La Società Operaia di Mutuo Soccorso di Rapallo
Lo scorso settembre a Sampierdarena è stata inaugurata una mostra dedicata al centocinquantenario dalla fondazione della prima Società Operaia di Mutuo Soccorso genovese, l’Universale.
Nel 1851, nel pieno del Risorgimento nazionale, gli operai e artigiani inventarono la mutualità come momento di solidarietà collettivo, mezzo per affrontare le difficoltà che la nascente industrializzazione riversava sulle loro spalle. Mutualità significava mettere in comune somme di danaro, formare un fondo con il quale aiutare chi cadeva ammalato, le vedove e gli orfani dei soci.
In realtà la mutualità non era solo questo: le società, presto infatti nacquero tante diverse società a seconda dei mestieri, divennero anche una grande scuola politica, ed i congressi della Consociazione Operaia, come si chiamava la federazione delle diverse società, un momento di lotta politica dell’opposizione democratica. Perché le Società Operaie si caratterizzarono fin dall’inizio per la decisa opposizione alla monarchia sabauda, abbracciando il repubblicanesimo militante di Giuseppe Mazzini. Più tardi sarebbero sorte società cattoliche e socialiste, ma l’inizio fu senz’altro repubblicano. Giustamente il conte Antonio Piola, esponente della burocrazia piemontese, vedeva nella fondazione delle società operaie un grave pericolo per Genova. Dal suo punto di vista aveva perfettamente ragione.
Se nel 2001 si ricorda il centocinquantesimo anniversario dell’Universale, a Rapallo in questo stesso anno dovremmo ricordare il centotrentesimo anniversario della fondazione della nostra società di Mutuo Soccorso: quella S.M.S. Operai e operaie di Rapallo che nel giugno del 1871 vide la luce nella nostra città. E che per non dubitare della sua collocazione politica, offrì la presidenza onoraria a Giuseppe Mazzini. Infatti, il 2 agosto di quell’anno, in una lettera probabilmente scritta a Lugano, il Genovese ringraziava i nostri concittadini, scrivendo tra l’altro:"…Il titolo di Presidente Onorario che avete voluto darmi m’è caro e lo accetto con riconoscenza".
Perché Rapallo, nonostante la sua lontananza da Genova e da Chiavari, non era restata estranea alle vicende politiche nazionali: dopo il 1849 vi avevano trovato ospitalità numerosi profughi lombardi, ed alcuni vi si erano "ammogliati", come scriveva un ispettore della polizia sabauda nel 1852.
Alla fine degli anni sessanta qua era attivo un piccolo gruppo di mazziniani, tra cui quel Felice Casaccia che negli stessi anni ricopriva un ruolo fondamentale di dirigente nell’Universale genovese; nella nostra città aveva rilevato un vecchio palazzo patrizio e nel 1868 lo aveva trasformato nell’Hotel Europa.
Come anzianità, la nostra società era la seconda del Tigullio, nel 1869 a Santa Margherita era stata fondata la prima S.M.S., che però non aveva probabilmente un carattere così spiccatamente politico, infatti alla presidenza onoraria era stato chiamato Giuseppe Garibaldi.
Anche per la società di Rapallo però la mutualità non era il solo scopo. Grande attenzione era data all’educazione dei giovani: leggiamo infatti sull’Emancipazione, giornale genovese, l’8 novembre 1873, che la società avrebbe aperto dei corso serali di lettura, scrittura, arti e disegno, con lezioni di geografia, storia, scienze naturali e le regole più comuni della vita civile e sui doveri dell’uomo. E sul Chiavari, giornale democratico, il 12 aprile del 1874, leggiamo che a Rapallo vennero distribuiti i premi agli alunni che più si erano distinti.
La società partecipò ai congressi delle Società operaie nel 1871, 1874 e 1876.
Nel 1873 a Rapallo venne aperta una nuova S.M.S., denominata Artisti e operai di Rapallo, che nel 1878 si fuse con la prima, formando la S.M.S. ed istruzione fra operai e artisti in Rapallo che, nel 1891, venne dotata di un regolamento.
Finalmente, nel 1909, ancora una mutazione, e nasce la S.M.S. Aurora, tuttora esistente, sia pure con finalità e scopi ben diversi rispetto a centotrenta anni fa.
Tuttavia nel Tigullio ben più conosciuta della società rapallese è la Società di reciproca istruzione ed assistenza tra gli artisti e gli operai di Chiavari, la cui data di nascita risale al 1872, e che è conosciuta più semplicemente come Reciproca. Di ispirazione democratica, restò in vita fino all’avvento del fascismo, e la sua bandiera è tuttora conservata.
La sua notorietà in realtà è dovuta non solo alla sua influenza sulla vita chiavarese, nel 1904, ad esempio, i soci erano 224, ma anche alla presenza di studiosi che ne hanno ripercorso di recente le tappe principali.
Le testimonianze della società rapallese sono invece scomparse con gli anni: perfino la copia del suo statuto che si dovrebbe trovare nella Biblioteca Universitaria di Genova è andata smarrita, e gli archivi cittadini dove, forse, è possibile trovare qualcosa, restano di difficile accesso.
Ancora una volta possiamo dire che Rapallo ha dimenticato una parte della memoria del suo passato.