LA VOCE DEGLI STUDENTI

“biblíon”                                                                                                                                                               giugno-dicembre  2001

 

11 Settembre 2003

di

Giuseppe Guercia 

 

Sono passati due anni da quel tragico evento dell’ 11 Settembre 2001, quando le due torri gemelle di New York crollarono in seguito ad un attentato terroristico, ad opera di alcuni integralisti islamici. Oriana Fallaci è stata una testimone che ha vissuto personalmente la drammaticità di quei momenti di terrore collettivo che ha investito il mondo intero. Scrittrice italiana, che da tanti anni vive in America e che considera ormai come una seconda patria, rimane di ghiaccio dopo aver visto le immagini apocalittiche di quell’ evento che la C.N.N. stava trasmettendo in Tv. A quel tempo, ciò la spinse a uscire dal suo silenzio, che durava da diversi anni, sfogandosi così attraverso un suo scritto che poi inviò al “corriere della sera.” Io,  per caso, dopo tutto questo tempo e tra le mie tante cartacce, quello scritto l’ ho ritrovato e l’ho riletto con molta più attenzione di quanto non feci allora. Questo ha suscitato in me la voglia di chiedere alcuni chiarimenti direttamente alla scrittrice attraverso una intervista fingendomi un giornalista e potendo disporre della moderna tecnologia di comunicazione  qual è il computer; così tramite e-mail le ho posto le mie domande a cui lei con molta serenità e pacatezza ha risposto.

 

L' INTERVISTA:

G.G. Lei dice di essere atea, perché allora spesso pronunciava il nome di Cristo e Dio? Questo è dovuto alla sua esperienza drammatica?

O.F. Anche se mi definisco atea, devo riconoscere che la mia cultura occidentale mi ha plasmata e impregnata di cristianesimo. Comunque, le mie esperienze fatte nel mondo islamico, mi hanno fatto toccare con mano la disumanità che regna in quei luoghi e li a volte mi sono sentita sola e ho imparato a cavarmela da sola.

G.G. Quando pubblicò il suo articolo, alcune persone la rimproverarono di essere  razzista nei confronti della cultura araba?

O.F. Io feci un confronto tra la cultura occidentale e quella islamica, descrivendo i comportamenti sia de l’una che dell’altra. Mettendo in risalto soprattutto le tradizioni e la religione dell’islam, perché ho visto proprio con i mie occhi il loro modo di interpretare il corano.Voi che mi date della razzista , vi sembra giusto che le donne vengano trattate peggio degli animali selvatici, e vi sembra giusto che queste persone in nome di Dio uccidano uomini innocenti. Non me la sento di fare una distinzione perché ho visto anche persone che dicevano di non essere integralisti ma facevano cose peggiori. Però ti confesso che nel vedere morire così tante persone islamiche, ho provato lo stesso dolore e la stessa rabbia che provai 11 Settembre.

G.G. La reazione dell’America nei confronti del nemico ha attutito la sua rabbia e il suo orgoglio?

O.F. Io che ho sempre sostenuto l’America, dopo i risultati della sua azione di guerra che ha causato migliaia e migliaia di morti, nonostante ciò la reputo sempre la mia seconda patria anche se rimango sempre principalmente legata alla mia vera patria che è l’Italia che prima snobbavo ma che oggi più che mai ne vado orgogliosa . 

G.G. Come mai parlò male dell’Italia?

O.F. Se avessi detto delle bugie, sarei stato  d’accordo con voi. Ma non  dissi niente di sbagliato, anzi inquadrai la realtà.

Ringrazio Oriana Fallaci per le risposte datemi che  hanno chiarito in me quei dubbi che mi erano sorti. Ho visto in lei una dolcezza d’animo e una certa pacatezza e sono convinto sempre più che  non è una persona razzista ma è una persona vera, trasparente e in quanto persona umana  anche lei si è mostrata fragile dinnanzi all’evento tragico dell’11 Settembre.Come tante altre persone si lasciò trasportare da emozioni istintuali quali la rabbia e l’orgoglio patriottico che tramite questa intervista sono emersi ancora una volta sotto un’altra luce più serena e più lucida.

Se io fossi un insegnante, cercherei prima di integrare le mie conoscenze culturali con tutte le esperienze personali passate; inoltre starei attento a tutti i problemi negativi che ci circondano per esaminarli bene e usarli come spunto per poter formare bene l’educando. Ecco, prendiamo in esame l’ultimo episodio tragico che ha stravolto la nostra vita, l’attentato terroristico alle due torri gemelli di New York in cui hanno perso la vita molte persone. Ad esempio: come spiegherei a dei bambini di scuola elementare questo triste episodio? Prima di toccare questo argomento importantissimo, insegnerei loro prima alcuni elementi essenziali dell’educazione e non solo, gli  farei interiorizzare alcuni valori fondamentali che stanno alla base di tutta la nostra vita. Cosi  facendo, faciliterei ancor di più il loro apprendimento. Inizierei il discorso dicendo: “ Vi ricordate quando vi dicevo di ascoltare i buoni consigli di papà e mamma, oppure quando dicevo di non alzare le mani ai vostri compagni di banco, e di rispettare i vostri amichetti anche se hanno un diverso colore di pelle, vi ricordate? Si vero!”Ecco dicevo questo per condurvi verso la via del bene, in essa troviamo la chiave  della speranza che porta all’amore. Amore che ci consente di vivere meglio con noi stessi e con gli altri; Amore che ci porta alla salvezza nostra e di tutta l’umanità. Se riuscirete a trovare questa via, il mondo sarà incolume da questi gesti disumani e si eviterà che il male porti dolore, odio e tristezza. Concludo dicendo ai miei colleghi, di insegnare ai bambini il significato di questa parola bellissima che è “ Amore ,” cercando di formare uomini ( perfetti). Prendiamo esempio da Gesù Cristo, Lui è il nostro maestro per eccellenza.

15 Ottobre 2001

                                                                                                                               GIUSEPPE GUERCIA

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