BIBLION-TECA: LE FICHES DI CONTENUTO E BIBLIOGRAFICHE

“biblíon”                                                                                                                                                             giugno-dicembre  2001

 

Educazione degli Adulti: riflessioni ed altro

di

Sergio Pillitteri


ü  Educazione degli Adulti: riflessioni e altro

 

La problematica che nasce sull’argomentazione dell’educazione degli adulti, ha assunto, in questi ultimi anni, molta importanza e al tempo stesso molteplici punti di vista.

Definire di cosa si debba occupare l’educazione degli adulti significa dover definire uno spazio ben limitato dove gioca un forte ruolo il concetto che la pedagogia ha voluto dare da sempre alla persona umana .

Duccio Demetrio, volendo definire, nel suo manuale i tre diversi ambiti sui quali si debba pensare la formazione della persona adulta, ci dimostra e conferma che all’educazione degli adulti deve essere riservato un indirizzo sia teorico che pratico diverso da quello riservato, ad esempio, all’educazione permanente oppure all’educazione della vita adulta.

Ciò non significa che vengano meno i principi universali che la pedagogia possiede come scienza dell’educazione. Colui che educa sa che il taglio dell’educazione deve essere innanzitutto intenzionale, cioè si deve costituire una relazione intenzionale tra chi educa e l’educando, poiché in questo modo possiamo affermare che è possibile prevedere dei cambiamenti.

Attraverso questi cambiamenti la persona comincia a far sue le conoscenze che lo hanno spinto a cambiarsi, e sono tali conoscenze a diventare un bagaglio esperenziale della persona, dopo un’attenta e profonda riflessione,  delle quali non si separerà più per il resto della vita.

Dunque è questo il senso dell’educazione: dare un ordine alle conoscenze che vengono acquisite dalla persona, in modo che vengano tramutati in processi esperenziali che mirano alla formazione completa della persona.

A questo punto entrano in gioco alcuni processi o meglio alcune modalità con i quali l’educatore, (in senso generale) si mette in relazione con la persona: questi processi si chiamano istruzione, formazione, addestramento.

A mio parere, penso che dovrebbe essere sottinteso che colui che istruisce, che forma, che addestra compiano il proprio ruolo di trasmettitori di conoscenze, consapevoli di farlo con un preciso fine educativo; non si può o non si deve insegnare, formare, addestrare escludendo a priori che, questa azione intenzionale, non abbia contenuti prettamente e fortemente educativi.

Credo che se ciò non avvenisse potremmo parlare di una trasmissione sterile o di falsa intenzionalità educativa.

L’educazione della persona è e rimarrà sempre un evento speciale e soltanto unico nella sua specie. Un brevissimo passaggio de Il Piccolo Principe di A. de Saint-Exupéry traduce, a mio parere, ciò che finora si è scritto: “Che cosa vuol dire addomesticare?”, chiese il piccolo principe. La volpe dopo un momento di riflessione soggiunse: ”E’ una cosa da molto dimenticata. Vuol dire creare dei legami” – “Creare dei legami?” – “Certo”, disse la volpe, “tu, fino ad ora, per me, non sei che un ragazzino uguale a centomila ragazzini. E non ho bisogno di te. E neppure tu hai bisogno di me. Io non sono per te che una volpe uguale a centomila volpi. Ma se tu mi addomestichi, noi avremo bisogno l’uno dell’altro. Tu sarai per me unico al mondo e io sarò per te unica al mondo”.

Ciò che si deve estrapolare dalla dimensione pedagogica è che la modalità relazionale ha la potenzialità di rendere la persona unica nel suo genere, una persona che ha una sua identità ed è diversa da chiunque altro.

Alla luce di tutto questo entra finalmente in gioco il ruolo dell’educazione degli adulti.

L’educazione degli adulti rappresenta il ramo della pedagogia che attualmente si occupa di definire dei processi formativi per coloro che si apprestano ad essere soggetti di cambiamento.

Ancora più importante se si prende in considerazione il ruolo degli adulti coinvolti nella trasmissione delle conoscenze di cui abbiamo già parlato. Definire dunque dei processi formativi per chi, in primo luogo istruisce, forma, addestra, e in secondo luogo deve svolgere questo ruolo con una vera intenzionalità.

Per questo motivo l’educazione degli adulti prende una conformazione molto più prassica che teorica, in quanto deve fornire dei reali percorsi di lavoro, reali nel senso che devono dimostrare una certa validità in un tempo a breve/medio temine.

Rimane, comunque, come punto di riferimento nonché come obiettivo finale il concetto della formazione umana che da questo punto di vista deve avvalersi di una conformazione più teorica che prassica.

 In conclusione, è in questo senso che va inteso il ruolo omogeneo dell’educazione degli adulti: prassi e teoria che si rafforzano e sostengono a vicenda in un’azione che deve sapere molto di complementarietà.


Riferimenti bibliografici:

 

¨   D. Demetrio, Educazione e formazione degli adulti, in Manuale di Educazione degli Adulti, Laterza, Roma, 1997, p.39;

¨   A.de Saint-Exupéry, Il piccolo Principe, Tascabili Bompiani, Milano, 1998, cap.XXI

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