FARE SCUOLA E ...

“biblíon”                                                                                                                                                              giugno-dicembre  2001

EDUCAZIONE SESSUALE, RELAZIONALE, AFFETTIVA

di

VIVIANA MOSCATO

PREMESSA

Faccio parte di un gruppo di volontariato “ La Caritas” del mio paese, Raffadali, e assieme ai miei compagni di viaggio, ho già sperimentato il lavoro progettuale, e posso affermare che si tratta di un lavoro molto costruttivo da un punto di vista educativo e formativo.

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La fascia d'età compresa tra i 13-14 anni è caratterizzata da un variegato processo di transizione dalla pre-adolescenza all'adolescenza.

I ragazzi nell'età della scuola media vivono un periodo di vita complessa, molto intensa e cruciale per la strutturazione del Sè e dell'identità.

Erikson sottolinea l'importanza del concetto di identità soprattutto in questa fase dello sviluppo, in cui il ragazzo inizia a valutare il senso del permanere inalterato di un nucleo centrale di sè, come continuità tra ciò che è stato in passato e ciò di cui coglie nel presente come premessa sul futuro (Erikson, 1950).

I progressi sul piano cognitivo si accompagnano alla profonda modificazione del corpo del giovane e alla messa in gioco del ruolo sociale che questi è chiamato ad assumere.

Secondo Freud, questa fase coincide con la fine del periodo di latenza (dai 6 ai 12 anni) in cui il bambino è particolarmente educabile, così che in questa epoca avviene il suo inserimento nell'ambito della società e della cultura. Ma, con la pubertà, gli impulsi sessuali latenti si presentano con rinnovato vigore e l'adolescente riattiva le tracce lasciate dalle imagines parentali. Ciò che caratterizza quindi l'adolescenza , ci dice Freud , è la ricerca di stabilire una relazione con un oggetto totale, il partner sessuale, diverso dal genitore amato nei primi mesi di vita ma capace di riattivare le tracce remote di quell'arcaico legame (Freud, 1924).

Quando si verifica l’adolescenza appare dunque una crisi delle certezze dell’età della fanciullezza per la quale la realtà è univoca, la vita interiore semplice e lo schema di riferimento della famiglia una guida stabile, sicura, onnisciente. Tale perdita di sicurezza genera una sofferenza nel senso che l’adolescente viene a trovarsi in condizione di ambivalenza affettiva verso i genitori (Canestrari, 1970).

.Se durante questi anni si avverte quindi una forte conflittualità nei confronti dei genitori, nel gruppo dei pari invece, l'adolescente trova un sostegno emotivo di cui ha particolarmente bisogno per la sua condizione "marginale", ossia di individuo non più bambino ma non ancora accettato come adulto a pieno titolo.

Progettare interventi su questa fascia d'età significa stimolare ogni ragazzo verso una sana crescita in cui i diversi aspetti umani:affettivo, cognitivo e sociale siano sviluppati armonicamente.

Il processo educativo passa attraverso l'educazione dei sentimenti, delle emozione, dell'affettività sociale e quindi della sessualità.

Il particolare contesto su cui vogliamo intervenire è quello di Raffadali, un paese di quasi 15 mila abitanti dell'entroterra siciliano in cui è ancora radicata la cultura del "non dire" carica di messaggi contraddittori. Se infatti da un verso, i ragazzi ricevono continuamente attraverso i mass-media una grande quantità di informazioni a connotazione sessuale, dall'altro, dentro le mura domestiche trovano genitori ancorati ad un’educazione troppo tradizionalista che sfugge all'argomento sesso considerato ancora un tabù di cui è meglio non parlare.

Inadeguate conoscenze possono contribuire a false credenze e miti sessuali che a loro volta creano attese e richieste irrealistiche nei confronti di una relazione.

In un contesto così complesso non è semplice per i ragazzi riuscire a recepire e ad elaborare in maniera corretta gli stimoli ricevuti e a compiere scelte autonome ed adeguate ad esigenze che sono ancora in via di definizione.Le conseguenze spesso sfociano in gravidanze adolescenziali che si risolvono con la classica “fuitina” alibi o sostituto alla convivenza nella attesa del matrimonio riparatore.

L’educazione sessuale non deve essere considerata come semplice trasmissione d’informazioni ma va intesa nell’ambito dello sviluppo delle capacità comunicative e relazionali della persona, finalizzato alla formazione di una personalità equilibrata capace d’amare.

OBIETTIVO GENERALE

Promozione del benessere e prevenzione del disagio, che fornisca occasioni ai giovani di sapere e saper riconoscere cosa succede loro, quali sono i loro timori, le loro insicurezze, le loro possibilità ed i loro limiti.

Si cercherà di coniugare l’informazione con la formazione attraverso un intervento che non si limiti a fornire conoscenze ma entri nella dimensione degli aspetti emotivi e relazionali che investono la sfera sessuale.

 

OBIETTIVI SPECIFICI

- Offrire ai ragazzi\e uno spazio positivo per intraprendere un confronto e una riorganizzazione delle conoscenze sul tema della sessualità,dell’affettività e delle relazioni personali.

- Promuovere nei ragazzi la conoscenza del proprio corpo, della propria sessualità per un rapporto sereno e tutelato con essa.

- Favorire l’acquisizione delle conoscenze sulla contraccezione e sulle malattie a trasmissione sessuale.

-  Educare alla comunicazione genitori-figli.

 

DESTINATARI

L’intervento è rivolto a:

-alunni frequentanti le terze classi della scuola Media “G. Galilei di Raffadali (AG).Il numero complessivo di allievi  interessati alle attività previste dal progetto è di circa 60,divisi in tre classi.

 

ATTIVITA’E METODOLOGIA

  L’intervento, strutturato in diversi incontri, prevede, all’interno del gruppo, classe le seguenti attività:

·        circle time;

·        simulazioni;

·        visione di film in videocassetta, attinenti alle tematiche trattate e successivo dibattito;

·        brain-storming;

·        attività volte a sviluppare abilità di role-taking.

 

I contenuti delle attività riguardano le seguenti tematiche che ruotano attorno al comportamento sessuale:

 

1.      Dimensione biologica:

·        Conoscenza del proprio corpo e specificatamente della struttura dell’apparato riproduttivo.

·        Aspetti funzionali della riproduzione.

2.      Dimensione culturale:

·        Assunzione dei ruoli sessuali maschili e femminili.

·        Capacità di assumere il punto di vista degli altri per comprendere e rispettare il modo di vivere la sessualità altrui.

·        La sessualità nelle diverse generazioni.

·        Omosessualità e i suoi stereotipi.

3.      Dimensione affettivo-relazionale:

·        Sessualità come relazione ed esperienza entro cui poter esprimere sentimenti, emozioni, affetti.

 

4.      Dimensione preventiva:

·        Contraccezione.

·        Prevenzione dell’AIDS e delle malattie a trasmissione sessuale.

 

Attraverso le suddette attività, l’operatore cercherà di preparare i ragazzi a vivere serenamente la propria sessualità, a star bene con se stessi e con gli altri, nel rispetto reciproco. L’interesse principale non è quello di “insegnare qualcosa” ma di costruire insieme un modello condiviso di educazione sessuale e sessualità.

Gli incontri offriranno ai ragazzi un’occasione per riflettere su tematiche che riguardano la salute fisica, psicologica, interpersonale e sociale.

La tecnica del circle time da effettuare dall’operatore con l’intera classe o con gruppetti poco numerosi, cercherà: di promuovere la capacità di relazione nel gruppo dei pari, di favorire il sorgere di una buona autostima, di effettuare formazione e informazione sessuale.

Attraverso simulazioni e rappresentazioni di piccole storie inventate si darà l’opportunità ai ragazzi di esprimere la propria personalità e valorizzare la creatività e le forme espressive tipiche del mondo adolescenziale. Infatti la prospettiva di esibirsi di fronte ai compagni e giocare ruoli diversi dai propri o da quelli consueti nella vita quotidiana, è uno stimolo per la fantasia, permette al ragazzo di conoscere parti diverse di sé e dei compagni.

Da questi role-playing possono emergere nuovi punti di vista che consentono al ragazzo di tornare alla realtà avendola ripensata ed essendosi equipaggiati con nuovi strumenti.

Infine le discussioni-confronto sulle tematiche riguardanti la dimensione preventiva cercheranno di stimolare il confronto e lo scambio di idee. Questi incontri rispondono al bisogno condiviso dei ragazzi di manifestare apertamente e direttamente i propri dubbi e le proprie domande, di essere coinvolti e di ottenere informazioni precise, dettagliate e mirate. Solo utilizzando strumenti che privilegiano l’apprendimento partecipante il ragazzo riuscirà a interiorizzare le informazioni ricevute e a maturare una responsabilità soggettiva e personale (risultato auspicabile per un programma preventivo).

 

TEMPI DI REALIZZAZIONE E ARTICOLAZIONE

 L’intervento prevede 8 incontri di 3-4 ore ciascuno (in base all’attività svolta) a cadenza mensile, nell’arco di un anno scolastico.

Gli incontri avverranno all’interno dell’Istituto Scolastico in un’aula attrezzata di televisione, videoregistratore e lavagna.

Il programma degli incontri prevede:

·        Primo incontro: presentazione generale del progetto, somministrazione di un questionario d’entrata volto a verificare le conoscenze dei ragazzi\e rispetto alle tematiche che saranno trattate.

·        Secondo incontro: CIRCLE TIME: cercando di ricreare uno spazio che favorisca una comunicazione più diretta (i ragazzi insieme agli operatori staranno seduti in modo da formare un cerchio senza la distanza creata dai banchi) si discuterà della “dimensione biologica”della sessualità attraverso l’interazione tra i ragazzi, gli operatori e soprattutto la ginecologa, che avrà una funzione chiarificatrice e informatrice determinante in questa fase del progetto. In particolare le tematiche trattate verteranno sui seguenti argomenti;- il processo di accrescimento corporeo nel ragazzo e nella ragazza; - accenni sull’apparato genitale femminile e maschile; - il ciclo mestruale, riproduzione e gravidanza; - l’igiene personale.

·        Terzo incontro: presentazione degli operatori riguardo alla “dimensione culturale” della sessualità. I ragazzi saranno guidati ad osservare i processi di acquisizione di identità per facilitare l’apprendimento delle capacità di role-taking attraverso simulazioni e dialoghi-confronto in cui l’operatore guida, stimola e coordina i diversi interventi. L’attività di simulazione verterà sul tema “l’assunzione dei ruoli sessuali maschili e femminili, l’omosessualità e i suoi stereotipi”:i ragazzi spontaneamente dovranno ricreare delle scene di vita comune tra amici, interpretando ruoli sessuali diversi dai propri, per comprendere come si vive nei panni dell’altro e quali sono i pregiudizi fonte spesso di incomprensione e intolleranza.

·        Quarto incontro: visione del film ... e successiva discussione di gruppo.

·        Quinto incontro: “Inventiamoci una storia”. I ragazzi divisi in due gruppi e supportati dall’aiuto degli operatori, devono creare con la propria fantasia due storie e scegliere almeno due parole chiave tra queste: rabbia, tristezza, paura, gioia, disgusto, interesse, sorpresa. Alla fine decideranno spontaneamente il modo di esporre i contenuti delle loro storie, se sottoforma di rappresentazione, racconto scritto o attraverso il disegno. Lo scopo di questa attività è di stimolare i ragazzi alla cooperazione e favorire la conoscenza delle loro emozioni, dei loro sentimenti e del modo di esprimere affetto (tematiche riguardanti la dimensione relazionale-affettiva).

·        Sesto incontro: brainstorming sulle tematiche riguardanti la “dimensione preventiva”; successiva informazione-formazione da parte degli operatori e discussione di gruppo sui seguenti argomenti: la contraccezione, l’aborto, AIDS e malattie a trasmissione sessuale; inoltre saranno distribuiti ai ragazzi opuscoli informativi sull’AIDS utilizzati nelle campagne nazionali condotte negli ultimi anni (da parte del Ministero della Sanità, della LILA, ecc.).

·        Settimo incontro: simulazione: ”…e ora come lo dico a papà!?!…”.All’interno della “dimensione culturale va considerato il significato attribuito alla sessualità nelle diverse generazioni e quindi la difficoltà di comunicazione tra genitori e figli su argomenti tabu’di cui spesso si preferisce non parlare. Attraverso le simulazioni i ragazzi rivivranno il rapporto con i propri genitori, lo scopo è quello di avviare la consapevolezza che una comunicazione adeguata può aiutare l’individuazione dei problemi e la loro risoluzione.

·        Ottavo incontro: somministrazione del questionario finale e di una scheda di valutazione finale, valutazione partecipata e restituzione delle dinamiche di gruppo emerse durante gli incontri.

 

TIPOLOGIA DEL PERSONALE IMPIEGATO

E’ previsto l’impiego di due psicologi. In particolare:

-uno psicologo dello sviluppo esperto in sessuologia;

-uno psicologo esperto in dinamiche di gruppo.

Inoltre è previsto l’impiego di un medico ginecologo.

 

ESITI ATTESI

  ·        Aumento delle conoscenze relative alle quattro dimensioni (biologica, culturale, relazionale-affettiva, preventiva) che investono il comportamento sessuale.

·        Sviluppo delle capacità di comunicazione e di ascolto all’interno dei gruppi dei pari e fra genitori e figli.

·        Conoscenza di comportamenti a rischio e prevenzione di malattie a trasmissione sessuale.

·        Conoscenze sulla contraccezione, prevenzione di gravidanze indesiderate.

 

  VALUTAZIONE E VERIFICA

-Valutazione degli esiti:

Confronto delle risposte tra il questionario d’entrata e quello finale per verificare se è avvenuta l’acquisizione delle conoscenze relative alle quattro dimensioni che investono il comportamento sessuale.

Scheda di valutazione finale volta a dare informazioni di natura qualitativa riguardo all’interesse suscitato dalle attività e dall’interazione con gli operatori.

 

ELENCO MATERIALI

N.1 televisore;

N.1 videoregistratore (messo a disposizione dalla scuola);

Materiale cartaceo.

 

VOCI DI SPESA

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BIBLIOGRAFIA

  1)      Canestrari R. (1970) Osservazioni su alcuni conflitti psichici nell’adolescenza, Minerva pediatrica, vol. 22.

2)      Erikson  C. (1950)  “Infanzia e società”  Norton, N. Y.

3)      Freud  S. (1924)  “ Il tramonto del complesso edipico”  oper  vol. X.

4)      Zanib, Pombeni  M. L  (1997)  “ L’adolescenza: bisogni soggettivi e risorse sociali”  Il ponte vecchio.

VIVIANA MOSCATO

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