Il periodo del fascismo


Gruppo di Balilla


La dittatura fascista impedì la realizzazione del programma d'autonomia, bloccando ancora una volta le speranze dei sardi.
La Sardegna fu fascistizzata con la violenza organizzata e il delitto politico, il fascismo aveva eliminato ogni forma di opposizione anche sciogliendo i partiti e, tra questi, il Partito Sardo d'Azione.
Tra le vittime più illustri del regime di Mussolini, accanto al socialista Matteotti ed altri, ci fu anche il comunista Antonio Gramsci, morto in una clinica di Roma dopo sette anni di carcere.
L'altro grande personaggio della storia sarda, Emilio Lussu, fu arrestato a Cagliari e confinato a Lipari da cui fugge per recarsi in esilio in Francia.
Il fascismo, per ingraziarsi la popolazione e proseguire nella fascistizzazione dell'isola, predispose la cosiddetta "Legge del miliardo" con la quale si stanziava un miliardo di lire da spendersi in dieci anni. Prima di applicare la legge fu fatta un'indagine sulle reali condizioni dell'isola dalla quale emerse la seguente desolante situazione:
  • la maggior parte dei comuni (250 su 360) mancava di acquedotto;
  • solo sette comuni dell'isola avevano la fognatura;
  • la popolazione era aumentata di sole 6000 unità;
  • le scuole erano ancora poche, solo 156 comuni erano dotati di edifici scolastici;
  • la popolazione aveva un'alta percentuale di analfabeti.
Per mettere a posto le cose, venne istituito il Provveditorato alle opere pubbliche della Sardegna e furono portate a termine le opere di bonifica iniziate prima della guerra, fu fatta un'opera di rimboschimento e di sistemazione stradale mentre fu istituita una linea aerea che collegava Roma a Cagliari.
Fu anche intensificato lo sfruttamento delle miniere e se ne aprirono altre; sorse una nuova città, Carbonia, e fu costruito il porto di Sant'Antioco per trasportare il carbone estratto che, però, era di qualità mediocre e quindi l'impresa si rivelò poco redditizia.
La città di Nuoro diventò capoluogo di provincia affiancandosi a Cagliari e a Sassari.
Fu un periodo di importanti realizzazioni ma del miliardo stanziato dieci anni prima restavano ancora da spendere 200 milioni; era la dimostrazione dell'incapacità degli amministratori di quel tempo.
Nel complesso, quindi, anche quel Piano di Rinascita non riuscì a risolvere i maggiori problemi dell'isola.
Il fallimento della legge del miliardo fu anche dovuto al fatto che Mussolini si dimenticò ben presto della Sardegna (come di tutto il meridione d'Italia) per trascinare il Paese nelle imprese di grande potenza: la guerra civile in Spagna, l'aggressione all'Etiopia e all'Albania e, infine, la seconda guerra mondiale.



Mussolini parla all'esercito

Testo elaborato dai bambini delle quinte A e B di via Cagliari

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