Sempre più spesso,
soprattutto grazie allo sviluppo dei mass media, sono venute ai nostri occhi
immagini di emarginazione, degrado, intolleranza, quasi sempre accompagnate da
appelli, indignazioni, incitazioni al cambiamento. Tutto questo avviene,
secondo me, perchè non tutti siamo considerati uomini alla stessa maniera;
esistono gli "u", gli "uo",
gli "uom", gli "uomi",
gli "uomin", e così via, e il mondo in cui viviamo
oggi, è scandito da questa distinzione che ha come unità di misura il
denaro, con cui si incoronano i ricchi come re e si riducono
i poveri al silenzio e all'impotenza.E' questo, a mio parere, il concetto di
legalità presente nella nostra società e che ci ci porta ad osannare
chi possiede beni materiali come fosse il padrone incontrastato di tutto e a
scartare chi è armato soltanto di cuore e voglia di cambiare (ma nient'altro)
.Nella realtà odierna questi poveri sono soprattutto gli immigrati, persone
che vanno via dal loro paese per non morire o per cercare di dare ai loro
figli un mondo più giusto e degno, ma che invece si ritrovano davanti un muro
impossibile da abbattere, fatto di intolleranza, di pregiudizi, di stereotipi,
in una parola sola , di razzismo.La cosa peggiore è che siamo talmente
assuefatti da esso da non farci più caso, da credere anzi di averlo
sconfitto, ma invece il razzismo è così
radicato in noi che appena ce ne rendiamo conto ne abbiamo paura. Questo è ciò
che è successo a me quando in terza media mi sono accorta di essere razzista.
Era un giorno di scuola come tanti altri ed io e i miei compagni parlavamo con
la nostra professoressa di musica, poi come se niente fosse lei ci domandò -
ragazzi voi siete razzisti? - e immediatamente con aria
indignata cominciammo a dire - assolutamente no professoressa
- e anche lei ci disse che non si sentiva razzista e ci
raccontò che un giorno, parlando con una sua amica, aveva saputo che la
figlia di un noto dottore," quella bella e ricca" si era fidanzata
con il marocchino che vendeva accendini per strada e la sua reazione
alla notizia era stata un disgustatissimo - nooo!!!!!!!!!!- ,
subito dopo ci disse, -visto ragazzi questo è il modo in cui
io non sono razzista - .In quel momento abbiamo capito e
nessuno di noi ha più avuto il coraggio di dire una parola, perchè la
reazione della professoressa era stata anche la nostra reazione, quel nooo!!!!!!!!!
lo avevamo gridato tutti nel nostro cuore.In quel momento fu come svegliarsi
da un bel sonno e piombare nella realtà più cupa, una realtà che ci
appariva quasi assurda. Da quel momento in poi, ho sempre notato questi
atteggiamenti negli altri e anche in me, perchè anche se ho cercato di
correggermi, è rimasta in me una parte di istintività che mi porta a pensare
male dei "diversi".Questa istintività è presente in ogni soggetto
in questa società, e la si può notare in vari episodi particolari, come
quello di Novi Ligure, in cui, inizialmente, quando ancora non si conosceva la
vera dinamica dei fatti, erano stati accusati del barbaro omicidio due
albanesi e alcuni telegiornali avevano dato voce a tutta una serie di
interviste dal tono di accusa e condanna nei confronti di queste persone e
dell'immigrazione in genere.
E' questa la realtà degli
immigrati in un paese che non è il loro, una realtà di astio e di diffidenza
nei loro confronti. La loro, fin dall'arrivo nel paese ospitante,
è una situazione difficilissima: devono imparare una lingua che
nessuno insegna loro, devono trovare un lavoro e si ritrovano a essere
sfruttati, accontentandosi degli scarti, devono trovare un posto in cui
vivere, ma nessuno affitta le case agli immigrati, e si ritrovano a dormire in
quaranta in un piccolo"tugurio" inagibile. Nessuno insomma li
risolleva dal degrado in cui, a causa del colore della loro pelle o del loro
accento vengono immersi, e molto spesso finiscono con l'accettare
"l'aiuto" degli unici che si sono voltati a guardarli: i malavitosi,
i delinquenti che li trascinano in un baratro dal quale difficilmente
riusciranno ad uscire. Molto spesso diventano il capro espiatorio del disagio
e della paura della diversità, o peggio ancora vengono trattati come
fantasmi, allontanati con l'indifferenza.
Purtroppo le istituzioni non
fanno molto per avviare una risoluzione di questi problemi, pur essendosi
attrezzati con leggi e direttive varie,(quali ad esempio la Convenzione
europea dei Diritti dell'Uomo,in virtù della quale, gli stati si assumono
determinati obblighi giuridici nei confronti degli individui o l'articolo 3
della Costituzione italiana che così recita: " tutti i cittadini hanno
pari dignità sociali e sono uguali davanti alla legge, senza distinzione di
sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni
personali e sociali.
E' compito della Repubblica
rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che limitando di fatto
la libertà e l'uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della
persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori
all'organizzazione politica economica e sociale del Paese."), non sono in
grado di cambiare la realtà perchè il mondo reale, quello di tutti i giorni,
considera le leggi appartenenti a una dimensione superiore. Per tale motivo,
oggi più che mai, è necessario un intervento sul campo, nella vita di tutti
i giorni che coinvolga le persone di ogni ceto, età ed estrazione sociale.
Proprio questo mira a realizzare il progetto che io ho realizzato e che
deve essere attuato come un intervento a tappeto ( perchè solo una forte
presa di posizione può coscentizzare le persone ). Esso deve essere
organizzato seguendo più fasi:
LA FASE INFORMATIVA
LA FASE PREVENTIVA
LA FASE ISTITUZIONALE
INTERVENTO
INFORMATIVO
Prevede tutta una serie di
messaggi, slogan, da diffondere attraverso i mass media e da affiggere come
cartelloni pubblicitari che hanno lo scopo di:
Informare la gente sulle
dinamiche dell'immigrazione e sui problemi che da essa scaturiscono.
Suscitare interesse nei
confronti di questi problemi, in modo da avviare riflessioni che
consentano di comprendere il vissuto e le condizioni degli immigrati.
Aiutare gli autoctoni a
prendere coscienza del loro razzismo nascosto.
INTERVENTO
PREVENTIVO
Questo intervento segue quello
di una prima informazione generale e mira ad una più profonda
sensibilizzazione sul tema dell'immigrazione ; deve essere attuato
attraverso una serie di incontri, riunioni, soprattutto a partire dalle
scuole, con:
- proiezione di filmati
che ripercorrono l'esperienza migratoria, al fine di avviare la
predisposizione dei bambini all'accettazione delle altre culture;
- con dibattiti che hanno lo
scopo di fare emergere le cause che hanno provocato la nascita di
atteggiamenti razzisti e trovare delle soluzioni per il superamento degli
stessi.
Altri scopi sono quelli
di prevenire la nascita e lo sviluppo di altre situazioni di intolleranza e
quelli di far comprendere che le enormi differenze che ci dividono non sono
poi tanto grandi. A tal fine potranno essere organizzate varie attività,
coinvolgendo anche le persone culturalmente diverse; alcune di queste
potrebbero essere concerti, attività culinarie che servano a fare conoscere
la cultura dei vari paesi.
INTERVENTO
ISTITUZIONALE
Coinvolge le istituzioni allo
scopo di promuovere tutta una serie di aiuti nei confronti delle persone
immigrate, creando delle organizzazioni che abbiano il compito di seguire ed
aiutare queste persone fin dal loro arrivo in un paese sconosciuto, non solo
garantendo il godimento di diritti, ma fornendo aiuti materiali per consentire
loro di vivere una vita dignitosa ed evitare la loro deviazione verso la
malavita o altre associazioni a delinquere. Tra gli altri, anche un sostegno
psicologico, in modo che possano superare i traumi del distacco dalle proprie
origini e quello dell'immigrazione. Penso che sia necessario incrementare,
inoltre, aiuti ai paesi sottosviluppati, in modo da creare in essi le
condizioni non solo economiche, ma anche politiche e sociali più stabili e
dignitose.
Sono fermamente convinta
che il fine principale di questo progetto stia nel suo risvolto umano,
ossia, nella rinascita della fratellanza tra i popoli. Queste possono sembrare
solo belle parole ma sono molto di più, perchè rappresentano una prospettiva
di miglioramento per tutti. La mia è solo una delle innumerevoli strade che
possono essere seguite, ma avranno dei risultati positivi solo quando saranno
considerate non più come semplice retorica. Attraverso essi si può giungere
ad un concetto di legalità diverso da quello attualmente presente, che si
basi su rispetto libertà e pari opportunità, una legalità che ognuno di noi
possa sentire veramente propria perchè si è contribuito a formarla,
quindi, coraggio uniamoci e trasformiamo il mondo, abbiamo gli strumenti e le
possibilità, ci manca soltanto l'impegno e la volontà.