Discorso di Elessar al Consiglio degli Elfi Callarii

Elessar prende la parola e dice:

"Sono innanzitutto lusingato che il mio parere sia di interesse per i nobili membri del consesso presente.

Non posso prescindere dalla mia posizione di sacerdote della Chiesa di Traladara, ma credo si possa affermare obiettivamente e senza tema di smentite che Il Duca e il Ducato sono da tempo e indubbiamente svincolati dal giogo dell'impero di Thyatis, e che dunque temere la delazione o lo spionaggio ad ogni pie' sospinto e' certo eccessiva prudenza per gli Alphatiani, ma, se mi e' consentito, lo e' anche da parte dei nobili Olvarion e Durinder (del quale, tra l'altro e per inciso, ebbi il piacere di conoscere i pronipoti Galdor e Gildor).

Forse pesa nel loro giudizio la fierezza e l'indipendenza che contraddistinguono gli elfi piu' "puri" e piu' indipendenti, restii per inveterata tradizione ai contatti con la razza umana.
Tali sentimenti non mi sono ignoti, giacche' meta' del sangue che scorre nelle mie vene e' elfico, ma la mia natura umana e le frequentazioni "metropolitane" mi hanno insegnato che la diplomazia, la fiducia e l'antropofilia, quando accompagnate da prudenza e saggezza, permettono un piu' rapido sviluppo dei costumi e dei valori.
In difesa del valore costitutivo del dialogo come premessa dei rapporti tra i popoli non posso non citare le parole di Halav che piu' spesso mi risuonano in mente in queste ore: "Il vero coraggio e' in chi non teme le parole, la vera forza in chi le sa plasmare".

E' sincero desiderio del Duca e dei vertici della gerarchia che rappresento mantenere rapporti cordiali e pacifici con chicchessia, ed inoltre non ci sfuggono gli eventuali risvolti commerciali di ogni nuovo contatto che puo' essere stabilito. A questo proposito non e' improbabile che ambasciatore del Nostro Nobile Sovrano sia proprio, nel caso lo vogliate informare dei presenti accadimenti, un esponente della Chiesa di Traladara. Piu' volte infatti in passato il nostro Sacro Ordine si e' pregiato di offrire i suoi disinteressati servigi al nostro illuminato reggente.

Con questi argomenti dunque nutro la mia convinzione che i nostri amici alphatiani non debbano temere di uscire allo scoperto, ed esorto gli amici piu' intransigenti a confidare nel potere del dialogo.
Posso infine offrirmi di sollevare voi tutti dall'imbarazzo delle presentazioni, ove ve ne fosse (e mi e' sembrato di notarlo) offrendomi di presentarli. Garantisco inoltre a fronte della fiducia che mi riconoscete, e' naturale, che nulla riferiro' al di fuori di questo Consiglio se non saro' invitato o autorizzato a farlo.

Questo e' il mio sentire, e domando perdono se ho formulato giudizi e tratto conclusioni che non coinvolgono la mia sola persona, ma mi guida la fede nel mio dio, e mi tenta continuamente la mia propensione apodittica e celebrativa.
Non ho mai avuto il dono della sintesi, e non e' proprio nelle circostanze piu' importanti che posso sperare di correggermi.

Ascoltiamo ora dunque il saggio parere del Signore degli Elfi, che ringrazio per la considerazione che mi ha voluto accordare."

Dopodiche', un po' stanco e sudato ma ancora eccitato dall'impeto del suo eloquio fluido e musicale (come piace agli elfi, nota per il Master), Elessar torna a sedere (essi', nella foga si era alzato e aveva gesticolato... ma questo denota coinvolgimento ed impegno, spero...) e tace (ringraziando per gli eventuali applausi, tetragono di fronte agli eventuali fischi).


Agathokles
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