Sebbene per i professionisti l’architettura ha in sé sia il tema dello spazio che del tempo, sin dall’inizio del secolo scorso, con la nascita della nuova società basata sulla velocità, sul movimento, sulla relatività, gli architetti hanno dovuto a fatica dimostrare che la materia costruttiva non esclude affatto la mobilità.  L’autore Kari Jormakka esplora nel libro come gli architetti hanno accolto la sfida di fare del movimento un tema essenziale e connaturato della stessa architettura. Si inizia da  Henry van de Velde, lo Jugendestijl e Mendelsohn che pongono per così dire le basi di un nuovo linguaggio, e codificano un’estetica della velocità, per poi superare il limite della mera rappresentazione metaforica, proponendo un’architettura in movimento, in cui lo spazio viene attivato e modificato dall’uomo: “un’ architettura vivente”  di cui è possibile raccoglierne testimonianza attraverso i lavori dei West 8, la Casa Girasole di Invernizzi e i lavori di Kas Oosterhuis (Trans-Port). Kari Jormakka ci ricorda che molti altri architetti ritengono che nell’edificio il movimento è presente già strutturalmente (ascensori, tubature, porte…); è come questi elementi vengono usati che il concetto di movimento entra in comunicazione con l’architettura: Casa a Bordeaux di OMA oppure il progetto di UN Studio per  il museo Het Valkhof . Mentre l’ architettura rimane evidentemente inerte il movimento è introdotto dall’individuo, è il caso della promenade architecturales di Le Corbusier, e di progetti più contemporanei quali biblioteca Jussieu dello studio OMA o la Möebius House di UN Studio. Attraverso lo studio più approfondito sui metodi di progettazione in particolare di Ben van Berkel e Caroline Bos, Jormakka ci fornisce l’interpretazione di come la nuova tecnologia, la progettazione caad, e la rivoluzione informatica hanno introdotto qualcosa di nuovo e di più efficace all’interno di questa ricerca, basandosi sulle teorie del divenire, della durata e dello spazio liscio di Deleuze, Bergson e Merleau-Ponty e di molti altri filosofi. Essi vengono ritenuti da  Jormakka e dagli stessi progettisti fondamentali per approdare alla conclusione che invece di parlare di movimento si debba “costruire” il cambiamento, che il il corpo sia il mezzo di definizione dello spazio, che si debba tendere all’annullamento dell' oggetto/soggetto, e quindi di un involucro che definisca l’interno ed il suo opposto, e come tutto debba essere complessivo, omogeneo, parte di un unico organismo, come in una melodia, un’architettura che si basi su eventi piuttosto che su elementi. Che senso ha ormai parlare di architettura separandola da tutto il resto, da ciò che non lo è ? “ Invece di concepire gli edifici come entità organiche i cui interni vengono creati seguendo leggi diverse da quelle che regnano nel loro ambiente esterno, sembra dunque logico cercare principi guida più generali e più ampi, o campi di forze[…] dobbiamo prendere in considerazione i modi in cui un edificio si inserisce in altri campi di forze tutti in movimento e privi di chiari confini spaziali”. L’autore sceglie il progetto dello studio NOX per descrivere l’ultimo passo dell’evoluzione nel concetto di movimento in architettura; infatti il progetto per il distretto di Blixembosch a Eindhoven rappresenta proprio l’introduzione sia a livello progettuale che poi di realizzazione di “campo” con l’interazione fra un territorio urbano, un’ autostrada, una barriera anti-rumore e MHz.

 

modernità crisi e information technology
commenti
corso di progettazione assistita
caad 2006

 

 

 

Lo spazio diventa campo

Kari Jormakka, "Olandesi Volanti - il movimento in architettura-", La rivoluzione Informatica, Testo e immagine (Universale di architettura n° 121), Italia 2002

annotazioni

Peter Zellner, "Hybrid Space, new forms in digital architecture", Thames & Hudson,London 1999, (pag.113 )

“Off the Road/103.8 MHz”
housing and noise barrier

Cities are being increasingly pervaded with the distinction between bits and bricks, between the technical and the visual, beetween media and architecture. Eindhoven in the Netherlands exemplifies this split: on the one side of the city lies a highway; on the other, The Blixembosch quarter. The two Zones are separated by a noise barrier [...] NOX attempted to reconcile this disjunction with a project that builds out a sound model of the site as it is exeperienced instead of creating a static no-man’s land between the roads and housing. Using animation software, the existing noise barrier was translated into a system of  “string”, wich are given the properties of musical instruments and wich play with the   sound of passing traffic. Wave patterns triggered in the strings are recorded at intervals and  “added up” into a sonic landscape. The form of each of the 208 houses is inflected by the sound patterns, flexing in all directions to differentiate program. Each house contains a sound system so that the collective noise – the tinkling of spoons, barking dogs, fightingspouses, the TV – of the residences is fed into a central computerv that arranges the sounds in a realtime composition that is relayed to a transmitter and broadcast at 103.8 Mhz to car radios. Just as the residences’s shapes interfere with the car’s sound , the car’s interiors resonate with the sound of the residences. Speed becomes inhabitable and the sound barrier is broken.

Mendelsohn, Rudolf-Mosse Haus
Invernizzi, casa del Girasole
OMA, biblioteca Jussieu
Oosterius e Bouman, Trans-Port
UN Studio, Manimal
NOX, Off-the Road/103.8 MHz - processo progettuale
ascolta la recente istallazione di Bill Fontana alla Tate Modern : Harmonic Bridge
harmonic bridge 1
harmonic bridge 2
il progetto