LUN. 2/12 ANNA:

Carissimi tutti,
sono contenta che abbiate accolto la nostra proposta per un cammino comunitario in Avvento.
Quello che vi scrivo sono una riflessione e una preghiera sul Natale che a me sono piaciute e che mi sembrano un naturale prolungamento del cammino (a me sembra molto costruttivo) che abbiamo fatto con Giovanna dalle clarisse e poi in uscita.

Il popolo che camminava nelle tenebre vide una grande luce... (Isaia 9,1-2)
Il popolo di Dio, pur trovandosi ad abitare in terra tenebrosa, camminava.
Non se ne stava fermo, in una staticità che sa di morte e di rinuncia, ma camminava,
magari inciampando, magari infangandosi, magari con prudenza e fatica, ma si muoveva
nell'attesa fiduciosa della luce, capace di ridare colore e vita a ciò che per il buio è diventato nemico, incomprensibile e strano.
Così nella nostra vita di fede non possiamo fermarci, non possiamo rinunciare o attendere passivamente che la luce arrivi.
Ci viene chiesto di camminare, di non farci fermare dalle tenebre del nostro peccato, del nostro limite, della nostra immaturità.
Forte è la tentazione di voler subito la luce, la perfezione, l'amore vero. Spontanee sono le domande: "Perchè il tempo? Perchè l'attesa? Perchè i rischi di un così lungo viaggio?"
Ma il Signore ha scelto il tempo, lo spazio, il limite e ci chiede di percorrere la strada dal caos
all'armonia, dal limite alla libertà, dal buio alla grande luce.
Spesso temiamo la nostra tenebra, ma perchè, se essa non toglie la speranza a Dio?
Dio è fedele: la fiducia di Dio nell'uomo è incrollabile ed egli sa attendere fino alla fine.
Quando sperimentiamo che Dio ci ama così come siamo, in qualunque tappa del nostro cammino, quando vediamo che ama la possibilità di conversione e di amore che è in noi, troviamo la fiducia in noi stessi e nell'uomo ed iniziamo il processo di trasformazione e di rinascita.
Quando scopriamo che Dio crede in noi, che opera perchè il negativo si cambi in positivo, l'immaturità diventi maturità, la durezza dolcezza, la fuga ritorno, il peccato grazia, la tenebra luce, iniziamo a percorrere il cammino della salvezza.
Gesù è il primo che ha percorso questa strada, che ci ha indicato la via, che è la Via.
(Io sono la via, la verità, la vita. Gv.14,6 - Io sono la luce del mondo: chi segue me non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita. Gv.8,12)
Gesù davanti alla povertà dell'uomo, davanti al male non ha chiesto al Padre di cambiare le cose, ma è passato attraverso di esse. Ha percorso la via della sofferenza e dell'abbandono, dell'oscurità, dell'accettazione del reale, ma nell'attesa di una raltà trasfigurata.
Se il viaggio è difficile, se il passaggio è duro, l'esperienza che si fa ad ogni vittoria della luce è un'esperienza di gioia profonda.

O Signore, fammi camminare come i Magi dietro la stella,
come i pastori verso la capanna.
Che io sia in movimento
non solo nei piedi che camminano
ma anche nella mente che ricerca,
anche nel cuore che desidera fortemente trovare
Qualcuno.
Non voglio, Signore, essere un cartello indicatore della strada,
come i sacerdoti e gli scribi
che indirizzano i Magi, ma non si muovono;
non voglio essere come la campana
che chiama in chiesa
ma resta ferma in alto a guardare.
Signore, fammi camminare sempre:
la fede e l'amore si nutrono di passi!

A tutti l'augurio di un Buon Avvento per poter vivere un vero Buon Natale!
Anna

MAR. 3/12 BERARDO:

"Su di te sia Pace" Sal.121

Viene il Signore Gesù!

Dobbiamo risvegliare in noi l'attesa, vogliamo pregare tra noi, per noi e dobbiamo pregare per i nostri fratelli.

Vieni Signore Gesù! ...... Tu sei la pace, tu il dono perfetto del Padre, tu la sua presenza d'amore e di vita per noi.

Grazie, Padre buono, perchè guardi con misericordia alle nostre debolezze e ai nostri peccati!

Grazie del dono di Gesù, per la nostra salvezza!

Ti attendiamo, Signore Gesù, in questo benedetto tempo di avvento:...... VIENI!

MER. 4/12 SILVER:

ISAIA 40 (27-31)

<<Perché dici, o Giacobbe, e tu Israele, affermi: “il mio cammino è nascosto al Signore e il mio diritto sfugge al mio Dio?”.

Nono lo sai forse? Non l’ hai udito? Il Signore è un Dio eterno; egli ha creato i confini della terra, non si affatica e si stanca la sua intelligenza è in sondabile. Egli dà forza allo stanco, accresce il vigore allo spossato. I giovani si stancano e si affaticano, gli adulti inciampano e cadono, ma quelli che sperano nel Signore rinnovano loro forze, mettono ali come aquile, corrono senza affaticarsi, camminano senza stancarsi.>>

Signore, VOGLIO mettere ali come aquile. VOGLIO correre senza affaticarmi. VOGLIO riassaporare la nostalgia di Te. VOGLIO vederti scrutare il mio cammino. VOGLIO desiderare il desiderio, rifiutare di darlo per scontato e riportarlo a galla. VOGLIO, come dice Matteo Montanari, “essere cristiano per essere felice”. Non credo di essere presuntuoso perché so che Tu sei il primo a VOLERLO. Ogni giorno ci concedi la grazia di realizzare queste cose ma non abbiamo tempo di abbandonarci o l’immobilità timorosa è la nostra unica sicurezza.

Ciao a tutti e buon Avvento!!!

GIO. 5/12 BRANDO:

Pace in terra. Amore tra gli uomini. E' il messaggio del Natale; l'antico
messaggio che gli uomini cantano nelle chise e che le campane lanciano dai
campanili. Pace in terra. Amore tra gli uomini. E in tutta la terra, davanti
a tutti gli uomini, poichè davanti a Dio non ci sono più nè cristiani, nè
pagani, nè continenti paesi, nazioni; ma solamente uomini in un vasto mondo.
Pace in terra. E' il messaggio di Natale, tante volte ascoltato. E tuttavia
la pace non è venuta, e neppure l'amore. Ci sono bisticci tra fanciulli,
liti fra adulti, battaglie e guerre tra le nazioni. Nessuno vuole avere
torto. Nessuno vuole perdonare. Tutti vogliono avere ragione. dov'è colui
che è tanto umile da andare silenziosamente a sedersi al secondo posto?
Pace in terra, amore tra gli uomini. E' necessario che la pace venga. Faremo
il possibile perchè possa venire; giacchè senza di essa non vi è la gioia.
Lo sai bene. Pace nella tua anima. Pace nel tuo corpo. Pace nel mondo.Non
litigare. La lite è il germe della guerra. Non esigere che gli altri abbiano
i tuoi gusti e i tuoi interessi; non esigere che facciano come te. Lasciali
liberi, cerca di comprendere e rispetta. E quando vi slancerete, scouts,
nei boschi, farete attenzione che i rami che scostate non vadano ad urtare
il viso di quelli che ti seguono; e quando il sentiero si farà stretto,
e vi verranno incontro viaggiatori sconosciuti, vi scosterete dal sentiero,
vi farete piccoli piccoli, vi appiattirete contro la parete perchè possano
passare. Non cercherai dispute. Natale è il giorno di Dio. E voi avete promesso
di servire Dio. Pensate alla vostra promessa. Servire Dio vuol dire servire
il prossimo. Servire il prossimo vuol dire servire Dio.Nn è possibile che
lo sforzo di migliaia di persone non approdi un giorno a qualcosa di compiuto
e splendido. Bisogna solo aspettare. Ma non importa. i secoli passano e
le cose si compiono. O pace, venga il tuo regno. Che non ci sia tra noi
che amore e bontà.

VEN. 6/12 FABBRO':

Vorrei Correre

Vorrei correre, fare, pregare, essere sempre disponibile notte e giorno, e invece la fatica tante volte mi blocca: non mi fa correre, non mi fa pregare, mi fa quasi sentire inutile. Sono questi momenti in cui il mio rapporto con Gesù è più profondo, più vero e Gesù diventa il mio Gesù.


<<NON VI SERVE ALTRO, FIDATEVI DEL MIO AMORE QUESTO SOLO VI BASTA>>


P.S. so che oggi non tocca a me la Preghiera d'Avvento ma attualmente a casa non ho disponibile internet perciò ho preferito anticipare di un giorno, spero non sia un problema.

ciao a tutti,
scusate il ritardo ma ci sono momenti in cui l'università annulla ogni mio briciolo di memoria.
Della serie meglio tardi che mai, ho pensato di inviarvi una storiellina natalizia che mi raccontavano ogni anno in branco.

SAB. 7/12 CHIARA:

L'ALBERO DI NATALE CHE TORNO' A CASA
Il piccolo abete aveva impiegato tutta l'estate a crescere. Si era proprio messo d'impegno e ora giocava felice con i venti invernali. Si sentiva abbastanza robusto per resistere anche ai più forti. Le radici, che si erano ramificate in profondità, conferivano al giovane abete una baldanzosa sicurezza.
Ma una gelida mattina di dicembre, mentre i fiocchi di neve sfarfallavano pigri, l'abete avvertì uno strumento accuminato che gli tagliava e strappava le radici. Poco dopo due mani d'uomo, rudi e sgarbate, lo estirparono dalla terra e lo caricarono nel baule puzzolente di un'automobile che ripartì subito verso la città.
Il viaggio fu terribile per il povero abete, che pianse tutte le sue lacrime di profumata resina.
Dopo mille dolorosi sballottamenti, si ritrovò finalmente alla luce. Lo misero in un grosso vaso, in bella mostra. La terra del vaso era fresca e l'abete ebbe un po' di sollievo e ricominciò a sperare. Divenne perfino euforico, quando man di donna e piccole mani di bambini cominciarono a infilare tra i suoi rami fili dorati, luci colorate e lustrini scintillanti.
"Mi credo il re degli alberi," pensava "sono stato veramente fortunato. Altro che starmene là al freddo e alla neve..."
Per un po' di giorni tutto andò bene. L'abete faceva un figurone, nel suo abbigliamento luccicante. Era contento anche del presepio che avevano collocato ai suoi piedi: guardava con commozione Maria e Giuseppe, il Bambino nella mangiatoia e anche l'asino e il bue.
Di sera, quando tutte le piccole luci colorate erano accese, gli abitanti della casa lo guardavano e facevano: "Ooooh, che bello!"
Poi gli venne sete. Sul principio era sopportabile. "Qualcuno si ricorderà di sicuro di darmi un po' d'acqua", pensava l'abete. Ma nessuno si ricordava e la sofferenza dell'abete divenne terribile. I suoi aghi, i suoi bellissimi aghi verde scuro, cominciarono ad ingiallire e a cadere. Si rese conto che aveva lentamente cominciato a morire.
Una sera, ai suoi piedi vennero ammucchiati molti pacchetti confezionati con carta luccucante e nastri colorati. C'era molta eccitazione nell'aria. Il mattino dopo scoppiò il finimondo: bambini e adulti aprivano i pacchetti, gridavano, si abbracciavano.
L'abete riuscì appena a pensare: "Tutti qui parlano d'amore, ma fanno morire me...". Improvvisamente una piccola mano lo sfiorò. La sorpresa dell'abete fu infinita: davanti a lui c'era il Bambino del presepio.
"Piccolo abete", disse il Bambino Gesù, "vuoi tornare a vivere nel tuo bosco, in mezzo ai tuoi fratelli?"
"Oh sì, per piacere!"
"Ora, che hanno avuto i regali, non gliene importa più niente di te...e nemmeno di me".
Il Bambino Gesù prese l'abete, che d'incanto ridivenne verde e vigoroso. Poi insieme volarono via dalla finestra.

Questa storiella mi fa pensare alla necessità di ricordare il "cuore" della festa, troppo spesso dimenticato sotto il caotico ammucchiarsi di usanze, tradizioni e regali...cerchiamo per primi di non cadere in quest'errore e di insegnare ai nostri ragazzi che Gesù Bambino deve crescere nella fede e nella coscienza di ciascuno, non rimanere una statuetta di cera.

buona caccia a tutti.

LUN. 9/12 RAKSHA

Il “meglio” dimenticato

Immaginate che alle cinque del pomeriggio siete a casa vostra impegnati a lavorare. Suonano alla porta, andate ad aprire e trovate un vostro parente che non vedete da anni e che ha voluto farvi una sorpresa. Lo fate entrare e gli offrite una tazza di tè. Nel frigo avete anche una torta di mele, ma non gliela offrite. Lui crede che lo abbiate accolto bene perché gli avete offerto una tazza di tè e va via contento. Ma voi sapete che non gli avete dato la torta di mele.

Voi sapete che la vostra accoglienza è stata molto limitata e che non gli avete dato tutto il meglio che avevate in frigo. Cos’è questa “torta di mele”, questo “meglio” che noi cristiani abbiamo e che spesso non offriamo? Questo meglio si chiama Gesù Cristo. Sarebbe stato giusto offrirglielo, perché se non riteniamo più che Gesù Cristo sia proponibile come risposta all’umanità di ciascuno di noi e di ciascuno di loro, allora vuol dire che la nostra fede si è rattrappita. Vuol dire che la nostra convinzione è diventata povera, che ci riduciamo alla semplice esistenza materiale. Ci riduciamo ad essere inutili alla crescita dell’umanità di queste persone che entrano in contatto con noi.

Questo è un brano letto alle branche di venerdì scorso.

Ripensandoci mi ha fatto riflettere molto, è inquietante pensare che un brano così semplice ti metta in discussione così tanto.

Pochi giorni fa ho potuto vivere sulla mia pelle ciò che significa la parola “comprensione”, “accoglienza”, “importanza della persona che ti sta davanti”.

Quando si cade nel baratro più assoluto, quello che si dice è vero, le persone che ti vogliono bene, che non ti giudicano, che ti riaccolgono, che ti ascoltano si contano sul palmo di una mano.

Se ci capitasse questo, su quante persone potremo contare veramente?

MAR. 10/12 AKELA:

Voglio regalarvi una filastrocca su cui riflettere!

Dalla tua culla, o adorato Bambino
Tendi L'orecchio un momentino.
Mi senti?
Povere e deboli son le mie parole
Ma piene di fervido amore.
Esse dicono soltanto:
"Concedi, Gesù santo
ogni Grazia e tanto amore
al babbo, alla mamma e al mio cuore".

Questa filastrocca è per ricordare a tutti noi di cercare per primi un
dialogo con Gesù e non vivere passivamente il Natale come sempre io
rischio di fare.....vuole essere un mio impegno personale per non farmi
circondare da cose che col Natale non hanno nulla a che fare!
...in fondo Lui "tende l'orecchio"!!!!
Molte volte quando mi metto in ascolto o provo a parlare con Lui....mi
sento piccolo piccolo!!! Non sempre ho voglia di dedicarmi a Lui!!!
Ma quando parlo e riesco a mettermi in sintonia su quello che Lui
è.....allora mi sento un gigante!!
Uscito da casa Sua sono pieno di gioia!!
Invito tutti quelli che fanno fatica come me "e non" a chiedere,
chiedere e chiedere....a ringraziare, ringraziare, ringraziare....per
tutto quello che noi siamo, per tutto quello che abbiamo:il nostro
Servizio ad esempio....perchè possa essere un servizio con la "S"
maiuscola!
Non dimentichiamoci la nostra famiglia che ogni giorno continua a
insegnarci un sacco di cose....perchè oltre alla gioia, alla bontà,
alla fiducia possa essere per noi proprio come un campo scout dove
ognuno può piantare la sua tenda e costruire per una comune armonia!!
Sì come un campo!

Buon Natale anche se un po' in anticipo!!!

Buona Caccia!

MER. 11/12 ANGELO:

Anima mia benedici il Signore,
con tutto ciò che ho
benedico il suo santo nome.

Benedici il Signore, anima mia,
non dimenticare quante volte
ti è stato vicino.

Egli ti perdona sempre quando sbagli,
ti guarisce, salva dalla fossa la tua vita,
ti copre di doni e di affetto.

Buono e paziente è il Signore,
non si arrabbia facilmente
ma è grande nell'amore.
(dal Salmo 102 e da Luce di Vita Avvento 2002)

Guardando l'elenco dei consigli esposti in chiesa appesi al leggio, mi sono riproposto che, se solo riuscissi a metterne in patica uno in questo periodo di Avvento (ad esempio quello che ti dice di fare le cose lentamente, con attenzione, di non tirarle via in fretta, di non pensare di essere l'unico indispensabile per portare al termine i progetti), sarebbe una grande conquista.
Chiedo al Signore di darmi aiuto e conforto.
Cercherò in me l'umiltà di affidarmi completamente a Lui e di non contare solo sulle mie forze.
So che mi perdonerà quando sbaglierò e mi salverà dalla fossa.

Angelo

GIO. 12/12 MONTA:

E' giunto così anche il mio turno....
E' tempo di avvento. Da oltre 2000 anni il cristiano annualmente aspetta
questo fantastico momento: la nascita di GESU'. Dio ha mandato il suo
figlio e l'ha fatto UOMO per NOI!!!
Per quale motivo compiere un gesto, un miracolo, un prodigio, un
"umanizzazione" per noi "peccatori"???. Direi semplicemente per starci
vicino, per farsi verdere meglio per essere materialmente in mezzo ai suoi
figli!!! Che colpo basso presero e prendono i vari San Tommasi se non
vedo non credo e lui si è FATTO VEDERE nel migliore dei modi divenendo uno come noi non è mica una balla gente questa è realtà.
Quest' evento non deve passare INOSSERVATO deve farci riflettere, gioire,
renderci orgogliosi E'VENUTO PER NOI!!!
Signore ho bisogno del tuo aiuto vorrei veramente far capire ai miei
ragazzi (magari meglio anche a me stesso)l'importanza della Messa e di tutto il "
capitolo fede" loro senza dubbio credono ma considerano la messa solo una
perdita di tempo sentire + o - le stesse cose vedere i soliti gesti...che
stresss!!! E allora mi sento dire perchè andare a messa? Quali sono le
parole magiche da dire in questi casi? Gesù ho bisogno di farti
conoscere/di conoscerti "bene" nella semplicità delle Azioni, della Messa, delle
Persone,della Chiesa.
Dal mio punto di vista spesso navighiamo in catechesi "complicate" in
cavilli evangelici e perdiamo la semplicità della fede. Mussulmani
Buddisti conoscono bene (GIUSTISSIMAMENTE) la loro religione, mentre noi a volte facciamo la figura dei dei "cristiani lessi". Se solo amassimo e
guardassimo Gesù gli occhi e il cuore di un bambino, sapremo rispondere magari non a parole o citando a memoria chissà quale pezzo della sacra scrittura, ma
semplicemente con Gesti, Azioni,.... con la propria VITA.
EDUCARE E'SEMINARE, DARE L'ESEMPIO E'TRASCINANTE

Il cristiano non deve essere visto come il martire il "sodomizzato" della
fede ma come la persona contenta felice, felice di essere cristiano. Credo che la "vera" felicità sia CONTAGIOSA


Gente non so cosa centri tutto questo con l'avvento ma il mio cervello e
la mia fede sono molto disordinate. Scusate per gli "orrori"di ortografia e
di comprensione.


Tratto da libro:"IO...SECONDO ME" di Matteo Montanari edito azienda
agricola Montanari e C.

VEN. 13/12 DOC:

Era la notte di Natale, perché il giorno era il 24 dicembre.

Purtroppo l'anno era 1944.

Lo scenario: la foresta delle Ardenne, Lussemburgo, un villaggio piccolo
piccolo vicino a Malmedy, nel pieno dell'offensiva tedesca contro la linea
americana, il tentativo goffo e disperato con cui Hitler voleva vincere l'
ultimo round.

Cosa accadde (è un fatto vero) è presto detto: nel buio, fra la neve e la
nebbia, tre Americani, di cui uno ferito bussarono alla porta di una piccola
fattoria. In casa c'erano una donna e suo figlio un ragazzino di dodici
anni: li accolgono, li aiutano a mettersi al riparo, a riscaldarsi, li
confortano con quel poco che hanno, mentre di lontano incombe l'eco del
rombo del cannone.

In breve la piccola casa diventa serena e accogliente. Passa poco tempo, ed
ancora qualcuno bussa alla porta: altre sagome infagottate, incrostate di
neve ghiacciata ed esalanti il vapore del fiato, intirizzite e sofferenti.
Stavolta sono Tedeschi, sono quattro giovani granatieri delle SS
combattenti, e si sono perduti. In un attimo, Americani e Tedeschi si
avvistano, si studiano, le mani ancora intorpidite dal freddo si posano
sulle armi: la tensione va a mille.

Però la donna, la padrona di casa, interviene: decisa e serena col suo
francese semplificato al massimo, spiega a tutti che quella notte, lì, non
si deve spargere sangue; nasce Gesù Cristo, e questo deve assorbire tutte le
loro energie, la loro volontà, deve passare davanti ad ogni cosa, e
soprattutto davanti alla loro maledetta guerra.

Quei giovani, di due paesi diversi, abbassano la testa, rilassano i muscoli
indolenziti, e ascoltano quelle parole come quelle della loro madre.

La notte passò serena, e si scambiarono generi di conforto e sorrisi, nel
caldo della piccola cucina.

La mattina dopo tutto ricominciò come prima.

Parliamo sempre di pace, reale o desiderata.

Ho solo voluto portarvi un ricordo di un piccolo, vero, timido trionfo della pace. Auguro a tutti un Natale di Pace, dentro e fuori di noi.

Doc

MAR. 17/12 LISA:

"La preghiera guarisce tante storture del nostro carattere: chi è pesimista diventa ottimista, chi è chiuso si apre agli altri,chi vede tutto nero comincia a vedere la luce, chi è scoraggiato riprende coraggio, chi è riflessivo comincia a pensare e capire, chi si lascia vivere afferra una buona volta il timone della sua barca....tutto cambia, senza più la lebbra dell'ingratitudine"
(Gasparino)

non ho altre parole da aggiungere l'unica è: "preghiamo"

MER. 18/12 SCARZA:

COMPAGNI DI VOLO

Voglio ringraziarti, Signore per il dono della vita; ho letto da qualche parte
che gli uomini hanno un'ala soltanto: possono volare solo rimanendo abbracciati.
A volte, nei momenti di confideza, oso pensare, Signore, che Tu abbia un'ala soltanto, l'altra la tieni nascosta, forse per farmi capire che tu non vola senza di me; per questo mi hai dato la vita: perchè io fossi tuo compagno di volo.
Insegnami, allora, a librarmi con te, perchè vivere non è trascinare la vita,
non è strapparla, non è rosicchiarla, vivere è abbandonarsi come un gabbiano all'ebrezza del vento.
Vivere è assaporare l'avventura di libertà.
Vivere è stendere l'ala, l'unica ala, con la fiducia di chi sa vivere nel volo
di un partner grande come Te.
Ma non basta saper volare con te, Signore.
Tu mi hai dato il compito di abbracciare anche il fratello e aiutarlo a volare.
Ti chiedo perdono, perciò, per tutte le ali che non ho aiutato a distendersi.
Non farmi passare più indifferente vicino ad un fratello che è rimasto con l'ala, l'unica ala, inesorabilmente impigliata nella rete della miseria e della solitudine, si è ormai persuaso di non essere più degno di volare con Te; soprattutto per questo fratelo sfortunato, dammi, o Signore, un'ala di riserva.

SAB. 21/12 FRANCESCA:

La storia ha inizio tempo fa, quando un uomo punisce sua figlia di 5 anni per la perdita di un oggetto di valore; il denaro in quel periodo era poco.
Era il periodo di Natale, la mattina successiva la bambina portò un
regalo e disse "Papa è per te". Il padre era visibilmente imbarazzato,
ma la sua arrabbiatura aumentò quando, aprendo la scatola, vide che
dentro non c'era nulla. Disse in modo brusco: "Non lo sai che quando si
fa un regalo, si presuppone che nella scatola ci sia qualcosa?".
La bimba lo guardo dal basso verso l'alto e con le lacrime agli occhi
disse:
"Papà,...non è vuoto. Ho messo dentro tanti baci fino a riempirlo".
Il padre si senti annientato.
Si inginocchiò e mise le braccia al collo della sua bimba e le chiese
perdono.
Passò del tempo, e una disgrazia porto via la bambina.
Per tutto il resto della sua vita, il padre tenne sempre la scatola
vicino al suo letto e quando si sentiva scoraggiato o in difficoltà,
apriva la scatola e tirava fuori 1 bacio immaginario ricordando l'amore
che la bambina ci aveva messo dentro.
In poche parole, ognuno di noi ha una scatola piena di baci e amore
incondizionato, dei nostri figli, genitori, amici.
NON CI SONO COSE PIU' IMPORTANTI CHE SI POSSANO POSSEDERE.

GLI AMICI SONO ANGELI CHE CI SOLLEVANO DA TERRA QUANDO ABBIAMO PROBLEMI, E CI RICORDANO COME VOLARE.

Francesca