Nel Nome di Dio, il Clemente, il Misericordioeso
Seyyed
Sadfar Hosseyn, nel suo prezioso libro "Historie des
premiers temps de l'Islam" ci racconta di come
'Abd-el-Muttalib, nonno del Profeta (S), sconfortato per la mancanza
di figli, avessa fatto voto a Dio di sacrificargliene uno qualora Dio
lo avesse gratificato con una numero discendenza. Da quel momento
'Abd-el-Muttalib ebbe tanti figli e la vita gli sorrise, ma egli,
ricordando il voto fatto, era turbato.
Un bel giorno decise di tirare a sorte per decidere il
figlio da sacrificare e la sorte indicò 'Abdallah, futuro padre
del Profeta (S): Abd-el-Muttalib quasi ne morì per il dolore
cosicché gli altri suoi figli lo convinsero a tirare a sorte fra
'Abdallah e dieci cammelli. Ma l'indicazione era sempre per 'Abdallah
ed ogni volta che 'Abd-el-Muttalib aggiungeva altri dieci cammelli
fino a quando, a cento cammelli, la sorte indicò questi
ultimi, che il nonno del Profeta (S) si affrettò a sgozzare
gioiosamente.
"Il sacrificio del padre del Profeta (S) - scrive
l'autore - come quello del suo antenato Ismaele, fu annullato, ma
per essere rimpiazzato da un più grande sacrificio, che sarebbe stato
compiuto dalla posterità del Profeta Muhammad (S) a Karbala. "E
lo abbiamo riscattato con un sacrificio immenso" (Corano
37: 108)"
Una nota a piè diè di pagina spiega: "L'Imam
Hosseyn (as), nipote del Profeta Muhammad (S) si sacrificherà
nell'anno 61 dell'Egira per preservare l'integrità dell'Islam."
Effettivamente, il versetto coranico citato parla del
sacrificio annullato di Ismaele, e la tradizione individua in un
montone la vittima con la quale Dio Altissimo riscatta l'avo del
Profeta (S). La versione italiana del fratello Hamza Piccardo
recita: "E lo riscattammo con un sacrificio generoso"
e annotava trattarsi di un montone di grande valore.
Tuttavia, esaminando l'originale Parola di Dio, in
arabo chiarissimo, ci si accorge che l'aggettivo usato dal Santo
Corano è 'Azim' comunemente e giustamente reso con
'Immenso'.
A qusto punto nascono delle perplessità: come può
il sacrificio di un montone essere qualificato 'immenso'?
Possibile che il suo valore fosse tanto grande da giustificare
quest'aggettivo? Non ne deve essere convinto lo stetto fratello
Piccardo che lo ridimensiona un pò traducendolo con 'Generoso'
quasi volesse correggere Dio (che Dio ci perdoni l'espressione) da
una evidente esagerazione.
Considerando l'impossibilità tanto che un montone
possa avere un valore immenso quanto che ci sia stata esagerazione
da parte di Dio, appare allora più che verosimile la spiegazione
shiita secondo la quale il 'sacrificio immenso' al
quale allude Dio è quello dell'Imam Hosseyn (as) che riscatterà
sia il mancato sacrificio di Ismaele, antenato del Profeta (S), sia
quello di 'Abdallah, padre di Muhammad (S).
Tale spiegazione non è peraltro estranea alla
tradizione sunnita. Yusus 'Ali, nota autorità religiosa sunnita,
autore di una conosciutissima versione inglese del Santo Corano,
dopo aver giustamente tradotto 'Azim' con 'Immenso',
nella nota a piè di pagina scrive che "l'aggettivo ha un
significato letterale ed uno, ben più importante, simbolico (si da
giustistificare l'aggettivo 'Azim'). Se letteralmente il versetto
allude al montone, simbolicamente esso - spiega Yusuf 'Alì
- allude ad un uomo che fece del sacrificio di sé stesso sulla Via
di Dio il supremo scopo della sua vita. E' quel che fece
molti anni più tardi l'Imam Hosseyn (as), nell'anno 60
dell'Egira". (Cfr. "The Qur'an" -
Testo, traduzione e commento di Abdullah Yusuf Alì - pag
1206, nota 4103 - Tahrike Tarsile Qur' an New York)
Tutto questo deve farci riflettere.
Se del Corano non avessimo avuto l'originale e se
non ci fosse stato l'insegnamento degli Imam della Casa del
Profeta (s), questo significato, a causa delle cattive traduzioni,
sarebbe andato perso, a tutto vantaggio di coloro che vorrebbero
che il sacrificio dell'Imam Hosseyn (as) venisse dimenticato, a
discapito della conservazione integrale del messaggio di Dio.
Ci ritroveremo nella situazione di chi vuol
comprendere i Vangeli o la Bibbia e ne è ostacolato dalla
mancanza o dalla voluta difficoltà a reperirre gli originali. Non
esiste di fatto alcuna edizione fruibile dal grande pubblico
che abbia il testo 'originale' a fronte. Pertanto ha gioco facile
chi, per esempio, vuol nascondere il nome del Profeta Muhammad (S)
nel Cantico dei Cantici (5, 16), traducendolo con 'diletto,
delizia, incanto', chi annulla la citazione della Santa città
della Mecca - Bakka - nascondendola dietro un insignificante
'valle arida' (Salmo 84, 6) o chi cripta l'annuncio del Profeta
(S) da parte di Gesù (as) sostituendolo con gli imprecisati
'Consolatore' o 'Paracleto'.
Quest'abitudine ad ignorare le fonti, che ha
permesso agli ebrei e cristiani di anteporre la loro verità a
quella di Dio, ha permesso anche ad alcuni musulmani di
'correggere' secondo le proprie necessità la Parola di Dio.
Questo accadde sin dai tempi del conflitto tra Alì (as) e
Moavia, quando l'occultazione degli hadith profetici fu una delle
armi fondamentali usate da Moavia.
Tale incresciosa situazione si è perpetuata fino
ai giorni nostri, quando vediamo che tutte le fonti in cui
traspare una certa verità pro-shiita vengono ignorate, calunniate
o nascoste, al fine di perpetuare l'accecamento in cui pare esser
caduto lo stesso fratello Hamza Piccardo, forse indotto in errore
da quelle persone e quei testi che lo hanno sostenuto nella
traduzione.
La lode sia dunque ad Allah che, per Sua Volontà,
ha mantenuto inalterato il Sacro Corano e ne ha salvaguardato la
giusta spiegazione attraverso l'insegnamento dei Santi Imam della
Famiglia del Profeta (as).
Amin
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