La Lunigiana

La Lunigiana è una regione storica italiana, suddivisa dal punto di vista amministrativo tra Liguria e Toscana. Trae il proprio nome dall'antica città romana di Luni, situata alla foce del fiume Magra, non lontano da dove oggi sorge Sarzana: l'influenza della città, divenuta il porto più importante del mar Ligure, fu tale da connotare col proprio nome l'intero territorio circostante.

Il nome Lunigiana si trova nei documenti scritti a partire dalla prima metà del XIII secolo, con la formula di provincia Lunisanae. Importante considerare che l'intera produzione letteraria e storiografica locale fa riferimento esclusivo all'accezione storica del termine regionale.


IL DIALETTO

Il dialetto parlato in Lunigiana (v. Dialetto della Lunigiana) presenta grandi assonanze con il dialetto emiliano sotto il profilo dei suoni e della struttura del periodo, ma anche contaminazioni proprie del vernacolo toscano e del dialetto genovese. Si tratta di un dialetto affatto pesante nell'accentuazione dei termini, che permette a chi, pur essendo di origine lunigianese, vive fuori dai relativi confini, di godere del tradizionale italiano radiofonico privo di particolari accenti o inflessioni regionali.

LA STORIA

« Da Pontremoli entrò Mompensieri nel paese della Lunigiana, della quale una parte ubbidiva a' fiorentini, alcune castella erano de' genovesi, il resto de' marchesi Malespini; i quali, sotto la protezione chi del duca di Milano chi de' fiorentini chi de' genovesi, i loro piccoli stati mantenevano. »



IN EPOCA ROMANA

Da fonti classiche si apprende che il territorio fu abitato nell'antichità preromana dai Sengauni, detti anche Liguri Montani o Liguri Apuani. Al tempo della Seconda guerra punica, gli Apuani (che abitavano non solo la Lunigiana, ma anche la Garfagnana e la Versilia) si schierarono con Annibale e restarono fino alla fine gli unici Liguri che non si arresero mai ai Romani, a differenza di tutte le altre tribù che, ad una ad una, capitolarono di fronte all'espansione di quello che sarebbe di lì a poco diventato l'Impero Romano. Con la deportazione in massa nel Sannio dei circa cinquantamila Apuani che popolavano la regione (evento testimoniato da Tito Livio) si completa il difficile processo di conquista romana del territorio (180 a.C.)



IL MEDIOEVO

Dopo la caduta dell'Impero Romano, si sente parlare della Lunigiana a proposito di barbari (persino Attila si stabilì temporaneamente in questi luoghi), di Longobardi, di Franchi. Fu proprio in questa ultima fase che si andò formando il concetto di Lunigiana Storica. Essa nel Mille estendeva la sua giurisdizione sul territorio oggi compreso nelle province della Spezia e Massa-Carrara fino ad Albareto in provincia di Parma, alla Versilia fino a Pietrasanta e all'Alta Garfagnana in provincia di Lucca. Nel Medioevo quando si parla di provincia di Lunigiana ci si riferisce, così come era al tempo dei Romani, ad un territorio di grandi dimensioni, quello della diocesi di Luni. La Lunigiana, come del resto altre parti d'Italia, dopo la caduta dell'impero romano (476) fu occupata da Ostrogoti, Bizantini, Longobardi e Franchi. Carlo Magno nell'802 investì la famiglia degli Adalberti del possesso di gran parte della Lunigiana. Eredi degli Adalberti furono i Malaspina, che presero questo nome nel XII secolo quando uno dei membri incominciò ad essere così chiamato. I possessi dei Malaspina in Lunigiana vennero riconfermati dall'imperatore Federico II nel 1220 e l'anno seguente ebbe inizio la divisione del casato nei due rami dello spino secco e dello spino fiorito con conseguente ripartizione delle terre a destra e a sinistra del corso del fiume Magra. Si crearono così due feudi i cui capoluoghi furono Mulazzo e Filattiera. È in quest'epoca che si documenta, con gli Atti della Pace di Castelnuovo, l'importanza della presenza di Dante in Lunigiana. In seguito queste proprietà furono suddivise variamente tra i diversi discendenti che spesso entravano in lotta tra loro per questioni di confini. Anche per questi motivi la Lunigiana vede un gran numero di castelli medievali, alcuni dei quali ben conservati e visitabili (Fosdinovo, Fivizzano, Pontremoli, Massa). Ma non tutta la Lunigiana era nelle mani dei Malaspina. Pontremoli (la cui prima memoria specifica appare nell'itinerario del vescovo Sigerico di Canterbury del 990), il 1º febbraio 1167 fu concessa dall'imperatore Enrico IV nel 1077 a Ugo e Folco d'Este. In epoca dantesca, con la Pace di Castelnuovo (6 ottobre 1306) e la conseguente fine del potere temporale vescovile, si compie un ampio ciclo. È questo il momento in cui sull'antica e gloriosa città imperiale di Luni, ormai ridotta ad un cumulo di rovine immerso in una piana paludosa e insalubre, si pone l'eterno epitaffio di Dante in Paradiso, XVI, 73-78. La struttura sociale, economica e politica tipica dell'età medievale cessa in Lunigiana soltanto nel corso del XVIII secolo, con l'occupazione napoleonica.

L'OTTOCENTO

La Valle nel corso del secolo fu oggetto di scambi territoriali tra il Granducato di Toscana e il Ducato di Parma quello di Modena. Nel 1844 fu stipulato tra i sovrani dei tre rispettivi stati il trattato di Firenze, con il quali, in previsione della morte di Maria Luigia duchessa di Parma, si dovevano attuare alcune disposizioni e compensazioni territoriali stabilite al Congresso di Vienna nel 1815. Occorreva procedere a razionalizzare i possessi e a rettificarne i confini eliminando le exclaves in Lunigiana e Garfagnana. Quando nel 1847 la Toscana riceve il ducato di Lucca deve cedere al duca di Modena il vicariato di Fivizzano e le exclaves garfagnine e versiliesi di Gallicano, Minucciano e Montignoso, mentre Castiglione di Garfagnana era già stata ceduta con precedenti accordi dal duca di Lucca nel 1819. Il duca di Parma in cambio delle cessioni di Guastalla, Luzzara e Reggiolo e alla rinuncia dei diritti sui vicariati di Barga e Pietrasanta acquista Pontremoli. A Lucca si sollevarono proteste accusando il granduca di aver usato il ducato come scambio, ma presto la politica conciliante toscana acquietò gli animi. Più violente le reazioni delle popolazioni di Pontremoli contro i Borboni di Parma a cui seguirono l'insurrezione di Fivizzano sedata con la forza dalle truppe estensi. Le pressioni dell'Austria, favorevole al trattato fecero attuare i cambiamenti territoriali che rimasero immutati fino all'unità italiana.

L'ETA' CONTEMPORANEA

Durante la Seconda Guerra Mondiale la Lunigiana era attraversata dalla Linea Gotica, la linea di demarcazione del fronte che separava i territori occupati dai nazifascisti da quelli già liberati dagli Alleati e divenne, proprio per la sua ubicazione uno dei più importanti terreni d'azione delle formazioni partigiane. Fu teatro di numerosi scontri tra le locali Brigate Partigiane ed i reparti regolari della Wehrmacht e della Milizia RSI. Oltre alle vittime delle operazioni militari la Lunigiana fu protagonista di quel periodo per quanto riguarda i fenomeni delle rappresaglie tedesche e fasciste nei confronti delle popolazioni civili. A tal proposito il territorio venne dilaniato da numerosi e terribili eccidi che colpirono appunto la popolazione civile. A testimonianza dell'importanza e della capillare diffusione della Lotta di Liberazione in queste zone va ricordato che sia la Provincia della Spezia che quella di Massa-Carrara sono state decorate di Medaglia d'Oro al Valor Militare per la Resistenza.


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