LA VOCE DEGLI STUDENTI “biblíon”
giugno-dicembre 2001 |
Sia Lui Dio o Allah
Silvia Scimeca
Era
l’undici settembre, una mattina qualunque a New York, ma di lì a poco
qualcosa nella storia degli americani e nella storia del mondo sarebbe cambiato:
improvvisamente atti di terrorismo hanno spaventato la gente che, incredula e
senza capire veramente le cause di quanto accadeva, si è ritrovata ad
assistere, chi direttamente, chi dalla tv, ad immagini forti, sconvolgenti. Una
di queste persone è la scrittrice Oriana Fallaci che, in un articolo pubblicato
il 29 settembre 2001 sul “Corriere della Sera”, racconta come lei ha vissuto
questa strage ed esprime chiaramente la rabbia che prova in questa circostanza.
Mi ha colpito molto la Fallaci, in particolare il suo modo diretto di dire ciò
che pensa, con la consapevolezza di attirare su di sé, critiche, giudizi e
condanne.
Le sue dichiarazioni si
rivelano lunghe invettive contro il mondo islamico che impone ai seguaci di
Allah uno stile di vita, un modo di vestirsi, una mentalità che probabilmente a
tutti gli occidentali appaiono assurdi. Citando i kamikaze, la Fallaci ha detto
di non provare alcun rispetto per questi uomini che cercano la gloria nella
morte propria e in quella degli altri. Sono perfettamente d’accordo su questo
punto, e anch’io penso che i veri martiri e i veri eroi di questa strage siano
le persone innocenti che, sia che si trovassero nelle torri, sia che si
trovassero negli aerei, hanno perso la vita per dei fanatici convinti di fare
tutto ciò in nome della cosiddetta “Guerra Santa”. Questo atto di
terrorismo, la scrittrice lo definisce una vera e propria guerra di religione,
con cui i musulmani vogliono diffondere in tutto il mondo il proprio
”fanatismo religioso” con la forza.
Di conseguenza mi viene
spontaneo dire che nei paesi islamici, la libertà, intesa come possibilità di
esprimere le proprie opinioni e di professare la propria religione è un
concetto inesistente. Nonostante ciò mi chiedo: ma è proprio così? E’
proprio vero quello che dice la Fallaci? Insomma, siamo sicuri che l’obiettivo
di tutti i musulmani sia quello di convertire e sottomettere l’intera
popolazione mondiale? Anch’io provo rabbia per chi ha solo pensato di
commettere una strage simile, ma provo anche pietà, perché mi rendo conto che
sono stati una serie di eventi storici che hanno portato alla diffusione di
determinate idee e che hanno permesso che, persone come Bin Laden, potessero
avere un così grande potere. In fondo sappiamo che certe ideologie, perfino
quelle più assurde e disumane, vengono inculcate nei bambini fin dalla più
tenera età, tanto che questi crescono agendo e pensando come gli è stato detto
di fare, senza rendersene conto.
Certamente è un problema
complesso che richiede una conoscenza approfondita della storia dei paesi arabi
e del mondo intero, per poter capire veramente perché tutto ciò sia accaduto.
Probabilmente gli americani sono stati molto ingenui, ma non si può certo dire
che se lo meritano. Quanto è accaduto l’undici settembre è sicuramente un
colpo duro per l’America: una profonda ferita alla potenza e all’orgoglio di
una nazione giovane che avrei definito indistruttibile, e che si è rivelata
sensibile e profondamente unita. Approvo l’elogio che la Fallaci fa agli
americani dicendo che abbiamo molto da imparare da loro nonostante gli errori da
essi commessi; anche perché forse un po’ ingenuamente l’America ha accolto
gente di tutto il mondo, divenendo una comunità multi etnica. Ma, come la
scrittrice stessa dice, questi immigrati sono stati accolti in nome di quei
principi che hanno fatto grande l’America. E se questo è avvenuto anche in
Italia, non significa che il Governo e i cittadini lo hanno permesso solo per
non essere accusati di razzismo.
Su questo punto, Dacia
Maraini ha risposto prontamente alla Fallaci, dicendo: <<sapere accogliere
il diverso è una conquista, una forza, non una debolezza.>> Certamente il
Governo italiano si sarebbe dovuto occupare di frenare con maggiore prontezza le
immigrazioni clandestine. Ma come ritiene anche Chiara Valentini nella sua
lettera alla Fallaci, mi risulta difficile capire come quest’ultima abbia
potuto pensare che <<questi immigrati tanto poveri non devono poi essere,
se arrivano in gommone pagando 10 milioni di viaggio>>. E ancora, come si
può definire <<scimunite>> le donne islamiche perché accettano di
essere considerate perfino inferiori ai cammelli, perché accettano la
poligamia, perché accettano di non andare a scuola e di coprirsi dalla testa ai
piedi? Per la Fallaci è facile giudicarle ma, credo che neppure una donna come
lei che definirei anticonformista, senza scrupoli, forte ma anche un po’
presuntuosa, riuscirebbe a ribellarsi a queste abitudini islamiche che io stessa
condanno e ritengo assurde.
Se mi trovassi nella
posizione di un educatore, proporrei una ricerca sulla storia e sui principi
fondamentali della religione islamica e sull’origine e gli sviluppi del
terrorismo. In seguito organizzerei un ulteriore incontro per discutere su
quanto scoperto, al fine di saper distinguere fra islamismo e terrorismo, ed
esprimere le proprie idee non avventate ma il più possibile consapevoli. E‘
interessante anche la proposta di U. Eco che dice: <<bisogna dire ai
bambini che gli esseri umani sono molto diversi tra loro, e spiegare bene in che
cosa sono diversi, per poi mostrare che queste diversità possono essere una
fonte di ricchezza.>> In tal modo penso che si eviterebbe di scagliarsi
indistintamente contro tutti i musulmani e contro tutti gli immigrati, errore
che credo abbia commesso Oriana Fallaci, incitando la gente a combattere contro
tutti gli islamici, senza indulgenza, senza tolleranza. Sembra quasi che per la
Fallaci islam sia sinonimo di terrorismo, un po’ come Sicilia per molti
significa mafia. Nella mia ignoranza ritengo che sia difficile trattare con
persone come Bin Laden e forse è veramente un’illusione pensare di riuscirci.
Comunque non so se si
rivelerà proficuo attaccare i nemici sperando di non colpire gli innocenti e di
risolvere un problema tanto radicato. La Fallaci mi è sembrata un po’ troppo
sicura che l’attacco sia l’unica soluzione. Ma più che attacco direi
vendetta e brama di dimostrare agli altri la propria superiorità. La Fallaci è
stata troppo dura e impulsiva, ha parlato in un momento di rabbia, carica di
odio per tutte le ingiustizie subite, riflettendo ben poco sulle sue parole. Si
è fatto tanto per evitare le guerre e adesso c’è chi, come la Fallaci,
incita a combattere accusando gli italiani di ipocrisia e perfino di proteggere
Bin Laden! A volte mi chiedo come finirà questa vicenda.
Non ci resta che sperare nell’aiuto di Qualcuno lassù, sia esso Dio o Allah … .
Silvia Scimeca