É LA PAROUSIA DI CRISTO UNA PRESENZA INVISIBILE?

ESAME CRITICO DELLE TEORIE RELATIVE A QUESTA DOTTRINA

elaborazione e traduzione di Sergio Pollina su una ricerca storica di Carl Olof Jonsson

Parte I: Ipotesi sulle origini dell'idea

"Il rapimento segreto", "la venuta in due fasi", "la presenza invisibile"

Il soggetto della seconda venuta di Cristo è sempre stato oggetto di grande interesse per i cristiani d'ogni tempo, e, più che mai, nei periodi di crisi e di problemi internazionali. Il nostro tempo, un tempo in cui alle grandi speranze per i rivoluzionari cambiamenti che, giorno dopo giorno, hanno luogo sotto i nostri occhi, si sommano le paure e le angosce che i cambiamenti epocali sempre comportano, è un tempo in cui questo soggetto, per lungo tempo desueto, ha ritrovato tutto l'interesse e l'attenzione che giustamente gli spetta. D'altra parte, questo rinnovato entusiasmo per l'escatologia non deve meravigliare, perché non è un fatto nuovo che molti dei cristiani fondamentalisti, ma anche vaste porzioni degli appartenenti alle chiese cristiane tradizionali, associano la venuta o "ritorno" di Cristo con una "grande tribolazione come non v'è stata dal principio del mondo" (Matt. 24:21; Dan. 12:1) Sono molti a credere che la "grande tribolazione" ben presto travolgerà il genere umano, forse prima del volgere del millennio ormai alle porte. Ed a questo timore si associa spesso la domanda: la venuta di Cristo avrà luogo prima, durante o dopo questa "grande tribolazione"?

É una domanda che ha sempre suscitato accesi dibattiti ed è anche stata causa di profonde divisioni fra i cristiani di fede evangelica. Un calcolo approssimativo dei cristiani degli Stati Uniti che credono che il millennio di Cristo sarà preceduto dalla sua seconda presenza, stima a circa otto milioni la loro consistenza numerica; questi generalmente sono anche definiti come "premillenaristi".[1] Ma, probabilmente, circa la metà di tale numero è costituita da persone che non solo credono che la venuta di Cristo precederà il millennio, ma anche la "grande tribolazione". In base a questa credenza essi sono quindi definiti "pretribolazionisti", e la loro concezione della venuta di Cristo è definita "teoria della pretribolazione". In alternativa, ci si riferisce a tale teoria anche come a quella del "rapimento segreto" o, a volte, all'idea della "venuta in due fasi". Cosa vogliono dire effettivamente tali diverse definizioni del concetto in esame?

L'idea che sta alla base di tutte quante è che la seconda venuta di Cristo consta di due (o più) fasi, la prima delle quali è costituita da una venuta invisibile, segreta, "nell'aria", che avrà luogo quando tutti i santi cristiani viventi in quel tempo, insieme ai morti risuscitati, saranno segretamente innalzati per incontrarsi con Cristo e rimanere con lui nell'aria. Si crede che questa fase della seconda venuta di Cristo, avrà luogo in adempimento della profezia di Paolo di I Tessalonicesi 4:16, 17:

"Perché il Signore stesso, a un ordine, alla voce dell'arcangelo e al suono della tromba di Dio, discenderà dal cielo. E prima risorgeranno i morti in Cristo; quindi noi, i vivi, i superstiti, saremo rapiti insieme con loro tra le nuvole, per andare incontro al Signore nell'aria, e così saremo sempre con il Signore". (NT di Merk e Barbaglio)

Si crede che questa venuta che riguarda i santi, debba aver luogo prima della grande tribolazione, e ciò consentirà a questi ultimi di sottrarsi a tale tempo di distretta.

Per quanto riguarda, invece, la seconda fase, si crede che essa inizierà quando Cristo verrà sulla terra insieme a tutti i suoi santi, per eseguirvi il giudizio sul mondo empio, e stabilire dopo di ciò il suo regno millenario (vedi, per esempio, Giuda 14, 15). Così secondo questa teoria, la prima fase della venuta di Cristo riguarda soltanto i santi, mentre la seconda avrà luogo quando egli verrà con essi.

Nel greco del Nuovo Testamento sono diverse le parole usate in riferimento alla seconda venuta di Cristo. Molti di coloro che caldeggiano la teoria del "rapimento segreto" ritengono che il termine greco parousìa (che troviamo, per esempio, in Matteo 24:3, 27, 37 e 39) si riferisca alla prima fase. Questa parola, che è normalmente tradotta con "venuta", può anche tradursi correttamente con il termine "presenza". La prima fase della venuta di Cristo è perciò spesso descritta come il periodo della presenza segreta e invisibile di Cristo, per così dire "nell'aria". Le parole epiphaneia, "apparizione" (vedi, per esempio, Tito 2:13) e apokalypsis, "rivelazione" (usata in II Tessalonicesi 1:7), invece, sono di solito applicate alla seconda fase, quando, cioè, Cristo "apparirà" e si "rivelerà" al mondo del genere umano. Non tutti i sostenitori della teoria del rapimento segreto sono comunque concordi nell'applicazione di tali termini.

Per quanto riguarda la durata dell'intervallo fra le due fasi del secondo avvento di Cristo, i sostenitori della teoria non sono d'accordo nemmeno tra loro. Sebbene si pensi che fra la prima e la seconda fase debba esservi un intervallo di sette anni [2], alcuni credono che fra le due fasi vi sia un intervallo maggiore. Fu nel secolo scorso che si manifestarono i maggiori dissensi su questo punto. James Grant, editore di diversi periodici religiosi londinesi, così descrive la diversità di opinioni nel 1860:

"Circa la durata del periodo ... i Millenaristi che vi credono sono divisi fra loro. alcuni sostengono che si tratti di un periodo molto esteso, lungo addirittura alcuni secoli; altri, invece, credono che si tratti di un breve tempo; ma su una cosa tutti sembrano essere d'accordo, e cioè che dovranno trascorrere degli anni fra l'ascesa segreta e silenziosa dei santi viventi incontro al Signore, nell'aria, e la loro discesa con lui sulla terra per regnare su di essa per mille anni. [3]"

Chi fra i lettori conosce bene le dottrine dei testimoni di Geova, a questo punto avrà ormai compreso che la loro concezione della seconda venuta di Cristo è strettamente connessa all'idea della "venuta in due fasi", con la variante che essi credono in un più lungo intervallo fra di esse. Essi ritengono che la prima fase, la parousìa, abbia avuto inizio nel 1914, mentre la seconda, l'apokalypsis, o rivelazione di Cristo per eseguire il giudizio sugli empi, sia ancora futura. [4]

Vi è un'origine demonica?

In anni recenti ha ripreso consistenza la controversia relativa all'origine della dottrina del "rapimento segreto" (o "venuta in due fasi"), ed essa è stata oggetto di accesi dibattiti. Sul soggetto sono stati pubblicati numerosi libri e articoli, ed hanno contribuito in modo particolare a suscitare grande interesse intorno ad esso le opere di Dave MacPherson. Tutti gli studiosi sembrano essere d'accordo sul fatto che l'idea del "rapimento segreto" è relativamente recente, e molti di loro pensano che la sua origine debba collocarsi all'inizio del 1830, quando cominciò a parlarsene in Inghilterra, nei circoli vicini a Edward Irving, a Londra, e a John Nelson Darby, a Plymouth. I due gruppi erano in stretto contatto l'uno con l'altro, e da entrambi nacquero due nuove congregazioni: quella di Irving divenne la Chiesa Cattolica Apostolica, costituita nel 1832-1835, ed il movimento di Darby diede origine ai Fratelli di Plymouth, che assunsero tale nome dopo il 1831, quando cominciarono ad operare a Plymouth dopo che Darby vi si trasferì.

Uno dei motivi per cui si discute ancor oggi con tanto accanimento sulle ragioni che hanno portato all'elaborazione della dottrina del "rapimento segreto", è che da parte dei suoi detrattori le viene rivolta l'accusa di essere una dottrina di origine demonica; che essa, cioè, sia frutto dell'estasi mistica di una donna sotto l'influenza dei demoni. É ben noto che la Chiesa Cattolica Apostolica di Irving al suo nascere fu accompagnata da manifestazioni che sembravano essere sovrannaturali, come il parlare in lingue e il profetizzare; ad esse si poteva assistere nella chiesa di Irving a Regent Square, a Londra, nel periodo 1831-32. Poiché alcuni di quelli che a suo tempo manifestarono tali "carismi" erano fra i più accesi sostenitori dell'idea del "rapimento segreto" [5], i loro avversari più tardi asserirono che tale teoria non era che una delle "espressioni" della chiesa di Irving, volendo indicare in tal modo la sua origine demonica. [6]

Il contributo di Dave MacPherson in tutto questo consistè principalmente nella sua convinzione che l'idea del "rapimento segreto" potesse essere fatta risalire alla signorina Margaret Macdonald di Port Glasgow, in Scozia, alla quale secondo lui fu rivelata nel corso di una visione profetica agli inizi del 1830. MacPherson se ne convinse in seguito alla lettura degli scritti di Robert Norton, che fu uno dei primi membri della Chiesa Cattolica Apostolica. Il revival carismatico di Port Glasgow e di altre città della Scozia occidentale suscitò molto interesse, e una delegazione della chiesa di Irving si recò in Scozia per esaminare più da vicino tali manifestazioni. Molti altri, incluso John Nelson Darby, si recarono a Port Glasgow nel 1830, per rendersi conto di persona di tali "versamenti dello spirito". Quando, nel 1831, cominciarono a manifestarsi fenomeni "soprannaturali" simili anche nella chiesa di Irving, essi furono accettati senza riserve dalla congregazione, ma non da Darby. Tuttavia, come dice MacPherson, sia Irving che Darby condividevano l'opinione che la dottrina del "rapimento segreto" o "venuta in due fasi", potesse essere fatta risalire alla signorina Macdonald e alle sue rivelazioni. Rimane quindi valida la prima ipotesi che l'idea del "rapimento segreto" sia frutto di estasi mistiche. [7]

É naturale, però, che nessuno dei sostenitori dell'idea del "rapimento segreto" fosse d'accordo con tale spiegazione, ed i seguaci di Darby asserirono che, sebbene egli fosse stato uno dei più autorevoli propugnatori della "venuta in due fasi", ne avesse poi respinto le manifestazioni soprannaturali. Così si tentò di dimostrare che fossero invece MacPherson ed i suoi seguaci ad essere in errore. Fu fatto rilevare, per esempio, che è molto difficile trovare qualcosa che assomigli ad un "rapimento segreto" o ad una "venuta in due fasi" nelle rivelazioni di Margareth Macdonald. [8] L'unica caratteristica rilevante d'esse sembra consistere nelle sue asserzioni che la venuta di Cristo sarebbe stata invisibile all'umanità in generale. Essa afferma che il segno del figlio dell'uomo in realtà consiste nel fatto che "il Signore stesso scenderà dal cielo con un grido", e che "solo quelli che possiedono la luce di Dio in se stessi potranno vedere il segno della sua apparizione". [9] Si è inoltre pensato, e a ragione, che se Darby rigettò le rivelazioni di Margareth Macdonald considerandole di origine demonica, perché avrebbe poi dovuto adottarne il contenuto? [10]

R.A. Huebner, che evidentemente faceva parte dei Fratelli di Plymouth, citando William Kelly, uno dei più stretti associati di Darby, asserisce che verso il 1830 o 1831 anche Darby infine accettò l'idea del "rapimento segreto", in quanto in quel periodo si era dedicato all'approfondimento di II Tessalonicesi 2:1, 2. In ciò ebbero una parte importante i suggerimenti di un "fratello", l'ex ecclesiastico irlandese T. Tweedy. [11]

Chi aveva ragione? Coloro i quali credevano che l'idea della venuta di Cristo in due fasi avesse avuto origine da una supposta ispirazione profetica dei primi anni trenta, o quelli che ritenevano che fosse stato John Nelson Darby a elaborarla nel corso dei suoi studi sulle Scritture che, infine, lo portarono a tale conclusione? L'opinione di chi scrive è che entrambi si sbagliassero. Sebbene si dibatta da più di un secolo sulle origini di tale teoria, nessuno fino ad ora è stato in grado di mostrare prove convicenti che essa possa risalire a prima del 1830 . Il presente studio, pertanto, costituisce una novità assoluta al riguardo. Nel corso di ricerche approfondite nella biblioteca del Museo Britannico durante l'agosto del 1980, inaspettatamente, emersero alcuni fatti nuovi che consentirono di retrodatare di una decina d'anni, cioè al 1820, le origini della teoria, il che significa alcuni anni prima che l'adottasse John Nelson Darby e prima ancora delle rivelazioni di Margareth Macdonald. Sarà interessante, per il lettore, conoscere il nome del vero ideatore di questa teoria, e, probabilmente, ne rimarranno stupiti anche coloro che hanno studiato attentamente il periodo di tempo in questione, in quanto si tratta di una figura molto nota in quel tempo, sebbene nessuno abbia mai pensato, in precedenza, a metterlo in relazione con l'argomento di cui ci stiamo occupando.

Parte II: L'ideatore della teoria della venuta in due fasi

La rinascita degli studi profetici all'inizio del diciannovesimo secolo

I primi decenni del diciannovesimo secolo furono testimoni di un notevole rifiorire di studi profetici sia in Gran Bretagna che nel resto dell'Europa. Questo rinnovato interesse nelle profezie bibliche affondava le sue radici nella rivoluzione francese del 1789-1792, alla quale fece seguito sul continente europeo un ventennio di caos contrassegnato da guerre devastanti. Gli sconvolgimenti politici e sociali di quel tempo indussero molti cristiani a credere sinceramente di essere ormai prossimi alla fine del mondo; ed ecco che persone dalle più diverse convinzioni religiose si accostarono alle profezie bibliche per trovare in esse una risposta ai loro interrogativi. Vide la luce in quel tempo una colluvie di pubblicazioni, libri, opuscoli e periodici; furono fondate società profetiche e missionarie; furono tenute conferenze profetiche, la prima e più importante delle quali fu la serie delle Conferenze Profetiche di Albury Park, tenute per l'appunto in quella città del sud dell'Inghilterra, a trenta miglia da Londra, negli anni 1826-1830.

Le conferenze di Albury Park

Due nomi sopra tutti sono associati con l'inizio delle conferenze di Albury Park: quelli di Lewis Way ed Henry Drummond. [12] Entrambi erano stati in stretto contatto reciproco durante gli anni precedenti la serie di conferenze. Lewis Way (1772-1840), era un avvocato che nel 1804 si arricchì improvvisamente a causa di un'eredità di 300.000 sterline, con la quale acquistò Stansted Park, nei pressi di Emsworth, nel Sussex, e vi si stabilì nel 1805, impiegando il suo tempo e le sue sostanze in opere filantropiche ed in attività cristiane. Nel 1815 cominciò ad interessarsi alle attività della Società per la promozione del Cristianesimo fra gli Ebrei (conosciuta comunemente come Società Giudaica), fondata nel 1808. Way affrontò i problemi della Società, la riorganizzò, e si interessò anche al giornale che essa pubblicava, The Jewish Expositor. Con il nome d'arte di Basiliscus, fra il 1820 e il 1822 Way pubblicò su quel giornale una serie di articoli sulla seconda presenza di Cristo nei quali esponeva le sue opinioni premillenariste. Tali articoli, come anche la sua precedente Lettera sullo stesso soggetto (pubblicata nel 1816), influenzarono molti degli studiosi delle profezie, fra i quali Henry Drummond.

Henry Drummond (1786-1860), ricchissimo banchiere londinese, che per alcuni anni era stato membro del Parlamento, nel 1817 si dichiarò "sazio delle vuote frivolezze del mondo", e decise di compiere un pellegrinaggio in Terra Santa. A Genova ebbe un incontro con Robert Haldane, iniziatore di una campagna evangelica contro le tendenze arianeggianti del protestantesimo. Drummond si associò a tale attività e la incrementò, prima a Genova e successivamente in Francia. Nel 1819, insieme con Haldane, organizzò a Genova la Continental Society, allo scopo di promuovere le dottrine protestanti nei paesi cattolici e per proclamare l'imminente giudizio di Cristo. Fra i sei vicepresidenti della Società vi era Lewis Way, che Drummond aveva conosciuto in quel periodo. Nello stesso anno, il 1819, Drummond acquistò la tenuta di Albury Park, nel Surrey, non lontano da Guildford, a sud ovest di Londra, e vi si stabili al suo rientro in Inghilterra. Egli inoltre possedeva un appartamento di lusso in Belgravia Square, nel quale dimorava durante le sue numerose visite nella capitale britannica.

Agli inizi del 1820, quindi, Way e Drummond erano già intimi amici. Entrambi erano membri influenti della Continental Society e della Jews Society, e tutti e due erano profondamente interessati allo studio delle profezie. Proprio per dare un maggiore impulso a tali studi, nel 1826 da Lewis Way, James H. Frere ed Edward Irving fu costituita una terza associazione, la Society for the Investigation of Prophecy, della quale Drummond divenne membro e promotore. Questa società fu costituita su iniziativa dell'avvocato Frere, figura di rilievo nel campo degli studi profetici in Inghilterra nei primi decenni del secolo scorso.

Fu Lewis che per primo lanciò l'idea di una conferenza sul soggetto delle profezie. L'«infedele» liberalismo prevalente nelle chiese organizzate aveva per un certo tempo suscitato profondo interesse in Way e nei suoi amici, e ciò lo spinse a considerare la possibilità di organizzare una conferenza sul soggetto che gli stava a cuore. Drummond, in un opuscolo pubblicato perché fosse distribuito privatamente, descrive brevemente il retroscena della prima conferenza profetica:

"... fu soltanto nel 1926 che io mi resi conto di quanto estesa fosse ormai l'infedeltà che covava sotto l'apparenza della cosiddetta Religione Evangelica. Fu, cioé, soltanto quando il signor Lewis mi aiutò a comprendere che gran parte di ciò che è chiamato il Mondo Religioso, non crede nella necessità della restaurazione degli ebrei nella loro patria, né che il Signore Gesù Cristo ritornerà a regnare di persona sulla terra al tempo della palingenesi. Quando questo fu finalmente chiarito, durante gli anniversari pubblici di alcune delle società, non vi fu più alcun dubbio sulle tristi condizioni in cui versava la fede di quella porzione di chiesa che si attribuiva il titolo di Mondo Religioso; furono quindi fatti dei tentativi per reagire a tale situazione. Il signor Way convocò un'adunanza di alcuni amici londinesi, per prendere in esame ciò che bisognava fare per ristabilire la chiesa dalle sue delusioni; e poiché Londra non sembrava assolutamente idonea per radunarvi numerosi fratelli che potessero in tutta serenità e tranquillità prendere delle importanti decisioni, fu deciso di invitarli ad Albury Park. In quella località si riunirono circa trenta persone, delle quali la metà erano avvocati, e la maggioranza degli altri ecclesiastici della Chiesa d'Inghilterra. La riunione ebbe luogo nel novembre del 1826. Furono invitati tutti coloro che mantenevano intatta la loro fede nei principi della speranza cristiana e giudaica di cui abbiamo parlato, senza alcuna distinzione di sètta o partito; e tali riunioni continuarono per cinque anni consecutivi. [13]"

Nel successivo elenco dei partecipanti, Drummond fornisce quarantaquattro nomi che evidentemente includevano i partecipanti a una o più conferenze. [14] In tale numero erano praticamente inclusi tutti gli studiosi britannici contemporanei di fede millenarista, uomini famosi, come William Cuninghame e James Hatley Frere, entrambi ben noti specialisti nel campo degli studi profetici; vi era poi Edward Irving, ministro della Chiesa di Scozia che abitava a Londra sin dal 1822, la cui eloquenza attirava grandi congregazioni; Joseph Wolff, il più noto missionario viaggiante di quel tempo, che Irving definì "il più erudito studioso occidentale e forse del mondo"; Spencer, figlio dell'ex primo ministro, ed il Reverendo Hugh M'Neile, rettore di Albury, che presiedeva le conferenze.

Un entusiastico rapporto della prima conferenza del 1826 ci è provveduto da Irving nella sua introduzione all'opera di Juan Josafat Ben-Hezra, intitolata The Coming of Messiah in Glory and Majesty, pubblicata a Londra nel 1827. [15] Furono dedicati sei giorni interi all'esame delle Scritture. La discussione si articolò su quattro soggetti principali: (1) i «tempi dei gentili», (2) la restaurazione dei Giudei, (3) il secondo avvento di Cristo, e (4) i tempi profetici di Daniele e Rivelazione. Argomenti simili furono discussi nel corso delle conferenze dei tre anni successivi.. Henry Drummond, ospite delle conferenze, nel corso d'esse aveva preso note complete di ciò che era stato detto e, in qualità di segretario redasse una specie di sommario delle discussioni. Tali rapporti, definiti Dialogues on Prophecy, furono pubblicati in tre volumi nel 1827, 1828 e 1829. 16 Nel 1829 il gruppo di Albury cominciò inoltre a pubblicare un trimestrale, il The Morning Watch (finanziato da Drummond e edito da uno dei partecipanti alle conferenze, John Tudor), che si proponeva di rendere note al pubblico le opinioni e le conclusioni cui si era pervenuti durante le conferenze. [17] Non fu pubblicato alcun rapporto dell'ultima conferenza tenuta nel luglio del 1830. Essa durò soltanto tre giorni e, com'è indicato da Drummond, [18] l'interesse fu totalmente assorbito dalle notizie relative ai supposti doni dello Spirito che avevano avuto luogo in Scozia nella primavera di quell'anno.

A questo punto è legittimo chiedersi il perché di tanto parlare delle conferenze di Albury Park se ci eravamo prefissi di trattare l'argomento del "rapimento segreto" o della "venuta in due fasi"? La risposta è semplice: Il risultato di queste conferenze fu che molti di quelli che vi presero parte, anche quelli che non si erano mai uniti alla chiesa carismatica di Irving e Drummond, cambiarono atteggiamento in merito al soggetto della seconda venuta di Cristo e aderirono alla corrente di pensiero che ne attendeva la venuta in due fasi! Per esempio, nel 1828 William Cuninghame scrisse un libretto sul secondo avvento, intitolato A Summary View of Scriptural Argument for the Second and Glorious Advent of Messiah before the Millennium, nel quale (alle pagine 11 e 12) egli concludeva che le tre parole greche apokalypsis (rivelazione), epiphaneia (manifestazione) e parousìa (venuta o presenza) si riferiscono tutte e tre allo stesso avvenimento, cioè la seconda venuta personale di Cristo. Egli non divide questa venuta in due o più "fasi". Ma nemmeno tre anni dopo Cuninghame cambiò idea, e asserì che in precedenza si era sbagliato. Ecco come si espresse:

"Credo di essermi ingannato nel collocare l'avvento del nostro Signore al Giorno della Vendemmia nello strettoio di Armaghedon; in effetti ciò che adesso credo è che egli verrà molto prima di tale evento. Il mio errore è dovuto al fatto che non facevo distinzione fra l'avvento nell'aria, dove il nostro Signore deve incontrarsi con i suoi Santi, e la sua successiva discesa sulla terra accompagnato da loro. É mia ferma convinzione, adesso, che fra i due avvenimenti debba esservi un considerevole intervallo. [Il corsivo è nostro]. [19]"

Poiché Cuninghame non accettò mai di credere nella genuinità delle manifestazioni carismatiche dello Spirito avvenute a Port Glasgow, in Scozia (e successivamente nella congregazione di Irving), è del tutto impensabile che egli possa essersi convinto ad accettare questa sua nuova opinione in seguito a "rivelazioni estatiche". Quindi, sorge la domanda relativa alla fonte dalla quale egli trasse questa sua nuova convinzione. É possibile che ciò sia avvenuto nel corso delle conferenze di Albury Park? Un'attento esame del rapporto di Drummond, i Dialogues on Prophecy, ci darà la risposta.

Identificato chi diede origine all'idea

Come abbiamo sottolineato in precedenza, l'argomento del secondo avvento di Cristo ebbe un posto importante nelle discussioni di Albury Park. Durante la prima conferenza del 1826 fu sottoposta ad esame l'espressione "il giorno del Signore". "Anastasio", cioè Drummond, disse che tale "giorno" non poteva essere di ventiquattr'ore, poiché esso si riferisce "all'intero periodo del regno di Cristo sulla terra". Inoltre, egli credeva che questo "giorno" della venuta di Cristo non dovesse essere inteso come un unico evento: "Non possiamo assolutamente escludere il fatto che gli eventi che caratterizzeranno il giorno della venuta di Cristo, possano in realtà essere costituiti da una serie di atti, piuttosto che da una grande e indivisibile operazione". [20] Secondo lui, il primo di tale "serie di atti" è la resurrezione dei "morti in Cristo" ed il loro radunamento con i santi vissuti fino a Cristo. Ciò dovrà aver luogo nel "mattino" del "giorno del Signore", "prima di qualsiasi altro atto di giudizio". [21] Dopo di che, Cristo volgerà la sua attenzione al popolo giudaico; "egli li invita a volgersi a lui in quel 'giorno di distretta', promettendo loro di liberarli, ed essi lo glorificheranno. Egli si rivolgerà quindi ai 'malvagi'; ed è evidente che con questo termine sono descritti i Gentili", cioè l'apostata Cristianità.[22]

Sebbene Drummond nel tratteggiare la seconda venuta di Cristo non descriva il rapimento come un radunamento segreto insieme ad un Cristo invisibile nell'aria, egli dice che esso avrà luogo prima del "giorno di distretta" sui Giudei, e prima del giudizio sul resto del mondo. Ed il fatto che egli suddivida il giorno della venuta di Cristo in una "serie di atti", è un'implicita ammissione della sua convinzione che esso consista di due o più "fasi". Ci troviamo quindi di fronte, ed in modo molto chiaro, all'embrione della teoria del rapimento segreto, della pretribolazione o, comunque, dell'idea della venuta in "due fasi".

Durante la seconda conferenza del 1827, si discusse nuovamente dell'idea che la venuta di Cristo sia costituita da una "serie di atti". E fu inoltre ribadito che i santi cristiani sfuggiranno al prossimo "giorno di distretta" o tribolazione in quanto il loro radunamento con Cristo nell'aria avrà luogo prima di Armaghedon, che essi intendevano come un periodo di giudizio sui sistemi politici ed ecclesiastici della terra.[23] I Giudei, la cui restaurazione avrebbe dovuto aver luogo durante questi giudizi, sarebbero sfuggiti alla grande tribolazione a motivo dell'intervento di Cristo al culmine di Armaghedon. É molto probabile che sia stata l'inserzione dell'evento relativo alla restaurazione e alla liberazione d'Israele durante Armaghedon a far maturare in origine l'idea di un intervallo di tempo fra la venuta di Cristo per i suoi santi, e la sua apparizione con essi nel periodo di giudizio. Chi fu che, fra i partecipanti alle conferenze di Albury Park, elaborò ulteriormente queste teorie, ipotizzando che la prima fase della venuta, il rapimento, sarebbe stata segreta e invisibile?

Nel periodico del gruppo di Albury, The Morning Watch, il primo articolo relativo alla venuta in due fasi apparve nel numero del settembre 1830. Esso era intitolato, "Sull'Epifania del nostro Signore Gesù Cristo; e sul Radunamento dei Suoi Eletti", ed era stato scritto dal reverendo T.W. Cole.[ 24] Poiché il mese precedente una delegazione del gruppo di Albury aveva visitato Port Glasgow, per rendersi conto di persona di ciò che era accaduto in merito alle asserite manifestazioni carismatiche che si erano lì verificate, se ne è dedotto che l'articolo di Cole fosse basato sulla visione profetica che Margareth Macdonald aveva avuto agli inizi del 1830. Ma il reverendo Cole non fa alcun riferimento a tale visione, e la sua discussione non ha niente a che vedere con essa. L'articolo successivo su tale soggetto apparve nel numero del dicembre 1831, ed era intitolato "L'ora dell'apparizione di Cristo". [25] L'autore affermava che il rapimento dei santi deve precedere qualsiasi tribolazione e giudizio e che esso dev'essere un evento invisibile! Da dove trasse egli tale idea? Certamente non da qualche "espressione profetica", perché al termine dell'articolo egli fa menzione di un trattato sul soggetto, intitolato Il Signore è vicino, che, come vedremo, era stato scritto prima delle visioni di Margareth Macdonald; tuttavia esso contiene una chiara esposizione dell'idea del rapimento segreto e della venuta in due fasi! L'autore di tale trattato dev'essere stato ben conosciuto, perché non viene fornito il suo nome. Ci chiediamo, quindi: chi poteva essere? e quando l'aveva redatto?

Strano a dirsi, sembra che nessuno abbia pensato a cercare tali risposte proprio nel trattato Il Signore è vicino. Esso fu scritto e pubblicato nel 1828 da Henry Drummond, l'«Anastasio» dei Dialoghi, che aveva avuto così tanto da dire in merito alla venuta di Cristo in "una serie di atti" durante le sessioni di Albury.[26] Nel suo trattato Drummond reitera le sue precedenti opinioni sulla venuta di Cristo, alle quali, però, fa delle importanti aggiunte:

""Il giorno del Signore" consiste di molte parti, come ogni altro giorno, e nelle diverse parti d'esso sono compiuti atti differenti. Il mattino è dedicato alla resurrezione, come ha appropriatamente mostrato il vescovo Horsely commentando il Salmo xxx.3,5. La restaurazione dei Giudei di ogni parte del mondo ed il loro ristabilimento nella loro patria, non è qualcosa che può aver luogo in un batter d'occhio, ma deve avvenire in modo graduale e progressivo; la resurrezione dei santi morti, ed il mutamento dei viventi, invece, non è un avvenimento graduale e progressivo, ma ha luogo in un batter d'occhio; di conseguenza, quest'ultimo avvenimento deve aver luogo mentre è ancora in corso il precedente ..."

Durante la guerra che ci sarà dopo il mutamento degli eletti, i soli testimoni per Geova che saranno lasciati sulla terra saranno i Giudei, ed a loro è rivolta la promessa che saranno fatti scampare da ogni tribolazione, e saranno ristabiliti nel loro paese: e che nello stesso momento della loro grande difficoltà, il Signore si manifesterà a loro favore. Così l'apparizione del Signore per resuscitare i suoi santi, e la sua manifestazione per salvare il suo Israele nazionale, sono due avvenimenti divisi l'uno dall'altro dal periodo di tempo della guerra di Armaghedon, durante il quale il Signore sebbene sia sulla terra sarà invisibile a tutti, tranne che ai suoi santi resuscitati. [27] [l corsivo è nostro].

In questa descrizione della venuta di Cristo, troviamo pienamente sviluppate tutte le principali caratteristiche della teoria del rapimento segreto e invisibile: (1) la venuta avrà luogo in due fasi, il rapimento e la manifestazione, separate da un periodo di tempo; (2) i santi scamperanno al tempo di distretta ed al veniente giudizio essendo rapiti prima che abbiano luogo questi eventi 28 e (3) questa prima fase della venuta di Cristo sarà invisibile al mondo, fino alla manifestazione finale.[ 29]

Così è possibile seguire lo sviluppo dell'idea di Drummond della venuta in due fasi e del rapimento segreto sin dall'inizio alle conferenze di Albury Park nel 1826-27, e fino alla sua presentazione nel 1828. In una seuccessiva edizione (riveduta) di The Lord is at Hand del 1829 o del 1830 (l'anno non è indicato), egli aggiunge alcune ulteriori considerazioni a sostegno della sua nuova idea. Mettendo in parallelo la prima con la seconda venuta di Cristo, a pagina 16, egli dice:

"Sebbene comunemente si parli della prima venuta di Cristo come di un singolo evento, tuttavia esso fu un evento composito. Vi fu la sua incarnazione; la sua nascita, la sua circoncisione, la fuga ed il ritorno dall'Egitto, la sua crescita; il suo battesimo; il suo ministero; la sua morte; la sua resurrezione; e la sua ascensione. Similmente, la seconda venuta di Cristo deve articolarsi in più parti: per il momento è sufficiente evidenziarne due: innanzitutto, la sua apparizione nell'aria quando i suoi santi vengono innalzati per incontrarsi con lui; e, dopo di ciò, la sua discesa, quando poggerà i suoi piedi sul Monte degli Olivi. Fra i due eventi dev'esservi un lasso di tempo, che può essere di un minuto, di un mese, di un anno o di mille anni."

Troviamo con molta frequenza tali opinioni nei libri di Drummond e nei suoi successivi articoli. 30 L'influenza di Drummond nel campo dello studio delle profezie non è stata sufficientemente riconosciuta. Durante le conferenze di Albury Park egli non fu soltanto ospite e segretario delle sessioni, ma ebbe un ruolo di rilievo nello svolgersi del dibattito. Come si comprende facilmente dai titoli dei suoi scritti, che sono contenuti nel Catalogo Generale del Museo Britannico, egli scrisse (o fu coautore) circa novanta opere, fra libri e trattati, la maggior parte dei quali su soggetti biblici. Il suo ruolo come iniziatore dell'idea del rapimento segreto, e la rapida adozione di tale idea da parte di numerosi e ben noti studiosi, può non apparire molto evidente se visto in quest'ottica.

A questo punto è necessario procedere verso la parte principale di questa ricerca, quella che, in fondo, l'ha motivata: quella relativa all'adozione dell'idea del rapimento segreto e della venuta invisibile da parte di Charles Taze Russell agli inizi degli anni settanta, che ne fece, da quel momento in poi uno dei pilastri fondamentali delle interpretazioni apocalittiche della Società Torre di Guardia.

Parte III - Charles Taze Russell fa propria l'idea del rapimento segreto

Diffusione della teoria del rapimento segreto

Fuori dal gruppo di Albury la teoria del rapimento segreto ben presto trovò altri estimatori, fra i quali John Nelson Darby ed i suoi associati. Come abbiamo già detto in precedenza, entrambi questi circoli mantenevano uno stretto contatto fra loro. Verso la fine del 1831, il movimento dei fratelli Darby si trasferì a Plymouth, e nel corso di una delle prime riunioni di culto tenute dai suoi dirigenti, il capitano P.F. Hall, allora notevolmente influenzato dalle idee di Irving, tenne un sermone sul tema del "rapimento segreto". [31] Nello stesso anno ebbe inizio un'altra serie di conferenze profetiche a Powerscourt House, nella contea di Wicklow alla periferia di Dublino, in Irlanda. Tali conferenze furono tenute annualmente dal 1831 al 1836, ed erano organizzate sul modello di quelle di Albury Park. Durante la terza conferenza (1833), che sembra essere stata interamente dominata dai Fratelli di Plymouth, l'argomento principale fu quello della teoria del rapimento segreto. Alcuni dei presenti (i quali successivamente si staccarono dal movimento) si opposero ad essa, ma, a quanto è dato di sapere, sembra che la maggior parte degli associati di Darby l'accettasse quasi subito. [32]

Sebbene la Chiesa Cattolica Apostolica di Irving e Drummond avesse un certo successo nei suoi primi anni, la sua influenza era modesta se paragonata a quella del movimento di Darby. Furono molti i millenaristi che si convertirono ai Fratelli di Plymouth, e molti altri fecero proprie le vedute di Darby anche se non si unirono formalmente al suo movimento. Così si può dire che fu principalmente mediante il movimento di Darby e dei suoi seguaci che si diffuse l'idea del rapimento segreto, nonostante il fatto che essa avesse avuto origine da Henry Drummond.

Il reverendo Robert Govett

Molti dei più famosi studiosi delle profezie che non aderirono né agli Irvingiti né ai Fratelli di Plymouth, furono tra i più accesi promotori dell'idea del rapimento segreto. Fra di loro vi era il reverendo Cristopher Bowen, titolare della Chiesa di St. Mary, il quale, noto per la sua cronologia biblica 33 fece sua l'idea in un trattato pubblicato nel 1849. 34 Ma il più noto fra i sostenitori britannici del secolo scorso dell'idea del rapimento segreto, fu indubbiamente il reverendo Robert Govett (1813-1901), un ex pastore anglicano che lasciò la Chiesa per servire una congregazione indipendente a Norwich. Di quest'uomo James Grant dice: "Probabilmente nessuno più del reverendo Govett ha scritto più esaurientemente o con maggiore capacità a sostegno dell'idea del trasferimento segreto dei santi". [35]

La trattazione più completa di Govett sull'argomento del rapimento segreto,si trova nel suo libro The Saint's Rapture to the Presence of the Lord Jesus, un'opera di 357 pagine, pubblicata a Londra e a Norwich nel 1852. Una sua caratteristica importante è il fatto che egli non manca di sottolineare ripetutamente che la parola greca parousìa, che ricorre ventiquattro volte nel testo greco del Nuovo Testamento, dovrebbe essere tradotta correttamente con "presenza" e non con "venuta". Egli considera alla base della teoria del rapimento segreto tale tipo di traduzione. Nella sua prefazione Govett dice:

"Un amico che ha dato un'occhiata alle lastre prima che fossero avviate alla stampa, mi ha fatto osservare: "La tua dottrina sul soggetto principale del libro sembra basarsi sulla tua scelta della parola 'venuta' al posto di 'presenza'". Quest'osservazione è del tutto corretta. Tanta è l'influenza che le parole esercitano sulle idee, che non compresi la dottrina del ritorno del nostro Signore fino a che la traduzione corretta non sostituì quella comunemente accettata; ..."

Che la parola greca usata (nota in calce: parousìa) significhi "presenza", ogni studioso di greco non può che riconoscerlo. Essa significa l'opposto di assenza; l'essere insieme ad alcune altre cose che le circostanze lasciano supporre ... Ed è con questo significato che il termine dovrebbe sempre essere tradotto. Aggiungo perciò, che la parola (parousìa) non significa mai movimento, sebbene il movimento sia frequentemente implicato nelle circostanze che l'accompagnano. [36]

La parousìa o "presenza" di Cristo, quindi, secondo Govett ha iniziò quando Cristo discende dai cieli nell'aria:

Il tempo del suo indugio nell'aria, durante il quale egli è nascosto al mondo e durante il quale vengono esaminate giudiziariamente le opere dei suoi santi, è il tempo della sua Presenza. (nota in calce: "Per questa ragione è necessario tradurre parousìa con 'Presenza', poiché l'espressione 'venuta' indica movimento, ma la Presenza ha inizio, invece, proprio quando cessa la sua discesa dal cielo, per arrestarsi nell'aria").[ 37]

Dopo questo periodo di "presenza invisibile" nell'aria, Cristo discenderà con i suoi santi sulla terra per salvare Israele e giudicare il mondo. L'idea di Govett sul rapimento è piuttosto complicata, poiché egli distingue fra tre diversi rapimenti, due precedenti la tribolazione ed uno successivo ad essa. [38] Tale suddivisione dei rapimenti, che deriva dalla difficoltà di mettere in armonia certe scritture (come per esempio quella di Matteo 24:29, 31) con la dottrina del rapimento segreto, appare di frequente nelle successive presentazioni della teoria.

Govett si attribuisce la paternità di tale idea in diversi altri scritti, e nel 1860 egli la difende vigorosamente in una serie di articoli che ebbero una vasta diffusione e che furono pubblicati sull'Arcobaleno, un giornale millenarista.

Il Giornale Trimestrale di Profezia e l'Arcobaleno

Le discussioni sulla dottrina del rapimento segreto in due fasi ebbero un posto di rilievo in alcuni giornali millenaristi britannici. Uno di loro era il Quarterly Journal of Prophecy(Giornale Trimestrale di Profezia), edito da Horatius Bonar, "il più importante millenarista della seconda generazione", [39] che aveva abbandonato la Chiesa Presbiteriana Scozzese nel 1843 divenendo successivamente ministro della Chalmes Memorial Church di Edinburgo. Il Quarterly Journal of Prophecy fu pubblicato dal 1849 al 1873, ed in quel periodo fu certo il più importante giornale millenarista. Sebbene Bonar stesso poi rigettasse la dottrina del rapimento segreto e scrivesse degli articoli per confutarla, 40 egli garantì sul suo giornale degli spazi a coloro che, invece, continuavano a sostenerla. [41]

Ma la battaglia più grande sulla questione del rapimento segreto fu combattuta sulla rivista The Rainbow (L'Arcobaleno), fondata a Londra nel 1864. Il suo editore era il reverendo dott. William Leask, un anglicano che per circa vent'anni diresse The Rainbow e che fu anche ministro di Maberly Chapel, a Londra. Durante gli ultimi due anni della sua pubblicazione (1886 e 1887) l'editore di The Rainbow fu il ben noto traduttore biblico Joseph B. Rotherham.

The Rainbow è importante per ciò che ci proponiamo di dimostrare, a motivo della sua influenza su C.T. Russell e sui suoi primi associati e corrispondenti. George Storrs, George W. Stetson, Miles Grant, Joseph A. Seiss e Nelson H. Barbour erano tutti abbonati a quel giornale, e, molto probabilmente, lo era anche C.T. Russell, sebbene non lo possiamo dire con certezza. [42] Ad ogni modo, molte delle idee ripetutamente sostenute nell'Arcobaleno appaiono successivamente negli scritti di Russell; uno degli argomenti più importanti trattati nell'Arcobaleno fu quello dell'immortalità dell'anima umana. Leask, e come lui molti degli altri che regolarmente scrivevano sul giornale (specialmente William Maude ed Henry Constable) negavano questa dottrina e quella del tormento eterno per i malvagi, sostenendo con vigore che l'anima è mortale, e che l'immortalità è possibile solo in Cristo (immortalità condizionata). [43] Altri soggetti trattati ripetutamente furono la cronologia, [44] i Tempi dei gentili, la Grande Piramide, [45 ]la parousìa di Cristo nel senso di presenza invisibile, e molti altri. [46]

Sin dall'inizio l'Arcobaleno dedicò molto spazio alla questione del rapimento segreto, sia nella sezione "Corrispondenza" che in forma di articoli sia favorevoli che contrari ad esso. Su circa 570 pagine del primo volume, per esempio, quasi il dieci per cento erano dedicate a questo soggetto. Molti di coloro che ne erano fautori, come il reverendo Richard Chester, John Avil, J.A. Seiss, T. George Bell, William S. Ross Jr., E.H. Tuckett, Alfred S. Goodridge e Robert Govett, scrissero a sostegno d'essa, mentre Charles Underhill, James Grant, Joseph Bryan, G. Grenwell e William Maude la rigettarono del tutto o in parte. Particolarmente importanti sono gli articoli di Govett, poiché Charles T. Russell ed i suoi associati quasi sempre li riprendevano per citarli alla lettera. Come aveva già fatto nei suoi primi scritti, Govett asseriva che la parola greca parousìa significa "presenza" e non "venuta":

Mi sia consentito di osservare quanto qui sia importante una traduzione accurata, e come anche gli studiosi più attenti delle Scritture possano essere indotti in errore, a meno che non facciano riferimento agli originali ispirati. Non è forse vero che molti degli errori che io combatto sono sorti dal fatto che la parola greca parousìa è stata tradotta "venuta"? Io sono convinto che tutti gli eruditi vorranno riconoscere che in essa troviamo il duplice significato di "essere presente e presenza", come traducono Liddell e Scott. La parola in se stessa non implica mai un movimento.[47]

Solo quando parousìa è tradotta con "presenza" invece che con "venuta", dice Govett, "si comprende subito che essa può includere molteplici avvenimenti durante un lungo arco di tempo". [48] Nel suo secondo articolo sul soggetto, Govett si occupa di Matteo 24. Traducendo la domanda del versetto tre con l'espressione "quale sarà il segno della tua presenza?, egli spiega che i discepoli con essa non stanno chiedendo un segno che preceda o accompagni la venuta di Cristo, ma un segno che indichi che egli è già arrivato e che è presente invisibilmente: "Questo mi sembrò molto decisivo. Dare un segno della propria Presenza significa che essa è segreta. Non abbiamo bisogno di un segno per comprendere ciò che vediamo esser presente. [49] Quest'argomento ricorre di frequente nei successivi articoli di Govett. Ed in essi egli sottolinea la notevole influenza che il cambiamento di significato della parola parousìa in questo versetto esercita nel mutare profondamente l'intendimento che si ha sulla maniera del secondo avvento di Cristo:

Se adesso passiamo ad esaminare la traduzione più corretta del termine scritturale di cui ci stiamo principalmente occupando, ci accorgeremo di come l'uso corretto che faremo del termine risolverà in un batter d'occhio questo nodo gordiano. Se diciamo: "Quale sarà il segno della tua venuta?" (Matt. xxiv.3) in tal caso, secondo l'altro modo di spiegare queste parole, stiamo chiedendo un segno dei futuri movimenti del Salvatore nei cieli altissimi.

Se diciamo: "Qual'è il segno della tua presenza?" stiamo chiedendo una prova dell'esistenza segreta di Gesù nell'aria, successivamente alla pausa subita dal suo movimento in direzione della terra.

I discepoli chiedono: "Quale sarà il segno della tua Presenza?" (versetto 3). Ciò, quindi, ci conferma che essi pensavano che Gesù sarebbe stato presente in segreto. Non abbiamo bisogno di alcun segno di ciò che si vede apertamente.[50]

Questi erano ragionamenti penetranti. Ecco quindi che furono recepiti e trasmessi da altri, sia nell'Arcobaleno che altrove. Oggi, questo genere di argomentazioni rappresenta uno dei fondamenti dottrinali degli attuali seguaci di Charles Taze Russell, per i quali è un fatto stabilito che Gesù Cristo è arrivato nel 1914 e da allora è presente invisibilmente. Quanto abbiamo detto sin ora significa che Russell dovesse le sue convinzioni relative alla venuta e alla presenza invisibile di Cristo a Govett? Non possiamo escludere del tutto questa eventualità, specialmente in quanto alcuni degli argomenti più incisivi utilizzati da Russell per sostenere quest'idea erano stati precedentemente formulati da Govett. Ma vi sono alcune indicazioni che il credito per l'originale adozione da parte di Russell della dottrina del rapimento segreto dovrebbe essere attribuito ad un altro, un millenarista di maggiore reputazione e autorevolezza.

Nel 1894 Russell scrisse un breve profilo dello sviluppo delle sue idee, che fu incluso in un'edizione speciale della Torre di Guardia di Sion. [51] Descrivendo l'aumento della conoscenza biblica nel suo gruppo di Allegheny, in Pennsylvania, nel periodo dal 1872 al 1875, egli spiega che fu in quel periodo che giunse alla conclusione che la seconda venuta di Cristo sarebbe stata un evento invisibile:

"Durante questo tempo giungemmo a riconoscere la differenza fra nostro Signore come "l'uomo che diede se stesso", e il Signore che doveva ritornare, un essere spirituale. Comprendiamo che gli esseri spirituali possono essere presenti e tuttavia invisibili agli uomini ...

Fu verso il gennaio del 1876, che la mia attenzione fu attratta specialmente dal soggetto del tempo profetico, in quanto esso è collegato con queste dottrine e speranze. Ecco cosa accadde: Ricevetti un giornale chiamato l'Araldo del Mattino, speditomi dal suo editore, il signor N.H. Barbour ... Ma giudicate la mia sorpresa e soddisfazione quando appresi dal suo contenuto che l'editore aveva cominciato ad aprire i suoi occhi sull'argomento che per alcuni anni aveva fatto gioire così tanto i nostri cuori quì in Allegheny, cioè che lo scopo del ritorno del nostro Signore non è quello di distruggere, ma di benedire tutte le famiglie della terra, e che la sua venuta sarebbe stata simile a quella di un ladro, e non nella carne, ma come essere spirituale, invisibile agli uomini; ... [52]"

In questo racconto Russell indica che "per alcuni anni" prima che incontrasse Barbour nel 1876, egli e i suoi associati avevano nutrito la convinzione che il ritorno di Cristo sarebbe stato invisibile. Infatti, egli afferma che ciò che destò il suo interesse sui calcoli cronologici di Barbour e che lo convinse a mettersi in contatto con lui sin dal principio fu il rendersi conto che Barbour la pensava come lui su quest'argomento. Se ciò che dice Russell in merito all'ordine degli avvenimenti è corretto, difficilmente si può sostenere che egli avesse appreso da Barbour la dottrina della venuta invisibile di Cristo (il quale a sua volta aveva detto di averla appresa da B.W. Keith, un lettore del suo giornale). Allora, quando e come Russell pervenne a questa conclusione?

Alcuni interessanti chiarimenti al riguardo ci vengono provveduti da uno dei più intimi associati di Russell, Paul S.L. Johnson, che in un libro su C.T. Russell pubblicato nel 1938 e intitolato The Parousia Messenger 53 riferendosi alla lunga intervista che gli aveva concesso il Pastore Russell nel 1903, dice quanto segue:

"Mentre ci trovavamo in visita presso la Casa Biblica di Allegheny, alla fine del 1903, durante i dibattiti Russell-Eaton, chiedemmo al nostro Pastore in che modo egli fosse pervenuto al suo intendimento della Parola del Signore; ed in risposta alla nostra domanda egli ci fornì un racconto, della durata di sei ore, e che si prolungò per due giorni, durante i quali ci parlò della sua crescita nella verità sin da quando aveva diciassette anni e fino all'età di trentadue;

Dal 1872 al 1875 il fratello Russell continuò a crescere in grazia, conoscenza e produttività nel servizio. Fu nell'ottobre del 1874 che egli comprese che Gesù mediante la sua resurrezione era divenuto un essere spirituale, e che perciò egli nel suo Secondo Avvento non sarebbe venuto nella carne, ma come glorioso spirito divino, e di conseguenza sarebbe stato invisibile agli occhi umani. Egli incluse questi pensieri insieme a quelli relativi allo scopo del ritorno del nostro Signore in un trattato intitolato, Obiettivo e maniera del ritorno del Signore.[54]"

Così fu nell'ottobre del 1874, secondo questo rapporto, che il Pastore Russell aderì all'idea del rapimento segreto. Sebbene molto probabilmente questa data sia frutto di un'elaborazione successiva motivata dal desiderio di dimostrare che Russell era stato illuminato su tale soggetto esattamente nel momento in cui, grazie a Barbour, accettò la data del ritorno invisibile di Cristo (ottobre 1874), si può anche prenderla per buona, poiché non sembra esservi alcuna ragione per dubitare che Russell, un certo tempo prima di confrontarsi con le vedute di Barbour, avesse già adottato la dottrina del rapimento segreto. [55] Che ciò che egli credeva in merito alla seconda venuta di Cristo riassumesse le principali caratteristiche della dottrina del rapimento segreto si comprende con facilità dalla lettura di un opuscolo che egli pubblicò su tale soggetto, intitolato Obiettivo e maniera del ritorno del Signore, che è, in effetti, il suo primo scritto sull'argomento:

"In sintesi, ciò che noi crediamo è che le Scritture insegnano che, alla Sua venuta e per un certo tempo dopo, Egli rimarrà invisibile; e che successivamente si manifesterà o si mostrerà in varie forme durante il giudizio, cosicché "ogni occhio Lo vedrà" ...

Così apprendiamo che quando Egli appare nella gloria noi siamo con Lui, e naturalmente, dobbiamo esser capaci di incontrarLo prima di poter apparire con Lui. [56]"

L'idea che si era fatta Russell sul rapimento segreto ed il suo modo di formularla, rivelano la sua dipendenza dagli altri sostenitori d'essa. All'indicazione della vera fonte a cui egli l'attinse si può risalire per mezzo di un'interessante avvenimento di cui parla lo stesso Russell nell'intervista del 1903. Quando Russell pubblicò il suo opuscolo intitolato Obiettivo e maniera del ritorno del Signore, esso fu letto da un amico del dott. Joseph Seiss, ben noto pastore luterano di Filadelfia e grande sostenitore del Millenarismo. Secondo il resoconto fatto da Paul S.L. Johnson di quell'intervista, il dott. Seiss aveva le idee poco chiare sull'avvento precedente il millennio e sul regno millenario di Cristo, sicché era alla ricerca di una soluzione di queste sue difficoltà. Il suo amico allora "ritenne che il Fratello Russell fosse l'uomo adatto per aiutarlo". [57] Il risultato fu che il dott. Seiss mandò a chiamare Russell, che si recò a Filadelfia di persona, portando con se Obiettivo e maniera del ritorno del Signore. Questa visita dovette aver luogo nella prima parte del 1877, evidentemente dopo la pubblicazione di quell'opuscolo. [58] Durante la conversazione con Seiss, si parlò dello scopo del rapimento segreto, un fatto sul quale Johnson ci provvede le seguenti, interessanti, informazioni:

"Quando il fratello Russell ci narrò la storia dei suoi contatti con il dott. Seiss, egli ci disse qualcosa che ci lasciò stupefatti. Egli disse che in una delle pubblicazioni del dott. Seiss, questi affermava che il nostro Signore sarebbe stato invisibile durante il suo Secondo Avvento, e che, mentre gli spiegava il suo pensiero sull'argomento, il fratello Russell ricordò al dott. Seiss questa dichiarazione che lo stesso Seiss aveva fatto in precedenza; ma il dott. Seiss, con grande sorpresa del fratello Russell disse di non ricordare assolutamente d'aver mai elaborato un pensiero del genere. Egli era anzi d'accordo con l'idea prevalente nella chiesa nominale della resurrezione fisica di nostro Signore, e, naturalmente, non spiegava la Sua invisibilità nel Suo Secondo Avvento in base al fatto che gli esseri spirituali sono invisibili, come invece faceva il nostro Pastore ... Commentando questa strana smemoratezza del dott. Seiss, il fratello Russell espresse meraviglia per il fatto che una persona che aveva nutrito una convinzione del genere potesse essersene poi dimenticata.[59]"

Vi sono due cose degne di nota in quest'episodio: (1) Russell aveva letto alcune delle pubblicazioni del dott. Seiss e sapeva che secondo Seiss la seconda venuta di Cristo sarebbe stata invisibile; (2) Russell asseriva che Seiss aveva dimenticato di aver mai creduto in tale dottrina. In realtà si tratta di affermazioni piuttosto singolari! Era Seiss veramente un aderente alla dottrina del rapimento segreto? L'aveva sostenuta nei suoi scritti? In tal caso, come avrebbe mai potuto dimenticarla? É possibile che, contrariamente a quanto si vorrebbe far credere nell'intervista, Russell non fosse l'insegnante, ma il discepolo di Seiss? Un esame delle pubblicazioni di Seiss aiuta a far luce sulla questione.

Il dott. Joseph A. Seiss era un promotore della dottrina del rapimento segreto

Le opere dei più importanti commentatori britannici del millenarismo, ed anche i giornali millenaristi, ben presto raggiunsero gli Stati Uniti e vi diffusero l'idea del rapimento segreto. Anche in America, come in Inghilterra apparvero numerosi giornali millenaristi, come il Literalist (pubblicato sin dal 1840), l'American Millenarian and Prophetic Review (pubblicato dal 1842 al 1844), il Theological and Literary Journal (fondato nel 1848), ed il Prophetic Times (1863-1881). Quest'ultimo, per tutto il tempo della sua pubblicazione, fu il periodico millenarista più importante degli Stati Uniti. Esso era edito proprio dall'uomo di cui abbiamo parlato in precedenza, cioè dal dott. Joseph A. Seiss, assistito da altri dieci editori. Il dott. Seiss era un uomo di notevoli capacità:

"In aggiunta al suo lavoro di editore dei Prophetic Times, egli scrisse dozzine di libri, dei quali per lo meno sette sul soggetto del millenarismo, destinati alla congregazione di Filadelfia che era allora la più grande chiesa luterana inglese esistente in America, dal 1867 al 1879 fu editore di Lutheran e fu presidente del consiglio del Seminario Teologico Luterano di Filadelfia dal 1865 fino alla sua morte, avvenuta nel 1902. [60]"

Egli era nato nel 1823, e se il suo incontro con Russell ebbe luogo nel 1877, egli a quel tempo aveva 54 anni ed era al culmine della sua attività, mentre Russell era ancora un giovanotto di 25 anni. Non può esservi dubbio che Seiss fosse un acceso sostenitore della dottrina del rapimento segreto, per lo meno a partire dal 1860, e non vi è niente a dimostrazione del fatto che egli l'abbia abbandonata. In una delle sue opere più popolari, The Last Times and the Great Consummation (Gli ultimi tempi e la grande consumazione), egli, in una nota a parte intitolata, "sulle due fasi della traslazione", dice:

"Russell doveva il suo intendimento sull'intera materia del ritorno di Cristo interamente a Seiss, Sembra esistere la possibilità che anche la venuta di Cristo possa distinguersi in due fasi separate ... Colui che viene "come un ladro nella notte"; ma egli deve anche venire "nelle nuvole dei cieli con potere e gran gloria", "recando vendetta su coloro che non conoscono Dio", ed essendo "ammirato da tutti quelli che credono". Nel primo caso egli è apparentemente invisibile, portando con se in maniera furtiva coloro che lo attendono e che sono pronti ... Nell'altro caso, "ogni occhio lo vedrà", ed egli cavalcherà sui suoi carri celesti come un conquistatore potente, facendo a pezzi tutti i suoi nemici, grandi e e radunando intorno a sè la grande maggioranza di coloro che credono nel suo nome. Queste due venute, o fasi della sua manifestazione, non possono manifestarsi contemporaneamente, così si rende necessario un duplice trasferimento. [61]"

Ciò fu scritto nel 1863, lo stesso anno in cui vide la luce Prophetic Times. Nel primo numero di questo periodico, gli editori pubblicarono una sorta di credo, "Noi crediamo", del quale il dodicesimo articolo conteneva un accostamento formulato in termini estremamente cauti alla dottrina del rapimento segreto. [62] Di tanto in tanto quest'argomento venne trattato nei numeri successivi, e Seiss non fece mistero della sua posizione. Nel 1865 egli pubblicò un articolo intitolato "La Maniera della Venuta di Cristo" (The Manner of Christ's Coming) nel quale spiegava che la prima fase della venuta sarebbe stata invisibile; [63] e nel 1866, in un altro articolo intitolato "Il rapimento dei Santi", egli giunse alla stessa conclusione. [64] Nel 1871 un altro degli editori di Prophetic Times, E.E. Reinke, difese l'idea della venuta in due fasi nell'articolo "Per e Con", che sottolineava che la parousìa di Cristo è differente dalla sua epifania. [65] Da quel tempo in poi sul giornale fu dato sempre maggior spazio al rapimento segreto, e numerosi articoli su tale soggetto apparvero in ciascuno dei volumi successivi. Nel 1872 uno scrittore, che si firmava "F.P.M.", trattò "L'obiettivo della seconda venuta di Cristo", 66 e nel 1873 il reverendo Richard Chester scrisse che l'intervallo fra le due fasi sarebbe stato di tre anni e mezzo.[67]

Una delle considerazioni più interessanti sulla teoria del rapimento segreto fu quella che apparve nell'articolo "Le due fasi dell'avvento", scritto da G. Wilson e pubblicato nel numero di settembre-ottobre 1874. [68] Insieme a molti altri Wilson riteneva che la prima fase della venuta di Cristo sarebbe stata invisibile e che l'Israele carnale sarebbe stato riportato in Palestina durante l'intervallo precedente la manifestazione finale di Cristo. É degno di nota il fatto che secondo Wilson quest'intervallo avrebbe dovuto durare "non meno di quarant'anni". [69] Anche Barbour, seguito in questo da Russell, riteneva che l'intervallo dovesse essere di quarant'anni, dal 1874 al 1914. [70]

A partire dal 1875 Wilson fu l'editore principale de I Tempi Profetici, al quale fu cambiato il nome con una piccola modifica trasformandolo in The Prophetic Times and Watch Tower (I Tempi Profetici e la Torre di Guardia), 71 Il dott. Seiss sostenne la dottrina del rapimento segreto, per esempio, nell'articolo, "I Giudei e la prossima venuta", nel quale sosteneva che la parola parousìa significa "presenza":

"Le Scritture inoltre distinguono fra una semplice parousìa o presenza, e la sua epiphaneia o apparizione, manifestazione. Vi può anche essere parousìa senza epiphaneia, sebbene una epiphaneia implichi sempre presenza, ma identifichi tale presenza come evidente, manifesta, visibile. [72]"

Nello stesso articolo egli affermava inoltre che la conversione d'Israele avrebbe avuto luogo nello stesso periodo della presenza di Cristo. Che Seiss non cambiasse la sua opinione in merito alla venuta segreta e invisibile, è pure evidente da un articolo che scrisse nel 1877 per la rivista Arcobaleno, che era intitolato "The Disturbed Thessalonians". Sempre nel 1877 ribadì l'invisibilità della prima fase della venuta di Cristo, dicendo:

"Prendiamo per esempio l'arrivo del Salvatore in quelle regioni dell'aria dove i suoi santi devono essere radunati insieme a lui; che diritto abbiamo di supporre che esso sarà improvvisamente visibile e noto agli uomini in generale? Non è stata la venuta del Signore paragonata ripetute volte all'arrivo furtivo di un ladro? Non è stato Egli in persona e i suoi stessi apostoli a descriverla in tal modo? [73]"

Si vede così chiaramente che il dott. Seiss, per lo meno sin dal 1860 e fino al tempo del suo incontro con Charles Russell, fu un convinto sostenitore dell'idea che la venuta di Cristo avrebbe avuto luogo in due fasi, la prima delle quali rappresentata da un presenza invisibile, nell'aria. Alla luce di questo fatto, è realmente credibile che Seiss, nel suo incontro con Russell "non ricordasse di aver mai coltivato quest'idea?", come affermò lo stesso Russell nell'intervista del 1903? La risposta a questa domanda non può essere che un sonoro "No!". Esistevano, dunque, delle ragioni valide per cui Russell desiderava nascondere la realtà dei fatti a Paul S.L. Johnson nel corso dell'intervista. Quali erano queste ragioni?

Russell fu un originale o un plagiario?

Perché Russell avrebbe voluto far credere che il dott. Seiss non credesse nella venuta invisibile di Cristo, o meglio, che dopo averla condivisa in passato l'avesse poi dimenticata, se invece questi ne era un convinto sostenitore e non aveva mai smesso d'esserlo? La risposta più ovvia a questa domanda è che Russell doveva il suo intendimento sull'intera materia del ritorno di Cristo interamente a Seiss, o che, perlomeno avesse appreso quanto sapeva da I Tempi Profetici, sebbene non desiderasse che si sapesse per continuare a far credere di essere stato illuminato (più o meno miracolosamente) su tale soggetto nell'autunno del 1874, proprio nel momento in cui aveva accettato la data del ritorno invisibile di Cristo. Poiché Paul S.L. Johnson aveva letto le opere di Seiss nelle quali si sosteneva l'idea della venuta invisibile, 74 Russell non avrebbe potuto, ovviamente, negare del tutto che Seiss aveva trattato il soggetto in passato, e così volle far credere che questi al tempo del loro incontro se ne fosse ormai del tutto dimenticato.

Le argomentazioni svolte dal Pastore Russell sulla seconda venuta di Cristo nel suo Obiettivo e maniera del ritorno del Signore, l'opuscolo che aveva portato con se da Seiss, sono molto simili a quelle del dott. Seiss nelle sue precedenti pubblicazioni. Per esempio, nel 1864, questi aveva pubblicato un trattato intitolato, Il Signore è vicino, nel quale la trattazione è impostata in un modo tale che non si può non pensare immediatamente all'opuscolo di Russell del 1877. Seiss, come Russell, si accosta al soggetto da due diverse prospettive, l'obiettivo e la maniera del ritorno di Cristo. Dice Seiss: "Si noti, quindi, che l'obiettivo per cui egli ritorna è: (a) prendere con se i santi, (b) annientare i suoi nemici, (c) liberare i Giudei e riportarli nel loro paese, e (d) restaurare e ripristinare la creazione sofferente e "stabilire il suo regno glorioso sulla terra". Quindi Seiss procede a spiegare la maniera del ritorno del Signore:

"Si noti, inoltre, la maniera della sua venuta, anch'essa descritta molto particolareggiatamente. É scritto che egli deve venire "in maniera simile" alla sua ascesa; e che Egli verrà improvvisamente, quando la gente generalmente non si aspetta assolutamente un evento del genere; che Egli verrà inizialmente "come un ladro di notte", nell'invisibilità per rapire i suoi santi che attendono e vigilano, proprio come Egli prese Enoc nell'antichità; che Egli in una certa fase del suo avvento sarà visibilmente manifesto nello splendore e in gran gloria ... [75]"

Queste convinzioni e queste argomentazioni, che Seiss aveva più volte esposto in molte delle sue pubblicazioni e dei suoi articoli, erano identiche a ciò che Russell pubblicò anni dopo. É pertanto evidente che le idee di Russell in merito alla venuta e alla presenza invisibile di Cristo non erano farina del suo sacco, ma si trattava di roba copiata; e, sebbene ciò non possa essere stabilito con certezza assoluta, i fatti a noi disponibili ci danno ogni ragione per credere che avesse attinto alle idee del dott. Seiss su tale soggetto.[76]

Ancor oggi i testimoni di Geova credono nella concezione del rapimento segreto-presenza invisibile, ma in una forma considerevolmente diversa da quella che insegnava il loro fondatore, Charles Taze Russell. I motivi della differenza stanno nella serie di fallimenti profetici verificatisi fin dal 1878, che costrinsero Russell e i suoi seguaci a reinterpretare ripetutamente le loro dottrine. Quando fallì la data che Barbour aveva indicato per la venuta di Cristo, quella del 1873-74, fu soltanto grazie all'idea del rapimento segreto che quella data si potè salvare. Egli infatti spiegò che Cristo era effettivamente arrivato nel 1874, ma invisibilmente. [77] Dopo l'accettazione da parte di Russell, nel 1876, dello schema cronologico di Barbour, tutti e due furono concordi nell'insegnare che la "mietitura" consisteva di un periodo di tre anni e mezzo, dall'autunno del 1874 alla primavera del 1878, durante il quale ci si attendeva la traslazione o rapimento dei santi. [78] Poiché tale aspettativa non si realizzò, Russell cercò di salvare la data reinterpretando I Corinti 15:51 con la spiegazione che il rapimento avrebbe avuto luogo al momento della morte, e che tutti i santi che erano morti sin dalla primavera del 1878 erano stati immediatamente rapiti alla presenza di Cristo. Inoltre, il periodo della mietitura fu esteso fino all'autunno del 1881, data nella quale si credeva che avrebbe avuto luogo il rapimento finale. [79] Quando anche questa data si dimostrò un fallimento, si fece durare la "mietitura" fino al 1914, mentre anche il rapimento finale si sarebbe dovuto verificare nell'autunno di quell'anno. [80] Quando quella data passò, lasciando Russell e i suoi associati ancora sulla terra, il rapimento fu spostato all'aprile del 1918. [81] Russell, comunque, non visse abbastanza per assistere al fallimento anche di quella data.

L'ultimo tentativo di fissare una data per la morte e la successiva "glorificazione" degli ultimi membri della chiesa, fu fatto da Joseph Rutherford, secondo presidente della Società Torre di Guardia, il quale disse che ciò avrebbe avuto luogo nel 1925. [82] Fallita questa profezia, si smise di stabilire date per la la fase conclusiva del rapimento. Per mascherare i fallimenti del 1914 e del 1918, nel 1927 Rutherford spostò il tempo della prima resurrezione dal 1878 al 1918, [83] e all'inizio degli anni trenta spostò la data della presenza invisibile di Cristo dal 1874 al 1914. [84]

Queste interpretazioni sono ancora di fondamentale importanza per la predicazione degli odierni testimoni di Geova. La spiegazione che essi danno del rapimento invisibile è ancora quella che ingegnosamente ideò Russell dopo il fallimento del 1878, sebbene quella data sia stata adesso dimenticata quasi da tutti: Ora si pensa che gli unti cristiani che sono morti dal 1918 in poi, vengano mutati immediatamente nello stesso istante della morte, per essere uniti a Cristo. Tale "rapimento" è, naturalmente, più segreto che mai, poiché i corpi di quelli che muoiono rimangono sulla terra per essere sepolti nella maniera tradizionale.

Giunti al termine di questa trattazione è probabile che siano molti i lettori che penseranno che sia stato dedicato troppo spazio a spiegare la storia dell'origine e dello sviluppo della teoria del rapimento segreto, e troppo poco forse alla dimostrazione della sua correttezza o meno. Questo è vero. Ma comprendere come si è originata e sviluppata quest'idea è certamente importante. Come abbiamo dimostrato nel corso del nostro esame, l'idea di una venuta di Cristo in due parti scaturì dalla convinzione che Israele sarebbe stato riportato nella sua patria dopo la venuta di Cristo, per essere poi reso libero durante la Sua manifestazione al mondo. La restaurazione d'Israele, perciò, è sempre stata un elemento costitutivo della dottrina del rapimento segreto, e faceva parte dello schema profetico del Pastore Russell. Ma, al principio degli anni trenta, la Società Torre di Guardia ripudiò questa dottrina che aveva creduto per così tanto tempo. Tuttavia essa crede e insegna ancora la dottrina di una parousia invisibile di Cristo che ha luogo in più fasi. La ragione di tutto ciò è che, naturalmente, senza di essa sarebbe impossibile sostenere che la seconda venuta di Cristo ha avuto luogo nel 1914.

Difendere quest'idea, però, li ha costretti, come accadde nel secolo scorso a Robert Govett, a spiegare che se la parola greca parousìa è usata in relazione alla venuta di Cristo, non significa "venuta", ma "presenza", e pertanto dovrebbe essere tradotta sempre in questo modo. Solo così si può continuare a far credere che Cristo è presente invisibilmente sin dal 1914. Ma è vero che la parola greca parousìa significa sempre "presenza"? Era così che la comprendevano i primi traduttori del Nuovo Testamento? Com'era usata al tempo degli apostoli? Cosa indica il contesto biblico circa il suo corretto significato? Poiché si tratta di un argomento di estremo interesse per chi desidera approfondire questo soggetto, esso richiederebbe uno spazio che non è consentito dai limiti che ci eravamo imposti per questo studio. Chi, quindi, volesse esaminarlo in ogni suo aspetto troverà certamente esauriente la trattazione fattane da Carl Olof Jonsson e Wolfgang Herbst nell'appendice A del volume Il segno degli ultimi giorni, edito dalle Dehoniane di Roma, alle pagine 28-45, al quale rimandiamo volentieri il lettore.
 


NOTE:

1 Dwight Wilson, Armaghedon Now! (Grand Rapids, Michigan: Baker Book House) 1977, pag. 12.

2 Si afferma che i sette anni siano le settanta "settimane" di Daniele 9:24-27. L'idea che la settantesima sia separata dalle sessantanove precedenti dal periodo della dispensazione cristiana, fu resa popolare da John Nelson Darby, che la collocò in uno schema cosiddetto futurista. I propugnatori di tale scuola ritengono che le profezie della Rivelazione si riferiscano ad eventi ancora futuri, mentre chi è a favore della scuola storica, spiega che esse si sono già adempiute quasi tutte nel corso della storia politica e religiosa d'Europa.

3 James Grant, The End of All Things; or, The Coming and Kingdom of Christ (seconda edizione, Londra, 1986), pag. 316.

4 L'idea del "rapimento" ha subito diversi sviluppi nelle passate interpretazioni della Società Torre di Guardia. Attualmente essa insegna che la prima resurrezione ebbe luogo nel 1918, e che gli unti cristiani che sono morti dopo quella data vengono immediatamente mutati al momento della loro morte per unirsi subito con Cristo. Questo continuerà ad avvenire anche durante la grande tribolazione e, per un certo tempo, anche dopo di essa. Così il "rapimento" è considerato un periodo molto lungo.

5 Ciò era sostenuto da Robert Baxter, un avvocato di Doncaster, che si unì alla cbiesa di Irving nell'agosto del 1831, ma dalla quale si allontanò, preda di una profonda delusione, nel febbraio del 1832. Si veda, al riguardo la sua opera intitolata: Narrative of Facts, Characterizing the Supernatural Manifestations, in Members of Mr. Irving's Congregation, and Other Individuals, in England and Scotland, and formerly in the Writer Himself, Londra, 1833, pagg. 17, 18.

6 Vengono spesso citate al riguardo le parole di S.P. Tregelles, in The Hope of Christ's Second Coming, Londra, 1964: "Non mi resi conto che una delle dottrine ufficiali era quella che prevedeva il rapimento segreto della chiesa in seguito alla venuta segreta di Cristo, fino a che non fu apertamente definita come un'«espressione», nella chiesa del signor Irving, dalla quale essa fu accettata come la voce dello Spirito". (pag. 35) Tregelles, che era stato uno dei primi associati di J.N. Darby, successivamente sconfessò ogni sua precedente credenza, inclusa quella del "rapimento segreto". Egli asserì anche che tale idea fu per la prima volta messa in circolazione "verso il 1832". (Ibid., pag. 35)

7 Dave MacPherson, The Incredible Cover-up (Plainfield, New Jersey, Logos International, 1975) pagg. 36segg., 54, 62 (nota in calce 21), e l'Appendice alle pagine 151-157, contenente la narrazione delle sue rivelazioni da parte della stessa Margareth Macdonald, riprodotta da Robert Norton nel suo libro Memories of James & George Macdonald, of Port Glasgow (Londra, 1840) e The Restoration of Apostles and Prophets; in the Catholic Apostolic Church (Londra, 1861).

8 Si veda, per esempio, la trattazione di R.A. Hubner, in The Truth of the Pretribulation Rapture Recovered, (Millington, N.J.: Present Truth Publishers, 1976), pagg. 65-72.

9 R. Norton, The Restoration of Apostles and Prophets, pagg. 15 e 16.

10 Hubner, pagg. 57, 60.

11 Ibid., pagg. 44, 56, 57 e 74.

12 La maggior parte delle informazioni che seguono su Way e su Drummond, sono tratte da E.R. Sandeen, The Roots of Fundamentalism (Le radici del fondamentalismo), (Chicago e Londra, edita dall'Università di Chicago, 1970) pagg. 15-28. Sono state consultate anche altre opere sull'argomento.

13 Henry Drummond, Narrative of the Circumstances Whic Led to the Setting Up of the Church of Christ at Albury (Londra, 1834), pag. 7.

14 Ibidem, pagina 8.

15 Quest'opera fu scritta con uno pseudonimo, dal gesuita Marcel de Lacunza, in spagnolo nel 1791. Essendo stata fatta circolare per alcuni anni solo in forma manoscritta, fu quindi stampata nel 1821. Edward Irving la lesse nel 1826 e ne fu tanto colpito che la tradusse in inglese, corredandola di una lunga introduzione. Poiché Lacunza sosteneva vigorosamente l'idea della venuta premillenaria di Cristo, la sua opera suscitò molto interesse fra i partecipanti alle conferenze di Albury.

16 I Dialogues (Dialoghi) non sono un rapporto letterale delle discussioni. Essi furono scritti in forma, per l'appunto di dialogo fra i partecipanti, indicati con nomi fittizi. É stato possibile identificare molti di tali pseudonimi. "Aristo", per esempio, è Irving, "Crito" è Frere, "Sophron" è Cuninghame, "Basileus" è Lewis Way, "Isocrate" è M'Neile, e "Anastasio" è lo stesso Drummond. (Fonti importanti per tali identificazioni sono due documenti manoscritti di uno o due partecipanti alle conferenze, che possono ritrovarsi in una copia dei Dialogues esistente nella biblioteca del Museo Britannico a Londra).

17 Le pubblicazioni de The Morning Watch dovettero cessare nel 1833 perché il suo editore entrò a far parte della Chiesa Cattolica Apostolica.

18 H. Drummond, Narrative, pagg. 11-13.

19 William Cuninghame, Esq., Scriptures on certain Leading Position and Interpretation of the Rev. Irving's Lectures on The Apocalypse (Glasgow, 1831), pag. vi. La citazione è tratta dalla prefazione, che è datata 22 gennaio 1831. Inoltre, Cuninghame afferma che il trattato fu scritto "a intervalli distanti, durante un incessante lavoro di varia sorta", indicando così che esso fu scritto in un certo periodo durante l'anno precedente, il 1830. Altri studiosi che adottarono la veduta della "venuta in due fasi" durante quel periodo sono il reverendo John Hooper (vedi il suo trattato intitolato The Doctrine of the Second Advent, Londra, 1829, pag. 31, ed il suo opuscolo dal tema, The Present Crisis, considered in relation on the Blessed Hope of the Glorious Appearance of the Great God, Even Our Savior Jesus Christ, Londra, 1831, pagg. 15, 16, 33), il reverendo T.W. Cole, Edward Irving e John Tudor.

20 H. Drummond, Dialogues on Prophecy, Vol. I, 1827, pag. 166.

21 Ibidem, pagg. 161, 176.

22 Ibid., pagg. 176, 177. É interessante notare che quest'ordine degli eventi è identico a quello presentato da Manuel de Lacunza nel suo libro The Coming of Messiah in glory and Majesty (vedi sopra nota 15). Citando la descrizione che fa Paolo della venuta di Cristo in I Tess. 4:16, 17, Lacunza continua: "In un momento, in un batter d'occhio, i pochi degni di quel nome che saranno ancora trovati in vita sulla terra, a motivo della loro fede incorrotta e della loro giustizia, saranno portati con lui insieme ai santi morti che sono stati appena risuscitati e ascenderanno insieme a loro per incontrare il Signore nell'aria' ... Stando così le cose, e poiché il Signore non avrà più niente da contemplare sull'intero orbe della terra, eccetto una certa donna solitaria [questo è un riferimento alla 'donna' di Riv. 12 che Lacunza aveva precedentemente identificato con l'Israele carnale, cioè i Giudei] che, nel deserto, fa ammenda delle sua passata cecità e delle sue iniquità, e che Egli salverà in quel giorno secondo la sua promessa (sebbene per conseguire tale risultato saranno necessari grandi miracoli), inizieranno immediatamente ad aver luogo sull'orbe terraqueo tutte le grandi e orribili cose che erano state preannunciate". (Vol. II, pagg. 215, 216) Irving, che aveva tradotto le opere di Lacunza nell'estate del 1826, avrà quasi certamente richiamato l'attenzione di Drummond su questi commenti di Lacunza, prima della conferenza di Albury nel novembre del 1826 o nel corso d'essa.

23 Drummond, Dialogues on Prophecy, Vol. II, 1828, pagg. 47-61.

24 The Morning Watch, settembre 1830, pagg. 587-593. L'articolo è firmato "T.W.C.", che sta molto probabilmente a indicare il reverendo T.W. Cole, uno dei partecipanti alle conferenze di Albury Park.

25 Ibidem, dicembre 1831, pagg. 251-254. Poiché quest'articolo non è firmato, evidentemente fu scritto dall'editore, John Tudor. Nello stesso numero, alle pagine 317-327, anche John Hooper pubblicò un articolo sul soggetto, nel quale sosteneva una venuta in tre fasi!

26 Il titolo completo del trattato è: Il Signore è vicino; oppure, L'Ultima Tromba (Londra, 1828). Secondo il Catalogo Generale del Museo Britannico, Vol. 56. Henry Drummond ne fu l'autore.

27 Drummond, Il Signore è vicino, pagg. 14-16.

28 Il termine "rapimento prima della tribolazione" che oggi è usato comunemente, non lo era al tempo in cui questa teoria fu presentata per la prima volta e cominciò a diffondersi, sebbene per Drummond e per i suoi associati, non vi era dubbio che il rapimento dovesse precedere la tribolazione. Per essi la "tribolazione" dei nemici di Cristo ed il "giudizio" di Armaghedon sono la stessa cosa.

29 Sottolineando il fatto che nei quaranta giorni successivi alla sua resurrezione Cristo fu presente invisibilmente, Drummond dice: "Egli può, nella stessa maniera, dopo il suo secondo avvento, rimanere invisibile al mondo, e manifestarsi solamente durante la grande crisi della sua antica chiesa (l'Israele carnale). Drummond, The Lord is at Hand(Il Signore è vicino) pag. 17.

30 Si veda, per esempio, il trattato intitolato The Second Coming of the Lord Jesus Christ, Londra, 1829, ed il suo articolo "Popular Introduction to the Study on the Apocalypse", pubblicata sul Christian Observer del marzo 1830, pagg. 130-142. Egli presenta tale idea anche nel suo discorso "Observations on Matthew XXIV", pubblicato in Papers Read before the Society for the Investigation of Prophecy, Londra, 1828, pagg. 23-36.

31 Harold H. Rowdon, The Origin of the Brethren, (Londra, Pickering and Inglis, Ltd. 1967, pagg. 74, 78 e 82) 32 Rowdon, pagg. 96, 97. Ernest R. Sandeen, The Roots of Fundamentalism (Chicago e Londra, The University of Chicago Press, 1970), pagg. 36-38. Altri preminenti associati di Darby che respinsero l'idea del rapimento segreto furono George Muller di Bristol, fondatore degli "Open Brethren" (i suoi seguaci, comunque, adottarono la teoria), e S.P. Tregelles.

33 La notorietà di tale cronologia è dovuta al fatto che essa apparve su Horae Apocalypticae, di E.B. Helliott, Vol. 4, pag. 236 (4ª ediz., Londra 1851), e fu da tale opera che la trasse N.H. Barbour. Secondo tale cronologia, i seimila anni dalla creazione di Adamo sarebbero dovuti scadere nel 1872.

34 Rev. Christopher Bowen, "Things to Come", Pratically Inquired Into (Londra 1849), pagg. 32-36.

35 James Grant, The End of All Things; or, The Coming and Kingdom of Christ (2ª ediz., Londra, 1866), pag. 341.

36 Robert Govett, The Saint's Rapture to the Presence of Lord Jesus, (Londra e Norwich, 1852), pagg. iv, v.

37 Ibid., pag. 1.

38 Ibid., pagg. 9-14, 269, 290-295.

39 Sandeen, pag. 25.

40 The Quarterly Journal of Prophecy, Vol. 16°, 1864, pagg. 54-62 (si vedano anche le pagine 363-367 dello stesso volume).

41 Per esempio a John Echlin nel Vol. 21°, pagg. 405-411 ("Princìpi nelle interpretazioni profetiche").

42 Che Miles Grant, Stetson e Storrs fossero regolari lettori di The Rainbow è evidente dal fatto che loro articoli appaiono sulla sezione "Corrispondenza" del giornale (Grant nel 1870, pagg. 95, 96; Stetson nel 1873, pag. 94; e Storrs nel 1879, pag. 92). Seiss contribuì con degli articoli (per esempio, nel 1877, alle pagine 337-343 del giornale), e nel 1878 le interpretazioni cronologiche di Barbour furono menzionate frequentemente ed in senso elogiativo da un certo E.H. Tuckett (1877, pag. 376-381, 421-426; 1878, pagg. 514-519). Nel 1877 fece la sua comparsa la rivista di Barbour Three Worlds (I Tre Mondi) (pag. 334), e nel 1886 Rotherham pubblicò una lunga recensione del The Plan of the Ages (Il Piano delle Età) di Russell (pagg. 507-517). Inoltre Sorrs ristampò numerosi articoli dell'Arcobaleno sul suo Bible Examiner.

43 La controversia su questo soggetto, che durò parecchi anni, ebbe inizio con l'articolo di William Maude "Immortalità", pubblicato nel marzo del 1869.

44 Diversi di coloro che collaboravano regolarmente al giornale, fra i quali per esempio F.W. Farrar, indicavano nel 1872 il termine dei 6.000 anni (1° novembre 1865, pagg. 491-498), proprio come fece Barbour e (successivamente) C.T. Russell.

45 Tuckett e altri ritenevano che il sistema di misurazione del tempo indicato dalla Grande Piramide additava il 1874, il 1878 ed il 1881 (1877, pag. 426; 1878, pag. 516), proprio come fece successivamente C.T. Russell nella sua trattazione della Grande Piramide.

46 Con ciò non si vuol dire che tutte le idee di Russell su tali argomenti fossero direttamente o indirettamente tratte dall'Arcobaleno; le sue credenze sull'immortalità dell'anima, per esempio, le dobbiamo principalmente a George Storrs, che a sua volta le aveva apprese da Henry Grew.

47 R. Govett, "Will the Rapture be visible or Secret?" (Il rapimento sarà visibile o segreto?", The Rainbow, Giugno 1864, pag. 260.

48 Ibidem

49 The Rainbow, luglio 1864, pag. 296.

50 Ibid., giugno 1866, pag. 265 e luglio 1866, pag. 302.

51 "Harvest Gathering and Siftings", Zion's Watch Tower (Edizione extra), 25 aprile 1894, pagg. 92-101.

52 Ibid., pagg. 96, 97.

53 The Parousia Messenger (Serie 9ª di Ephiphany Studies on the Scriptures), Pa., 1938. Alcuni possono non riporre piena fiducia in Paul S.L. Johnson quale fonte storica attendibile a motivo delle sue interpretazioni fantasiose e tipologiche e del ruolo che egli ebbe nella crisi organizzativa della Watch Tower Society nel 1917. Ma a prescindere da queste considerazioni, egli si è dimostrato veramente degno di fede nel narrare eventi e nel proporre le sue osservazioni. Uno studioso di nome Steve Anderson ha per molti anni esaminato accuratamente gli scritti di Johnson da un punto di vista storico. É giunto alla conclusione che: "Quando si tratta di avvenimenti, osservazioni, date, giorno, ora, ecc., non vi è nessuno in cui io riponga maggiormente fiducia che P.S.L.J. Questo naturalmente vale per quelle cose che Johnson visse in prima persona, come, per esempio, l'incontro del 1903 con C.T.R. La memoria di Russell era decisamente pessima. Egli non aveva lo stesso senso della precisione di PSLJ, anche se aveva una mente limpida". PSLJ inoltre teneva un diario.

54 Ibid., pagg. 368, 369, 437.

55 Russell ribadì questa sua posizione anche in altre circostanze. PSL Johnson, nella sua rivista Present Truth del 1° gennaio 1927, pag. 6, dice: "In due diverse occasioni il fratello Russell ci disse che sarebbe stato proprio all'inizio dell'autunno del 1874 che gli era divenuta chiara la maniera del ritorno del nostro Signore". Le altre occasioni furono evidentemente altre circostanze nel corso del 1914: "Il nostro caro Pastore ci ha assicurato nel 1914 che era stato a settembre o ottobre del 1874 che per la prima volta aveva compreso che il Secondo Avvento del Signore sarebbe stato invisibile; ed egli iniziò subito ad insegnarlo agli altri". (Ibid., 1° sett. 1935, pag. 128) Che l'«illuminazione» di Russell su questo soggetto coincidesse con la data che egli accettò successivamente come quella del ritorno di Cristo (1874) fu considerato un'evidenza di ispirazione divina: "Il Signore fece conoscere nel 1874 al Pastore Russell che nostro Signore non è più da tempo nella carne, ma è un essere spirituale ..." (Ibid., 1° gennaio 1928, pag. 7).

56 The Object and Manner of Our Lord's Return, Rochester, N.Y. 1877, pagg. 39, 43. L'opuscolo fu pubblicato nel 1877 e non prima come alcuni asseriscono. Diciamo questo non soltanto per la data che appare sulle copie attualmente esistenti e perché esso fu pubblicato da Barbour, ma anche per il suo contenuto. La trattazione della parola parousìa (pagg. 51-54), in riferimento all'Emphatic Diaglott, per esempio, riflette chiaramente informazioni che russell attinse da Barbour nel 1876.

57 Paul S.L. Johnson, The Parousìa Messenger, pag. 527.

58 P.S.L. Johnson afferma che la visita "ebbe luogo" fra il 1875 ed il 1877"; dichiarazione, questa, basata sul semplice fatto che The Object and Manner fu pubblicato prima del 1877. The Parousìa Messenger, pag. 256.

59 Ibid., pag. 529.

60 Sandee, pag. 95.

61 J.A. Seiss, The Last Times and the Great Consummation, edizione riveduta e ampliata, Filadelfia e Londra, 1863, pagg. 350, 351. Il libro fu pubblicato la prima volta nel 1856. Come si può vedere, Seiss, come Govett, ipotizza più di un rapimento dei santi.

62 The Prophetic Times, Vol. I, 1863, pag. 14.

63 Ibid., Vol. III, 1865, pagg. 186, 187.

64 Ibid., Vol IV, 1866, pagg. 172-175.

65 Ibid., Vol. IX, 1871, pagg. 59-64.

66 Ibid., Vol. X, 1872, pagg. 1-5.

67 Ibid., Vol. XI, 1873, pagg. 149-153. Questa era anche l'opinione di Seiss.

68 Ibid., Vol. XII, 1874, pagg. 129-133. Vi sono diverse ragioni per credere che il Pastore Russell fosse un lettore regolare de The Prophetic Times, e se egli asserisce che fu nell'ottobre del 1874 che per la prima volta comprese che la venuta di Cristo "sarebbe stata invisibile alla vista umana" e dobbiamo credergli, è molto probabile che l'abbia influenzato l'articolo di Wilson.

69 Ibid., pag. 132.

70 Si veda, per esempio, Three Worlds, di N.H. Barbour e C.T. Russell, Rochester, N.Y., 1877, pagg. 9, 19-22. Dapprincipio questo periodo fu considerato corrispondente al "tempo di distretta".

71 Quando C.T. Russell nel 1879 fondò il suo periodico Zion's Watch Tower, può aver tratto tale nome, in parte, proprio da Prophetic Times and Watch Tower.

72 The Prophetic Times and Watch Tower, Vol. I, 1875, pag. 56.

73 The Rainbow, agosto 1877, pag. 343.

74 Questo è affermato direttamente da Paul S.L. Johnson: "Infatti", egli dice, "fu il libro del dott. Seiss sugli Ultimi Tempi, che sosteneva l'avvento premillenniale ed il regno millenario di Cristo, che convisero lo scrittore della verità di queste due dottrine, facendo così vacillare la sua fede nel credo luterano". The Parousìa Messenger, pag. 525. Vedi anche la summenzionata nota 61.

75 Dott. Joseph A. Seiss, The Lord at Hand (Filadelfia, 1864), pagg. 2, 3. In questo opuscolo Seiss afferma che i seimila anni finiranno nel 1872 e non nel 1870 come egli aveva creduto fino all'anno prima. L'accordo del Sig. Barbour con il dott. Seiss su questo punto può aver reso più facile per Russell accettare questa data nel 1876.

76 Secondo Richard Rawe (Soap Lake, Washington) George Storrs e George Stetson, i due fratelli che Russell menziona particolarmente come suoi maestri (Zion's Watch Tower, ed. extra, 25 aprile 1894, pag. 96) entrambi credevano nella dottrina del rapimento segreto, sebbene in modo alquanto differente da Russell. così è difficile che Russell possa averla imparata direttamente da loro.

77 Zion's Watch Tower, ottobre-novembre 1881, pag. 3.

78 N.H. Barbour e C.T. Russell, The Three Worlds, 1877, pagg. 120, 124-130.

79 Zion's Watch Tower, edizione extra, aprile 1894, pagg. 103, 104. Herald of the Morning (editore N.H. Barbour), agosto 1878, pag. 22; ottobre 1878, pag. 52.

80 Zion's Watch Tower, ottobre 1884, pag. 8. Studies in the Scriptures, Vol. 2, 1889, pag. 77.

81 The Watch Tower, 1° settembre 1916, pagg. 264, 265.

82 J.F. Rutherford, Milioni ora viventi non morranno mai! 1920, pag. 88. The Watch Tower, 1° ottobre 1921, pag. 295.

83 Dal paradiso perduto al paradiso riconquistato, 1958, pag. 192.

84 The Golden Age, 1934, pagg. 379, 380. Pagina: 4 [*1]