che ogni forma di terrorismo va condannata, ha spiegato: “ La stessa politica statunitense dimostra che non sono sinceri in questa loro affermazione."

"Quando il 3 giugno 1988 - ha proseguito l'Ayatollah Khamenei - l’incrociatore statunitense “Vincens” abbatté l’airbus dell’Iran Air uccidendo 300 persone innocenti, le autorità americane non solo non aprirono un caso sulla questione ma diedero una "medaglia al coraggio" al capitano della nave. Questo dimostra che, quando serve agli americani stessi, il terrorismo viene anche premiato”.

La Guida ha inoltre criticato duramente la propaganda sviluppatasi contro i musulmani dopo l’11 settembre, qualificandola come deplorevole e dannosa. Egli, riferendosi al governo americano, ha formulato la seguente domanda: "Nelle prime ore dopo gli attentati di New York e Washington, avete subito accusato i musulmani. Ma se i vostri servizi segreti sono davvero così bravi da individuare i colpevoli dopo poche ore, perché non hanno individuato gli attentatori durante la fase preparatoria che sarà durata mesi o anni?”

L’Ayatollah ha poi espresso il suo stupore per il termine “crociata” usato dal presidente americano, ricordando: “…se tale termine non è stato usato 'intenzionalmente’, mi chiedo perché il presidente di un paese civile debba parlare in tal modo senza badare a ciò che dice."

"Perché diffondete nel mondo - ha continuato la Guida della Rivoluzione - solo i nomi degli indagati musulmani negli attentati, senza pubblicare anche i nomi degli occidentali coinvolti nella vicenda? Come pretendere poi che i musulmani non siano attaccati e insultati dalla gente?"

La suprema Guida iraniana ha poi ritenuto "arrogante ed insolente" la richiesta degli americani ai paesi del mondo per aiutarli nella lotta al terrorismo, affermando: "Non capisco perché tutti i paesi debbano impegnarsi a difendere gli interessi degli U.S.A. E’ proprio questa arroganza che ha reso gli statunitensi odiosi in molte parti del globo: proprio recentemente abbiamo visto a Durban gente di tutto il mondo che manifestava il suo rancore contro gli Stati Uniti ed i loro alleati.”

Il Sommo Ayatollah, elogiando la posizione presa dal governo della Repubblica Islamica dell’Iran dopo l’11 settembre, ha continuato: “La Repubblica Islamica dell’Iran non fornirà alcun aiuto agli U.S.A. e ai loro alleati.” Riferendosi poi ai 23 anni di complotti, intrighi e sanzioni statunitensi contro l’Iran ha detto: “voi che avete sempre complottato per danneggiarci, adesso vi permettete di chiederci aiuto per attaccare il sofferente, addolorato e vicino paese dell'Afghanistan?"

La Guida della Rivoluzione ha poi continuato: "Il governo degli Stati Uniti con il pretesto di individuare dei sospetti, sul cui coinvolgimento non esiste la minima prova, vuole attaccare l’Afghanistan per aprirsi un varco nella zona per poter attuare i suoi sogni imperialistici. Attaccando la regione - ha aggiunto Khamenei - gli americani vogliono anche minacciare coloro che hanno sostenuto la difesa legittima dei palestinesi contro i sionisti”.

Ritornando alla questione del terrorismo, l’Ayatollah Khamenei ha ritenuto un dovere religioso combatterlo, ribadendo che però per questa lotta bisogna avere una guida affidabile, e che di certo gli U.S.A. non hanno la sincerità e la competenza per guidare la lotta universale al terrorismo. “Pertanto - ha proseguito - la Repubblica Islamica dell’Iran non parteciperà a nessuna iniziativa, inerente a questo tema, che sia guidata dagli Stati Uniti."

Il sommo Ayatollah ha ricordato che l’O.N.U., a condizione che non si sottometta al volere delle potenze come gli U.S.A., può guidare la lotta internazionale al terrorismo.

La Guida della Rivoluzione Islamica in Iran, definendo “pesante” la responsabilità del mondo islamico nella lotta al terrorismo, ha annunciato che l’OC.I. (Organizzazione dei paesi islamici) si occuperà indipendentemente del problema.

L’Ayatollah Khamenei, alludendo al fatto che il popolo afgano ha lo stesso diritto alla vita di tutti gli altri popoli del mondo, ha concluso: "il popolo coraggioso dell’Afghanistan non deve essere sacrificato sulla via degli interessi delle superpotenze”.

 


Discorso dell’Ayatollah ‘Ali Khamane’i.     America e il Medio Oriente

Teheran - 09-01-2003

Oggi, l’opinione pubblica mondiale vede gli slogan Americani come ridondanti, considerandoli con cinismo. L’America sta conducendo una guerra con il presunto scopo di combattere il terrorismo. Per quanto riguarda la questione del suo attacco all’Iraq, come potete vedere da soli, oggi non c’è una nazione, né movimento o governo popolare, che aderisca a questa azione oppressiva. Tutti l’aborrono. Tutti considerano le affermazioni americane delle menzogne.

L’America sta lanciando un attacco contro l’Iraq per combattere il terrorismo? O forse è per i numerosi pozzi di petrolio Iracheni, per dominare la regione, per difendere Israele e per spadroneggiare sulla Repubblica Islamica dell’Iran? Oggi, questi sono dei vecchi segreti che l’arroganza globale stessa ha chiaramente esposto. Tutti lo sanno.

Le nazioni Arabe, ed anche i loro governi, hanno totalmente perso la loro fiducia nelle garanzie e nelle dichiarazioni dell’America. Si, è possibile che qualcuno mostri alcune forme di cooperazione con essa al fine di soddisfare i propri interessi di breve durata. Nessuno, comunque, può accettare sinceramente a lungo le dichiarazioni dei portavoce Americani, né la loro arroganza.

Durante la Prima Guerra Mondiale alcuni leader arabi cooperarono con gli inglesi che erano gli arroganti e i colonialisti di quel tempo. Il risultato fu, che immediatamente dopo la Guerra, venne spianata la strada per la creazione del regime Sionista. Vennero dunque fornite le basi. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, la Palestina venne usurpata e venne istituita la creazione dello stato e del governo Sionista. Da questo periodo, nonostante il sostegno e la cooperazione dati da parte di qualche governo Arabo all’Occidente, una volta all’Inghilterra e una volta all’America, la realtà Araba è stata costantemente soggiogata e umiliata sotto pressioni.

Ora, se escludiamo la nazione Palestinese, questa oppressa nazione che è stata condannata al ruolo di vittima dall’ipocrisia globale, l’intera comunità Araba è stata umiliata e denigrata. Durante la rivalità tra l’America e l’Unione Sovietica nel corso degli anni passati, molti paesi Arabi, o la maggior parte di essi, hanno appoggiato l’America. Ogni giorno le esigenze Americane facevano sempre più affidamento sugli Arabi. Ma quando giunse il momento di premiare la fedeltà che essi avevano riposto in loro, gli Americani fecero esattamente l’opposto adottando una posizione contro gli interessi delle nazioni Arabe. E lo stesso criterio è stato applicato negli avvenimenti recenti e durante la Guerra del Golfo Persico 11 anni fa.

Oggi, i paesi e le nazioni Arabe, gli intellettuali e molti governi hanno capito che anche se l’America gli sorride, non vi è nient’altro che animosità e odio dietro questa maschera sorridente [a questo punto la folla grida ripetutamente: "A morte l’America!"].

L’intero mondo Islamico e le nazioni Islamiche detestano la presenza Americana nella regione. Gli Americani credono di venire in questa regione, prendere i pozzi di petrolio Iracheni e soggiogare il paese facilmente per i propri interessi. Ma essi sono in evidente errore. Non saranno in grado di farlo. Essi vengono con le loro forze, ma le nazioni Islamiche non si arrenderanno così facilmente [a questo punto la folla grida ripetutamente: "O Guida degli uomini liberi! Noi siamo pronti! Noi siamo pronti!"].

Quello che il mondo Islamico e le nazioni Islamiche si aspettano da noi è che noi teniamo fermamente il vessillo dell’Islam, il quale è il vessillo della gloria della Umma, da noi alzato. Questo è quello che il mondo Islamico si aspetta da noi. La bandiera Islamica nel nostro paese ispira le altre nazioni con la speranza. Le rivitalizza. Accresce il loro spirito.

L’innalzamento e il mantenimento di questo vessillo contribuisce a rafforzare la nostra nazione. Infatti, non siamo noi che salvaguardiamo l’Islam, ma è l’Islam che salvaguardia noi. Tutte le nazioni che si alzano in nome dell’Islam saranno rivitalizzate, gloriose e fluorescenti. L’Islam ci è caro, l’Islam è nobile. Noi abbiamo bisogno dell’Islam per salvarci dall’umiliazione delle potenze arroganti e dai loro tentativi di sottometterci intellettualmente, politicamente e culturalmente.

Cari fratelli, quello che avete oggi, ovvero il sistema Islamico, è la più grande speranza per le nazioni Islamiche. Non badate alla propaganda del nemico e alla sporca diffusione delle sue voci propagandistiche. Egli si sente in dovere di diffondere tale propaganda.

Oggi, il sistema Islamico e la Repubblica Islamica, la nazione Iraniana e i giovani, sono stelle che illuminano il mondo Islamico. Vi stanno guardando, stanno cercando ispirazione da voi. Abbiate cura di voi stessi, mantenete la vostra unità e speranza per il futuro. Gli ufficiali devono far fiorire questa nazione, i vari organi del sistema Islamico devono adempiere ai loro doveri adeguatamente attraverso la solidarietà e l’unità, essi devono soddisfare la gente tramite il loro operato. E noi tutti dobbiamo comprendere che Dio è dalla nostra parte...

 

                           


Lettera al figlio - Ayatullah Khomeyni                                                   

 

 

Bismillah ar-Rahman ar-Rahim

Ogni lode appartiene a Dio Signore dei mondi

La Pace e le Benedizioni di Dio siano su Mohammad(S) e sulla sua Pura  famiglia(a),

e la Maledizione di Dio sia sui loro nemici.

Testimonio che non vi è dio all’infuori di Dio, che Egli è Uno e senza pari.

Testimonio che Mohammad(S) è Suo servo e Suo Messaggero,

che ‘Ali (Amir al-mu’minin)(a) e i suoi Infallibili discendenti sono i suoi Successori,

che qualunque cosa il Messaggero di Dio(S) ha portato è la Verità,

che la Tomba, la Resurrezione, il Paradiso e l’Inferno sono veri

e che Dio farà risorgere i morti dalla Tomba.

 

 

  Questo è il testamento di un vecchio padre che ha consumato la vita nella vanità, che non ha provveduto alla sua vita eterna né fatto alcun passo sincero sulla Via del Signore Misericordioso, che non è libero dalle tentazioni sataniche e dai capricci dell’anima carnale e, tuttavia, non dispera né dubita del favore e della benevolenza del Signore Magnanimo e ripone la propria speranza nel Suo Perdono e nella Sua Grazia, uniche provviste del suo Viaggio.

 

Così inizia la “Lettera al figlio”di Seyyed Ayatollah Ruhollah Musawi Khomeyni, nel libro La Via Spirituale, già presentato al gruppo poco tempo fa.

La premessa di questa lettera già fa vedere con quale umiltà e sottomissione l’Imam Khomeyni si approssima alla morte, all’inevitabile appuntamento. Commovente e sincera umiltà che caratterizza, uno scritto impregnato di spiritualità e gnosi, di Sharia e norme comportamentali; insomma, poche pagine dalle quali si sprigionano abbaglianti e taglienti verità.

 

(…) Sii devoto all’Uno, l’assolutamente Autosufficiente, fino a sbarazzarti di qualunque desiderio che non sia il desiderio di Lui. Cerca il trionfo della Comunione (wusul) che da Lui proviene affinchè Egli possa liberarti da ogni cosa, compreso il tuo proprio sé, e accettarti alla Sua Presenza, concedendoti di entrare.(…)

 

Il Corano, Libro della gnosi di Dio (ma’rifat Allah) e del viaggio spirituale che riconduce a Lui (…)in esso sono contenute verità e insegnamenti ineguagliabili, ed è il più eccelso dei miracoli. I suoi vasti temi mistici non hanno uguali

 

L’amore puro e sincero che Ayatollah Khomeyni per Dio e per il Suo Messaggero(S) è evidente in ogni parola di questa lettera

…nobile Messaggero(S)! Accostandosi alla Fonte della Rivelazione, egli ricevette lo svelamento dei misteri dell’Essere e, raggiunto il culmine dell’umana perfezione, vide chiaramente la Realtà senza la frapposizione di alcun “velo”. Egli fu “presente”in tutte le dimensioni dell’esistenza e, nel contempo, in tutti gli stati dell’essere- come la più alta manifestazione di Colui che è il Primo e l’Ultimo, il Manifesto e il Nascosto- e desiderò che tutti gli esseri umani conseguissero la Perfezione. Vedere che essi non riuscivano a raggiungerla fu per lui fonte di dolore, e forse il versetto della sura Ta-Ha: <Noi non ti abbiamo inviato il Corano affinché tu patisca> (20: 1), e l’hadith: < A nessun profeta è stato dato di soffrire quanto me> ne sono una testimonianza.

 

Nonostante tanta conoscenza e grandezza spirituale, o forse grazie a queste, l’Imam Khomeyni esorta  il figlio a non scoraggiarsi nel caso in cui lui non fosse in grado di raggiungere elevati stati spirituali, poiché ognuno di noi ha differenti capacità o possibilità, ma in ogni caso lo esorta ad adorare sempre e comunque Dio il Misericordioso, a non negare gli insegnamenti divini, a frequentare soltanto gente proba e timorata di Dio.

 

Figlio mio, prendi confidenza col Corano, fosse solo mediante la sua semplice recitazione, e con ciò stabilisci un saldo legame con l’Amato.

 

…i riti di adorazione e le pratiche di culto sono dei passaggi per avvicinarsi a Lui, il Glorioso, l’Altissimo. Tra questi, la preghiera rituale (salat) è il rito più alto e costituisce l’ascesa spirituale (mi’raj) dei fedeli.

 

Cari fratelli, perdonate la mia incapacità di sintesi o comunque di esposizione. Non era mia intenzione fare una recensione del libro in questione, di questa prima parte in particolare, non ne sarei assolutamente in grado. Ho voluto semmai destare una sorta di curiosità e interesse per questa splendida lettera, affinché la leggiate tutti, affinché vi commuovi come è successo a me, vi faccia sentire piccoli piccoli, insignificanti al cospetto di Dio, ma felici di avere ottenuto per Sua Grazia di servirLo e adorarLo, ognuno a seconda delle proprie possibilità, senza mai arrendersi.

Se lo leggerete vi accorgerete che al mio posto avreste presentato altri righi del libro, sicuramente più esaudienti o più belli, e avreste ragione. Quindi vi invito a leggerlo. E’ meraviglioso.

Che Allah,Subhana wa Ta’ala, ci conceda di sapere, di amarLo, e di morire nella Sua Via.

Vostro fratello nell’Islam

Assalamu alaykum

Salman

 


 

La giornata universale per al-Quds
discorso di Sayyed Hassan Nassrallah
L'occupazione della Palestina, come tutte le cose cattive, non puo' durare a lungo

 

Nel nome di Dio, il Clemente, il Misericordioso

Possa Dio proteggerci dal male. Tutte le lodi ed i ringraziamenti sono per Lui, il Signore dell'Umanità e di tutto ciò che esiste, e le Sue benedizioni siano sul nostro Profeta e sulla sua famiglia, sui credenti sinceri e su tutti i martiri ed i combattenti dalla nascita di Adamo al giorno del Giudizio.
(…) ai sapienti, ai rappresentanti dei partiti nazionali e Islamici libanesi, alle forze militari e di sicurezza, e ai rappresentanti delle brigate Palestinesi. Che le benedizioni e la pace di Dio siano su voi tutti. Prima di tutto, vorrei ringraziare tutti i fratelli e le sorelle che hanno preso parte a questa commemorazione benedetta e che sono qui da ore, alla pioggia, al freddo, al vento. Ciò indica la vostra lealtà, fede e dedizione all'esempio dei nostri martiri, unita alla dedizione verso la causa della nostra nazione, la causa di al-Quds, che merita ogni sacrificio da parte nostra.

Forse c'è un segno divino nel fatto che, per la seconda volta dopo l'11 settembre, celebriamo questa giornata con un tempo inclemente, affinché diventi un chiaro messaggio che esprima la forte volontà di un popolo che non si sottrae alle intemperie, né al caldo torrido, né alla lama della spada, né all'angoscia della battaglia, ma resta fermo come una nazione unita.

Ci incontriamo nella Giornata di al-Quds con il grande spirito dell'Imam Khomeini, che affermò l'eternità' di questo giorno nella coscienza della nazione, questo grazie ai suoi sacrifici. Ciò è stato anche confermato dall'Imam Khamenei (possa Iddio proteggerlo dai suoi nemici) che
mantiene lo stesso metodo.

Siamo venuti nella città dell'Imam Hussein (as), nella città dei martiri e dei prigionieri, in una città che e' stata "di frontiera" per 15 anni, che ha combattuto, si e' sacrificata ed ha resistito, offrendo  martiri, compresi bambini, che hanno reso, col loro sangue, possibile la vittoria.

Al-Nabatiyeh e' la citta' da cui e' partito il confronto col nemico sionista nel periodo di Ashura nel 1983. Siamo venuti qui per essere il più vicino possibile alla linea del fronte ed all'arena della sfida e ci muoveremo, di anno in anno, di città in città, in tutte le regioni del Libano, per dare modo ad ogni luogo di dimostrare la sua dedizione ad al-Quds, alla gente di al-Quds e ad una causa che non può essere dimenticata. In questo giorno dobbiamo rendere questo mondo silenzioso consapevole delle criminali pratiche sioniste che demoliscono le case degli abitanti originari di Gerusalemme, ne rubano le terre, li terrorizzano allo scopo di farli andare via dalla città, circondata da insediamenti armati che la separano dal resto della Palestina.

Ciò che e' più pericoloso, in queste pratiche, e' la grave situazione dei luoghi sacri cristiani e musulmani in Palestina. Il pericolo più grande lo corre la grande moschea di al-Aqsa, la prima Mecca dei musulmani. Questo pericolo e' rappresentato dai tentativi di distruggere quel luogo, una mira dei sionisti ed anche dei cosiddetti cristiano-sionisti, i quali controllano gli uffici decisionali americani. Chiunque può rendersi conto che quel giorno, in cui verrà distrutta al-Aqsa, si
avvicina sempre più. Questo pericolo non e' ignorato dai governanti arabi: far finta di nulla, incoraggerà il tentativo di appropriarsi dei luoghi santi islamici per ricostruirvi "il Tempio di Salomone". Se costoro penseranno che la nazione e' timorosa, trascurata, debole, saranno
incoraggiati. Penseranno che i governanti arabi non sono interessati che alle loro posizioni. Le posizioni non sono sacre: la moschea dell'Aqsa e la Chiesa della Nativita' lo sono!

I sionisti devono capire, e con loro quelli che li sostengono, che ogni danno inflitto ai luoghi santi palestinesi causerà l'esplosione dell'intera regione. Se vogliono distruggere quel luogo, sappiano che le nazioni di quel luogo distruggeranno l'entità' usurpatrice, attraverso il sangue dei martiri esistenti in ogni casa, villaggio, citta' del Libano, della Palestina e di tutti i paesi arabi ed islamici.

Il giorno di al-Quds arriva a più di due anni dalla liberazione, attraverso la resistenza, di gran parte della nostra terra libanese, e a più di due anni dalla deflagrazione dell'intifada, che questa volta porta il nome di al-Aqsa. Questa occasione conferma che la nostra scelta è chiara ed è la sola scelta che libererà la terra, i luoghi santi ed al-Aqsa. Le risoluzioni internazionali vengono applicate solo quando esse sono comode per le grandi potenze e per gli USA, mentre le risoluzioni che riguardano le nostre nazioni e le nostre regioni oppresse, non sono altro che fogli di carta bianchi e neri; la prova di ciò e' la risoluzione 425, per la quale nessuno ha fatto nulla in 20 anni di occupazione
israeliana del Libano, e che e' stata applicata solo grazie alla nostra resistenza che ha scacciato il nemico. Oggi vi sono decine di risoluzioni dell'ONU e dell' UNSEC riguardanti al-Quds e che rifiutano l'inclusione della citta' nei piani israeliani d'insediamento, e che rigettano le minacce ai luoghi sacri. Queste risoluzioni non sono altro che fogli di carta bianchi e neri.

Ciò che libererà e proteggerà la Palestina è ciò che i palestinesi hanno scelto, come i grandi martiri che stupiscono il mondo e che, con i loro corpi, scuotono la sicurezza del nemico e dei suoi coloni. Questa e' la via della vittoria conclusiva, Dio permettendo. Questa intifada, come la resistenza, non può finire in una riconciliazione politica. Sin dal primo momento, era chiaro come questa intifada fosse sollevata nel nome di Dio e del sangue dei martiri che fuoriusciva nella moschea di al-Aqsa. I suoi martiri sono dei cercatori dell'amore di Dio e del Suo incontro, e niente riuscirà ad indebolirli. Questo è il motivo per cui l'intifada della Vittoria e della Liberazione porterà al miracolo prima delle previsioni di questo mondo.

Nella Giornata di al-Quds, noi dichiariamo: siamo una nazione che non aggredisce nessuno. La resistenza libanese e' stato un movimento che ha difeso il paese, la sua gente e la sua dignità, e lo fa ancora. Oggi, in Palestina, la difesa e' rappresentata dall'intifada. I palestinesi non hanno aggredito nessuno. Non sono andati in Russia, in Ucraina, in Polonia o in Etiopia ad uccidere ebrei. Al contrario, questi sionisti sono venuti da tutto il mondo per usurpare la terra, i luoghi santi, le citta' ed i villaggi di altri. I palestinesi non fanno altro che difendere sé stessi, e le loro operazioni sono lecite ed onorevoli perché mirano ad eliminare la tirannia, l'occupazione, il male, il cancro e la corruzione.
Per questo motivo noi sottolineiamo l'ingiusto trattamento riservato ai popoli arabi di Libano e Palestina poiché questi popoli si stanno difendendo. Noi non amiamo la guerra e non vogliamo la guerra contro nessuno. Ma chiunque ci assalti, occupi la nostra terra, dissacri i nostri luoghi santi e ci getti nella miseria, capirà che la nostra carne non e' a buon mercato e che il nostro sangue si trasformerà in un vulcano sotto i loro piedi, senza tener conto dell'identità dell'aggressore,
ebreo-sionista o americano-sionista, e senza tener conto del luogo da cui arriva l'aggressione e l'invasione. Chiunque verrà a violare i nostri luoghi santi, troverà uomini e donne pronti a sacrificarsi, uomini e donne nati con la cultura del coraggio e che rifiutano l'umiliazione, ed il cui slogan e' quello di sempre: "Non accetteremo mai l'umiliazione! Non accetteremo mai l'umiliazione!" (1)

La nostra regione e' minacciata da un grave pericolo. E' il progetto americano-sionista di assumere il controllo dell'area, ridisegnandone la mappa politica. Dobbiamo pensare con orizzonte ampio e obiettivi a lungo termine, senza lasciarci sviare da falsi slogan lanciati dall'amministrazione americana. Non vogliono salvare alcuno. Perché, se questa amministrazione voleva effettivamente salvare queste persone, non l'ha fatto prima? Dobbiamo essere consapevoli e guardarci da queste
dichiarazioni sataniche. Invitiamo i governanti dei nostri paesi ad avvicinarsi ai loro popoli. Solo ciò potrà risolvere i problemi interni dei paesi. Correre dietro le guerre dell'amministrazione americana non farà che aumentare la loro debolezza. Se volete mantenere forza e dignità, dovete tornare alla vostra nazione, alla vostra cultura, ai vostri popoli, e potete farlo. L'occasione non è già stata sciupata. Queste nazioni sono disposte a perdonare ed a dimenticare il passato, una volta che vedranno i loro leaders stare dalla loro parte nella posizione di difesa, per salvaguardare gli interessi e la dignità dei loro paesi. Queste nazioni sono pronte, ma sono frustrate dai regimi, dall'oppressione e dall' ingiustizia. Ed ancora, sono pronte a dimenticare le sofferenze e le ferite loro inflitte, allorché la battaglia si trasformerà in difesa della nazione, della sua dignità e del suo futuro.

E' nostro obbligo, nella Giornata di al-Quds, mantenere alta la guardia e fare attenzione all'amministrazione americana ed al governo sionista che complottano con gli autocrati di questa terra per schiacciare la rimanente forza della nostra nazione. Noi siamo testimoni di tentativi
mediatici di metterci gli uni contro gli altri, rivitalizzando inimicizie passate tra nazioni e paesi.

Gli americani hanno parlato di "crociata" allo scopo di mettere musulmani contro cristiani e, allo stesso modo, stanno tentando di fare tra sciiti e sunniti. Noi, invece, abbiamo bisogno di unirci e cooperare, mantenendo ciascuno le sue posizioni ideologiche, concettuali e religiose. Dobbiamo cooperare per proteggere al-Quds e difendere i palestinesi, la loro religione e il loro Profeta Muhammad (saw) che è stato accusato dal più importante uomo della cristianità sionista americana di essere un "terrorista".

In un momento tale gli sciiti e i sunniti devono unirsi per difendere la dignità di questa nazione contro coloro che vogliono cambiare la mappa della regione e causare separazioni e divisioni, portando alcuni a cercare uno stato sciita qui, uno stato sunnita lì, o uno stato curdo là. L'amministrazione americana vorrebbe che musulmani e cristiani, arabi e non-arabi, sunniti e sciiti si dividano e si combattano, realizzando, in tal modo, i sogni di dominio di Israele. Io chiedo ai popoli del Medioriente di boicottare questi tentativi, di non ritenere che le televisioni satellitari americano-sioniste che hanno invaso i nostri paesi possano offrire loro l'occasione di esprimere i loro pensieri. Esse non sono che strumenti di cui le mani israelo-americane si servono per incitare all'odio ed al settarismo. Oggi, ci sono molti nuovi canali satellitari a Londra e in altri luoghi, finanziati dai capitalisti americani e sionisti. Il loro scopo è quello di indurre i sapienti sciiti e sunniti a dibattere e disputare su eventi del passato, e anche le questioni ideologiche vengono aizzate allo scopo di provocazione, odio e incremento di tensioni. Vorrei richiamare l'attenzione delle persone affinché stiano all'erta, prendano coscienza, e boicottino questi satelliti americano-sionisti. Gli scienziati, i sapienti, gli intellettuali e le persone di cultura che credono che questi canali stiano offrendo una maggiore opportunità di espressione di pensiero sono in evidente errore. Piuttosto dovrebbero capire che questi non sono altri che strumenti in mano americane e israeliane messi in gioco al fine di dividere i Musulmani e incitarli all'odio.

In questo momento, abbiamo bisogno di unità. Le nazioni hanno scommesso sull'intifada e la loro scommessa e' stata veritiera e corretta. L'intifada sta vincendo con il sacrificio dei martiri, con il sangue e le lacrime. La crisi dell'entità' estranea aumenta un giorno dopo l'altro. Ciò che resta all'intifada e' scommettere sulla nazione, e questa scommessa dovrà essere veritiera e corretta.

La Giornata di al-Quds conferma l'esistenza di uno spirito combattivo in noi. Noi siamo coloro che si sono sollevati al cenno dell'assente imam Musa as-Sadr. Ci siamo sollevati per l'amore verso al-Quds e marciamo sul sentiero che ci guida ad essa. Su questo sentiero abbiamo offerto i primi, migliori martiri, guidati dal signore dei martiri della resistenza islamica: Seyyed Abbas al-Musawi.

In questo giorno, nella citta' di Nabatiyeh, la citta' dei martiri, confermiamo che siamo presenti sulla linea del fronte e che siamo pronti a difendere il nostro paese, la nostra nazione ed i nostri luoghi sacri. Non avremo paura né saremo intimiditi da alcuno. Lavoreremo insieme per essere forti, per aumentare questa forza in soccorso di coloro che amiamo, e combatteremo i nemici.

Le accuse gettate su di noi dal sionismo, a causa del nostro sostegno verso l'intifada, le accogliamo con orgoglio, come fossero medaglie d'onore. Continueremo a sentire e portare questa responsabilità e siamo pronti ad affrontarne tutte le conseguenze tramite la nostra presenza nell'arena del conflitto.

Cari fratelli e sorelle: siamo oggi nella terra della resistenza, risoluti a piantare in essa le nostre impronte, con il coraggio di leoni. Dipendiamo da Dio, ed Egli ci garantirà la vittoria. Inoltre dipendiamo dai buoni uomini e dalle buone donne, e dai buoni genitori in grado di crescere intere generazioni di martiri e combattenti per la libertà. Oggi il vostro messaggio e' così grande per il bene dei vostri fratelli in Palestina, per gli amati e gli amici. Il vostro messaggio e' inoltre forte contro Israele, l'America ed i nemici della nostra nazione. Noi rimarremo qui, in questa terra, qui combatteremo e qui saremo seppelliti. Questa e' la nostra terra e mai l'abbandoneremo, come mai in passato e mai in futuro.

Oggi, siamo molto vicini a realizzare il sogno dell'Imam Khomeini, dell'Imam Musa Sadr e dei Martiri, e questo è la restituzione di al-Qods e la preghiera all'interno di essa. Questo giorno e' più vicino di quanto si possa mai immaginare. La vittoria non viene se non da Dio. E possano le Sue benedizioni e la Sua pace essere su di voi tutti.

 

NOTE

1) Queste parole furono pronunciate dal nipote del Profeta (S), Signore dei Martiri Imam Hosseyn, poco prima di raggiungere la beatitudine eterna del martirio per Iddio Altissimo, nella sua lotta per l'Islam contro la tirannia e l'illegittimità del califfo usurpatore Yazid.



L'Ayatollah Lankarani contro i complotti del nemico.

L’Ayatollah Mohammad Fazel Lankarani ha detto che i nemici del sistema Islamico Iraniano stanno creando un legame tra il clero e alcuni individui del popolo: "I nemici stanno cercando di creare un vuoto tra il popolo e il clero sì da seminare discordia nel paese".

L’Ayatollah ha parlato ad una riunione di Basiji di Qom dicendo che le superpotenze hanno attuato i loro schemi per sopprimere il sistema Islamico, colpendo culturalmente il popolo iraniano e i suoi giovani.

Egli ha richiamato le forze dei Basiji ad esser pronte e vigili nei confronti dei complotti del nemico dicendo che, nonostante tutto, "gli Iraniani sanno che i popoli oppressi nel mondo ripongono molte speranze nel sistema Islamico Iraniano".

Egli ha aggiunto che devono esser riposti molti sforzi per illuminare le menti dei giovani sì che siano in grado di affrontare le cospirazioni disegnate dai nemici dell’Islam.

"Al momento, tra i Basiji, ci sono molti intellettuali, ingegneri e sapienti" ha notato "I volontari Basiji hanno avuto ripetutamente la prontezza di mostrare all’America il loro supporto al sistema Islamico e alla sua giurisprudenza".

"I Basiji devono esser ben preparati a difendere la sicurezza nazionale" ha detto aggiungendo: "Essi sono una forza popolare con milioni di membri coinvolti nella salvaguardia e ricostruzione del sistema Islamico".

Infine l’Ayatollah ha riposto attenzione sul fatto che ogni movimento per smantellare i pilastri del sistema vuol rendere un vuoto tra le parti del governo, provocare differenze nel paese, dando un pugno alla solidarietà nazionale, in favore degli Stati Uniti.

 

 


L'Ayatollah Khamenei contro l'arroganza sugli studenti

La Guida Suprema della Rivoluzione Islamica, l’Ayatollah Seyed Ali Khamenei, ha detto che la pronta coscienza dei Musulmani ha aizzato una pesante reazione nel campo dell’arroganza, specialmente da parte degli Stati Uniti e del Sionismo, ferendo il pensiero di molti studenti e intellettuali Musulmani.

L’Ayatollah ha detto: "Ci sono alcune tendenze nel mondo e in Iran che non sono a favore degli studenti e degli intellettuali Musulmani a causa di pregiudizi politici, dogmi e dottrine importate".

La Guida Suprema ha detto a un gruppo di studenti di sforzarsi per l’intelligibilità, la giustizia e la cooperazione reciproca al fine di rappresentare un’unità solenne. Ha detto inoltre che l’università è un bastione di scienza e coscienza.

L’Ayatollah ha aggiunto: "L’Iran Islamico è oggi l’unico bastione di difesa per la libertà, la giustizia e le aspirazioni umane ed internazionali contro i centri di ingiustizia e arroganza. La difesa del sistema Islamico è un dovere di tutti. Chiunque, nelle università o altrove, ha, consciamente o inconsciamente, aiutato i desideri della CIA e del Mossad".

"La Repubblica Islamica del’Iran si pone un obbiettivo per i prossimi 50 anni: che la comunità di accademici riponga la sua fiducia all’Iran nell’esportazione della scienza, sotto la grazia di Dio Onnipotente, alla luce del sistema Islamico" ha continuato.

L’Ayatollah Khamenei ha detto che il crescente numero di vincitori Iraniani alle olimpiadi mondiali e nelle varie competizioni scientifiche testimonia questo avvio. Infine, egli ha continuato a sostenere la campagna per la giustizia contro la corruzione.

 


Il Wali Faqi ammonisce le cattive condotte

La Guida Suprema della Rivoluzione Islamica, l’Ayatollah Seyyed ‘Ali Khamene’i, ha affermato il dovere il proteggere il sistema Islamico iraniano definendolo come il più importante obbligo per gli ufficiali alla dirigenza del governo.

"L’amministrazione della giustizia con la solida struttura delle istituzioni Islamiche, gli ufficiali competenti per amministrare la giustizia nella società e la preservazione della fiducia pubblica nel sistema che garantisce uno stretto rapporto di unità tra gli ufficiali e il popolo sono i tre pilastri principali del sistema Islamico dell’Iran" ha detto aggiungendo "se uno di essi non è a posto, il governo Islamico non vedrà i suoi obbiettivi cristallizzarsi".

Egli ha detto che il popolo iraniano ha superato con successo il suo esame. Ed ha aggiunto anche che gli ufficiali sono stati abbastanza capaci di affrontare i problemi confidando sulla Costituzione in quanto standard per ogni azione. Ma ha anche sottolineato che una disputa non è mai nell’interesse del sistema Islamico, dichiarando che questa avvantaggerebbe i nemici dell’Islam indebolendo le nostre parole e azioni.

Egli ha indicato i tre poteri del governo come il principale strumento per amministrare la giustizia nella società e combattere la corruzione dando degli ordini a tali organi: all’Amministrazione per vincere i problemi e combattere le violazioni, alla Magistratura per tenere d’occhio il comportamento generale nelle varie sezioni, e infine alla Legislatura per considerare le sincere richieste del popolo, con la Guida per materializzare gli obbiettivi del Sistema.

L’Ayatollah Khamene’i ha inoltre detto che al fine di amministrare la giustizia, gli ufficiali devono far ricorso alle leggi e alle regole ma la Guida, se vista come necessaria, riempirà le forze del popolo per vincere ogni sorta di problema. L’Ayatollah ha insistito sull’importanza della giustizia nella società e ha pregato sul popolo iraniano che ha sempre agito al fine di preservare i valori e i principi Islamici e rivoluzionari.

Egli ha definito necessaria la mobilitazione degli ufficiali e del popolo per risolvere i problemi di oggi. "Il nemico sta cercando di scoraggiare la nazione iraniana e i giovani per imporre il suo volere in Iran" ha notato. Ma ha dichiarato: "La nobile nazione iraniana e gli stessi giovani stanno adesso compiendo enormi sforzi per migliorare le loro capacità morali, scientifiche, psicologiche e fisiche sotto la bandiera dell’Islam".

L’Ayatollah ha detto: "Gli ufficiali devono servire alle masse per fare il massimo uso del potenziale del paese e rimuovere i problemi che queste affrontano. Gli ufficiali non devono essere coinvolti in giochi politici o futili affari ma devono focalizzarsi sulla campagna contro la corruzione, sulla preservazione della cultura e sui valori e principi religiosi". Egli ha notato che di probi ufficiali iraniani nel paese ce ne sono in numero assai maggiore di quello degli altri paesi, ma ha aggiunto che ciò non significhi che un certo numero nelle autorità siano corrotte. "Gli Stati Uniti stanno minando le credenze del popolo iraniano, senza tener conto di esso" ha concluso.

 


Il Wali Faqi contro l'imperialismo

TEHRAN -- La Guida della Rivoluzione Islamica, Seyed Ali Khamenei, ha detto che la situazione nella regione deve rendere la nazione iraniana maggiormente forte e invulnerabile.

La Guida ha ricordato al personale delle Forze dell'Esercito della Repubblica Islamica l'espulsione del nemico sostenuto dalle superpotenze durante gli otto anni di guerra imposta. "Le forze armate non devono permettere al nemico di violare l'integrità del territorio iraniano" ha detto.

La Guida ha inoltre aggiunto: "L'esercito, le Guardie della Rivoluzione Islamica ed i Basij sono abbastanza forti  per respingere qualsiasi minaccia alla sovranità nazionale".

Riferendosi ai progetti dell'imperialismo mondiale ha sottolineato che: "Le superpotenze stanno conducendo una guerra nella regione per il petrolio e i loro interessi illeggittimi nel nome di una presunta campagna per la libertà e per i diritti umani. Le nazioni nella regione devono stare all'erta e lavorare per difendere loro stesse".

La Guida ha detto che la nazione afgana e quella irachena sono state vittime dell'arroganza e della bramosia mondiale. Ha richiamato inoltre il popolo a salvaguardare l'identità nazionale e a risarcire le ferite che le grandi potenze gli hanno inflitto in così breve tempo.


 

L'Ayatollah Khamenei e il processo della Rivoluzione Islamica

Tehran, 16 ottobre 2002 -- La Guida Suprema della Rivoluzione Islamica, Seyyed Ali Khamenei, ha istruito i corpi militari in Iran per armarsi di una forte fede, di una caparbia veduta religiosa e politica e di una conoscenza sia interna che esterna delle realtà così da difendere la Repubblica Islamica dell'Iran e la Rivoluzione.

L'Ayatollah Khamenei ha detto in un incontro con gli ufficiali delle organizzazioni dell'Esercito, del Ministero della Difesa e delle Forze Logistiche che i dipartimenti ideologico-politici sono stati ben consolidati.

L'Ayatollah Khamenei ha detto che la fiducia pubblica e la popolarità del clero sono i due assetti della società atti a raggiungere questo importante obbiettivo.

Egli ha detto che la fiducia pubblica è stata la principale ragione per l'allineamento della nazione con il clero, formando così il maggior sviluppo politico al momento mai visto nella storia iraniana e nel trionfo della Rivoluzione Islamica.

La Guida ha ha aggiunto che la fiducia pubblica è stata ottenuta grazie agli sforzi sinceri fatti dai sapienti religiosi durante il corso di centinaia di anni. Ha continuato poi dicendo che la saggezza e la misericordia inshallah garantiranno una una fortissima fiducia pubblica da riporre nel clero.

L'Ayatollah Khamenei ha poi concluso dicendo che la Rivoluzione continuerà ancora con ardore puntando fino alla sua atmosfera ideale.

 

 

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